Nereo Villa, "IL SACRO SIMBOLO DELL'ARCOBALENO, Numerologia biblica sulla Reincarnazione" (Prefazione), SeaR Edizioni, Reggio Emilia, aprile 1998
Prefazione (Descrizione degli undici capitoli) - Premessa (Distinzione fra unità di misura e unità aritmetica) - Introduzione - La creazione - Cap. 1° - Il riconoscimento dell'Io - Cap. 2° - La colomba, la nave e il pesce - Cap. 3° - Il mondo delle essenze - Cap. 4° - Imbarcazioni - Cap 5° - Non si può sopprimere l'arcobaleno - Cap. 6° - Dall'arcobaleno all'iride - Cap. 7° - L'arca, l'alfabeto astrale e il karma - Cap. 8° - Il geroglifico dell'infinito - Cap 9° - Il prete Gianni - Cap. 10° - L'albero della conoscenza... del Karma - Cap. 11° - La pentola d'oro
LA PENTOLA D'ORO
Alla fine di ogni ricerca, per esauriente che sia, riaffiorano sempre ripensamenti e dubbi: sono valide le nostre conclusioni in merito al tema delle ripetute vite terrene? E' sufficientemente chiarito il significato simbolico dell'arcobaleno o c'è ancora qualcosa di non detto a proposito di questo grande arco multicolore, voluto dal cielo?
Noi crediamo di sì e crediamo anche che le cose da dire in proposito siano inesauribili, proprio come le cose di Gesù, "che se fossero scritte una per una... il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere"(1).
Ci siamo inoltrati infatti verso la fine dell'arcobaleno,in direzione della "pentola d'oro" contando i nostri passi per non correre il rischio di perderci nel ritorno, dopo essere stati al cospetto di tanta magnificenza... Là, in quel luogo, arte scienza e religione si fondono in una mistica oggettiva che non ha pretese dogmatiche, pedagogiche o fideistiche, bensì solo la speranza di essere contributo al percorrimento di una iniziale ipotesi matematico-spirituale della realtà delle vite terrene.
Se si contano i segni dello zodiaco partendo dal primo, vediamo che il segno dell'arcobaleno è il nono. Keshet, il Sagittario è il 9° segno dello Zodiaco e il nove, l'"utero", è il numero che pone se stesso come preludio della nascita umana: occorrono nove mesi perchè un piccolo "nuovo" uomo possa venire alla luce.
Il numero del Figlio è però il 5.
Fra il 9 e il 5 vi deve dunque essere una relazione.
E tale relazione c'è, anche se difficile da scoprire se non si conoscono i valori numerici dell'alfabeto biblico.
Essa riguarda il patriarca Abramo.
Prima della nascita di suo figlio Isacco, l'esperienza di Abramo è quella del mutamento del proprio nome. Il nome Abram si trasforma in Abraham(2).
- La sintesi dei valori numerici di , Abram, ALEF, BET, RESH, MEM, 1-2-200-40, totale 243 è 9, cioè 2+4+3.
- La sintesi del nome Abraham è invece 5. Infatti Abraham, ALEF, BET, RESH, HE, MEM, 1-2-200-5-40, totale 248, da cui 2+4+8 = 14.
In questa circostanza, il nuovo livello di Abramo è accresciuto di 5 unità. Prima era il 9, ora è 9 + 5. Allora Abramo aveva 99 anni. La nascita del figlio Isacco avviene, come è noto, quando ne ha cento, cioè quando il 9 delle unità passa alle decine ed il 9 delle decine passa al centinaio. La prefigurazione del Figlio avviene così, nel 9, cioè nel 3x3, che si trasforma, nondimeno grazie a sua moglie Sara, nel 5. Abbiamo spiegato precedentemente con il teorema di Pitagora la dinamica generale del "lieto" evento del 5.
Ora però da Isacco, che teologicamente è individuato come prefigurazione del Figlio, passiamo al Figlio della Vergine. Con la Vergine siamo, dal punto di vista zodiacale, al sesto segno dello Zodiaco e ciò rivela il Figlio come necessario legame fra il 9 e il 6: infatti dalla Vergine, che sta nelle altezze delle costellazioni celesti, nasce il Figlio dell'uomo, cioè l'Io. In altre parole, questa nascita è celeste o verginale o spirituale perché l'Io umano non nasce "da carne e sangue" ma dallo spirito della vergine umanità, che accoglie l'"Io sono", "Nome dei Nomi"(3).
