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DIZIONARIO ENCICLOPEDICO ROVIGNESE-ITALIANO di Gianclaudio de Angelini |
Coniugazione del verbo ièsi = essere |
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meî i son | io sono | meî i gìro | io ero |
teî ti son | tu sei | teî ti gìri | tu eri |
loû el zì | egli è | loû el gìra | egli era |
gìla la zì | lei è | gìla la gìra | lei era |
nùi i sèmo | noi siamo | nùi i giariemi / giarèndi | noi eravamo |
vùi i sì-signì(de) | voi siete | vùi i giarìvi | voi eravate |
lùri i zì | essi - loro sono | lùri i gìra | essi - loro erano |
lùre li zì | esse - loro sono | lùre li gìra | esse - loro erano |
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ca meî i seîo | che io sia | ca meî i fùsi | che io fossi |
ca teî ti seîî | che tu sia | ca teî ti fùsi | che tu fossi |
ca loû el seîo | che egli sia | ca loû el fùso | che egli fosse |
ca gìla la seîo | che lei sia | ca gìla la fùso | che lei fosse |
ca nùi i sièmo | che noi siamo | ca nùi i fùsimo | che noi fossimo |
ca vùi i seîî | che voi siate | ca vùi i fùsi | che voi foeste |
ca lùri i seîo | che essi-loro siano | ca lùri i fùso | che essi fossero |
ca lùre li seîo | che esse-loro siano | ca lùre li fùso | che esse fossero |
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meî i saravi | io sarei | meî i sariè | io sarò |
teî ti saravi | tu saresti | teî ti sariè | tu sarai |
loû el saravo | egli sarebbe | loû el saruò | egli sarà |
gìla la saravo | lei sarebbe | gìla la saruò | lei sarà |
nùi i sarièmo | noi saremmo | nùi i sarèmo | noi saremo |
vùi i sarìssi | voi sareste | vùi i sarì(de) | voi sarete |
lùri i saravo | essi sarebbero | lùri i saruò | loro saranno |
lùre li saravo | esse sarebbero | lùre li saruò | loro saranno |
L'Indicativo Passato Prossimo, il Trapassato Prossimo, il Futuro Anteriore,
il Congiuntivo Passato, il Trapassato, Il Condizionale Passato, si formano
aggiungendo all'Indicativo Presente, all'Imperfetto, al Futuro Semplice,
al Congiuntivo Presente, all'Imperfetto, al Condizionale Presente il participio
passato stà / stàda / stadi - stato/stata/stati, ad
esempio: meî i son stà: io sono
stato, teî ti giri stada: tu eri stata;
loû el saruò stà: lui
sarebbe stato; ca luri i seîo stadi:
che loro siano stati; ca nui i fusìmo stadi:
che noi fossimo stati; ca luri li saravo stade: che loro sarebbero stare.
Imperativo: seîi (sii); el o la seîo (egli
o lei sia); seîi (siate) i o li seîo (essi o esse o
loro siano); Gerundio: sendo o esiàndo (essendo).
biegna iesi nato a Ruveîgno par capeî
sta sità: bisogna essere nato a Rovigno per poter capire
questa città; seîa ludato el caso, el
zì rivà: finalmente, è arrivato; iesi
a bon ponto: essere a buon punto. Accanto a queste forme più
correnti sussistono anche delle forme arcaiche che conglobano il pronome,
per esempio sònto: sei tu, impiegate
generalmente nelle forme interrogative: a vignaruò
anca par teîo, quila biata ura ch'el prieto ta dumandaruò:
"Sonto cuntenta?" e teî raspundarie: "Missersi!": verrà
anche per te quell'ora tanto sospirata, che il prete ti domanderà:
"sei contenta?" e tu risponderai "signor sì; Vedi anche il gerundio
esiando per sendo:
"Essiando pichineîna e strapassiata,
Bileîna i son vinoûta e grandiziela; E lu meîo padre me ten inserata, Perch'i son pichineîna e biela." |
"Essenndo piccolina e maltrattata,
Bellina son venuta e grandicella; Ed il mio padre mi tiene rinserrata, Perchè son piccolina e bella." |
Città | Profughi | Rimasti | % esodo |
Pola | 34.000 | 6.000 |
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Fiume | 54.000 | 6.000 |
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Zara | 18.000 | 700 |
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Rovigno | 8.000 | 2.000 |
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Inoltre ben 200 comuni furono evacuati e consegnati agli occupanti slavi
completamente abbandonati. Del resto le zone cedute alla jugoslavia avevavo
una popolazione totale di 502.000 abitanti per cui oltre il 60% degli abitanti
ha lasciato quelle terre, arbitrariamente assegnate ai "liberatori" comunisti
jugoslavi, testimoniando con tale dolorosa scelta quale sarebbe stato l'esito
di quel referendum, più volte invocato, ma che non fu mai fatto,
lasciando che, invece del libero arbitrio, a parlare fosse la brutale forza
delle armi. Vanno inoltre ricordati gli 80.000 italiani che rimasero nei
territori ceduti di Istria, Fiume e Dalmazia e che diventarono in maniera
del tutto innaturale, nonostante che l'esodo sia continuato nel tempo,
30.000 nel censimento del 1971 e addirittura 15.000 in quello del 1981.
In percentuale fu il più grande esodo del dopoguerra considerando
la popolazione totale che abitava i territori ceduti alla Jugoslavia. Superiore
a quello delle popolazioni tedesche e polacche dai territori orientali.
A chi si chiedesse il perchè di un esodo così massiccio di
popolazioni che avevano avuto altri domini stranieri e che erano invece
rimaste tenacemente legata alla propria terra, come quello austriaco e
francese, la risposta è nelle ondate di terrore indiscriminato operato
dagli jugoslavi soprattutto nei periodi settembre/ottobre 1943 e maggio/giugno
1945, e che portarono le foibe istriane a riempirsi dai 12.000 istriani,
dati ufficiali I.R.O., ai circa 20.000 dei dati ufficiosi e che in questi
giorni dal 1992 agli inizi del '93 vediamo replicate in Bosnia, Dalmazia
e Croazia. Non vanno inoltre taciute le accoglienze ricevute dai profughi
al loro arrivo nella madre patria: i polesani che sbarcarono a Venezia,
furono accolti con urla, fischi, sputi. A Bologna il posto di ristoro preparata
dalla Pontificia Opera di Assistenza, fu rovesciato sui binari ed al treno
che trasportava migliaia di profughi fu impedita la sosta. Naturalmente
tutto ciò ad opera dei comunisti così detti "italiani" che
non capivano come mai della gente potesse fuggire dal "progressista" regime
del comunista Tito. Ma ancora peggiore fu l'accoglienza ufficiale del goverrno
italiano che relegò i profughi in improvvisati campi profughi, riattando
vecchie caserme, ex carceri, conventi ed addiruttura a Venezia le latrine
di una caserma e a Trieste il lager nazista della risiera di S. Saba. Erano
cioè più che centri di assistenza dei veri e propri lager
gestiti per lo più da ex-militari che avevano il compito dal Ministero
degli Interni di vigilare sui profughi e riferire ogni comportamento sospetto.
L'allora ministro Scelba arrivò ad ordinare che a tutti i profughi
venisse presa l'impronta del pollice come se fossero dei criminali incalliti,
invece che persone che avevano abbandonato tutto per amor di patria. In
questi campi i profughi venivano ammassati senza distinzione di sesso ed
età in grandi cameroni senza possibilità di alcuna privacy.
I bagni erano delle latrine a vista, l'acqua calda un lusso sconosciuto.
Non va inoltre posta sotta silenzio la costante opera di mistificazione,
di travisamento e di vergognoso oblio, operata soprattutto da una pseudo
intellighenzia di sinistra, che fa sì che un italiano di media cultura
sa tutto sui desaparecidos cileni ed argentini, mentre ignora quasi completamente
i drammatici eventi del dopoguerra giuliano, e quando si dice di essere
nato in Istria, automaticamente la risposta è: "Ah, allora sei slavo!".
109 furono i Campi profughi sparsi in tutta Italia, a questo proposito
va detto che ai profughi non fu consentito di insediarsi in un unico posto,
(la città di Bari aveva offerto un suo terreno per l'edificazione
di un'unica cittadina per accogliere la maggior parte dei profughi). Come
già detto uno dei posti che ospitarono i profughi fu la tristemente
famosa Risiera di San Sabba, che tra le lapidi per ricordare le vittime
del nazi-fascismo dovrebbe averne una che ricordasse anche l'infelice popolazione
giuliana.
ièzulo s.m. - esule; Etim.: dal lat Exsul;
iezumareîa escl. - Gesummaria! orpo! mammamia!; Etim.:
vedi iezu;
ignoûn pr.ind. - ognuno; ignoûn
zì paron in caza suova: ognuno è il padrone in casa
propria;
ignugnùri s.m. - rafforzativo di ignùri;
ignurà v.tr. (i ignuro) - ignorare, calco it.;
ignuransa s.f. 1. ignoranza, non conoscenza; la
suova ignuransa da li cuoze del mondo la gira granda: la sua non
conoscenza delle cose del mondo era grande; la liezo
nu ameto ignuransa: la legge non ammette l'ignoranza; 2.
ignoranza, maleducazione; ca ignuransa cunpurtase
cuseîo cul prieto: che maleducazione, che modo di fare da
persona ignorante, comportarsi così con il prete; Etim.: dal lat.
Ignarus, ignaro;
ignurànte agg. - vedi ignurànto;
Ignurànte - s.n. della famiglia Pavan;
ignurànto agg. 1. ignorante, che non conosce;
i son ignuranto parchì nu iè stugià,
paruò i non son sulso: sono ignorante perchè non ho
studiato, però non sono scemo; 2. ignorante, maleducato;
el zì ignuranto cume el fango: è
veramente ignorante come il fango, cioè è proprio un ignorantone,
uno zoticone, un maleducato, modo di dire idiomatico;
ignurantòn agg. - accr. e pegg. di ignurànto;
ignùri s.m. - gnorri, nesci, persona che non sa o che
fa finta di non sapere; nu stà fà l'ignuri:
non fare lo gnorri;
ignùri (a l') loc. avv. - all'ignoto, sena meta; ara
i ziendi a l'ignuri: behm andavamo senza una meta, verso l'ignoto,
verso posti sconosciuti, senza saper dove;
igueîsta s.m. e agg. - egoista, calco it.; nu
fà l'igueîsta, lagane oûn può par tu frà:
non fare l'egoista, lasciane un pò per tuo fratello;
igueîzmo s.m. - egoismo;
iguìsta s.m. e agg. - egoista;
i-iè int. - incitamento per gli animali da tiro o da
soma;
Ileîa n.pr.m. - Elia;
iliècito agg. e s.m. - illecito; par
meî quil ca uò fato tu nevo zì iliecito: per
me quello che ha fatto tuo nipote è illecito; el
zì stà butà fora par oûn iliecito: è
stato buttato fuori per un illecito;
iligeîtimo agg. - illegittimo, non legittimo; dieso
nu zì pioûn cume oûna vuolta, anca i feîi iligeîtimi
i dievi vì la loro parto da ridità: ora non è
più come una volta, anche i figli illegittimi devono avere la loro
parte d'eredità;
ìlo pr.pers.m. - lui, egli. Rara forma per gìlo;
Etim.: dal lat. Illum;
.........
inbasteî v.tr. (i inbasteîso) 1. imbastire,
fare un punto provvisorio prima della cucitura definitiva; ti
m'inbasteîsi la cuotula ca meî nu iè tenpo: mi
imbastisci la gonna che io non ho tempo; 2. imbastire, metter insieme
una storia, una situazione ecc.; la m'uò inbasteî
oûna stuoria ca nu la stà in peîe: mi ha imbastito
una storiella che non stà in piedi;
inbasteî agg. (f. -da) - imbastito, contratto;
i iè lu stumago doûto inbasteî, sa nu magno qualcuosa
i caio par tiera: ho lo stomaco tutto contratto, se non mangio qualcosa,
casco per terra;
inbastidoûra s.f. - imbastitura, l'operazione dell'imbastire;
inbàtase v. rifl. (i m'inbàto) - imbattersi,
incontrarsi, scontrarsi; sa ti t'inbàti cun
loû, lasa pierdi e nu radagà, ca tanto zì oûn
puovaro muona: se ti imbatti con lui, lascia stare e non metterti
a litigare che è fatica sprecata; anduve c'hi
vago vago m'inbato cun quil trapulier da Tuoni: dovunque vado, incontro
con quel traffichino di Toni;
inbateîbile agg. - imbattibile; a
li carto zì inbateîbile: nei giochi con le carte è
imbattibile;
inbatoû agg. (f. -da) - imbattuto, senza sconfitte; duopo
sie incontri i giariemi ancura inbatoûdi: dopo sei incontri
eravamo ancora senza una sconfitta;
inbaucà agg. (f. -ada) - incerto, non definito, instabile.
