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omega

Dicotomici Furori

una novella di Tonino Pintacuda

(12) SAPERE AUDE!

"Appena esco di qui prendo tutti i soldi che ho messo da parte, riempio la tanga del Typhoon e mi prendo una bella vacanza, se mi girano i maroni vi porto tutti a un bel pub e stiamo lì sino a quando non iniziamo a vomitarci addosso. Pensavo che non l'avrei detto ma il vecchio liceo mi manca, mi mancano perfino quei rompi coglioni dei miei genitori… voglio addormentarmi senza la paura che ti prende alla bocca dello stomaco, voglio svegliarmi di soprassalto nella notte e scoprire che tutto questo è stato solo un incubo, solo un fottuto maledetto incubo da indigestione…"
"Già, solo un fottuto incubo da indigestione, BURP!!!" Dino rutta il suo consenso.
"Senti questo silenzio, mi sta sul cazzo… una scuola non deve essere silenziosa, un cimitero e una chiesa devono esserlo ma una scuola no, la vita è rumorosa… almeno lo è la vita che piace a me" Dino spegne il mozzicone contro la parete del corridoio.
Le pareti, come ormai tutto il fottuto liceo dei morti viventi, erano impeccabili e restavano tali malgrado tutti gli sforzi. La vernice della parete si ritirò su stessa, sprigionò un bagliore intensissimo e tornò immacolata.
"Mi manca Luis, mi manca il casino che c'era qui, mi mancano le scritte e le pedate sui muri, le tracce di mozziconi di sigaretta, le ragnatele agli angoli… mi manca l'odore dei detersivi senza marca dei bidelli, i colpi di cancellino, le discussioni per l'uso della fotocopiatrice, le lunghe corse per arrivare primi davanti al bancone della signora Mineos…" Stefano conclude il discorso a metà, la porta blindata è avvolta da una strana nebbia…

Dino capisce, lascia cadere a terra la sigaretta che stava per accendersi e cerca tra le chiavi di riserva di Laurentius, non riesce a trovarla!
Stefano lo aiuta, la trovano. La porta è gelida, la puzza di zolfo conquista le loro narici. Con un calcio spalancano il pesante portone, cazzo, oh cazzo Laurentius ormai è spacciato… Luis lo sta montando da dietro, si diverte a stantuffare quel vecchio ano indolenzito, Manola e Lorefia hanno preso le mani, le hanno staccate e ora se le sono cacciate dentro la fica.
Dino è sconvolto, in un altro momento si sarebbe eccitato davanti a quella scena. Ora non è il momento, non guarda nemmeno i piccioni delle sue compagne, guarda soltanto il dolore sul volto di Laurentius, soffre insieme a lui.
Stefano è paralizzato, manco urla per svegliare tutti.
Le gambe di Dino si muovono per prime, lo portano di fronte ai tre zombi, le sue mani si chiudono a pugno e iniziano a martellare, inizia a gridare "Bastardi me la paghere-te, vi massacro!!!!"
Carlo si sveglia, ha mal di testa, forse un effetto di quella nebbia. I suoi occhi si aprono sul pene di Luis che viene strappato via dal culo di Laurentius, per un momento pensa a una strana orgia, ha la tentazione di rimettersi a dormire, poi riesce a focalizzare meglio, vede le mani di Laurentius sul pavimento, sono sporche di quella sostanza bluastra.
Smette di pensare, si alza e si precipita ad aiutare Dino, Stefano si è sbloccato, ulula come un matto e continua a scaricare pugni e calci su Manola e Lorefia.
"Luride puttane doppiogiochiste!" ripete in un'insopportabile litania, si muove con la forza della disperazione, afferra i due zombi per i capelli e questi gli restano in mano. Vede il cranio, vede le suture dozzinali, vede gli occhi schizzati di sangue.
Ormai tutti si sono svegliati. Si precipitano a dare una mano ai loro tre amici. Calogero è il più equipaggiato, dalla cartella di Salvino ha preso un compasso, il cutter e due squadre, le distribuisce e le conficca nei colli di quei tre esseri.
Rosario con la sua solita agilità va da Lorefia, prima le osserva ben bene la fica, un capriccio che voleva togliersi da troppo tempo, poi le stacca la testa e inizia a sbatterla al muro. La testa staccata continua a mordere l'aria per un pezzo, poi si frantuma.
Manola ha la forza di un toro, manda al tappeto Biagio e Stefano. Se n'occupa Domenico, prima la afferra per le tette, i capezzoli gli rimangono in mano, poco male, poi quando lei è inebetita dalla serie di cazzotti che le ha sferrato in pieno volto, prende il compasso e glielo conficca in petto in direzione del cuore e inizia a girare, a girare.
Salvino e Carlo si occupano di Luis, per prima cosa si difendono da quel gigantesco pene infernale che cerca di strozzarli. Salvino riesce ad afferrarlo, Carlo lo trancia con un colpo di cutter. Poi la fine per Luis è inevitabile, l'effetto combinato dei due energumeni non gli da nemmeno l'occasione di reagire.