Se si osserva la forma della lettera zodiacale ebraica della Vergine, la IOD, si possono intravvedere i numeri 9 o 6:
Con questi due numeri possiamo formare una ALEF, semplicemente ponendo fra essi, da destra a sinistra secondo il modo ebraico, un altro "6", una VAV trasversale:
ALEF
I misteri dell'Uno, valore numerico di questa lettera, il mistero della vita che l'Uno porta in sé e quello del ritorno alla vita passano dunque per il 9 e per il 6.
Anche il simbolo ideografico del Cancro, che abbiamo osservato nel capitolo ottavo come serbatoio delle Grandi Acque della manifestazione cosmica universale (e in relazione all'8 e alla lettera CHET), è formato da un 6 e da un 9 posti in modo tale da ricordare il movimento di due spirali:
La fine della prima spirale rispecchia l'inizio dell'altra, formando internamente un 8 come simbolo dell'infinito o della resurrezione, o dell'"Ogdoade", secondo l'antico simbolismo giudeo-cristiano(4).
Nella nostra ricerca della "pentola d'oro" siamo così arrivati alla figura di un moto spiraliforme.
A questo punto abbiamo dovuto "fare i conti" con una spirale vera e propria, la spirale logaritmica... e si è così aperta una nuova prospettiva per la ricerca della "pentola d'oro".
In altre parole, abbiamo dovuto proprio ammettere, con grande sorpresa, che ci eravamo illusi se credevamo di essere arrivati già alla méta. L'aurea pentola infatti - come si vedrà - è veramente qualcosa di infinito e ognuno può rendersene conto semplicemente disegnando una spirale, nella consapevolezza però delle operazioni necessarie alla realizzazione di tale disegno.
Chi vuole costruire una spirale logaritmica deve infatti avvalersi dell'"oro della pentola", deve cioè necessariamente servirsi di una misura "aurea". Questa misura viene detta in matematica "sezione aurea".
Una spirale logaritmica può essere costruita mediante successive divisioni di un "rettangolo aureo" in quadrati, e mediante l'inscrizione di archi nei quadrati.
Per costruire il "rettangolo aureo" bisogna però conoscere la particolare misura dei suoi lati, strutturati appunto secondo la misura della cosiddetta "sezione aurea".
Molti si chiederanno cosa essa sia e perchè si chiami così.
Innanzitutto occorre dire che la sezione aurea è un rapporto di numeri, ma un rapporto molto speciale (rapporto aureo) che incontriamo in vari ambiti: nella natura e nell'arte e che rende belle tutte le cose. Per questo motivo anticamente tale rapporto veniva detto "d'oro" o anche "divino". Ancora oggi, chi esamina i diversi contesti nei quali tale proporzione si palesa non può fare a meno di esprimerne la magnificenza: "... è una dimostrazione meravigliosa, nel doppio senso di stupore e ammirazione, del fatto che l'uomo creatore e la natura si servono degli stessi strumenti, nel creare le forme, per arrivare alla bellezza. Essa è presente da una parte nei capolavori dell'uomo, dall'altra nella natura. La si ritrova nell'architettura, nella scultura, nella musica, ma prima ancora nei fiori, nei rami degli alberi, nei crostacei e nelle conchiglie."(5)
Qualche semplice calcolo ci condurrà ora a questo famoso rapporto naturale e divino.
Sezionando un segmento di 1 metro in un determinato punto, ricaviamo due parti, che in genere non hanno la stessa lunghezza, ma fra le cui lunghezze esiste un determinato rapporto. Questi due pezzi stanno a loro volta in un determinato rapporto con la lunghezza totale del segmento. Solo nel caso in cui quest'ultimo venga tagliato in due pezzi esattamente uguali, il rapporto è semplice. I due pezzi misurano 50 cm. ciascuno, e ciascuno sta alla lunghezza totale come 50:100 o come 0,5:1.
Se invece sezioniamo il segmento in modo aureo, esso deve stare alla sua parte maggiore come quest'ultima sta alla minore:
AB : AO = AO : OB
La formula per ottenere la sezione aurea, cioè la sezione del segmento chiamata "media proporzionale" fra l'intero segmento e la parte residua, è la seguente:
dove "a" corrisponde alla misura di una lunghezza qualsiasi.