Generalmente riferito a manifestazioni atmosferiche;
inbavà v. tr. (i inbàvo) - umettare con la saliva,
coprire di bava, sbavare; el peîcio meto i
denti... el inbàva el bavariol: il piccolino mette i dentini...
sbava il bavaglino;
inbavà agg. (f. -ada) - sbavato, pieno di bava;
inbavaglià v. tr. - vedi inbavaià;
inbavaià v. tr. (i inbavàio - i inbavaìo)
- imbavagliare;
inbavaiàse v. rifl. (i m'inbavàio - i m'inbavaìo)
- imbavagliarsi;
inbavarà v. tr. (i inbavarìo) - abbeverare,
dar da bere; a ga vol inbavarà li bies'ce:
occorre abbeverare gli animali;
inbavaràse v. rifl. (i m'inbavarìo) - abbeverarsi;
i ma son inbavarà a la fonto: mi sono abbeverato alla fonte;
inbavigà agg. (f. -ada) - ubriaco, bevuto; Etim.: vedi
bavìgo;
inbiancà v. tr. (i inbianco) 1. imbiancare, dare
una mano di bianco; a ga vularavo inbiancà
la cuzeîna: bisognerebbe dare una verniciata di bianco alla
cucina; 2. imbiancare, incanutire; doûti
i omi da la parto da ma pare i inbianca priesto: tutti gli uomini
del ramo di mio padre imbiancano presto;
inbiancà agg. (f. -ada) - imbiancato, incanutito;
inbiancadoûra s.f. - imbiancatura, tinteggiutura di vernice
bianca;
inbiancheî agg. (f. -da) - imbianchito, incanutito;
in sti oûltami tri ani el zì cumpletamento inbiancheî:
in questi ultimi tre anni è incanutito completamente;
inbiecà agg. (f. ada) - rattoppato, rappezzato; Etim.:
da bieco = straccio;
inbiestialeî v. tr. (i inbiestialeîso) -
imbestialire, andare in bestia, uscire dai gangheri, arrabbiarsi; ara
ca ti ma faghi inbiestialeî: guarda che mi fai uscire dai
gangheri;
inbiestialeî agg. (f. -da) - imbestialito, imbufalito,
inferocito; el girà davantà cume mato,
e cu l'omo inbiestialeî zì meo nu vì da fà:
era quasi impazzito, e con l'uomo inbestialito è meglio non aver
a che fare;
inbilàda s.f. - arrabbiatura, stizza; geri
tu feîo ma uò fato ciapà oûna biela inbilàda:
ieri tuo figlio mi ha fatto prendere una bella arrabbiarura; Etim.: da
bile + suffisso;
inbilase v. rifl. (i m'inbeîlo) - arrabbiarsi,
adirarsi; al suolito la s'inbeîla par oûna
munada: al solito si arrabbia per un nonnulla;
inbilfase v. intr. (i m'inbeîlfo) - scatenarsi,
diventare come un ossesso, un indemoniato;
inbilfà (f. -ada) - spiritato, indiavolato, indemoniato;
el ma vardiva cui uoci inbilfadi, cume s'i fuosi oûna fantazima:
mi guardava con gli occhi spiritati, come se io fossi un fantasma; ara,
sti fimane inbilfade, nu li uò pioûn alcun ritiegno:
queste donne indiavolate, non hanno più alcun ritegno; Etim.: vedi
beîlfo;
inbinideî v. tr. (i inbinideîso) - benedire;
fra meo vate fate inbinideî, ca t'iè
masa pigula... li ta capita doûte a teîo: caro mio vai
a farti benedire, che hai troppa jella... succedono tutte a te; el
dastruzaravo doûto quil ca s. Niculuò (o el papa) uò
inbinideî cun tri didi: distruggerebbe tutto quello che san
Niccolò (o il papa) ha benedetto con tre dita, prov.;
inbinidision s.f. - benedizione, forma prostetica di binidision;
inbirbà aff. (f. -ada) - incattivito, adirato, inviperito;
inbirbàse v. rifl. (i m'inbeîrbo) - incattivirsi,
arrabbiarsi; el sa uò inbirbà da broûto
cu el uò veî sto quil va la viva fato: si è
veramente incattivito quando ha visto quello che aveva fatto;
inbision s.f. - ambizione;
inbisiuz agg. - ambizioso; quil zuvano
zì masa inbisiuz, sagondo loû, el duvaravo davantà
avucato o prufasur... ma faravo mondo meo a lavurà li fore cul pare,
ch'el sapadur nu saruò oûn master da pudise richeî,
ma almanco el dà da magnà: quel ragazzo è troppo
ambizioso, a starlo a sentire dovrebbe diventare avvocato o professore...
ma farebbe assai meglio a lavorare la campagna con il padre, che il mestiere
del contadino non farà arricchire, ma almeno dà da mangiare;
inbità v. tr. (i inbitìo) - (mar.) fissare
con delle biette un albero della nave;
inbitunà v. tr. (i inbitunìo) - ricoprire
di cemento; a ga vularavo inbutinà quil boûz,
ca zì sai pariguluz: bisognerebbe ricoprire di cemento il
buco che è molto pericoloso; Etim.: da beton/piton = cemento;
inbiundeî v. tr. (i inbiundeîso) - imbiondire;a
ga vol preîma inbiundeî la savula e puoi butà i pumiduori:
occorre prima imbiondire la cipolla e poi mettere i pomodori; d'istà
el sul inbiondeîso i cavì: d'estate il sole tende a
rendere biondi i capelli;
inbìvi v. tr. (i inbìvo) - imbevere, inzuppare;
meî inbìvo el pan intul veîn,
teî fà cume ca ta par: io inzuppo il pane nel vino,
tu fai come ti pare;
inbivoû agg. e p.p. (f. -da) - imbevuto, zuppo, fradicio;
la barchìta da carta inbivivoûda d'aqua la zì zeîda
a fondo: la barchetta di carta fradicia d'acqua è affondata;
.................
inbriagà v.tr. (i inbriàgo) 1. ubriacare,
rendere ebbro; 2. rincretinire; i inbriaga
la zento da ciacule, ma ga vol vidali puoi a la pruova dei fati:
ubriacano la gente di chiacchiere, ma bisogna vederli poi alla prova dei
fatti. Modo di dire: inbriagà li
càrte: a. mescolare le carte, generalmente per
errore, facendo sì che non siano tutte per lo stesso verso;
a monto, nu ti vidi che t'iè inbriagà li carte: la
mano va a monte, non vedi che hai mescolato male le carte; b. cambiare
le carte in tavola, far vedere una cosa per l'altra;
inbriagadoûra s.f. 1. sbornia, ubriacatura; a
ta zì pasà l'inbriagadoûra?: t'è passata
la sbornia?; 2. per estensione indigestione; a
zì piezo l'inbriagadoûra da pan, ca quila da veîn:
è peggio un'indigestione di pane, che una di vino, prov.;
inbriagàse v.rifl. (i m'inbriàgo) - ubriacarsi;
inbriaghièla s.m. - bevone, persona a cui piace smodatamente
il bere, ubriacone usuale;
inbriàgo agg. e s.m. - ubriaco; a
l'inbriago doûti dà da bivi: a l'ubriacone tutti danno
da bere, prov.; ma sor la zì dasparada, su
mareîn ga tuorna doûte li sire inbriago doûro:
mia sorella è disperata, il marito le torna tutte le sere ubriaco
perso; ti siè quila da quii du inbriaghi?:
la sai quella dei due ubriachi?; Etim.: tardo lat. Ebriacus, dal clas.
Ebrius, ebbro;
inbriagòn s.m. - ubriacone; nu
sa pol cridaghe a quil viecio inbriagon: non si può credere
a quel vecchio ubriacone;
inbriagòn (l') s.m. - nel gioco della tombola il numero
19;
inbriagòna (salàta) s.f. - particolare tipo d'insalata
dalle venature rossicce color del vino;
inbrizeî agg. (f. -eîda) - intirizzito; dame
oûn bicier da trapa, ch'i son inbrizeî da frido: dammi
un bicchiere di grappa che sono intirizzito dal freddo; Etim.: da brizeîna;
inbrizineî agg. (f. -eîda) - vedi inbrizeî;
inbrivà v.intr. (i inbreîvo) - vedi inbravà;
inbrivàse v. intr. pr. - vedi inbravase;
inbronzà v. tr. (i inbrònzo) - abbronzare,
dare il color del bronzo;
inbronzàse v. intr. pr. (i m'inbrònzo) - abbronzarsi;
i nu vuoi fà gnìnte, iè vuoia
nama inbrozame al sul: non voglio far niente, ho voglia soltanto
d'abbronzrmi al sole;
inbrucà v.tr. e intr. (i inbrùco - i inbruchìo)
1. imbroccare, cogliere nel segno, beccare, centrare, infilare;
i lu iè inbrucà ca el zeîva da scondon a truvala:
l'ho beccato che andava di nascosto a trovarla; sta
vuolta l'uò inbrucada bona!! duopo tri fimane a zì rivà
el ciruleîn: questa volta ha colpito nel segno!! dopo tre
femmine è arrivato il maschietto; 2. azzeccare, indovinare,
intivare; i iè inbrucà ca l'Italia
la pasiva el turno: ho azzeccato, ho indovinato che l'Italia passava
il turno; Etim.: da brùca;
inbrucà v. tr. (i inbrùco) - imbullettare,
inchiodare; quil calicaroûcio nu ma uò
inbruca par ben li siole: quel calzolaio da strapazzo non mi ha
imbullettato per bene le suole; Etim.: da brùca;
inbrucàda s.f. - la pesca delle sardelle tramite l'inbrùco;
inbrùco s.m. - tipo di pesca della sardella, ormai non
più in uso, utlizzindo la lampara e particolri reti da imbrocco
dette malàide;
...............
inburasà agg. (f. -ada) - eccitato, sovraeccitato, euforico,
smoderatamente allegro; chi t'iè ca ti son
cuseîo inburasada?: cos'hai che sei così euforica,
sovraeccitata?; ti siè cume ca zì i
fioi cu i zì inburadi: lo sai come sono i bambini quando
sono euforici;
inburasàda s.f. - stato di incontenibile sovraeccitazione,
grande e irrefrenabile allegria; nu ta deîgo
ca inburasada chi viendi ciapà par la vituoria nama a du minoûti
da la feîn: non ti dico in quale stato di allegra sovraeccitazione
eravamo per la vittoria ottenuta soltanto a due minuti dal termine;
inburasàse v. rifl. (i m'inburasìo) - eccitarsi,
diventar euforico,farsi prendere dal bureîso; a
nu ga vol nà inburasase nà spazamase: non bisogna
nè sovraeccittarsi nè buttarsi giù;
inburiàda s.f. - confusione eccitata;
inburìso s.m. - vedi bureîso;
inburnidoûra s.f. - imbrunitura;
inbùro s.m. - soluzione di materiali coloranti per tingere,
minio.Modo di dire: salà cume l'inbùro:
salatissimo;
inburizà v. tr. (i inburizìo) - tingere
con l'inbùro;
inbuscà v. tr. (i inbùsco - i inbuschìo);
1. imboscare, nascondere, inguattare; soûn,
inbùsca el dulso ca riva quil magnon da tu frà: sù,
nascondi il dolce che arriva quel mangione di tuo fratello; 2. rimboschire,
l'azione del rimboschimento;
inbuscà s.m. e agg. (f. -ada); 1. imboscato, renitente
alla leva militate; 2. imboscato, nascosto, defilato;
inbuscàse v. intr. pr. (i m'inbùsco)
1. imboscarsi, letteralmente nascondersi nel bosco, in tempo di guerra
aveva il significato di nascondersi nel bosco per evitare il servizio militare;
in tenpo da guiera i zuvani sa inbuschiva par nu zeî a cunbati cui
tudischi: in tempo di guerra i giovani s'imboscavano per non dover
andare a combattere insieme ai tedeschi; 2. (fig.) evitare qualsiasi
onerosa incombenza, non farsi trovare; cu sa trata
da lavurà el s'inbusca
soûbato: quando si tratta di lavorare
sparisce subito;
inbuschimènto s.m. - rimboschimento;
inbustà v.tr (i inbùsto) - imbustare, calco
it.; soûn, giudìme a inbustà
i bilgiteîni ca puoi va dago oûn biciareîn da ruziolio:
sù aiutatemi ad imbustare i bigliettini che poi vi do un bicchierino
di rosolio;
inbusulà v.tr. (i inbusulìo) - orientare,
prendere l'orientamento con la bussola di un punto particolare; a
ga vol inbusulà soûn li carte sti scui a vilo ca i zì
sai pariguluzi: occorre segnalare il punto esatto, sulle carte nautiche,
in cui affiorano questi scogli che sono molto pericolosi;
inbusulà v.tr. (i inbusulìo) - imbossolare,
racchiudere, inserire in un bozzolo, o bossolo;
inbutà v.tr. (i inbutìo - i inbùto)
- imbottare, mettere il vino nella botte; da San
Marteîn, s'inbuta el veîn: per San Martino si imbotta
il vino, prov.; Etim.: deriv. da bùto;
inbuteî v.tr. (i inbuteîso) - imbottire;
ga vol inbuteî da nuvo doûte li careghe: occorre imbottire
di nuovo tutte le sedie; Etim.: dallo spagnolo Embutir, a sua volta dal
lat. Buttis = botte;
inbuteî p.p. e agg. (f. -da) - imbottito, ripieno; i
vuoi anca meî el paneîn inbuteî cu la murtadiela:
voglio anch'io il panino imbottito con la mortadella;
inbuteîda s.f. - trapunta, coperta imbottita;
i iè ancura la cultra inbuteîda, parchì zì masa
frido: ci vuole ancora la coperta imbottita, perchè fà
troppo freddo: Etim.: dallo sp. Embutir da Boto = otre, cioè riempire
come un'otre;
inbuteîse v. rifl. (i m'inbùteîso)
- imbottirsi, rimpinzarsi; el sa uò inbuteî
da pirule par veînsi: si è imbottito di pillole, si
è impasticcato, per vincere;
inbutidoûra s.f. - imbottitura;
inbutilgià v.tr. (i inbuteîlgio - i inbutilgìo)
- imbottigliare; stu ano i vemo inbutilgià
pioûn da trisento fiaschi da bon veîn niro: quest'anno
abbiamo imbottigliato più di trecento fiaschi di buon vino rosso;
inbutilgiamènto s.m. - imbottigliamento;
inbutunà v.tr. (i inbutòno - i inbutunìo)
- abbottonare; - Giùdime ch'i nu puoi inbutunà el culìto
cu la sanca: aiutami, che non riesco ad abbottonare il colletto con la
sinistra;
inbutunà p.p. e agg. 1. abbottonato; 2.
