Nereo Villa, "IL SACRO SIMBOLO DELL'ARCOBALENO, Numerologia biblica sulla Reincarnazione" (Prefazione), SeaR Edizioni, Reggio Emilia, aprile 1998

Prefazione (Descrizione degli undici capitoli) - Premessa (Distinzione fra unità di misura e unità aritmetica) - Introduzione - La creazione - Cap. 1° - Il riconoscimento dell'Io - Cap. 2° - La colomba, la nave e il pesce - Cap. 3° - Il mondo delle essenze - Cap. 4° - Imbarcazioni - Cap 5° - Non si può sopprimere l'arcobaleno - Cap. 6° - Dall'arcobaleno all'iride - Cap. 7° - L'arca, l'alfabeto astrale e il karma - Cap. 8° - Il geroglifico dell'infinito - Cap 9° - Il prete Gianni - Cap. 10° - L'albero della conoscenza... del Karma - Cap. 11° - La pentola d'oro

PREMESSA

La convinzione che la matematica sia invenzione dell'uomo proviene da confusione.

Per fare chiarezza occorre distinguere fra due diversi ordini di cose: quello delle "unità di misura" e quello delle "unità aritmetiche". Il primo è convenzionale, il secondo no.

L'unità di misura è infatti pattuita a priori, come per esempio la lunghezza del metro, la capienza di un litro o il peso di un chilo, ecc., mentre la seconda non è pattuita dall'uomo e non ne ha bisogno. L'ordine delle unità di misura dipende dall'ordine aritmetico, non viceversa. A ben vedere, qest'ultimo è propriamente una inosservata tautologia in quanto il concetto di "aritmetica" porta già in sé quello di "ordine": da "arithmòs", "numero" e propriamente "collegamento, disposizione, ordine" (O. Pianigiani. Vocabolario Etimologico, Ed. Melita).

Pertanto, distinguendo tra "unità di misura" e "unità aritmetica" si può dire per esempio che il metro "non è che una certa lunghezza scelta per delle ragioni estranee all'aritmetica, e alla quale si fa corrispondere il numero "1" al fine di poter misurare per mezzo di essa tutte le altre lunghezze" (R. Guénon, "La metafisica del numero - Principi del calcolo infinitesimale", Ed. Arktos).

Invece il numero "1" (o unità aritmetica "1") non è l'unità di misura "1" e non va confusa con questa. Il metro, il litro, il minuto, l'ora, il giorno, i sistemi di calcolo sessagimale, binario, ottale, ecc., sono sistemi convenzionali che si servono del principio non convenzionale dell'unità aritmetica. Se anche quest'ultima fosse una convenzione non ci sarebbe più nessuna certezza in quanto ognuno sarebbe in grado di inventare un nuovo metro o un nuovo minuto, partendo da sistemi di numerazione diversa.

Invece le realtà dell'ordine matematico possono solo essere scoperte, non inventate.

Se ci si spinge più oltre si entra, dai numeri, nel linguaggio. Allora l'"uno" diventa l'articolo "uno", "un", l'aggettivo "unico", l'aggettivo e avverbio "solo", il nome "Sole", l'idea del "sistema solare", giustificata dal fatto che c'è "un" "solo" "Sole"...

Certo è difficile far comprendere questa differenza a "matematici che si immaginano volentieri che tutta la loro scienza non è e non deve essere niente altro che una 'costruzione dello spirito umano', cosa che, se bisognasse credere a loro, la ridurrebbe certo a non essere in verità che ben poca cosa!"(ibid.).

I numeri, più di ogni altra scienza, forniscono il simbolismo più adatto all'espressione delle verità metafisiche, ovviamente nella misura in cui queste sono esprimibili. Ed è per questa ragione che il simbolismo matematico è di uso così frequente, "sia dal punto di vista tradizionale in generale, sia dal punto di vista iniziatico in particolare"(ibid.).

Data creazione pagina: 28/08/2001 - Ultima modifica: 30 settembre, 2012.