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L'imperatore Augusto, fondatore della Praetoria Classis
Misenenis
La base navale di Miseno, collocata al centro del
Mediterraneo, contrituì ad assicurare a quest'area geografica 350 anni di pace
La base navale di Miseno era sede della prima legione
dell'impero romano: la Prina Legio Auditrix
Uno fra gli imperatori romani più strettamente legati alla
flotta di Miseno fu Lucio Domizio Enobarbo: Nerone. Per i militari della Classis
allestì un favoloso Ebeterion nel suo Palatium di Baia
L'acqua potabile per la flotta imperiale di Miseno veniva
dalle sorgenti del Serino, nel Sannio irpino: era portata da un acquedotto lungo
96 chilometri costruito in età augustea
Le Centum Ceallae (originariamente appartenenti alla
villa di Q. Ortensio Ortalo) furono usate come deposito idrico per la flotta in
aggiunta alla Piscina Mirabilis
LATINO
VIVO
Le parole, i nomi e le
espressioni latine della flotta imperiale di Miseno. Clicca sul disegno
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a bordo della flotta di Miseno
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PRIMA
LEGIO AUDITRIX
I
fedelissimi dell'Imperatore
Furono i classari della flotta di
Miseno ad acclamare imperatore Caligola, che dai moli della base navale iniziò
la sua marcia trionfale verso Roma, dove il Senato gli affidò ufficialmente il
principato. Quando l'avido governatore della Spagna Citeriore, Galba,
finanziato e aizzato dai latifondisti, calò in Italia per travolgere Nerone,
gli uomini della flotta di Miseno combatterono fino all'ultimo in difesa
dell'imperatore, anche quando - dopo la morte di Tigellino a Sinuessa (Mondragone)
- gli stessi pretoriani si erano arresi e dispersi. Un filo diretto, un
rapporto particolare legava, infatti, gli imperatori di Roma con marinai e
soldati delle due flotte: quella di Miseno e quella di Ravenna.
Il rapporto fra gli imperatori e gli
uomini di Miseno, tuttavia, era - se possibile, ancora più stretto. La vicinanza della base navale
a Roma ha determinato, sin dalle primissime fasi della sua storia cinque volte
centenaria, le premesse per la creazione di un rapporto diretto e strettissimo
fra la flotta d'Occidente, con tutte le truppe a essa destinate, e la persona
degli imperatori. A pochi chilometri balla base navale di Miseno, oltre tutto,
si trovava il palatium di Baia, dove per tre secoli (dal I al III
secolo d.C.) quasi tutti gli imperatori romani risiedettero per lunghi
periodi.
Fu Nerone a formalizzare e rendere
ancora più intimo questo rapporto privilegiato. Questo avvenne allor quando
decise di destinare agli ufficiali e ai militari della Classis
addirittura una parte dell'immenso palazzo imperiale che si estendeva da
Lucrino fino a Bauli. L'area ereditata dalla zia Domizia fu utilizzata per
dare corpo a un progetto di evidente significato politico: quello che portò
alla costruzione di un Ebeterion (termine greco che indica un luogo
destinato al divertimento dei giovani) con peschiere, terrazze pensili,
fontane, boschetti e persino un Odeion dove, come ha scritto Amedeo
Maiuri, si davano spettacoli di canto, di poesia e di mimo. Qui gli uomini
della flotta erano di casa... Non deve, pertanto, meravigliare se, quando
nella mente dell'imperatore maturò l'idea che la madre Agrippina stesse
ordendo una congiura tesa a eliminarlo e a impossessarsi del potere, Nerone
decise di rivolgersi proprio al fedelissimo praefectus della flotta,
Aniceto, per organizzare la controffensiva che avrebbe portato alla morte
della madre.
Costituendo la flotta la parte
dell'esercito romano che, dati i mezzi di trasporto dell'epoca, poteva
spostarsi - via mare - con maggiore rapidità, intervenendo tempestivamente
nei luoghi di crisi in larga parte del bacino mediterraneo, era fatale che la
flotta doveva muoversi in stretta sintonia con la volontà dell'imperatore,
così come, d'altro canto, avveniva anche per l'altra flotta: quella di
Ravenna, cui era affidato il controllo del Mediterraneo orientale.
Ne è derivato il consolidamento di un
rapporto di particolare e saldissima fedeltà nei confronti del potere
imperiale che ha riguardato tanto la flotta in se e per se, quanto la legione
dell'esercito con sede a Miseno, allenata per i combattimenti sul mare, che,
all'occorrenza veniva imbarcata sulle navi della Praetoria Classis.
I segnali di questo rapporto sono
molteplici e tutti, a dir poco eclatanti. Tanto forti ed evidenti che,
talvolta, quando se ne manifestò la necessità e la possibilità, i militari
della flotta presero direttamente l'iniziativa per favorire persino la
designazione di alcuni imperatori.
La presenza a Miseno della prima legione
dell'esercito romano (Prima legio auditrix), e a Ravenna della seconda
(Secunda legio auditrix) conferma in maniera definitiva la tesi di chi
riconosce alla doppia armata navale un ruolo politico-militare decisivo
rispetto all'esigenza di equilibrio e di sicurezza dell'Impero. La Scola
militum (o Scola armatorum) dove i 6500 uomini della legione erano
addestrati a combattere sul mare era il punto di collegamento fra la
tradizionale efficacia terrestre delle tecniche di combattimento dell'esercito
romano e la altrettanto vigorosa capacità offensiva della flotta imperiale
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Navigare necesse est, si diceva a quei tempi: l'impero romano riuniva
tutti i territori circostanti quello che veniva chiamato Mare Nostrum. La
navigazione, pertanto, era indispensabile tanto per i traffici commerciali
quanto per la difesa militare. La flotta imperiale di Miseno aveva il compito di
tenere sotto controllo l'intero Mediterraneo occidentale. Quella con sede a
Ravenna, invece, aveva la responsabilità per il Mediterraneo orientale.
Marco Vipsanio Agrippa fu l'organizzatore della marina da guerra
dell'Impero Romano e il progettista della base navale di Miseno. Gli fu concesso
l'onore di cingere la "corona bavale"
Fra i più celebri ammiragli della flotta imperiale di Miseno va ricordato
Gaio Plinio Secondo (detto
il vecchio), autore della Naturalis Historia, morto nel 79 d.C. durante
l'eruzione del Vesuvio di quell'anno
Le navi della flotta di Miseno erano costruite e armate nel bacino
interno: si muovevano con relativa velocità sull'acqua grazie ad una sapiente
velatura e alla forza di migliaia di braccia. Quelle dei rematori imbarcati a
bordo di liburne e triremi, di quadriremi, pentaremi ed esaremi.
Intanto, dalle nebbie di un lontanissimo passato riemergono i nomi delle
navi della flotta di Miseno. Ce li restituiscono le lapidi di marmo con le
iscrizioni trovate nei Campi Flegrei e a Roma, a Ravenna, in Grecia, in
Macedonia. Sono i nomi di liburne e triremi, di quadriremi e pentaremi.
C'è, persino il nome, di una esareme. Si chiamava Ops. Un nome che era
tutto un programma. Significava: la forza, la potenza..
LA
PRIMA LEGIO AUDITRIX
Erano
i fedelissimi dell'imperatore. Clicca sulla foto |
..
In
barca a MISENUM
ogni sabato e domenica dalle 10,30, porticcolo di Capo
Miseno
PRENOTA
Ass.
Misenum |
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