(fig.) riservato, chiuso, persona che non da confidenza, che si tiene tutto
per se; chi ti vuoi cavaghe a quila là ca
la zì inbutunada pioûn ca mai: cosa vuoi cavarle a
quella lì che è più risevata che mai;
inbutunadoûra s.f. - abbottonatura; oûna
vuolta sa purtiva la inbutunadoûra alta feînta el cuolo:
una volta si portava l'abbottonatura alta sino al collo;
................
incagàse v.rifl. (i m'incàgo) 1.
lordarsi, sbrodolarsi, sporcarsi; 2. (fig.) lodarsi eccessivamente
rendendosi ridicoli, ecc; pioûn ca ti ta luodi
e pioûn ti t'incaghi: più ti lodi e più ti sbrodoli,
cioè ti rendi ridicolo; 3. fregarsene, infischiarsene;
i ma incago da quil ca vol loû: me ne frego di quello che
vuole lui;
incaià p.p. e agg. - incagliato;
incaiàse v.rifl. (i m'incàio) - incagliarsi,
impigliarsi; Etim.: dallo spagnolo Encallar;
incalcà v.tr. (i incàlco - i incalchìo)
- calcare, premere, pigiare, pressare; nu biegnà
incalcalo masa, ca puoi stenta a pasà: non bisogna pigiarlo
troppo, che poi (il caffè) stenta a passare;
incalcada s.f. - l'azione o l'effetto dell'incalcà;
incalcagnà v. intr. (i incalcagnìo) - camminare
o premere facendo leva sui calcagni; chi t'iè
mal al peîe ca ti incalcagnìi?: che hai male ad un
piede che cammini sui calcagni?;
incalcagnùz agg. - marcato, pronunciato, energico, vigoroso;
incaleî v.tr. e intr. (i incaleîso - i m'incaleîso)
1. incallire, coprire di calli; el lavur incaleîso
li man, ma fà duormi biato: il lavoro rende le mani callose,
ma fa dormire tranquillo; 2. incallirsi, farci il callo, rendersi
aduso ad una situazione, insistere sino a farci il callo; 3. incaponirsi;
cu nu ma rieso el cruzivierba m'incaleîso ancura
da pioûn: quando non mi riesce il cruciverba, mi incaponisco
ancora di più;
incaleîa s.f. - indolenza, pigrizia, voglia di far niente;
ara, ca zì st'incaleîa, soûn lavurì
ca na manca puoco: beh, cos'è questa indolenza, sù
lavorate che ci manca poco;
incalmà v.tr. (i incàlmo) 1. (agr.)
innestare, operare un innesto; 2. (fig.) ingravidare; 3. (fig.)
generare, procreare; cheî giavo ta uò
incalmà?: quale diavolo ti ha generato?. Modo di dire:
Incalmà fioi: generare, mettere
al mondo bambini; Etim.: dal composto latino In + Calamus = stelo,
canna;
incalmièla s.f. - marza, ramoscello che tagliato a becco
di flauto s'incastra nella parte della pianta in cui si vuole operare un
innesto detta incalmon;
incalmèla s.f. - vedi incalmièla;
incàlmo s.m. - innesto;
incalmòn s.m. - la parte della pianta su cui si opera
l'innesto;
incalsà v.tr. (i incàlso) 1. incalzare,
spingere qualcuno a fare qualcosa; 2. (agr) rincalzare, zappare
intorno alle piante ammonticchiandovi la terra, per rinfrescare le radici
e rinvigorire così la pianta. Etim.: dal lat. Incalciare;
incalsà agg. (f. -ada) - calzato; el
zì oûn muona visteî e incalsà: è
un cretino vestito e calzato;
incalsadùr s.m. - sorta di vomere usato per vangare attorno
le piante, vedi la vc. 2 di incalsà;
incalsinà v.tr. (i incalsinìo - i incalseîno)
- passare la calcina, intonacare; dieso cu li pitoûre
lavabili nu curo pioûn incalsinà: adesso con le pitture
lavabili non occorre più intonacare;
...............
incandeî agg. (f. -da) - sbiancato, smunto, impallidito,
esangue; i l'uò truvà muorto incandeî:
l'hanno trovato morto stecchito;
incandì agg. - vedi incandeî;
de la fireîda abùda, muorto el zì incandì:
a causa della ferita, è morto esangue. (P. Angelini);
incantà v.tr. (i incànto) - incantare;
nu ta fà incantà da quila anara ciuora:
non ti far incantare da quella gattamorta;
incantadeîso agg. - incantato, persona soggetta a brevi
pause in cui rimane assorto come in preda ad un incantamento;
incantadur s.m. - incantatore, mago; a
daghe bado a quil incantadur i duvariensi veînsi el mundial:
a dar retta a quel mago dovremmo vincere il mondiale;
incantamento s.m. - incantamento;
incantàse v.rifl. (i m'incànto) - incantarsi,
rimanere a bocca aperta, fermarsi, arrestarsi come in preda ad un incantamento;
i ma son incantà a vidi el sul zeî in saca: mi sono
incantato a vedere il tramonto; duopo oûn pier
da geîri la muoto la s'uò incantà da culpo:
dopo un paio di giri la moto si è arrestata di colpo; soûn
daghe oûna misiada ca li bale s'incanta: sù dagli una
mischiate che i numeri della tombola s'incantano, cioè escono tutti
uno vicino all'altro, frase idiom.; duopo o sinquanta
doûto s'incanta: dopo i cinquant'anni tutto s'incanta, si
ferma;
incantìvolo agg. - incantevole, meraviglioso;
incantìzimo s.m. - incantesimo; cumo
par incantizimo la miteîna Ruveîgno gira doûta inbiancada
da nìo: come per un incantesimo alla mattina Rovigno era
tutta ricoperta di neve;
incanto s.m. - incanto, incantesimo, magia; cume
par incanto ma zì pasà el mal da tiesta: come per
incanto m'è passato il mal di testa; ca incanto
zì el mar da nuoto: che incanto è il mar di notte;
incanto s.m. - incanto, asta, vendita pubblica; Etim.: dalla
locuzione lat. In Quantum = in quanto, a che prezzo;
incantu s.m. - vedi incanto;
incapà v.intr. (i incàpo) - incappare,
calco it.; i son incapà intuli vardie:
sono incappato nelle guardie;
incapalà v.tr. (i incapalìo) - incappellare;
incapalàse v.rifl. (i m'incapalìo) - capovolvgersi
su di un'imbarcazione a vela, scuffiare;
incapaladoûra s.f. - sorta di collare posto all'estremità
di un cavo, usato per inserire quest'ultimo all'alberatura di una nave;
incaparà v.tr. (i incaparìo) - accaparrare,
approvigionarsi, fare aggiottaggio. nu sa truva pioûn
pisi boni parchide a ven da Tristi parieci conpravendi par incaparali coûn
la siminseîna dei priesi: non si trovavano più i pesci
prelibati perchè da Tieste vengono parecchi commercianti all'ingrosso
per accapararseli facendo lievitare i prezzi
...............
incaragà v.tr. (i incarago - i incaraghìo)
1. sovraccaricare, caricare, gravare in maniera eccessiva; el
ma uò incaragà da lavur: mi ha sovraccaricato di lavoro;
nu incaragame el piato, ca ancui nu iè fan:
non riempirmi in maniera eccessiva il piatto, che oggi non ho molta fame;
2. ricaricare, dare la carica ad un meccanismo; ara,
i ma son dazmantagà da incaragà l'uruòio: beh,
mi sono scordato di dare la carica all'orologio; 3. incaricare,
affidare una incarico, una incombenza; cheî
incaraghèmo da purtà el veîn?: a chi affidiamo
l'incarico di portare il vino?;
incaragase v. rifl. (i m'incarago - i m'incaraghio)
1. sovraccaricarsi, caricarsi in maniera eccessica; 2. incaricarsi,
assumersi il compito, l'incarico;
incarago s.m. - incarico, incombemza;
incareî v. tr. (i incareîso) - rincarare,
aumentare i prezzi; ara i nu fà altro ca incareî
pan, lato e fareîna: beh, non fanno altro che rincarare pane,
latte e farina;
incarigà v. tr. - vedi incaragà;
incarigase v. rifl. - vedi incaragase;
incarigo s.m. - vedi incarago;
incarnà v. tr. (i incarno) 1. incarnire;
2. incarnare, calco it.;
incarnà agg. (f. -ada) - incarnito; sta
ongia incarnada la ma fà vidi li stile: questa unghia incarnita
mi fa vedere le stelle;
incarnasion s.f. - incarnazione, calco it.;
el zì l'incarnasion del bas'cian cuntrario: è l'incarnazione
del bastian contrario;
incarpeî v. tr. (i incarpeîso) 1. raffermare,
indurire, rinsecchire; stu sol incarpeîso la
tiera: questo sole rinsecca la terra; 2. ingranchire; a
stà masa santà ma sa uò incarpeî li ganbe:
a stare troppo seduto mi si sono ingranchite le gambe;
incarpeî agg. (f. -da) 1. indurito, raffermo, rinsecchito;
nu ga vol butà el pan incarpeî, a sa
pol senpro fande pan gratà: non bisogna buttare il pane raffermo,
si può sempre farne del pane grattato; 2. ingranchito;
incarpenà v tr. (i incarpenìo) - formare
dei graticci; Etim.: da carpano, con cui evidentemente si formavano i graticcci;
incarpendoûra s.f. - crepa, spaccatura della terra, zolle
disseccate dal calore e dall'aridità; Etim.: da incarpeî;
incarpidoûra s.f. 1. indurimento, rinseccamento;
2. ingranchitura;
incartà v tr. (i incàrto) - incartare,
avvolgere con la carta; t'iè oûn giurnal
ca ma curo par incartà i pisi: hai un giornale che mi serve
per incartare i pesci;
incartapegureî agg. (f. -da) - incartapecorito;
coûto vol ch'el fago quil viecio incartapegureî: cosa
vuoi che faccia quel vecchio incartapecorito;
incarugneî v. intr. (i incarugneîso) 1.
incarognire, accumulare lo sporco, il sudiciume; 2. (fig.) incarognire,
aggravare, rendere diffcile una situazione; nu stà
incarugneî la cuoza pioûn da quil ca la zì: non
rendere difficile la situazione più di quello che è;
incarugneî agg. (f. -da) 1. incarognito, sporco
rappreso; 2. (fig.) incarognito, accanito, intestardito; la
fimana incarugneîda ca la girà nu vuliva uldeî razon:
la donna, intestardita com'era non voleva ascoltar ragioni;
incarugneîse v. rifl. (i m'incarugneîso)
1. incarognirsi, ricoprirsi di sudiciume, di sporco raffermo; ga
vol lavase doûti i giuoni sa nuò lu spurco sa incarugneîso:
bisogna lavarsi tutti i giorni, altrimenti lo sporco diventa raffermo;
2. (fig.) incarognirsi, accanirsi; - I sa uò incarugneî
cuntra quil puovaro omo: si sono accaniti contro quel poveraccio;
incasà v. tr. (i incàso) 1. incassare,
riscuotere del denaro; cu t'incàsi la preîma paga i fago festa:
quando incassi la prima paga faccio festa; 2. incassare, ricevere;
generalmente con un significato negativo, tipo subire;
i vemo incasà oûn gol a du minoûti da la feîn:
abbiamo incassato, subito, un gol a due minuti dalla fine; peîa,
ciapa, incasa e puorta a caza: prendi, acchiappa, incassa e porta
a casa; 3. incassare, riporre o mettere dentro le casse;
i viendi pascà cuseî tanti pisi ca na manchiva li casìte
par incasali doûti: avevamo pescato così tanti pesci
che ci mancavano le cassette per metterli tutti nelle casse; 4.
incassare, infilare in un incastro; 5. in connessione con fà,
vale far incavolare, arrabbiare, incazzare; nu fame
incasà: non farmi arrabbiare;
incasà agg. (f. -ada) - incazzato, incavolato, arrabbiato;
incasadoûra s.f. 1. incassatura, incastro; cu
quista incasadoûra stà poûr sigoûro ca guantaruò
par oûn biel può: con questo incastro stai pur sicuro
che terrà per un bel pezzo; 2. cassa del fucile e delle pistole
usate un tempo; Etim.: da càsa;
incasadoûra s.f. - incazzatura, incavolatura, arrabbiatura;
Etim. da càso;
incasàse v.rifl. (i m'incàso) - incavolarsi,
incazzarsi, arrabiarsi; nu stà incasate ca
puoi ti faghi dui fadeîghe: non arrabbiarti che poi fai due
fatiche;
incàso s.m. 1. incasso; l'incaso zì
stà manco mal: l'incasso è stato niente male; 2.
riscossione; el zì vignoû par l'incaso
del feîto: è venuto per la riscossione dell'affitto;
3. incastro, incasso; 4. trina ornnamentale posta tra due pezzi
di stoffa;
incastrà v. tr. (i incàstro) 1.
incastrare, commettere, far combaciare, inserire qualcosa tra due parti
in modo che non si muova più; 2. calettare, operazione del
falegname consistente nel far connettere o combaciare due pezzi di legno,
detti tecnicamente l'uno dente, l'altro canale; 3. (fig.) incastrare,
mettere qualcuno nella condizione di non poter agire liberamente;
stà tento a quila puiana, ca la ta vol incastrà: stai
attento a quella furbona, che ti vuole incastrare; Etim.: dal lat.
