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L'imperatore Augusto, fondatore della Praetoria Classis Misenenis
La base navale di Miseno, collocata al centro del Mediterraneo, contrituì ad assicurare a quest'area geografica 350 anni di pace
La base navale di Miseno era sede della prima legione dell'impero romano: la Prina Legio Auditrix
Uno fra gli imperatori romani più strettamente legati alla flotta di Miseno fu Lucio Domizio Enobarbo: Nerone. Per i militari della Classis allestì un favoloso Ebeterion nel suo Palatium di Baia
L'acqua potabile per la flotta imperiale di Miseno veniva dalle sorgenti del Serino, nel Sannio irpino: era portata da un acquedotto lungo 96 chilometri costruito in età augustea
Le Centum Ceallae (originariamente appartenenti alla villa di Q. Ortensio Ortalo) furono usate come deposito idrico per la flotta in aggiunta alla Piscina Mirabilis
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Miseno / Un milione di euro per sondaggi nella base della flotta imperiale Archemail News pubblica; "Pioggia di euro per una importantissima campagna di scavi. Partirà, infatti, a febbraio il recupero dei reperti della flotta imperiale dal Lago di Miseno. Per la realizzazione è stato stanziato ben un milione di euro grazie ad un accordo Stato-Regione. Si partirà con alcune prospezioni geofisiche e archeologiche per proseguire con il recupero vero e proprio. Ma cosa ci si aspetta di trovare? Augusto, dopo la battaglia di Anzio (31 a.C.), pose qui la base della Classis Praetoria, la flotta al diretto servizio della corte imperiale, spesso presente nei Campi Flegrei. Il porto di Misenum, al pari del Portus Iulius sul lago Lucrino, venne impiantato in due bacini naturali; il bacino interno, l'odierno Maremorto, fungeva da cantiere navale, mentre quello esterno, la baia di Miseno, costituiva il porto vero e proprio. Essi erano collegati da un canale oggi interrato mentre l'ingresso al porto era protetto da due moli su arcate, prolungamento dei baluardi naturali di Punta Terone e Punta Pennata. In funzione della flotta venne anche dedotta una colonia militare che conferì all'insediamento autonomia amministrativa. Lungo la costa furono installate tutte le attrezzature necessarie ad una base militare che doveva ospitare 6000 uomini; caserme, alloggi per gli ufficiali, fari e torri, arsenali, depositi e le monumentali opere di idraulica per il rifornimento dell'acqua alla flotta. Tranne che per un breve periodo di attività bellica (68-69 d.C.) nel golfo ligure, la flotta Misenate restò inoperosa per secoli, con l'unico compito di trasportare o scortare membri della famiglia imperiale. Fino al IV sec. d.C. Misenum mantenne il suo ruolo cruciale dal punto di vista militare poi il declino. Nel VI sec. d.C. della base militare di Misenum si era perso anche il ricordo. Ecco perchè oggi si spera di recuperare non solo reperti ma anche qualche nave così come accadde negli anni '30 a Nemi, sui Colli Albani". |
Navigare necesse est, si diceva a quei tempi: l'impero romano riuniva tutti i territori circostanti quello che veniva chiamato Mare Nostrum. La navigazione, pertanto, era indispensabile tanto per i traffici commerciali quanto per la difesa militare. La flotta imperiale di Miseno aveva il compito di tenere sotto controllo l'intero Mediterraneo occidentale. Quella con sede a Ravenna, invece, aveva la responsabilità per il Mediterraneo orientale.
Marco Vipsanio Agrippa fu l'organizzatore della marina da guerra dell'Impero Romano e il progettista della base navale di Miseno. Gli fu concesso l'onore di cingere la "corona bavale"
Fra i più celebri ammiragli della flotta imperiale di Miseno va ricordato Gaio Plinio Secondo (detto il vecchio), autore della Naturalis Historia, morto nel 79 d.C. durante l'eruzione del Vesuvio di quell'anno
Le navi della flotta di Miseno erano costruite e armate nel bacino interno: si muovevano con relativa velocità sull'acqua grazie ad una sapiente velatura e alla forza di migliaia di braccia. Quelle dei rematori imbarcati a bordo di liburne e triremi, di quadriremi, pentaremi ed esaremi.
Intanto, dalle nebbie di un lontanissimo passato riemergono i nomi delle navi della flotta di Miseno. Ce li restituiscono le lapidi di marmo con le iscrizioni trovate nei Campi Flegrei e a Roma, a Ravenna, in Grecia, in Macedonia. Sono i nomi di liburne e triremi, di quadriremi e pentaremi. C'è, persino il nome, di una esareme. Si chiamava Ops. Un nome che era tutto un programma. Significava: la forza, la potenza..
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