Nel nostro caso, applicata al segmento AB, che abbiamo detto di 1 metro, questa formula corrisponde alla misura di AO.
Poiché la radice di 5 è 2,2360679775, la misura della parte maggiore del segmento sezionato sarà di 0,618 metri.
Infatti: 1/2 (- 1) = 1/2 (2,2360679775 -1) = 0,618033...
La minore misurerà ovviamente metri 0,382.
Infatti: 1 - 0,618 = 0,382
Con questa misura si rende numericamente possibile l'equazione AB:AO = AO:OB nel modo seguente:
1 : 0,618 = 0,618 : 0,382
Con ciò abbiamo stabilito la misura dell'altezza del nostro rettangolo, poiché la parte maggiore del segmento sezionato (o della base del rettangolo), corrispondendo al lato del quadrato necessario alla costruzione della figura, è uguale all'altezza del rettangolo. (Per costruire gli altri quadrati della figura si procede in modo analogo, applicando ogni volta la formula alla misura del lato del quadrato ottenuto).
Il numero corrispondente alla sezione aurea è dunque il numero 0,618... Si tratta di un numero irrazionale in quanto, prodotto da , anch'esso irrazionale, non può essere espresso né con un intero né con frazioni.
Con i numeri interi si può però formare una sequenza in cui il rapporto tra due termini successivi si evolve progressivamente in modo aureo. La cosa non è poi tanto difficile da ottenere, in quanto ogni numero di tale sequenza è semplicemente la somma dei due numeri precedenti: 1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144,233 ecc.
In tale successione, appunto, il rapporto fra il numero precedente e il numero successivo si avvicina molto rapidamente a 0,618:
1:1 | = | 1 | 13:21 | = | 0,619 |
1:2 | = | 0,500 | 21:34 | = | 0,617 |
2:3 | = | 0,666 | 34:55 | = | 0,618 |
3:5 | = | 0,600 | 55:89 | = | 0,617 |
5:8 | = | 0,625 | 89:144 | = | 0,618 |
8:13 | = | 0,615 | 144:233 | = | 0,618 |
ecc. |
La successione di questi numeri, in rapporto aureo fra loro, viene chiamata "successione di Fibonacci", dal nome del matematico fiorentino Leonardo Pisano, "Filius Bonaccii" (il figlio di Bonaccio), famoso per averla introdotta in Europa, agli inizi del 13° secolo, e per aver caldeggiato l'uso delle cifre arabe, già introdotto dal monaco Gerberto, più tardi noto come papa Silvestro II (999-1003).
Tale successione, però, non è solamente una serie di numeri definita da una relazione di proporzionalità auree, e nemmeno solamente qualcosa che, essendo in stretta relazione con la sezione aurea, può essere rintracciata nella natura, dalla forma delle conchiglie a quella delle galassie e in numerosi manufatti umani, o ovunque si riconosca la bellezza che deriva dall'armonia delle proporzioni.
Essa - e qui sta la nostra scoperta della pentola d'oro - oltrepassa la natura creata in cui si occulta, celandosi anche nella parola biblica.
Abbiamo attribuito alle 22 lettere dell'alfabeto sacro i primi 22 numeri della serie di Fibonacci, che in seguito chiameremo "VF", cioè "valori di Fibonacci". Ne è risultata questa nuova tabella, che chiameremo "Tabella Aurea":
TABELLA
AUREA
Con essa abbiamo incominciato a fare dei calcoli e ci siamo accorti che alla "fine" dell'"arcobaleno" accade qualcosa di straordinario.
Avevamo visto precedentemente che il concetto di fine è legato al numero 17. Ebbene, se prendiamo il VF di PHE, diciassettesima lettera della Tabella Aurea e ne formiamo la sintesi, abbiamo il 22:
1 + 5 + 9 + 7 = 22
Se invece consideriamo il VF 17711, relativo alla lettera finale TAW, ventiduesima, abbiamo che la "fine" dell'alfabeto, nella sintesi di 17711, si manifesta proprio con il 17:
1 + 7 + 7 + 1 + 1 = 17
Inoltre il 17711, numero della fine, con la conformazione delle sue cifre, sembra volerci dire: "Io sono il numero della fine delle 22, però io inizio proprio con le cifre 1 e 7 della mia sintesi finale".