Incastrare, da In + Catrare = tagliare;
incastradoûra s.f. - incastro, calettatura;
incàstro s.m. - incastro, calettaura;
incastro da zbaii s.m. - sede di appoggio per i bagli;
............
incheîn prep. - fino, fino a;
incheîn(o) s.m. - inchino; i va
fago l'incheîno, i siè anca meî sti ruobe!: vi
faccio l'inchino, lo so anch'io queste cose!;
incheînta avv. - fino a, insino a;
incheînta al zanuocio, pol vidi uogni uocio: sino al ginocchio
possono guardare tutti, prov.; incheînta Nadal,
nà frido nà fan, da Nadal indreîo frido e fan sa curo
dreîo: fino a Natale nè freddo nè fame, da Natale
in poi freddo e fame si corrono dietro, prov.;
inchinàse v.rifl. (i m'incheîno) - inchinarsi,
genuflettersi; a la feîn i s'inchinemo davanti
el boûz da coûl: alla fine ci inchiniamo davanti alla
fortuna sfacciata;
Inchiostri - nel censimento del 1-X-45 era presente una famiglia;
inciacà agg. (f. -ada) - vedi ingiacà;
inciagà agg. (f. -ada) - ha lo stesso significato di
ciacus, terreno molliccio dopo una forte pioggia, in particolare dicesi
d'un terreno dissodato dopo l'aratura;
inciareî v.tr. (i inciareîso) 1. schiarire,
chiarire; 2. diminuire, diradare; i bravi
ven a iesi inciareîdi: le persone per bene sono sempre di
meno, son sempre più rare, prov.;
inciareîse v.rifl. (i m'inciareîso) 1.
schiarirsi, diventare più chiaro; cul sul
ma s'inciareîso i cavì: con sole mi si rischiarano
i capelli; 2. schiarire, rasserenare riferito al cielo ed alle condizioni
atmosferiche; a ma par ca sa stago inciarendo:
mi pare che il cielo si stia rasserenando;
inciavà agg. (f. -ada) - inchiavato, serrato; i
la uò truvada ca la gira muorta cui denti inciavadi: l'hanno
trovata che era morta e con i denti serrati;
incicarà agg. (f. - ada) - brillo, ubriaco;
inciclupideîa s.f. - enciclopedia;
inciclupiedico agg. - enciclopedico;
incinàse v.rifl. (i m'inceîno) - inchinarsi,
piegarsi, mettersi in ginocchio; a nu teî vidi
vè ca li ganbe ta s'inceîna, iebi oûn può da
pasiensa, ch'el mal ven a brente e 'l và veîa a onse:
non vedi che le gambe ti si piegano, abbi un pò di pazienza che
il male viene tutto di un botto e va via pian pianino; el
sango ma bato, li ganbe ma s'inceîna e nu siè pioûn
ca deî: il sangue mi pulsa, le gambe mi si piegano e non sò
più che dire; Etim.: dal lat. Inclinare, col passaggio del neso
-cli- in -ci- tipico dei dialetti nordici;
inciòn s.m. - vedi sardon;
inciprià v.tr. (i inceîprio) - incipriare;
incipriàse v.rifl. (i m'inceîprio) - incipriarsi;
inciudà v.tr (i inciòdo) - inchiodare;
inciudadoûra s.f. - chiodatura, l'unione di due lamiere
tramite di una serie di chiodi o pernotti;
inciuò s.m. - acciuga;
incontro s.m. 1. incontro, riunione; ara
ca da nuoto ti puoi fà broûti incontri: attenta, che
di notte puoi fare brutti incontri; 2. incontro (sportivo), partita;
i vemo pierso l'incontro da fuzbol ai rigori:
abbiamo perso l'incontro di calcio ai rigori;
incontro avv. e prep. - incontro, contro, verso;
incontro al coûl la razon nu val: contro la fortuna sfacciata
la ragione non vale, cioè l'aver ragione non basta, prov.; spudà
incontro vento, zì da sulsuòti: sputare contro vento
è da sciocchi; vaghe incontro: vagli
incontro;
incoûzana s.f. - incudine; Etim.: dal lat. Incus-udinis,
dal verbo Incudere = battere il ferro;
incoûzine s.f. - incudine;
incradeîbile agg. - incredibile, inverosime;
a mar par ca nu seîo oûna stuoria vira, la zi masa incradeîbile;
mi sembra che non sia una storia vera pè troppo incredibile;
incrià v.tr. (i incrìo) - creare; cheî
uò incrià quil beîlfo da omo?: chi ha creato
quell'indemoniato?; el Signur na uò incrià
da tiera: il Signore ci ha creato con la terra;
............
incucaleî agg. (f. -eîda) 1. instupidito,
trasognato; da cu quila santa duona da su muier la
zì muorta el stà doûto el santo giuorno incucaleî:
da quando quella santa donna di sua moglie è morta, passa tutto
il giorno come inebetito; 2. persona silenziosa, che rimane a lungo
senza parlare o senza muoversi; el sa uò incucaleî
doûtoûntoûn: sì è ammutolito tutto
ad un tratto; nu stà da bando doûto
incucaleî: non stare da parte tutto zitto ed immobile; Etim.:
da cucàl = gabbiano, per la caratteristica di questo animale
di rimanere a lungo immobile senza fare un verso;
incudinièla s.f. - piccola incudine;
incùfo s.m. - festa di inizio o fine lavore, il cui clou
era naturalmente composto da grandi mangiate e bevute, od in quelle più
povere, da una merenda mangiata insieme. Era per esempio, consuetudine
dei pescatori rovignesi fare un grande incùfo prima della
partenza per la pesca delle sardelle, pesce assai importante nell'economia
della città, che si effettuava lungo la costa istriana tra Promontore
e Pola, nel tratto di mare detto dai pescatori Valon; a
sira, duopo la binidision e 'l varo de la "Concordia", l'antipaio da parun
Piro, el nudaro e i squararoi ch'i viva fato la barca, i sa uò truvà
in ustareîa par l'incufo. E zù a magna e bivi... burdito da
grongo e scarpene ruse nigade cul niro taran: alla sera, dopo la
benedizione ed il varo della "Concordia", l'equipaggio di Mastro Piero,
il notaio e i lavoranti dello squero che avevano costruito la barca, si
sono ritrovati in osteria per i festeggiamenti di fine lavoro. E lì
era tutto un mangiare e bere...brodetto di scorfani rossi e capitoni innaffiati
dal terrano, vino di color rosso inrenso da sembrare nero; Etim.: probabilmente
deriva da una figura giuridica del diritto tedesco, quel Leitkauf che era
uno strumento per perfezionare il negozio giuridico, una formalità,
senza la quale però la transazione veniva invalidata. Prese poi
il significato di banchetto per festeggiare la conclusione di un affare.
Da cui Likuf = bevuta, banchetto;
incufuluòi avv. - stare accovacciato, accucciato, in
ginocchioni;
incugunà v.tr. (i incugòno) - ingozzare,
far mangiare in maniera eccessiva; in sta caza i
ta incuguna cume oûn deîndio: in questa casa ti ingozzano
come un tacchino, ti fanno mangiare in maniera eccessiva; Etim.: da cugòn
= foro della botte;
incugunàse v.rifl. (i ma incugunìo) - abbuffarsi,
ingozzarsi, rimpinzarsi; i ma son incugunà
da pulenta i nu iè pioûn fan: mi sono rimpinzato di
polenta, non ho più fame;
incùi avv. - oggi;
inculà v.tr. (i incuòlo) 1. incollare;
giùdime a inculà li figureîne:
aiutami ad incollare le figurine; 2. inamidare;
i t'iè inculà el cuolo de la cameîza, cuseî nu
ti bruntulariè pioûn: ti ho inamidato il collo della
camicia, così non brontolerai più; Etim.: da cuòla
= colla;
............
incurnizà v.tr. (i incurneîzo - i incurnizìo)
1. incorniciare; 2. (fig. - pop.) cornificare, mettere le
corna, tradire il proprio coniuge; Etim.: da curneîza = cornice,
il significati di cornificare, per l'assonanza con cuorna;
incurpà v.tr. (i incuòrpo) - operazione
dei pescatori che consiste nel circoscrivere con la rete da pesca un tratto
di mare in modo da formare un semicerchio più o meno ampio; incurpìde
biel la ride: calate bene la rete in modo che faccia un bel semicerchio,
che circoscriva un bel tratto di mare; Etim.: da cuòrpo;
incurunà v.tr. (i incuròno - i incurunìo)
- incoronare; la loûna incuròna el monto:
la luna incorona il monte; Etim.: da curòna;
Incurunàte (li) top. - le Incoronate, arcipelago d'isolette
della Dalmazia ricco di pesce e per questo frequentato e ben conosciuto
dai pescatori rovignesi, vedi anche l'omonima poesia di Ligio Zanini:
El preîmo mieo mar
a zì stà quil, brumà da li sàngule, zut'i stanti da Valdabora. Duopo li preîme buobe, ciapade cu li asse, e 'è pansà ca pioûn in là a duvaravo iessi meo. E a puodi e bucòni, preîma zugando e puoi da bon, i 'è pascà cu li side a li Tiere Russe e a la Stassion. e, cun la fussina, da Prumunture fente a Ponta Salvuri, par turnà, bico, in sirca da Sant'Ufiemia. Al ciaro del Sul e del faral i 'è veîsto ca gira mondo da mieno, da quil ca ma pariva, preîma da iessi su la puzission. Nama a l'Incurunate i nu son stà, e i nu vuoi zeî par nu massale intul mieo panser, cume i fiuri, ch'i bàgula sul lissier del miteîn. e ch'i spieta da iessi massadi dal ciàro del Sul. |
Il primo mio mare
è stato quello, chiazzato di rifiuti umani, sotto le grotte di Valdibora. Dopo le prime bobe, prese con la lenza di spago, ho pensato che più in là sarebbe stato meglio. Un pò alla volta, prima giocando e poi facendo sul serio, ho pescato con la lenza serica alle Terre Rosse e alla Stazione. e, con la fiocina, da Prumuntore sino a Punta Salvore, per tornare, becco, in cerca di Sant'Eufemia. Al chiaro del Sole e della lampara ho visto che era molto meno, di quello che mi sembrava, prima di giumgere sul posto. Soltanto alle Incoronate non sono stato, e non ci voglio andare per non ucciderle nel mio pensiero, come i fiori, che ondeggiano alla brezza mattutina. e che attendono d'essere distrutti dal chiaro del Sole. |
incurvà v.tr. (i incoûrvo) - incurvare; Etim.:
da coûrva;
incurvadoûra s.f. - incurvatura;
incurvàse v.rifl. (i m'incoûrvo) - incurvarsi,
piegarsi; cui ani el s'incurvaruò senpro pioûn:
con gli anni si incurverà sempre più; bati
bati... s'incoûrva anca el fiero: dai e dai si piega anche
il ferro;
incusà v.tr. (i incusìo) 1. sporcare,
lordare soprattutto la biancheria personale; ganbìte
pioûn spìso ca t'incusìi maìte e mudande eceomo:
cambiate più di sovente che sporchi la biancheria da ridurla in
uno stato pietoso; 2. lavare male la biancheria, così che
rimanga traccia dello sporco;
incusà agg. (f. -àda) - lordato, sporcato malamente;
el zì turnà da lavur doûto incusà:
è tornato dal lavoro tutto sozzo;
indafarà agg. (f. -àda) - indaffarato, affacendato;
el zì pioûn indafarà loû
ca li furniere: è più affacendato lui che le fornaie,
frase idiomatica che indica una persona occupatissima;
indafarensa s.f. - indifferenza, freddezza, noncuranza; quil
ca ma fà mal zì la suova indafarensa: quel che
mi fa male è la sua indifferenza;
indafarento agg. - indifferente; el fiva
l'indafarento, ma a sa vadiva ch'el gira rastà inprasiunà:
faceva l'indifferente, ma si vedeva che era rimasto impressionato;
indafarento avv. - indifferente, la stessa cosa, lo stesso,
uguale; - Par meî zì indafarento, fì cume ca va par:
per è lo stesso, fate come vi pare;
............
indoûstria s.f. - industria; a Ruveîgni
nu mancava indoûstrie: a Rovigno non mancavano industrie;
indoûzio s.m. - indugio; a ga vol
daseîdi sensa indoûzio: occorre decidere senza indugio;
Etim.: dal lat. Indusium = indugio, ritardo;
indramuleî agg. (f. -ada) - intorpidito, attrappito, (arto)
addormentato. Voce generalmente riferita alle gambe in preda del formicolio;
i iè li ganbe indramuleîde par iesi
stà masa santà: ho le gambe intorpidite per stare
troppo seduto; l'induormi a ga uò indramuleî
la buca e gila ca nu la viva mai fata la sa uò spagurà:
l'anestesia le aveva addormentato tutta la bocca e lei che non l'aveva
mai fatta prima si è spaventata;
indreîo avv. - indietro, dietro; el
zeîva vanti indreîo cume oûna anama in pena: andava
avanti e dietro come un'anima in pena; i ziendi pioûn
ca darato, e 'l puovaro Tuneîn, ca nu pudiva curi, el zì rastà
indreîo: andavamo assai veloci e il povero Tonino, che non
poteva correre è rimasto indietro; el zi rastà
oûn può indreîo: è un pò ritardato.