Stefania preferisce restare sotto la cattedra e Dario, sprezzante del pericolo, la segue.
Stanno abbracciati sotto la cattedra mentre fuori è arrivato il Giorno del Giudizio, tremano, si asciugano a vicenda le lacrime incontrollate per Manola e Lorefia.

Si cerca un colpevole, un capro espiatorio su cui sfogare la rabbia per la morte del coraggioso docente. Stefano è furioso, aveva giustamente consigliato di tagliare la testa a Luis, ma nessuno gli ha dato retta, finalmente può riprendersi la rivincita e sorseggiare dolcemente quelle odiose parole "IO VE L'AVEVO DETTO!", lo ripete sino a quando Carlo non lo manda al tappeto con un leggero uppercut.
Le sentinelle sono accusate di tradimento, volano insulti che feriscono l'animo di Biagio e Domenico. Si pensa di ostracizzarli, condannarli a morte certa tra le grinfie degli zombi…
Il sole sorge sull'amarezza dei superstiti, hanno subito una grossa perdita. Ora non hanno più un capo a cui affidarsi…
Il corpo di Laurentius giace sulla cattedra, è stato rozzamente ricomposto, ricucito con il filo trovato nella guardiola dei bidelli. Sulle sue mani macchiate di blu alcuni neri ciuffi di peli pubici, non gli si possono chiudere nemmeno gli occhi, gli zombi gli hanno strappato via le palpebre, alcuni pezzi di carta igienica sono stati usati per coprire quel brutto spettacolo. Ai suoi piedi la sua vecchia borsa, si discute a lungo se sia il caso di bruciare il cadavere, forse è stato contagiato, forse no.
Alla fine si decide di dargli la pace delle fiamme, si cerca a lungo dell'alcool, si trova, si cosparge sul cadavere.
In silenzio Dino prende il suo zippo. Il fuoco s'impossessa del cadavere, Carlo cerca fra le carte del Professore, ha avuto come una percezione extrasensoriale.

il testamento…
 

Cari ragazzi,
ho qualcosa d'importante da dirvi. Vi lascio in eredità l'unica cosa che ha veramente valore… no, non è una proprietà né mobile né immobile: è solo un monito e spero lo ricorderete per sempre… SAPERE AUDE!
Abbiate il coraggio di usare la vostra intelligenza e non atrofizzatela mai regalandola alle chimere di qualche politico. Vi ho voluto davvero un gran bene.
Restate uniti, figli miei. Restate uniti.