Se volessimo calcolare l'inizio e la fine secondo le parole dell'Apocalisse "Io sono il Primo e l'Ultimo"(6), avremmo qualcosa di molto significativo: il numero costitutivo, predicato dall'"Io Sono":
1 (il Primo) + 17711 (l'Ultimo) = 17712
La sintesi di 17712 è 18:
1 + 7 + 7 + 1 + 2 = 18
18 è il valore geometrico della IOD, prima lettera formatrice del Nome dei Nomi "Yahwe" e di quello di "Joshua", Gesù.
Nel nono capitolo abbiamo parlato a lungo del 377 come numero della formula di autopresentazione divina. Fra i 22 numeri di Fibonacci al 377 corrisponde proprio la lettera NUN. Anche di essa abbiamo visto la straordinaria profondità di significati, in merito al sacro simbolo dell'Arcobaleno.
I 22 numeri di Fibonacci, che abbiamo inserito nella Tabella Aurea, acquistano così un valore impensato. Siamo di fronte a qualcosa che è più grande delle aspettative.
Se proviamo a sintetizzare la somma di tutti i 22 VF possiamo renderci conto che in essi è contenuto qualcosa di oltremodo significativo:
1 + 1 + 2 + 3 + 5 + 8 +... + 17711 = 46367
La sintesi di 46367 è infatti 26:
4 + 6 + 3 + 6 + 7 = 26
La sintesi della somma dei primi 22 numeri di Fibonacci equivale dunque al valore numerico del Nome di Dio.
Questo sorprendente risultato, certamente frutto della sapienza infinita di Colui che creò l'alfabeto sacro, ci ha indotto a calcolare il suo Nome secondo tali numeri.
La somma dei VF 55, 5, 8, 5, corrispondenti, nella "Tabella Aurea" alle lettere IOD, HE, VAV, HE, che formano il nome "Yahwé", è 73:
55 + 5 + 8 + 5 = 73
Ritorna il 73 e questo risultato è straordinario per due ragioni. La prima è che si tratta, come abbiamo visto nel nono capitolo, della stessa somma dei valori numerici di "hakhma", "sapienza", formato - e lo ripetiamo - dalle lettere CHET-KAF-MEM-HE, valori numerici 8-20-40-5, somma totale 73.
hakhma = sapienza
La seconda ragione è che, dopo aver constatato che la "sapienza" di "Yahwé" è "aurea" e corrispondente al Suo Nome, ci siamo accorti che essa si estende in tutta la bellezza del creato, che il libro dei libri, la Bibbia, vorrebbe narrare: libro in ebraico si dice, "sefer" e si scrive con SAMEK-PHE-RESH, VF 610-1597-6765, somma totale 8972, sintesi 26. La Bibbia canonica è un "sefer" composto da 66 libri. Quella cattolica, da 73. Inoltre, il 66° numero dell' "aurea sequenza"(7), che nelle armonie del creato, come abbiamo visto, si inserisce, è 27777890035288, la cui sintesi è ancora una volta 73, VF di Yahwé:
2+7+7+7+7+8+9+0+0+3+5+2+8+8 = 73
La sfera zodiacale di cui abbiamo parlato in relazione alla ruota e quindi al numero 66, si dice in ebraico "galgal-hamazalot", che letteralmente significa "ruota delle costellazioni". "Costellazione" si dice , "mazal", e si scrive con le lettere MEM-ZAIN-LAMED, VF 233-13-144, somma totale 390. Nella "Costellazione del 390" il 10, valore numerico della decima lettera ebraica IOD, zodiacale della Vergine e inizio del Nome di Dio, è contenuto 39 volte.
Il 39 è un numero molto particolare, che riguarda, per così dire, la "costellazione" dell'Io: prima di tutto, corrisponde, come abbiamo già detto a p. 47, al numero dei Libri del Vecchio Testamento.
Si noti anche che lo scialle da preghiera (tallèth) usato dagli ebrei durante la preghiera del mattino, è munito ai quattro angoli di frange intrecciate ritualmente (tzitzith). Gli tzitzith hanno 39 nodi, perché 39 è il valore numerico della somma delle lettere di "Dio è uno"(8).