Modi di dire: iesi indreîo (cu li
carte): esser scemo, stupido, di intelligenza ritardata;tirà
el coûl indreîo: far marcia indietro, ritornare
su di una propria decisione; vigneî indreîo:
ritornare; i nu siè sa mai vignaruò
indreîo doûti i ruvignizi sparnisadi par el mondo: non
so se mai ritorneranno i rovignesi sparpagliati per il mondo; indreîo
man: continuamente, di seguito, senza interruzioni; indreîo
schena: caduto all'indietro; indreîo vanti:
avanti ed indietro, continuamente;
indreîocoûl loc.avv. - all'indietro;
indreîoman loc. avv. - continuamente, di seguito, senza
alcuna interruzione;
indrento avv. - dentro, all'indentro; - Fate indrento ca i zbara:
fatti all'indentro che sparano;
indrisà v.tr. (i indrìso) - raddrizzare;
indrisà agg. (f. -ada) - diritto, raddrizzato; cu
stu racuolto i sa vemo oûn può indrisadi: con questo
raccolto ci siamo un pò radrizzati, messi bene rispetto a prima;
indrisà agg. (f. -ada) - intrecciato; Etim.: da drìsa
= treccia;
indrìso s.m. - indirizzo;
indù loc. avv. - laddove, là dove; el
stà indù ca gira la farmada da li curiere: abita là
dov'era la fermata dei pulman; i nu siè d'indù
ch'i semo uriginari: non so da dove siamo originari; Etim.: contrazione
di in + du(ve);
............
indulantrà agg. (f. -ada) 1. addolorato; 2.
intontito, instupidito dal dolore;
indulantrà v.tr. (i indulantrìo) - idolatrare,
venerare; el indulantrìa nu siè qual damonco da l'infierno:
venera non so qual demonio dell'inferno;
indulantrà agg. (f. -ada) - idolatrato, venerato; i
nu siè parchì lu uò lasà. la gira indulantrada
dal mareîn: non so perchè lo ha lasciato era idolatrata
dal marito;
indulensa s.f. - indolenza, apatia, voglia di far niente; cu
zì sta indulensa, soûn lavurìde ca chi nu lavura nu
magna pan: cos'è questa indolenza, sù lavorate che
chi non lavora non mangia pane;
indulento agg. - indolente, apatico, ignavo, menefreghista;
frà meo, ti son masa indulento par cunbinà qualcuosa da bon:
caro mio, sei troppo indolente per poter combinare quacosa di buono;
indulinseî agg. (f. -da) - indolenzito;
i iè doûti i crachi indulinseîdi, nu son pioûn
oûn zuvaneîto, par pudì fà ancura sti lavuri:
ho tutte le ossa indolenzite, non sono più un giovanetto, per poter
fare ancora questi lavori;
indulgensa s.f. - indulgenza; cui fioi
peîci e cui vieci a ga vol vì indulgensa: con i bambini
piccoli e con i vecchi bisogna aver indulgenza;
indulgento agg. - indulgento; cu tu feîo
ti son masa indulgento: con tuo figlio sei troppo indulgente;
indulseî agg. (f. -da) - riferito a persona che dopo aver
pianto a dirotto o singhiozzato è esausta, prostrata o rasserenata;
la gira indulseîda da piurà par quil
scavasacuola da su feîo: era prostrata a furia di piangere
per quello scavezzacollo di suo figlio;
indulseîse v.intr.pr. (i m'indulseîso) -
mitigarsi, addolcirsi, in riferimento alle condizioni atmosferiche; cu
ven apreîl el tenpo s'indulseîso: quando viene aprile,
il tempo si mitiga;
induman avv. - indomani, domani, il giorno dopo;
l'induman sa uò inacuorto ca la gira scanpada veîa mucela,
mucela: l'indomani si è accorto che era fuggita via zitta,
zitta;
induòrmia s.f. 1. anestesia; t'iè
veîsto ca nu gira puoi cuseî duluruz cavà el dento cu
l'induormia: hai visto che non è poi cosi dolorose togliere
un dente con l'anestesia; 2. sonnifero; a
stu peîcio ga vol daghe l'induormia, sa nuò anca stavuolta
na faruò fà nutulada: a questo bambino occorre dare
il sonnifero, altrimenti anche questa volta ci farà stare svegli
tutta la notte; Etim.: dal lat. Indormire = dormire su;
induòrmio s.m. - vedi induòrmia;
induòso avv. - indosso, addosso, con me; induosoi
nu iè ca puochi schei: con me non ho che pochi soldi;
............
induvinièlo s.m. - indovinello. Come in tutte le culture
popolari anche a Rovigno si conoscono vari indovinelli, alcuni dei quali
un alquanto maliziosi:
1. Pil da fora, e pil da drento;
alsa la ganba e metala drento; opp.: Pil da fora e pil da drento: I nu son cuntento si nu lu meto drento. Raspuosta: la calsa. |
1. Pelo fuori e pelo denrto;
alza la gamba e mettila denrto; opp.: Pelo fuori e pelo dentro; Non son contento se non lo metto denrto. Risposta: la calza. |
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2. Dui omi pol fà.
Oûn omo e oûna fimana pol fà. Du fimane nu pol fà. R.: la cunfasion. |
2. Due uomino lo possono fare.
Un uomo ed una donna lo possono fare. Due donne no. R.: la confessione. |
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3. Alta duona da palasio
Casco in tiera e nu ma maso. Biela i son, broûta i ma faso, Doûti i ragasi sa cava spaso. R.: la nìo. |
3. Alta donna di palazzo
Casco in terra e non mi ammazzo. Bella sono e brutta divento, Tutti i ragazzi si sollazzano. R.: la neve. |
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4. Pil da zuta e pil da zura;
el gardileîn in miezo ca lavura. R.: l'uocio. |
4. Pelo sotto e pelo sopra;
un cardellino in mezzo che lavora. R.: l'occhio. |
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5. Tondo e ritondo,
cume oûn uocio de culonbo, chi zì oûzo nu pol stà, s'el nu lu meto in boûzo. R.: el butunseîn dela cameîza. |
5. Tondo e ritondo,
cume l'occhio di colombo, chi ci è abituato non può farrne a meno, se non lo mette nel buco. R.: il bottocino della camicia. |
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6. Zuvane da maridà,
s'i nu lu vì, fivelo dà; nè cun aghi, nè cun vreîgula, i varì oûna ruoba ca va peîndula. R.: el riceîn. |
6. Giovinette da marito,
se non lo avete, fatevelo dare; nè con aghi, nè con il succhiello, avrete una cosa che vi pende. R.: l'orecchino. |
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7. Pansa cun pansa,
Tabarnaculo col boûz. La duona par fà pioûn priesto, La scasa el coûl. R.: culà aqua da la zustierna. |
7. Pancia con pancia,
Tabernacolo col buco. La donna pea far più presto, Dimena il sederel. R.: prender acqua dalla cisterna. |
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8. Santula, ma santula;
Cumare da ma mare, (A m'uò mandà ma mare) Ca si lavì nu ma la dì; si nu lavì, dìmala. R.: la tuola da lavà. |
8. Madrina, mia madrina;
Commare di mia madre, (Mi ha mandata mia madre) Che se lavate nun me la date; se non lvate, datemela. R.: la tavola da lavare. |
Indovinello intraducibile che gioca sulla quasi omofonia di lavì
= participio passato di lavare e la vì = la avete. Per
cui il proverbio viene detto come se tutti e due i termini omofoni significhino
lavì, da qui la suo oscurità, la soluzione salta agli
occhi intendendo la prima volta lavate e la seconda l'avete.
9. Du luzenti, du punzenti,
Quatro mase e oûn scuvuleîn. R.: el bò. |
9. Due lucenti, due pungenti,
Quatro mazze ed uno scovolino. R.: il bue. |
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10.Chi la fà, la fà par vendi,
Chi la conpra nu la duopara, Chi la duopara nu la vido. R.: la casiela. |
10.Chi la fa, la fa per vendere,
Chi la compra non l'adopera, Chi l'adopera non la vede. R.: la cassa da morto. |
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11. A zì quatro surure,
doûte quatro li curo e mai nu li sa pol ciapà. R.: li rude del caro. |
11.Son quattro sorelle,
tutte e quattro corrono e mai non arrivano a prendersi. R.: le ruote del carro. |
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12. Zuta el ponto de Cik Ciak
Stà Bergnik Bergnak Cu la tiesta virduleîna Cavaliir cheî l'induveîna. R.: la rana: |
12.Sotto il ponte de Cik Ciak
Sta Bergnik Bergnak Con la testa verdolina Cavaliere chi l'indovina. R.: la rana: |
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13. Zbreînduli zbreîduli và in canpagna
Breînduli alsa la buze Zbreînduli, zbreînduli ghe rispuze. R.: la pegura. |
13.Sbrindoli sbrindoli va in canpagna
Brindoli alza la voce Sbrindoli, sbrindoli gli rispose. R.: la pecora. |
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14. Pansa cun pansa,
Manago ca vansa, Oûn boûz in miezo. Pioûn ca ti grati, Pioûn ti grataravi. R. la ticara. |
14.Pancia con pancia,
Un manico che avanza, Un buco in mezzo . E più gratti Più gratterestii, R. la chitarra. |
induvìr loc.avv. - obbligato, in dovere; ara
ca nu ti son indivir da faghe ragali e ragaliti: guarda che non
sei obbligato di fargli regali e ragalini;
ineîquo agg. - iniquo, malvagio, calco it.; altro
ca ineîque sansioni, cun quista guiera nu sa truva pioûn gnìnte:
altro che inique sanzioni, con questa guerra non si trova più nulla;
infagutà v.tr. (i infaguòto - i infagutìo)
- infagottare, vestire in maniere eccessiva; nu infagutalo
cume al tuovo suolito, ca puoi i muriedi lu ciù par coûl:
non infagottarlo come fai di solito che poi i ragazzi lo prendono in giro;
infagutà agg. (f. -ada) - infagottato;
............
infucicà agg. (f. -ada) 1. spiegazzato, stazzonato;
i iè ancura el lieto infucicà:
ho ancora il letto spegazzato; 2. (fig.) abboracciato, fatto malamente;
oûn lavur infucicà nu val oûn
caspe: un lavoro abboracciato, non vale nulla;
infucicon loc. avv. - sottosopra, in disordine; i
ta fariè pasa el veîsio da lasà doûto infucicon:
ti farò passare il vizio di lasciare tutto in disordine;
infuòibà v.tr. (i infuòibo) - infoibare,
gettare nelle foibe, tipico mezzo di pulizia etnica e di intimidazione
della popolazione italiana o comunque non comunista, impiegato dai partigiani
titini durante e dopo l'ultima guerra mondiale;
infuoibà agg. (f. -ada) - infoibato, persona gettata
nelle foibe alcune volte ancora viva; squazi doûte
li fameîe li uò boû qualco praquente infuoibà:
quasi ogni famiglia ha avuto qulche parente infoibato;
infulcàse v. rifl. (i m'infulchìo) accalcarsi,
addentrasi, ficcarsi con impeto. Vc. quasi scomparsa riportata da Segariol;
Etim.: dal lat. Infulcire = mettere dentro, ficcare;
infuletà v. tr. (i infulitìo) - attizzare,
vc. desueta raccolta dall'Ive;
infurià agg. (f. -ada) - infuriato; li
gate infuriade fà i fioi uorbi: le gatte infuriate generano
micetti ciechi, prov.; gata infuriada, lagala stà:
gatta infuriata, lasciala stare;
infuriàse v. rifl. (i m'infoûrio) - infuriarsi,
arrabbiarsi; ara a vidi sierte ruobe i m'infoûrio
cume oûna bies'cia: beh, a vedere certe cose m'infurio come
una bestia;
infurcà v. tr. (i infùrco) - inforcare;
infurmà v. tr. (i infùrmo) - informare;
infurma tu mare ca stanuòto ti duormi da nui: informa tua
madre che questa notte dormi da noi;
infurmateîva s.f. - informativa, calco it.;
infurmasion s.f. - informazione; ara ch'i
nu son l'ufeîcio infurmasioni: guarda che non sono l'ufficio
informazioni;
infurnà v. tr. (i infurnìo) - infornare,
mettere al forno;
infurnada s.f. 1. infornata, l'insieme delle cose messe
a cuore o cotte nel forno; 2. (fig.) manica, gruppo; ca
infurnada da scansafadeîghe: che manica di scanzafatiche;
infurneî v.tr. (i infurneîso) - vedi furneî;
infurneî agg. (f. -eîda) - fiorito; a
gira canti infurneîdi, miludeîe ca ta strapasiva el cor:
erano canti fioriti, melodie che ti trapassavano il cuore;
............