 

Laurentius

 

(13) WONDER WOMEN   
Stefano è il nuovo capo della resistenza, alla fine il secchione ce l'ha fatta. Stefania è incazzatissima. Lei doveva essere la nuova capa, le donne sono superiori agli uomini. Montebianco docet. Aveva già predisposto tutto per ostracizzare il suo nemico di sempre, perfino la votazione truccata! Se solo potesse strappargli dalla faccia quel sorrisetto stuzzicafiga, quelle maledette basette spelacchiate che ostenta con tanta vanagloria! Ora non può, deve digerire quell'amaro boccone, ma verrà un giorno!
Stefania continua a pensare, sorseggia a piccoli sorsi il momento della vendetta…e ora? Carlo, uno strano sguardo nei suoi occhi.
Forse i gas con cui appesta l'aria da quattro anni gli hanno mandato in pappa il cervello, attimo di panico. Stefano cerca di prendere in mano la situazione, un solo colpo lo manda giù al tappeto.
I superstiti sono molto attaccati, forse per questo raggiungono il loro capo uno dopo l'altro!
Stefania è davanti Carlo, non si dicono nulla. Si guardano per un interminabile istante poi Stefania prende parola.
Smettila, smettila immediatamente!
ORA PURE I PIDOCCHI PARLANO? SCALMISCI: SEI L'UNICA RAGAZZA RIMASTA E, PURE CHE PORTI IL PARRUCCHINO E HAI UN NASO CHE SEMBRA IL MONTE EVEREST, TI TROMBO LO STESSO!
Sei disgustoso! Mi fai vomitare!
DAI CHE TI PIACE IL MIO MOSTRO, TUTTE VOI PUTTANELLE FATE SEMPRE LE PREZIOSE…
Le dita di Carlo sulle microscopiche tettine della secchiona, scivolano giù verso la patta, lo sguardo di terrore di Stefania. Dario si riprende dal K.O., non ha un attimo d'esitazione. La sedia cala con decisione sulla nuca di Carlo, il bestione finisce a tener compagnia alle larve di mosca scivolate dal cadavere di Luis.

Anche i solidi nervi di Carlo alla fine hanno ceduto, non c'è altra spiegazione.

Stefano sta zitto, si massaggia la mascella violacea. Pure l'ematoma! Vuole scappare via di lì, vuole tornare a casa, tutto questo è peggiore perfino delle lezioni di guida di suo padre! Darebbe tutto, perfino i libri di Stephen King per riuscire ad attraversare quella sgracchiata sulla porta…perfino i libri di Stephen King!

Di nuovo notte. Biagio e Rosario si sono beccati il primo turno di guardia, leggono una vecchia copia dello Specchio della Stampa.
La pagina dell'oroscopo.


Giornata meravigliosa,
farete nuove esperienze che
vi arricchiranno sia lo spirito che la mente.
Nuovi incontri inaspettati


"Giornata meravigliosa? 'fanculo gli oroscopi!" Sbuffa Biagio.
Rosario giocherella con il cranio che ha trovato davanti la sala computer, lo tiene per la mascella e lo fa cantare…

La maniglia lentamente si abbassa, Biagio guarda Rosario, Rosario guarda la patta umida di Biagio, si sganascia dal ridere.
Si alzano sincronizzati, prendono le armi che hanno costruito con le costole di Luis. Aspettano in silenzio, la seconda ora di lezione dei morti è già iniziata. Forse uno zombi vuole fasi uno spuntino. Rosario guarda il banco di Carlo, il suo amico è ancora fuori gioco, Dario c'è andato giù pesante.
Saltella sulle sue adidas, è teso come la corda del bucato.
Biagio si gratta la guancia sporca di barba.

Stefano si gira nel sonno, apre per un istante gli occhi. "Sentinella che vedi? Quanto manca alla fine della notte?" 
Dino è in catalessi, Dario abbraccia Stefania, Calogero abbraccia Domenico.

La porta si apre, l'urlo di Rosario soffia nel vento infernale…
 

(14) SORPRESE? .