Nell'antico poema indiano della Bhagavad Gita vi è una particolare parola che viene ripetuta esattamente 39 volte(9). Si tratta del sanscrito "asmi", che significa "Io sono". Si noti la risonanza di "asmi" con l'ebraico "atsmo", accennato a p. 91 a proposito del pronome personale "Sé" e del valore numerico 26.
Il 39 è dunque un numero molto importante anche in quanto in entrambe le tradizioni, l'ebraica e l'induista, si rapporta all'"Io sono", cioè a quel determinato impulso che verrà a costituire, come "impulso cristico" (il "Figlio dell'uomo" generato dalla "Vergine Umanità") il perno fondamentale del Nuovo Testamento e del cristianesimo. Si noti che con le cifre 3 e 9 di 39 è possibile produrre il 27, che è il numero dei Libri del Nuovo Testamento, quasi a significare come nel passato (Vecchio Testamento) siano poste le condizioni per il presente (Nuovo Testamento).
Tornando ai numeri aurei andiamo ora al 39° numero della serie di Fibonacci: 63245986, la cui sintesi è:
6+3+2+4+5+9+8+6 = 43
E di questo importante numero abbiamo già ampiamente trattato nel capitolo precedente (p. 110) come espressione geometrica del Nome di Dio.
Le "sacre creature viventi" dello Zodiaco (Toro, Leone, Scorpione, ecc.) vengono dette ,"hayot ha-qadesh" e il termine viene scritto con le lettere CHET-IOD-VAV-TAW; HE-QOF-DALET-SHIN, VF 21-55-8-17711+5-4181-3-10946, totale 32930, sintesi 17.
L'inizio del moto cosmico si dice , "rashit ha-galgalim" in lettere RESH, ALEF, SHIN, IOD, TAW; HE, GHIMEL, LAMED, GHIMEL, LAMED, IOD, MEM, VF 6765-1-10946-55-17711 + 5-2-144-2-144-55-233, somma totale 36063. Questo numero oltre che indicare il numero 18 come sintesi, che conosciamo come valore geometrico della IOD, inizio del nome di Dio e zodiacale della Vergine, può essere inteso come valore complessivo dell'angolo giro, 360°, se lo si considera da sinistra a destra e da destra a sinistra, come se in mezzo vi fosse uno specchio che lo riflette:
Si noti altresì che i due 36 divisi dallo zero centrale potrebbero essere intesi come due 6 al quadrato, ricordando un ennesimo modo in cui il 66 si palesa.
A questo punto, ritornando al numero della sezione aurea (0,61803...), notiamo qualcosa che possiamo collegare al numero 12 e di conseguenza al significato globale del cerchio dello Zodiaco: le sue prime 24 cifre decimali sono le seguenti(10):
0,618033988749 894848204586
Con le prime 12 si rende possibile il numero 66:
6 + 1 + 8 + 0 + 3 + 3 + 9 + 8 + 8 + 7 + 4 + 9 = 66
La medesima cosa succede per le seconde 12:
8 + 9 + 4 + 8 + 4 + 8 + 2 + 0 + 4 + 5 + 8 + 6 = 66
E poiché entro il cerchio delle 12 costellazioni sta il nostro sistema solare la cui luce riflette nella terra l'aureo metallo, non potevamo omettere, a proposito dell'"oro della pentola", il termine "shèmesh", il cui significato è "Sole".
Shèmesh, il Sole
Shèmesh si scrive con tre lettere: SCIN-MEM-SCIN, VF 10946-233-10946, somma totale 22125, sintesi 12.
In questo ultimo capitolo abbiamo voluto percorrere un cammino insolito, una strada diversa per inoltrarci verso la ..."pentola d'oro".
Ci siamo accorti che i punti d'arrivo si trasformano immediatamente in nuovi punti di partenza.
Anche se alla fine dell'arcobaleno non si arriva mai, il percorso fatto per cercare di arrivarvi è però un valore prezioso come l'oro. Nell'antica India questo metallo era infatti un'allusione all'immortalità(11) e la regalità dell'Io è costituita da quella immortalità che l'"Arcus pulcher aetheri", il "famoso arco dell'aria" o arcobaleno, ci offre facendoci rinascere. Anticamente così si inneggiava infatti alla Vergine(12).