ingansà v.tr. (i ingànso) 1. agganciare;
2. catturare il pesce; 3. (fig.) circuire, prendere all'amo;
soûn da geîngule-giangule l'uò
ingansà: a furia di moine lo ha preso all'amo;
ingarmà v.tr. (i ingàrmo) - fatare, ammaliare,
stregare;
ingarmà agg. (f. -ada) - fatato, ammaliato, stregato;
ingarnà agg. (f. -ada) - granato; el
pomo ingarnà el zì sai biel da vidi, ma el uò doûti
quii usìti...: la mela granata e bella da vedere, ma ha tutti
quegli ossetti ...;
ingarupà v.tr. (i ingarupìo) - impigliare
la ralinga del segnale delle reti sul fondale marino;
ingavunà agg. (f. -ada) - rimpinzato, satollo, pieno
da scoppiare; Etim.: da gavon = stiva, e quindi riempire la stiva, che
qui chiaramente è un traslato per la pancia, lo stomaco;
ingavunàse v. rifl. (i m'ingavunìo - i m'ingavòno)
1. andare con la prua sott'acqua; 2. rimpinzarsi, mangiare
da scoppiare; el ga viva dà oûna biela
pignata da minastron, e stu Lale el sa ingavuniva: gli aveva dato
un pentolone di minestrone, ed il nostro Lalle se ne rimpinzava; Etim.:
dall'ant Gava = magazzino della galea, a sua volta dal lat. Cavus;
ingeîna s.f. - angina;
ingelà agg. (f. -ada) - gelato; a
spatate i ma son ingelà: ad attenderti mi sono gelato; i
iè el naz ingelà: ho il naso gelato;
ingelada s.f. - gelata; sta ingelada la
uò sansinà pioûn da oûn sapadur: questa
gelata ha rovinato più di un contadino;
ingelase v. rifl. (i m'ingèlo) - gelarsi; ven
drento ca fora ti t'ingeli: vieni dentro che fuori ti geli;
ingeluzeî v. tr. (i ingeluzeîso) - ingelosire;
ingermà v.tr. (i ingèrmo) - propriamente immettere
il germe, quindi generare, procreare, inseminare; quil
puoco da bon ingermà da oûn sarpento inbilfà:
quel poco di buono generato da un serpente indemoniato; ca
zbaio ti iè fato a maridate cun quil urso ingermà d'oûn
damognio e cor da can: che errore hai commesso a sposarti con quello
orso posseduto dal demonio e dal cuore di cane;
ingiabanà agg. (f. -ada) - indiavolato;
ingiabetà agg. (f. -ada) - inseminato dal demonio, incalmato
diabolicamente;
ingiacà v.tr. (i ingiàco - i ingiachìo)
- riempire di botte, caricare di bastonate; i lu
uò ingiacà par ben: lo hanno riempito di botte;
ingiacùz agg - vedi ciacùz e inciacùz;
ingialà agg (f. -ada) - vedi ingelà;
ingianarà v.tr. (i ingianarìo) 1.
generare; cheî giavo da l'infierno t'uò
ingianarà?: quale diavolo dell'inferno ti ha generato?; 2.
generare, provocare, causare; i pacadi ingenera la
muorto: i peccati provocano la morte, proc.; el
balo ingenera l'amur: il ballo genera l'amore;
ingiandeî agg. (f. -da) - stecchito da freddo, intirizzito;
par spatate i ma son ingiandeî: per
aspettarti mi sono intirizzito;
ingiarmà v.tr. (i ingiarmìo - i ingèrmo)
1. propriamente immettere il germe, quindi generare, procreare,
inseminare; 2. fatare, stregare, ammaliare; quila
strighità cun quii uoci niri la ingiarmia doûti i muriedi:
quella streghetta con quegli occhi neri strega tutti i ragazzi;
ingiarmantà agg. - fatato, ammaliato; el
zì rastà ingiarmantà da el suovo mudo da fà:
è rimasto ammaliato dal suo modo di fare;
............
ingraià v. tr. (i ingràio) 1. rovinare;
2. ricoprire con i rovi;
ingraià agg. - rovinato, essere in mezzo alle graie,
cioè ai rovi;
ingrameîso s.m. - gran dolore causato da una sciagura;
Etim.: da gramo;
ingramià v.tr. (i ingramìo) - impastare,
far assorbire la farina in un impasto; a ga vol ingramià
ben la fareîna: bisogna assorbire completamente la farina
nell'impasto; ingramiando la fareîna, el pan
sa rafeîna: impastando la farina, il pane si raffina, prov.;
ingramiadoûra s.f. - impastatura;
ingramiadur s.m. - impastatore;
ingranà v.tr. (i ingràno) - ingranare anche
nel senso figurato;
ingranagio s.m. - ingranaggio;
ingrancheî agg. 1. ingranchito, anchilosato;
2. intirizzito, raggelato dal freddo;
ingrandeî v.tr. (i ingrandeîso) - ingrandire;
ingrandeîse v.rifl. (i m'ingrandeîso) - ingrandirsi,
allargarsi; in puoco tenpo i sa uò ingrandeî
tri vuolte: in poco tempo si sono ingranditi tre volte;
ingrandimento s.m. - ingrandimento;
ingrantà agg. (f. -àda) 1. ricoperto di
sudiciume, sporco raffermo; gnanca cu la varicheîna
zì vignoû puleîto, da ingrantà ch'el gira:
neanche con la varecchina è tornato pulito, da come era ricoperto
di sporco; 2. pittura, calcina od intonaco rappreso;
............
ingrièso s.m. - ingresso; la uò
nama ca ingrieso camara e cuzeîna: ha soltanto ingresso, camera
e cucina;
ingrintà agg. (f. -ada) - rabbioso, stizzito, grintoso;
- Chi ti iè ancui, ca ti iè el moûz ingrintà:
che hai oggi, che hai la faccia da arrabbiato;
ingripàse v. rifl. (i m'ingripìo) - ingripparsi,
intopparsi, fare attrito; - Soûn quil saleîzo i ma son ingripà:
mi sono ingrippato su di quella salita;
ingrispià agg. (f. -ada) 1. increspato, pieno
di grinze, di rughe; 2. cucito malamente;
ingrispiadoûra s.f. 1. increspatura; 2.
cucitura fatta male;
ingritulà agg. (f. -ada) - aggrovigliato, attorcigliato;
chi uò ingritulà la ride?: chi
ha aggrovigliato la rete?
ingrugneî agg. (f. -ada) - ingrugnato, imbronciato, ingrignito,
immusonito;
ingrumà v. tr. (i ingroûmo) 1. raccogliere,
radunare, tirar sù; anduve t'iè ingrumà
sta ruoba?: dove hai raccolto questa roba?;
ingroûma i strafaneîci ca zì pronto in tuola:
raccogli le carbattole, che è pronto in tavola; 2. racimolare,
risparmiare; i iè ingrumà oûn
può a la vuolta i suoldi par pagà la barca: ho racimolato
un pò alla volta i soldi per pagar la barca; ingroûma,
ingroûma ca puoi el giavo sa li magna: risparmia, risparmia
che poi il diavolo se li mangia;
ingrumada s.f. - raccolta, insieme di cose; ca
biela ingrumada da zento: che bell'insieme di gente;
ingruòso avv. - ingrosso; biegna
crunpà a l'ingruoso par pudeî sarcà da sparagnà
oûn può: bisogna fare acquisti all'ingrosso per poter
carcare di risparmiare un pò;
ingrupà v. tr. (i ingrupìo) 1. annodare,
fare nodi; 2. aggrovigliare;
ingrupà agg. 1. annodato, pieno di nodi, nodoso;
2. aggrovigliato; 3. (fig.) commosso, contristato, col nodo
alla gola, prossimo al pianto; nu ti veîdi
ca quila puovara duona da tu mare la zì ingrupada par doûto
quil ca ga vì fato pasà!: non vedi che quella povera
donna di tua madre è prossima al pianto per tutto quello che le
avete fatto passare!; i iè el cor ingrupà:
ho il cuore contristato;
............
ingubià v. tr. (i ingoûbio) 1. appaiare,
formare una pariglia; nu ingubià el caval
cul samier: non mettere nella stessa pariglia il cavallo con l'asino;
2. accoppiare, formare una coppia; la vularavo
ingubià tu frà cu Marioûsa: vorrebbe accoppiare
tuo fratello con Mariuccia, cioè che i due si mettano insieme, formino
una coppia di fidanzati; Etim.: da goûbia = coppia;
ingubià agg. (f. -ada) 1. accoppiato, apparigliato;
2. fidanzato, promesso; omo ingubià
nu zì pioûn leîbaro: l'uomo fidanzato, non è
più libero;
ingubiamento s.m. - fidanzamento, unione, accoppiamento;
i uò fato nama oûn biel ingubiamento: hanno fatto proprio
una bella unione;
ingubiàse v. rifl. (i m'ingoûbio) - accoppiarsi,
fidanzarsi, dare la parola per uno sposalizio; poûr
da spuzase la sa ingubiaravo anca cul giavo: pur di sposarsi si
metterebbe anche col diavolo;
inguènto s.m. - unguento, pomata; ti
ta son doûto inpiastrà cun quil inguento spusuluz:
ti sei tutto impiastricciato con quella pomata puzzolente;
............
inguòrgo s.m. - ingorgo, intasamento;
ingurdareîa s.f. - ingorderia, ingordigia, avidità:
nu stà magnà sulo par ingurdareîa:
non mangiare soltanto per ingordigia;
ingurdeîsia s.f. - ingordigia, avidità; la
magnava cun ingurdeîsia, gnanca la viso la fan del dizduoto:
mangiava con avidita neanche avesse la fame patita nel diciotto;
nu uò fan el magna par ingurdeîsia: non ha fame, mangia
per ingordigia;
ingurdo agg. - ingordo, avido; nu iesi
ingurdo, lagane oûn può da tuochi anca a tu frà:
non essere ingordo, lasciane un pò di fette per tuo fratello;
ingurgà v. tr. (i ingùrgo - ingurghìo)
1. ingurgitare, mangiare con voracita e rapidamente; el
ingurgaravo anco quil ch'el papa uò inbinideî cun tri didi:
ingurgiterebbe anche quello che il papa ha benedetto con tre dita; masteîga
e nu ingurgà i bucuni intreghi: mastica e non ingurgitare
i bocconi intieri; 2. intasare; el uò
ingurgà el cagadur: ha intasato il cesso;
ingurià v. tr. (i ingoûrio) - augurare;
i v'ingoûro da vì la suova furtoûna:
vi auguro di aver la sua fortuna;
ingusà v. intr. (i inguòso) 1. singhiozzare,
essere presi dai singhiozzi; 2. singultare, essere scosso da singulti
di pianto; i nu pudivo fà da manco da ingusà
cume oûn feîo peîcio: non potevo far a meno di
singultare come un bambino; 2. avere un groppo alla gola;
ingusà v. tr. (i inguòso) 1. ingozzare;
2. prendere per il gozzo, agganciare; i iè
ingusà oûn biel pìso: ho agganciato, ho preso
all'amo un bel pesce;
ingusà agg. (f. -ada) - sporco, untume che pur lavando
non viene via; t'iè el culìto ingusà,
lavìte el cuolo pioûn spìso: hai il colletto
così sporco che non viene pulito neanche a lavarlo, lavati il collo
più frequentemente;
ingusà agg. (f. -ada) - pieno di pianto, scosso dai singulti,
contristato; iè el cor ingusà par quil
muriè: ho il cuore contristato per quel ragazzo;
inibiteî agg. (f. -da) - inebetito, instupidito;
inichideî agg. (f. -da) - inerte, privo d'ogni energia;
chi 'l uò el peîcio ch'el zì
inichideî?: che ha il bambino che sta inerte?, è privo
d'energia?;
inièrte agg. - inerte; a nu sa
pol rastà inierti nansi sti fati: non si può romanere
inerti davanti a questi fatti;
iniscà v. tr. (i inìsco) - innescare, mettere
l'esca;
iniscadoûra s.f. - innescatura;
inìsco s.m. - innesco;
inispariensa s.f. - inesperienza;
inispierto agg. - inesperto;
inìsto s.m. - innesto; uò
frutà biel l'inisto ch'i vemo fato sui sarizieri: ha fruttato
bene l'innesto che abbiamo fatto ai ciliegi;
initeî agg. (f. -da) - gracile;
initicà v. tr. (i initichìo) - irritare,
far arrabbiare, litigare con qualcuno;
iniùri s.m. - vedi ignùri;
iniùri avv. - in nessun luogo;
inlancà agg. (f. -ada) - posto di sbieco, obliquo;
............
