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omega

Dicotomici Furori

una novella di Tonino Pintacuda

ALFA



La sveglia suona, un’altra volta mattina.

Non ha rimpianti, non ha figli, questo solo gli dispiace. Ha vissuto bene la sua vita ma quando si alza lentamente dal letto, facendo attenzione a far poggiare per primo il piede destro, ripensa a come deve essere bello invecchiare con la certezza di lasciare un segno del proprio passaggio. Morire e sopravvivere, continuare a vivere nel volto di un figlio; sta invecchiando, se n’accorge quando passa di sfuggita davanti allo specchio.
Lo vede nei capelli bianchi e nei barattoli di viagra acquistati sempre più spesso.
Un’altra notte insonne, correggere i compiti è il suo hobby preferito. Fogli bianchi non ce n’è, la matita bicolore non ha risparmiato nessuno.
Si sofferma altri due minuti su un tema che ha già corretto, lo rilegge mentre si accende una marlboro che innaffia con due tazze di caffè nero. Si alza di scatto, sua moglie dorme ancora.
E’ un professore con tanto di contrapalle, nessuno è mai riuscito ad infinocchiarlo con temi svolti, bignamini e cazzate analoghe. Nessuno.
Gli occhi cerchiati dalla montatura nikon s’illuminano, prende un libricino, ne fotocopia due pagine. Scrive il giudizio con la sua MONT BLANC.
Ci pensa su un attimo: Ritenta, sarai più fortunata e ricordati che nessuno è mai riuscito a fregare il Professore Laurentius, spilla la fotocopia e fa una grande ics blu su tutte e tre le facciate.

Si annoda la cravatta e si avvia in silenzio verso il
suo liceo.

 

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