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Dicotomici Furori

una novella di Tonino Pintacuda

(4)
RISVEGLI
.

 

Ciollone ha cambiato il look di Galatus e della presidenza, s’è ispirato agli Egiziani.
Un trono immenso occupa l’intera parete e la foto del presidente della Repubblica è stata rimpiazzata da un gigantesco arazzo, è la rappresentazione del trionfo di Galatus. È opera delle tre parche. Per un po’ hanno smesso di tagliare il filo della vita per tessere quel capolavoro al loro tragico telaio. Diciotto leoni miagolano accanto al trono accarezzati da tredici odalische.
Galatus chiama Ciollone e, mentre parla, una delle ragazze si dà da fare sotto la sua tunica.
“Vedo che hai pienamente apprezzato il mio regalo. Ho scelto personalmente le più belle anime tra le dannate per lussuria.”
“Grazie per questi magnifici regali-ih” risponde orgasmando “Mostrami come procede il mio piano e procurati qualcosa per pulirmi la tunica”.
Mentre tu continui ad emulare Bill Clinton, osserva lo specchio alla tua destra e troverai le risposte che cerchi” e, mentre parla, Ciollone muove ipnoticamente le mani. Lo specchio, incorniciato di diamanti e rubini s’offusca.
“Non vedo niente!” gracchia Galatus, continuando a sfregare il pube di un’altra odalisca.
Lo specchio ora è limpido.
In successione tutte le aule del liceo appena disoccupato.
Tutti gli studenti sono stati sostituititi da fantocci inebetiti, sembrano altrettanti golem. Gli occhi sono due macabre profondità vacue, la pupilla completamente cristallizzata e le mani scarnificate e rattrappite come rotelle di un ingranaggio poco oliato. I vari jeans levis, lee, sisley, benetton, le felpe Nike e Adidas, i maglioni foxhound sono stati rimpiazzati da un’impeccabile divisa grigio-azzurra.
Per la prima volta il silenzio regna e i vari alunni assistono ordinatamente al regolare svolgersi delle lezioni, ha realizzato quello che chiedeva nelle sue sgrammaticate circolari.
Nuovo liceo, nuovi docenti.
Ciollone ha richiamato dalla pace dei sepolcri i più grandi e illustri pensatori di tutta la storia umana.
Gli alunni ascoltavano estasiati.
Euclide, sconvolto dalle innovazioni tecnologiche, riempiva la lavagna con la sua geometria.
Cartesio spiegava il suo scopo, voleva costruire un ponte tra l’ente geometrico e l’ente algebrico.
Dante declamava la sua Commedia e svelava tutti i sottosignificati simbolici su cui si erano azzuffate intere generazioni di critici.
L’immagine sparisce e lo specchio riprende a riflettere.

 (5) TEMPUS .FUGIT?  
Un’altra incognita da pianificare: i contatti con l’esterno. I genitori hanno sempre ceduto l’educazione della prole alla scuola. Per loro hanno conservato il diritto di lamentarsi sempre e comunque. Nessuno è mai soddisfatto, un simile mutamento…non l’avrebbero mai capito.
Il tempo corre inesorabile e il quadrante digitale sotto l’altoparlante segna le 9,20.
Tra meno di quattro ore sarebbe trillata la campanella e i nuovi studenti avrebbero sbattuto contro l’incomprensione familiare.
240 minuti, troppo poco per diffondere la notizia del nuovo orientamento del liceo.
“Come farò? Non posso certo dire alle famiglie che ho ridotto i loro figli a larve. Forse qualcuno sarà contento di poter imporre le sue decisioni senza essere osteggiato… E quelli che riponevano ogni speranza nei loro amati figli?”
Eureka!
“Ho al mio servizio il demonio! Gli farò modificare lo scorrere del tempo. Almeno all’interno del mio liceo. Ciollone…”
“Eccomi” apparve dal nulla lo pseudo-docente di religione, “Cosa desideri?”.
“Voglio che, con i tuoi poteri, rubi il fuoco del tempo al vecchio Crono… Rallentalo, manipolalo, possiedilo. Fa' che un’ora terrestre duri un anno tra le mura della mia fortezza. Ciò mi darà il tempo di risolvere la delicata questione con i genitori”.
“Ciò richiede molta energia psichica, ma, la tua anima nera vale anche questa fatica. Potrò salire di tre livelli con almeno quattro scatti di stipendio. O, addirittura, potrò diventare un demone di prima classe; quelli impegnati a far vacillare l’instabile fede degli uomini di chiesa. Con Ciollone non è stato per niente difficile.”
 

fiat tempus et annus sit dies !
 

Il tempo perse ogni significato.
Tutti gli orologi implosero.
Un grido rimbomba tra i muri della soffocante aula computer. Lì si erano barricati i superstiti.
Dino si è accorto che il suo costosissimo Breil è diventato un ammasso informe d’ingranaggi e rotelle…

 

(6) NELLA SALA COMPUTER.

Stefano guarda dietro le lenti degli occhiali il risveglio degli studenti.
Ha letto tutto quello che ha scritto Stephen King, è ridotto peggio di Don Chisciotte, vive ossessionato dal risveglio dei cadaveri come nella notte romeriana.
Gli avvenimenti di quella strana mattinata gli hanno dato ragione.
“Dobbiamo solamente separare la testa dal resto del corpo e freneremo quest’onda-ta di terrore. Questo è l’unico metodo per salvare il culo e il padulo! Guardatevi: gli unici superstiti siamo noi. Noi siamo i due poli della classe. Da una parte noi, etichettati con quell’odiosa parola…”
“SECCHIONI!”
“…dall’altra coloro che evitano di contaminarsi studiando, i SODOMIZER, appunto. Perché proprio noi e soprattutto perché all’alba dell’ennesima okkupazione?”
“Il secchione ha ragione” esordì Rosario, scrocchiandosi le dita allungate “dobbiamo scoprire il perché e, soprattutto, perché non mi date una sigaretta?”
“Rosà! Sei sempre il solito” gracchiò Biagio, l’eredità dell’ormai ex V^E, “se continuiamo a sparare cazzate non riusciremo a salvarci. Guardate fuori dallo spioncino: la fine del mondo è iniziata!”
“Non dobbiamo essere così tragici. Siete alcuni dei miei migliori alunni, so che riusciremo a cavarcela se riusciremo a collaborare. Credo che sia l’ora di pranzo!” Laurentius indirizzò il gruppo verso i distributori.
“Qualcuno ha mille lire da scambiarmi?” domandò inutilmente Manola mentre Carlo e Rosario, con un effetto combinato, rendevano consumabili i cibi ipercalorici.
Salvo stava trangugiando contemporaneamente cinque Bounty al cocco, doveva fermarsi, non poteva rimpinzarsi come al solito. Nessuno sapeva fino a quando sarebbero restati imprigionati nel Liceo. Dovevano razionare le scorte…
Calogero cerca di navigare per cercare aiuto. Vorrebbe mandare qualche e-mail…
Va in Accesso Remoto, digita User Id e Password, clicca su Connetti. Impossibile stabilire una connessione. Ci riprova un miliardo di volte, il suo peggiore incubo si è realizzato: il computer è inutilizzabile.
La tecnologia lo ha tradito.
Strappa via tastiere, mouse, scanner, stampanti, monitor ad alta risoluzione: vuole distruggere tutto, non può accettarlo.

 

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