inpansàse v. rifl. (i m'inpènso) - impensarsi,
mettersi in mente, immaginarsi, inventarsi, escogitare; stà
scultà cuosa s'inpensa quil giavo da omo: stai ad ascoltare
cosa escogita quel diavolo di uomo; oûna na
fà e sento sa na inpènsa: una ne fa e cento se ne
inventa;
inpapinà agg. (f. -ada) - inpappinato;
inpapulà v. tr. (i inpapulìo) - impapocchiare;
el prieto uò inpapulà du parulìte
e ura i siemo spuzadi par doûta la veîta: il prete ha
impapocchiato due paroline ed ora siamo sposato tutta la vita;
inparà v. tr. (i inpàro) - imparare, apprendere;
inparà a favalà in ruvigniz par meî
zì stà sai difeîsile, parchì a caza ma mare
e ma pare favaliva par talian, sulo i nuoni ciaculiva in ruvigniz marso:
imparare a parlare in rovignese per me è stato assai difficile,
perchè a casa mia madre e mio padre parlavono in italiano, e soltanto
i miei nonni conversavano tra loro in rovignese stretto; zbaiando
s'inpara: sbagliando s'impara, prov.; inpara
l'arto e metala da parto: impara l'arte e mettila da parte, prov.;
pioûn ca sa veîvo e pioûn sa inpara:
più si vive e più si apprende, prov.;
inparadeîso agg. - imparaticcio, argomento appreso alla
bene e meglio;
inparatreîce s.f. - imperatrice;
inparatur s.m. - imperatore;
Inparatur - s.n. della famiglia Benussi;
inparzunà v. tr. (i inprizunìo - i inprizòno)
- imprigionare;
inpasà agg. (f. -ada) - impacciato, timido;
inpasàse v.rifl. (i m'inpàso - i ma n'inpaso)
- interessarsi, immischiarsi, impicciarsi, curarsene; cheî
uò la ruogna sa la grato, cheî nu 'nda uò nu sa n'inpaso:
chi ha la rogna se la gratta, chi non ne ha non se ne impicci, prov.; i
nu ma na inpaso, a zì afari da vui altre fimane: nom me ne
curo, non mi metto in mezzo, son cose che riguardano voi donne; meî
i nu ma n'intreîgo e i nu ma n'inpaso, ch'i fago poûr quil
ch'i vol: io non me ne impiccio e non me ne curo, che facciano pure
come gli pare;
............
inpatà v. tr. (i inpièto) 1. attaccare,
appiccicare; nu staghe senpro inpatà cume
oûna savara: non stargli sempre appiccicato come una sanguisuga;
li carte masa viecie li s'inpieta: le carte
troppo vecchie si attaccano; 2. chiudere, ma solmante nelle frasi
del tipo: stanuoto nu iè inpatà uocio:
questa notte non ho chiuso occhio; 3. far patta, impattare, pareggiare;
cun quista i vemo inpatà, ura la s'ciupa:
con questa abbiamo pareggiato ora c'è lo spareggio, la partita decisiva;
Etim.: der. da pata = patta;
inpatadeîso agg. 1. appiccicaticcio, appiccicoso;
cheî t'iè tucà ca ti iè
li man inpatadeîse?: cos'hai toccato che hai le mani appiccicose?;
2. (fig.) persona appiccicosa, noiosa; ti
siè ca zì sai difeîsile cavasalo da turno quil inpatadeîso
da muriè: lo sai che è assai difficile levarselo di
torno quel noioso d'un ragazzo;
inpatadoûra s.f. - l'unione di due pezzi di reti tramite
una cucitura; coûzi ben ca l'inpadatoûra
nu sa ronpo: cuci bene che non si rompa la cucitura che unisce i
due pezzi di reti;
inpatuveîse v. rifl. (i m'inpatuveîso) -
scambiarsi vicendevolmente dei patti, pattuire, ripromettersi; i
sa son inpatuveî da dase rasipruco agioûdo: si sono
scambiati la promessa, si sono ripromessi, di aiutarsi reciprocamente;
inpeica-tabàri s.m. - appendi abiti, attaccapanni; Etim.:
compostoda inpicà = appendere e tabaro = tabarro;
inpeîcio s.m. - impiccio, cosa fastidiosa;
i ma son mieso in oûn biel inpeîcio: mi sono messo in
un bell'impiccio;
inpeîra-aghi s.m. - infilacappio, strumento per infilare
aghi;
inpeîra daspeîra vc.verb. - letteralmente, infilare
e togliere il filo da un ago, sta ad esemplificare un azione vana, senza
esito;
inpeîsa e dastoûda farai s.m. - letteralmente accendi
e spegni i lampioni, così era chiamato l'addetto comunale all'accensione
ed allo spegnimento dei lampioni a gas che illuminavano la città
prima che fosse impiantata l'illuminazione elettrica;
inpeîsa-farai s.m. - lampionaio, termine più conciso
di inpeîsa e dastoûda farai, che comunque identificava
la stessa funzione di accendere e spegnere dei fanali a gas munito di un
lungo bastone che terminava ad uncino e di una scaletta. Tra gli altri
compiti svolgeva anche quello di consalastre, cioè di sostituire
i vetri dei lampioni, presi spesso di mira dalla mulareîa,
oltre a riparare anche pentole e padelle per arrotondare lo scarso stipendio;
inpentùr s.m. - pittore;
inpenzi v. tr. (i inpènzo) - dipingere;
............
inpigulà v.tr. (i inpugulìo) - impegolare,
impeciare. Vedi anche questo noto scioglilingua:
Ciapa sta barca, inpigulìala,
Duopo chi ti la iè inpigulada, dispigulìala |
inpigulà agg. (f. -ada) 1. impegolato; 2. scalognato,
iellato, sfortunato;
inpigulàse v.rifl. (i m'inpigulìo) - impegolarsi,
mettersi nei pasticci;
inpineî v.tr. (i inpineîso) - rienpire; uorpo
quanti cunfieti, i ma inpinariè li scarsiele par purtande oûn
può ai fioi: accidenti quanti confetti, me ne rienpirò
le tasche per portarne un pò ai bambini; el
sa uò biel inpineî el coûl da buori co zì stà
al cumoûn: si è ben rimpinzato di soldi quando stava
al comune; la uò inpineî Ruveîgno
da fluocie su ma feîa, ca sa la ma capita zuta la faso davantà
eceomo: ha riempito tutta la città di frottole su mia figlia,
che se mi capita sotto le mani la riduco in modo tale da non essere più
riconoscibile;
inpinteî agg. (f. - ada) - pentito, contrito;
inpinteîse v.rifl. (i m'inpènto - i m'inpinteîso)
- pentirsi, ravvedersi; ti ta na inpintariè
da quil ca ti ma iè fato: te ne pentirai di quello che mi
hai fatto; bazuogna pansà preîma,
par nu inpinteîse puoi: bisogna pensarci prima, per poi doversene
pentire in seguito, prov.; par inpinteîse el
tenpo nu manca mai: per pentirsi il tempo non manca mai, prov.;
inpionbadoûra s.f. - impiombatura, piombatura;
inpipàse v. rifl. (i m'inpeîpo) - infischiarsene,
fregarsene;
inpirà v. tr. (i inpeîro) 1. addrizzare,
rizzare, aggricciare; la uò inpirà
i cavì par lu spaghito ch'i ga iè fato ciapà:
aveva i capelli irti per lo spavento che le ho fatto prendere; Modo
di dire: inpirà el coûl:
mostrare il culo per dispetto; 2. sbarrare (gli occhi); ara
cumo ca inpira i uoci, el zì ciapà dal matìo:
guarda come sbarra gli occhi è proprio ammattito; 3. infilare,
infilzare; peîcia, fame oûn favur, inpirame
l'ago ca sansa uciai nun ga vido pioûn cume oûna vuolta:
fammi un favore, infilami l'ago che senza occhiali non vedo più
come una volta. Modo di dire: inpirà
l'ago: a. infilare l'ago; b. dire le proprie argomentazioni,
le proprie ragioni; cul vostro parmiso, i puoi inpirà
l'ago?: col vostro permesso posso dire le mie ragioni?;
inpirada s.f. - fregatura, buggeratura; - Ma uò dà
oûna biela inpirada: mi ha rifilato una bella buggeratura;
inpiratur s.m. - imperatore;
inpìro s.m. - impero; l'impiro
Austriago uò durà a Ruveîgno par pioûn da sento
ani: l'impero austriaco è durato a Rovigno per più
di cento anni;
inpirunà v. tr. (i inpirunìo) - inforchettare,
infilzare colla forchetta;
inpisà v. tr. (i inpeîso) 1. accendere (la
luce); feîa, inpeîsa la loûz, ca
zì masa scoûro: accendi la luce che è troppo
buio; 2. accendere, appiccare (il fuoco); 3. (fig.) aizzare.
Modo di dire: inpisà el sango:
alterare, accendersi d'ira; ara ca ti ma faghi inpisà
el sango: guarda che mi fai arrabbiare; Etim.: dal lat. Pix-picis
= pece, col senso originario quindi di spalmare di pece per favorire l'accensione,
così come il nap. appicciare;
............
inpriciz agg. - impreciso;
inpricizion s.f. - imprecisione;
inpridagà v. tr. (i inprièdago - i inpridaghio)
- raccomandare, dire più volte, fare la romanzina; a
nu curo ca ta inpriedigo da fà el bravo muriè, nu stame fà
broûte figoûre cu ma sor: non occorre che ti raccomandi
di fare il bravo ragazzo, non farmi fare brutta figura con mia sorella;
inpridicà v. tr. e intr. (i inpridichìo)
- predicare;
inprigiunà v. tr. (i inprigiòno) - imprigionare;
inprinditur s.m. - imprendotore;
inprisiunà v. tr. (i inprisunìo) - impressionare;
sti ruobe na inprisunìa: queste cose
ci impressionavano;
inprisiunàse v. rifl. (i m'inprisunìo)
- impressionarsi; el nu s'inprisunìa tanto
faseîle: non si impressiona tanto facilmente;
inprìza s.f. 1. impresa, azienda; i
viendi zà fato i pati da zeî a Tristi insieme, ma cauza l'inprìza
suova ca la viva i lavuri in curso a zì zeî doûto in
foûc': avevamo già fatto il patto di andare a Trieste
insieme, ma a causa della sua impresa che aveva i lavori in corso è
andato tutto per aria; 2. impresa, fatto straordinario, fatto importante;ta
par da vì fato oûna biela inpriza?: ti sembra d'aver
fatto una bella impresa?; Etim.: dal lat. Imprehensus = intrapreso;
inprizunà v. tr. (i inprizunìo) - imprigionare;
inprumèti v. tr. (i inprumèto) - promettere,
assicurare; meî giro sigoûra d'avilo
in brivo par marì, cumo nui da senpro i sa vivimo inprumìso:
io ero sicura d'averlo in breve per marito, come noi due da sempre ci eravamo
promessi; nu stà inprumeti sa nu ti son sigoûro
da pudeî puoi mantigneî: non stare a promettere, se
non sei sicuro di poter poi mantenere;
inprumìsa s.f. 1. promessa; ara
i ta fago l'inprumisa ca a la preîma ucazion i zariendi a Tristi:
ti faccio la promessa che alla prima occasione andremo a Trieste; 2.