L'arcobaleno e l'oro sono dunque simboli di tale regalità del Signore dell'Universo che nell'Io umano si lascia trovare:
"Era
circondato da uno splendore, il cui aspetto era simile a
quello dell'arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia"
(Ezechiele 1,28).
Alla fine dei tempi il Figlio dell'uomo porterà sul capo una corona d'oro(13) e la beatitudine del rinnovamento della vita è un luogo celeste "di oro puro, simile a terso cristallo"(14).
All'alba della vita spirituale dei nuovi tempi, una schiera di pionieri, da Maestro Eckhart a Rudolf Steiner, fu in grado di aprire una via verso il raggiungimento di tale luogo, ognuno secondo la propria particolare disposizione spirituale ma tutti secondo il medesimo atteggiamento verso il monito delfico "Conosci te stesso".
"Molti
pretendono di vedere Dio con gli occhi, come veaono una mucca, e
di voler bene a Dio, come vogliono bene a una mucca Così
vogliono bene a Dio per trame ricchezza esteriore e consolazione
interiore; ma questa gente ingenua si illude di dover considerare
Dio come se Egli fosse lì ed essi qui. Ma non è così: Dio ed
io siamo una cosa sola nella conoscenza"
(Maestro Eckhart, 1250-1327)
"Se io
fossi un re e non sapessi d'esserlo, non sarei re"
(Johannes Tauler, 1300-1361)
"Non vi è
nulla nel cielo e sulla terra, che non sia nell 'uomo.
E Dio che è nel cielo, è nell'uomo"
(Theophrastus Paracelsus, 1493-1541)
"L'intelletto
universale è
l'intima, più reale e propria facoltà e parte potenzlale
dell'anima del mondo. Questo è uno medesimo che empie il tutto,
illumina l'universo e indirizza la natura a prudurre le sue
specie come si conviene"
(G.
Bruno, 1548-1600)
"Quanto
alla mia essenza animica e corporea,
quando non ero ancora un Io, ma ero essenza d'Adamo,
io vi fui presente davvero,
e io stesso, in Adamo, mi giocai la mia gloria"
(Jakob Boehme, 1575-1624)
"E' più
facile persuadere la maggioranza degli uomini
a considerarsi un pezzo di lava sulla luna, che un Io"
(J. G. Ficthe, 1762-1814)
"Non posso
che concordare con Haeckel quando dice di preferire a
un'immortalità quale molte religioni la insegnano, 'l'eterno
riposo della tomba'. Infatti l'idea di un'anima sopravvivente
alla stregua di un essere sensibile mi appare un abbassamento
dello spirito, un ripugnante peccato contro lo spirito"
(R. Steiner, 1861-1925)
Costoro cercarono la spiritualità nell'unica sede in cui essa è reperibile: l'interiorità umana.
Ed essa è per noi come un cerchio o come un centro all'interno di un grande arcobaleno... Sappiamo dalla geometria che in realtà non esistono linee parallele, perché la curvatura sferica dello spazio fa sì che ogni linea diritta, se noi la prolunghiamo all'infiniyo, si chiude in un cerchio.(15) Quindi in realtà ogni linea dritta è l'arco di un cerchio. Se noi trasferiamo questa conoscenza dalla sfera spaziale a quella temporale, risulta che le due direzioni passato e futuro si incontrano nel cerchio e che le cause degli avvenimenti si muovono in entrambe le direzioni, verso ogni punto, proprio come fa il tempo.
Considerazioni come queste possono sembrare insolite, ma non sono più difficili da capire del semplice fatto che volando intorno al pianeta si ritorna al punto di partenza, sebbene ce ne allontaniamo sempre più.
Verso gli anni Venti di questo ultimo secolo di fine millennio l'esoteriosta russo P. D. Ouspensky nel suo commento visionario alla quattordicesima carta dei tarocchi (La Temperanza), accennò al problema del tempo con queste parole: "Il nome dell'angelo è il tempo, disse la voce. Sulla fronte c'è il cerchio, segno di eternità e segno di vita. Nelle mani dell'angelo ci sono due boccali, d'oro e d'argento. Un boccale è il passato, l'altro è il futuro. L'arcobaleno tra i due boccali è il presente. Vedi bene che esso scorre in entrambe le direzioni. Questo è il tempo nel suo aspetto incomprensibile per l'uomo. Gli uomini pensano che tutto scorra incessantemente in un'unica direzione. Non vedono che tutto si unisce eternamente, che uno viene dal passato e l'altro dal futuro, e che il tempo è una molteplicità di cerchi, che ruotano in diverse direzioni. Cerca di capire questo mistero e impara a distinguere le correnti opposte nell'arcobaleno del presente".(16)
Pensieri come questi, e come quelli riportafi da "I mistici all'alba della vita spirituale dei nuovi tempi"(17), "non contengono nulla che sia suscettibile di una dimostrazione logica, o che ne abbia bisogno; sono semplicemente risultati di esperienze interiori. Chi nega il loro contenuto mostra solo che gli manca una tale esperienza interiore. Disputare con lui non è possibile come non si disputa col cieco intorno ai colori"(18) o intorno a un arcobaleno...
