(Lucca 1858 - Bruxelles 1924)

Giacomo Puccini nasce a Lucca il 22 XII 1858 da una famiglia di musicisti. Dopo aver assistito all'Aida di Verdi capisce che la sua vocazione è l'opera lirica e decide di recarsi a Milano per iscriversi al Conservatorio. Dopo tre anni di studi si diploma in composizione. Rappresenta la sua prima opera "Le Villi" al Teatro Dal Verme di Milano con grande successo. Durante l'anno convive con Elvira Bonturi, e questo provoca grande scandalo perché la donna era già sposata. L'editore Giulio Ricordi, il più importante dell'epoca, strinse amicizia con Puccini, divenendone l'editore. Con il successo arriva la ricchezza. Puccini si costruisce una villa a Massaciuccoli: tra uno svago e l'altro scrive capolavori tra cui la Madama Butterfly e la Bohème, rappresentata al Teatro Regio di Torino, sotto la direzione di Arturo Toscanini. Nel 1910 si reca a New York per rappresentare "La fanciulla del West". In seguito intraprende la composizione della Turandot che sarà la sua ultima operra: Puccini muore nel 1924; Turandot venne rappresentata al teatro La Scala nel 1926, diretta da Arturo Toscanini che la interruppe nel punto della partitura in cui Puccini si era fermato.


Stile



E' un compositore verista, secondo alcuni aspetti, il modo di comporre di Puccini riprende quello di Verdi. Infatti adottò il principio della composizione continua, abbandonando la divisione in Aria e recitativo; ma soprattutto utilizzò l'arioso lirico e mantenne la predominanza quasi costante del canto sull'orchestra. Musicalmente, il linguaggio è sciolto e la melodia articolata: scomponendosi e ricomponendosi in una serie di frammenti di grande intensità vocativa. Egli mette in scena sensazioni molto forti, capaci di commuovere l'ascoltatore. Puccini spesso obbliga i suoi librettisti, Illica e Giacosa, a continui rifacimenti perché insoddisfatto dei versi complessi tipici delle opere del suo tempo. Cerca un verso, che per quanto soggetto alle regole della metrica, possa sembrare naturale, un verso ricavato dalla quotidianità.



La Bohème



Parigi, Quartiere Latino, vigilia di Natale. Quattro amici squattrinati vivono in una soffitta. Il protagonista è il poeta Rodolfo, che rimasto solo in casa, accoglie Mimì, una ragazza che ha bisogno di un fiammifero per la sua candela. Dopo averla riaccesa, si accorge di aver perso la chiave; durante la ricerca le mani dei due ragazzi si sfiorano e ne approfittano per presentarsi. Entrambi rivelano il loro amore. Seduti a un tavolo del bar, Marcello, intravede la sua ex amata Musetta. Mimì è impressionata dal suo modo di fare perché Musetta diventa sempre più provocante e vanitosa e, alla vista di Marcello, allontana Alcindoro per gettarsi tra le braccia del suo ex amato. Nel terzo atto Mimì e Rodolfo hanno una discussione perché lui sta diventando troppo geloso, ma decidono di attendere la primavera prima di lasciarsi. IV atto ritornati alla soffitta Musetta entra precipitosamente per annunciare che Mimì è morente sulle scale: vorrebbe passare gli ultimi istanti della sua vita con Rodolfo. Stremata dal freddo e dalla sua malattia, Mimì muore sul letto e Rodolfo, compresa la tremenda verità corre ad abbracciarla.

 

 


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