L'urlo di Rosario si propaga all'infinito, sbatte nei muri, riecheggia.
Kant, giunto alla sua cervellotica deduzione trascendentale, perde il filo del discorso e ricomincia dalla prova dell'esistenza dell'IO PENSO. Poco male, gli zombi, imbalsamati, girano pagina e ricominciano a prendere ordinati, precisi, abbondanti appunti.

"Porco zio! Neanche gli zombi ci sono riusciti?", Dino ha una vecchia abitudine: anche nelle disgrazie considera il lato positivo. Il liceo è stato invaso dagli zombi? Forse mi troncheranno le palle? Finirò le sigarette? Poco male, almeno ci siamo liberati della professoressa Montebianco!
"Sbagliato! Ci vuole bene altro per mettermi fuori gioco, noi donne siamo superiori, in tutto e per tutto!"
"Il nostro liceo sarà pur squallido e mal organizzato ma è nostro! Nessuno ce lo porterà via. Ora il liceo è perfetto: il silenzio regna, i laboratori abbondano, i professori sono ultra qualificati. Gli alunni però…non sono intellettualmente stimolanti. La forza del futuro siete proprio voi, con tutti i vostri problemi e i vostri sogni. Non possono annullarvi per un liceo modello. È pura follia, dobbiamo combattere quel porco di Galatus, ora!" Così parlò la Fanfalucca.
"Ma siete proprio ridotti male, ci penso io!" sorride la prof. Morsicato nel suo stupendo tailleur Armani.

Le parole della professoressa di filosofia lievitano dentro Stefano, non c'è più nessun motivo… attendere cosa? Ha un'ideuzza, un'ideuzza niente male.

Un'altra volta mattina, altri zombi inebetiti che si sono attardati alla fine della lezione. Carlo si ci diverte un po', gli stacca la testa e improvvisa una partita di pallone, quattro contro quattro.
Stefano, Calogero, Dino, Salvino da una parte.
Carlo, Rosario, Biagio, Domenico dall'altra.
Non c'è gioco, Stefano in porta è una vera schiappa, il cranio gli passa a pochi centime-tri, basterebbe allungare soltanto le dita…
Vince la squadra di Carlo.

Ora di pranzo, il momento ideale per mettere in atto il suo progetto. Stefano chiama in disparte Carlo, gli spiega il suo piano. Il bestione annuisce.
Salgono in silenzio nella sala video, il sole è alto, non dovrebbero esserci studenti tra i piedi.
Carlo sfascia la serratura dell'armadietto, ci sono un casino di videocassette. Stefano non ha dubbi, solo quel film… Lo trova tra "L'attimo fuggente" e "Il signore delle mosche".
Lui porta la cassetta, Carlo il videoregistratore e la tv.

La sala computer è deserta, saranno andati a darsi una sciacquata o a fumare le ultime sigarette. I collegamenti sono a posto, riavvolgono la cassetta. OK.
Poi coprono tutto con due giubbotti.

La notte scende rapida, tutti tornano al QG. L e tre professoresse confabulano tra loro. Hanno escluso perfino Stefania.

"Abbiamo una sorpresa per voi!" Stefano e Carlo sono davanti ai due giubbotti, ne sollevano uno ciascuno. La tv? In un momento come questo vuoi vederti la tv?
La videocassetta è già dentro, ha mandato avanti perfino i fastidiosi titoli iniziali.
Buio in sala, Carlo ha spacchettato quattro patatine e li ha messi in una ciotola che ha trovato nella guardiola dei bidelli.
Il film inizia… "Le ali della libertà" di Frank Daranbot, tratto da un racconto di Stephen King.

Tutti si aspettano un polpettone con qualche lampo horror, si sbagliano. E' una storia bellissima, la protagonista è la speranza…
Alla fine i fazzoletti passano di mano in mano, quelle parole hanno fatto centro.

Spero di farcela a passare il confine.
Spero di vedere il mio amico e stringergli la mano.
Spero che il Pacifico sia azzurro come nei miei sogni.
Spero…


O fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire: loro hanno scelto di vivere.

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