Alla fine del sentiero, là dove l'arcobaleno tocca la terra, pare comunque esservi davvero un tesoro. In ciò la fede popolare europea che considera l'arcobaleno come presagio di ricchezza futura ha ragione. Forse è per questo motivo che le monete d'oro coniate in età preistorica dai Celti erano dette "ciotoline dell'arcobaleno"...(19)
A chi avrà percorso fin qui questo sentiero vorremmo ricordare che il suo procedere, nella misura in cui avrà verificato autonomamente e con pazienza ogni passo e ogni numero, è stato reso possibile solo grazie ai suoi ... piedi. A questo proposito non dimentichi che essi poggiano proprio sul 66, ogni piede avendo a disposizione precisamente 33 articolazioni...
"...sotto
i suoi piedi
cera come un pavimento lavorato in trasparente zaffiro,
e simile, per limpidezza, al cielo stesso..."
(Esodo 24,10)
In ogni creatura
umana
vi è un luogo di creazione...
NOTE
(1) Giovanni 21, 25
(2) Genesi, 17,5.
(3) Giovanni, 1, 12-13. Ulteriori conferme che la Vergine da cui nasce
Gesù di Nazaret sarebbe da intendersi come fenomeno cosmico (non
quindi in senso anatomico), provengono proprio dal... cielo:
"Ogni anno, il 25 dicembre, a mezzanotte, appare
all'orizzonte la costellazione della Vergine, ed è questo il
motivo per cui è detto che Gesù è nato dalla Vergine.
All'opposto appaiono i Pesci, e nel Medio Cielo si può vedere la
splendida costellazione di Orione, con al centro l'allineamento
delle tre stelle che, secondo la tradizione popolare,
rappresentano i tre Re Magi". (O. M. Aïvanhov, "Natale
e Pasqua nella tradizione iniziatica", Ed. Prosveta, p. 12);
"...nella notte fra il 24 e il 25 dicembre, il Sole comincia
l'ascensione da sud a nord e poiché esso è la "Luce del
Mondo" una buona parte dell'umanità sarebbe inevitabilmente
sterminata dal freddo e dalla fame se restasse a sud. E' quindi
per noi una grande gioia il fatto che cambia direzione e inizia
la risalita verso nord. Per questo viene salutato con il nome di
"Salvatore", colui che viene a "salvare il
mondo" dandogli il "pane di vita", facendo
crescere il grano e la vite. Di conseguenza, "da' la sua
vita" nel momento in cui attraversa la "croce"
dell'equinozio di primavera, quando si eleva (ascensione) nei
cieli boreali. Durante la notte in cui il Sole comincia a
dirigersi verso nord, il segno zodiacale della Vergine,
"Regina del Cielo", sorge a mezzanotte all'orizzonte
orientale, nel linguaggio astrologico si trova
"all'ascendente". In questa maniera il Sole "nasce
da una Vergine", senza altro intermediario, quindi con una
"concezione immacolata"..." (M. Heindel, "Il
cielo sopra Natale", Ed. Jupiter, p. 8).
(4) E. Testa,
"Il simbolismo dei giudeo-cristiani", Ed. Franciscan
Printing Press Jerusalem.
(5) C.J. Snijiders, "La sezione aurea", Ed. Muzzio,
p. 10.
(6) Apocalisse, 1,17; 2,8; 22,13. Vedi anche Isaia, 44,6;
48,12.
(7) I numeri di Fibonacci, dal 23°, cioè da quello successivo ai
22 già riportati nella "Tabella Aurea", fino al 66°,
sono:
n | n-esimo numero di Fibonacci |
23 | 28657 |
24 | 46368 |
25 | 75025 |
26 | 121393 |
27 | 196418 |
28 | 317811 |
29 | 514229 |
30 | 832040 |
31 | 346269 |
32 | 2178309 |
33 | 3524578 |
34 | 5702887 |
35 | 9227465 |
36 | 14930352 |
37 | 24157817 |
38 | 39088169 |
39 | 63245986 |
40 | 102334155 |
41 | 165580141 |
42 | 267914296 |
43 | 433494437 |
44 | 701408733 |
45 | 1134903170 |
46 | 1836311903 |
47 | 2971215073 |
48 | 4807526976 |
49 | 7778742049 |
50 | 12586269025 |
51 | 20365011074 |
52 | 32951280099 |
53 | 53316291173 |
54 | 86267571272 |
55 | 139583862445 |
56 | 225851433717 |
57 | 365435296162 |
58 | 591286729879 |
59 | 956722026041 |
60 | 1548008755920 |
61 | 2504730781961 |
62 | 4052739537881 |
63 | 6557470319842 |
64 | 10610209857723 |
65 | 17167680177565 |
66 | 27777890035288 |
(8) C. Szlaxmann, "L'ebraismo per principianti", Ed. La
Giuntina, p. 130.
(8) Elenco dei versetti della Bhagavad Gita in cui compare il termine
"asmi":
1)VII,8; 2)VII,9; 3)VII,9; 4)VII,10; 5)VII,11; 6)X,21; 7)X,22;
8)X,22; 9)X,22; 10)X,22; 11)X,23; 12)X,23; 13)X,24; 14)X,25;
15)X,25; 16)X,28; 17)X,28; 18)X,28; 19)X,29; 20)X,29; 21)X,30;
22)X,31; 23)X,31; 24)X,31; 25)X,33; 26)X,36; 27)X,36; 28)X,36;
29)X,37; 30)X,38; 31)X,38; 32)X,38; 33)XI,32; 34)XI,45; 35)XI,51;
36)XV,18; 37)XVI,15; 38)XVIII,55; 39)XVIII,73.
(10) C. J. Snijders, "La sezione
aurea", Ed. Muzzio,
p. 97.
(11) M. Lurker,
"Dizionario delle immagini e dei simboli biblici", Ed.
Oscar Mondadori, p. 144.
(12) ibid. p. 22:
"L'indistruttibile legame fra il Creatore e la creatura
diviene anche un simbolo di Maria; in un antico inno essa è
chiamata 'arcus pulcher aetheri'".
(13) Apocalisse 14,14.
(14) Apocalisse, 21,18.
(15) Postulato di
Riemann (1826-1866).
(16) T. Dethlefsen "Malattia e destino", Ed.
Mediterranee.
La chiaroveggenza di Outspensky corrisponde esattamente ai
risultati della nostra ricerca. Senza alcun potere medianico,
bensì solo accettando le conseguenze multidisciplinari di una
logica numerica scientifico-spirituale, abbiamo sviluppato una
idea di tempo connessa con il numero 14 e con l'arcobaleno (cap.
6), di movimento ciclico che il cerchio racchiude e di eternità
(cap. 8) e soprattutto dell'oro e degli altri valori racchiusi
nella "pentola aurea", in qualità di natura, arte,
scienza e religioni. Il valore di queste "monete" ha la
preziosa caratteristica di produrre pace nel mondo nella misura
del loro armonizzarsi nella "temperanza". Senza
quest'ultima, l'uso indiscriminato di esse comporta
necessariamente conflitto e disperazione in cui l'integralismo
religioso e scientifico, ideologico e partitocratico, è chiamato
ogni volta a confrontarsi con perdite immani, con sentimenti
sempre più subumani e con crescente vittoria del nichilismo, del
cinismo e della loro metastasi sociale: la crescente rimozione
del libero giudizio critico, che dovrebbe costituire la primaria
qualità distintiva dell'umano.
(17) R. Steiner,
"I Mistici all'alba della vita spirituale dei nuovi
tempi", Ed. Bocca.
(18) ibid.
(19) "Enciclopedia
dei simboli", Ed.
Garzanti, pp. 47-48.
Data creazione pagina: 21/03/2001 - Ultima modifica: 30 settembre, 2012.