promessa di fidanzamento;
inpruntà v. tr. (i inprònto) - approntare,
preparare;
inprunta s.f. - impronta; i ziendi a l'inprunta:
andavamo all'impronta;
inpruòpio s.m. - sproposito, improperio; ara
nu fì ca deîgo inpropi la nuoto da Nadal. Li varisi vui altri
sula cusensia!: non fatemi dire spropositi la notte di Natale, li
avreste voi altri sulla coscienza;
inpruòpio agg. - improprio, scorretto, non adatto, non
divuto; nu stime fà deî paruole inpruopie:
non fatemi dire parole improprie, non dovute;
inpruòvido agg. - improvvido;
inpruvà agg. (f. -ada) - natante con la prua che tende
ad affondare, ad imbarcare acqua; quil batiel zì
masa inpruvà: quel battello ha la prua che troppo bassa,
che tende a sprofondare;
inpruvàse v.rifl. (i m'inprùvo) - appruare,
tendere ad andare con la prua sott'acqua; nu incarighìde
masa la prùa, ca sa pudariensi inpruvà: non caricate
troppo la prua, che ci potremmo appruare;
inpruveîzo agg. - improvviso, subitaneo, inatteso; nu
capità cume al tuovo suolito a l'inpruveîzo: non capitare
come fai di solito all'improvviso; a zì stà
oûn culpo inpruveîzo: è stato un colpo inatteso;
inpruvizà v. tr. (i inpruvizìo) - improvvisare;
cu i avansi la inpruvizìa oûna sena
da licàse i bafi: con gli avanzi improvvisa una cena da leccarsi
i baffi; a li vuolte ga vol inpruvizà:
alle volte occorre improvvisare;
inpruvizada s.f. - improvvisata, visita imprevista, inattesa,
fatta cioè senza preavvertire; ca biela inpruvizada
ch'i na vì fato: che bella visita inattesa che ci avete fatto;
inpruvizasion s.f. - improvvisazione; a
ga vol fà li cuoze sensa inpruvizasion par fale riuseî:
occorre fare le cose senza improvvisazione, per farle riuscire;
inpruvizàse v. rifl. (i m'inpruvizìo) -
improvvisarsi; el sa uò inpruvizà cogo,
e nu sa pol deî ca nu zì stà bon: si è
improvvisato cuoco e non si può dire che non sia stato bravo;
inpucrizeîa s.f. - ipocrisia;
inpudensa s.f. - impudenza, calco it. il rovignese più
correttamente usa inpudità;
inpudità s.f. - impudenza;
inpugnà v. tr. (i inpoûgno) 1. inpugnare;
2. impugnare, contestare, (giur.); calco it.; L'Ive riporta inpugneî;
inpugnadoûra s.f. - impugnatura;
inpula s.f. - ampolla;
inpulà agg. (f. -ada) - nascosto tra le alghe; Etim.:
da in + (ca)pul = alga;
inpuleîna s.f. - ampollina;
inpulvarà. v. tr. (i inpulvarìo) - impolverare,
coprire, cospargere di polvere; la inpulvarìa
la tuorta cul soûcaro a velo: cosparge la torta con lo zucchero
a velo;
inpulvarà agg. (f. -ada) - impolverato;
inpulvaràse v. rifl. (i m'inpulvarìo) - impolverarsi;
par zì in muleîn i ma son doûto
inpulvarà: per andare nel milino mi sono completamente impolverato;
inpuneî agg. (f. -da) - impunito; gnìinte
rastaruò inpuneî: nulla resterà impunito;
inpuntà v. tr. (i inpònto) 1. impuntare,
fissare con punti; 2. appuntare, annotare;
inpuntàse v. intr. pr. (i m'inpònto) -
impuntarsi, intestardirsi, fare di una questione un punto d'onore;
inpuntadoûra s.f. - impuntatura, testardaggine, ostinazione;
a ma par ca la suova zì oûna inpuntadoûra
biela e buona: mi pare che la sua sia testardaggine bella e buona;
inpunticià v. tr. (i inpunticìo) 1.
imbastire, cucire in maniera provvisoria; 2. cucire alla buona,
dare due punti come viene viene;
inpuntigliàse v. rifl. (i m'inpunteîglio)
- vedo inpuntilgiàse;
inpuntilgiàse v. rifl. (i m'inpulteîlgio)
- inpuntigliarsi, ostinarsi, fare di una questione un puntiglio; Etim.:
dall'italiano puntiglio, retaggio dello spagnolo Puntillo, che identificava
l'esagerata concezione dell'onore tipica della Spagna seicentesca;
inpuntìo agg. - appuntito;
inpuntoû agg. (f. -da) - aguzzo, acuminato, appuntito;
sti tenti a nu fave mal su quil fiero inpuntoû:
state attennti a non farvi male su quel ferro aguzzo;
inpuòi loc. avv. - d'ora in poi, d'ora in avanti; da
dieso inpuòi i signemo cume fardai: d'ora in avnti siamo
come fratelli;
Inpuolito s.m. n. pr. - Ippolito;
inpuòni v. tr. (i inpuòno) - imporre; a
stu peîcio ti ga inpuòni masa diseîplina: a questo
piccoli imponi troppa disciplina;
inpuòrio s.m. - emporio;
inpuòrto s.m. - importo; cul nudaro,
li steure e 'l giavo ca li ciapo, l'inpuorto final zì stà
da dusento miliuni da leîre: con il notaio, le tasse ed il
diavolo che li prenda, l'importo finale è ammontato a duecento milioni
di lire;
inpuòsta s.f. - imposta, tassa. Calco it. il rovignese
usa solitamente steure. Dal nostro solito cronista Antonio Angelini apprendiamo
che nell'ottocento sotto gli austriaci vi erano le seguenti imposte: Fondiaria,
1810; Comsumo, 1828; Testatico, abolita nel 1829; Casatico, 1821; Pigioni,
1850; Reddito, 1850.
inpupà agg. (f. -ada) - sprofondato di poppa, imbarcata
di poppa, battello che tende ad imbarsi poppa via;
inpupàse v. rifl. (i m'inpoûpo) - imbarcarsi di
poppa via, sprofondare dal lato di poppa, l'esatto contrario di inpruvàse;
inpurtà v. intr. (i inpuòrto) - importare,
avere importanza; coûto ca inpuorto cheî
ca veînso tra cruati e sierbi, par nui zì senpro tuduora:
cosa vuoi che importi chi vinca tra croati e serbi, per noi sono sempre
cavoli mari;
inpurtà v. tr. (i inpuòrto) - importare;
oûna vuolta sa zeîva in Rusia par inpurtà
el grano, dieso i zì i rusi ch'i l'inpuorta da i mirigani, vidi
quil ca vol deî frabicà cari armadi inveîse da traturi:
una volta andavamo in Russia per importare il grano, ora sono i russo che
lo importano dagli americani... vedi cosa vuol dire fabbricare carri armati
invece di trattori;
inpurtansa s.f. - importanza; par meî
nu uò ningoûna inpurtansa s'el nu zì reîco:
per me non alcuna importanza se non è ricco;
inpurtanto agg. e s.m. - importante; nu
zì impurtanto ch'el zì biel, basta ch'el ma vol ben e ch'el
seîo oûn bon lavuradur: non è importante che
sia bello. basta che mi voglia bene e che gli piaccia lavorare; l'inpurtante
zì stà ca a caza nu gira nongoûn:
la cosa importante è stata che a casa non c'era nessuno;
inpusasàse v. intr. pr. (i m'inpusièso)
- impossessarsi, predere possesso; a ga vol inpusasàse
da la ciavo e fande puoi oûn dupion: bisogna impossessarsi
della chiave e poi farci un doppione;
inpuseîbalo agg. - impossibile; a
ma par inpuseîbalo ca quila mieza cartoûcia uò fato
oûna ruoba cunpagna: mi sembra impossibile che una
tale mezza cartuccia abbia fatto una cosa simile;
iè fato l'inpuseîbalo par cuntantalo: ho fatto l'impossibilr
per accontentarlo;
inpuseîbile agg. - vedi inpuseîbalo;
inpustà v. tr. (i inpòsto) - impostare,
imbucare; cuseî ca ti vaghi in piasa, inposta
la litara par tu pare: così che vai in piazza, inbuca la
lettera per tuo padre;
inpustà agg. (f. -ada) - impostato, con la voce impostata,
calco da l'it.;
inpustàse v. rifl. (i m'inpòsto) - appostarsi,
voce usualmente riferita ai pescatori di frodo;
inpustur s.m. - impostore; nu sta cridaghe
a quil'inpustur: non credergli a quell'impostore;
inputà v. tr. (i inputìo) - imputare, accusare;
el girà inputà da foûrto:
era accusato di furto;
inputacà v. tr. (i inputachìo) - ipotecare,
accendere una ipoteca; nu zì doûto uoro
quil ca loûz... uò inputacà doûte li caze e 'l
zì pien da diebiti: non è
tutto oro quello che riluce... ha ipotecato le case ed è pieno di
debiti;
inputasion s.f. - imputazione, accusa, incriminazione, capo
d'accusa; i lu uò inpachità sensa deîghe
gnanca l'inputasion: lo hanno incarcerato senza neanche dirgli il
capo d'accusa;
inputato s.m. - imputato;
inputente agg. - impotente; in guiera
oûna bunba ga zì s'ciupada pruopio là de la natoûra,
dieso quil puovaro omo zì inputente: in guerra una bomba
gli è scoppita proprio tra i genitali, ora quel poveraccio è
impotente;
inputento agg. - impotente; cuntra al
pripio dasteîn sa zì inputenti: su è impotenti
contro il proprio destino;
inputièca s.f. - ipoteca;
inpuvareî agg. (f. -da) - impoverito;
inpuvareîse v. rifl. (i m'inpuvareîso) -
impoverirsi; nu ti ta inpuvareîsi par prastame
dieze meîla leîre: non ti impoverisci per prestarmi
diecimila lire;
inquadrà v. tr. (i inquàdro) 1.
(mil.) inquadrare; i na uò inquadrà
doûti in mareîna: ci hanno inquadrati tutti nell'arma
della marina; 2. inquadrare, porre in un quadro: 3. inquadrare,
riprendere nell'obiettivo; sa i va strinzìde
oûn può i va inquadro doûti: se vi stringete
un pò vi inquadro tutti;
inquadratoûra s.f. - inquadratura; in
quila inquadratoûra sa vido Ruveîgno: in quell'inquadratura
si vede Rovigno;
inquileîbrio s.m. - equilibrio;
inquitàse v. rifl. (i m'inquìto) - inquietarsi,
arrabbiarsi; ara da nu fame inquità:
vedi di non farmi inquietare;
inquìto agg. - inquieto; i son
inquito i nu vularavi ca capitaso qualco dazgrasia: sono inquieto
non vorrei che capitasse qualche disgrazia;
inquitoûdine s.f. - inquietudine;
inrabiàse v. rifl. (i mi inràbio) - arrabbiarsi;
nu daghe bado, ti siè ca s'inrabia par gnìnte:
non dargli retta, lo sai che si arrabbia per un nonnulla;
inradigà p.p. e agg. - radicato;
inradigase v. intr. pr. (i m'inradighìo) - radicarsi,
metter le radici;
inragheîse v. rifl. (i m'inragheîso) 1.
irrauchirsi, diventare rauco; nu stà sigà
ca puoi ti ta inragheîsi: non urlare che poi diventi rauco;
2. sapore, odore forte che prende alla gola; el
tanfo da varicheîna ma uò inragheî: il tanfo
di varecchina mi ha preso alla gola;
inrazeîse v. rifl. (i m'inrazeîso) - vedi
inragheîse;
inrisàse v. rifl. (i m'inrisìo - i m'inreîso)
- rizzarsi; a ga s'uò inrisà el peîl
cume a oûna gata infuriada: gli si è rizzato il pelo
come ad una gatta infuriata;
inruzineîse v. rifl. (i m'inruzineîso) -
arruginirsi, anche in senso figurato; a stà
sensa fà gnìnte i m'inruzineîso: a stare senza
far nulla mi arrugginisco;
insabià v. tr. (i insàbio) - insabbiare;
insabiadoûra s.f. - insabbiatura, sabbiatura;
Insabieta s.f. n. pr. - Elisabetta;
insacà v. tr. (i insàco) - insaccare, mettere
nel sacco; a nu ga gira gnanca sachi par insacàli
doûti: non c'erano neanche sacchi per insaccarli tutti;
insacà agg. (f. -ada) - insaccato, cioè salami,
mortadella, ecc.;
insacàse v. rifl. (i m'insàco) - insaccarsi;
ara cuma ca s'insaca biel i pìsi: guardo
come si insaccano bene i pesci, cioè come finiscono nelle reti;
insalvadagheî agg. (f. -da) - inselvatichito;
insanacà v. tr. (i insanachìo) - confondore,
ingarbugliare; Etim.: questo verbo deriva stranamente da Seneca, in rov.
Sienaca, col significato di uomo emaciato, magro, pallido;
insanareî v. tr. (i insanarìo) - incenerire,
ridurre in cenere;
insanbrà v. tr. (i insènbro) - unire, mescolare
insieme;
insanbràse v. rifl. (i m'insènbro) 1.
mescolarsi, frammischiarsi; i nu m'insènbro
cu quila managa da sfadigadi: non mi mescolo con quella manica di
sfaccendati; 2. unirsi in matrimanio, od anche convivevere; el
stiva insanbrà cu la feîa da Giuvaneli: conviveva con
la figlia di Giovanelli;
...........
insantòn loc.avv. - nella positura seduta, seduti da
una parte; el stiva insanton del lieto: stava
seduto su di un angolo del letto;
insarà v.tr. (i insièro) - chiudere, serrare;
i insiero parchide fà curento: chiudo perchè fa corrente;
insiera la puorta ca ma ven oûna sfeîlsa pruopio drioscheîna:
chiudi la porta che mi viene uno spiffero proprio dietro la schiena;
insarada s.f. - tela incerata, tela impermeabile. Usata a mò
di tovaglia per ricoprire solitamente il tavolo della cucina; sta
insarada a fiuri la fà ligreîa: questa incerata fiorata
fa allegria;
insarda s.f. - vedi insarada;
insarseî agg. (f. -da) - secco, inaridito, bruciato dal
caldo o dal gelo;
insarseîse v. rifl. (i m'insarseîzo) - inaridirsi,
seccarsi. Riferito soprattutto a legumi ed altri prodotti agricoli bruciati
a causa della siccità;
insartìsa s.f. - incertezza;
insastuz agg. - carino, grazioso, aggraziato, che cade bene
(di un abito), ammodo, di sesto; ca capileîn
insastuz: che grazioso cappellino;
insastuzo agg. - come insastuz;
insavàrio agg. - delirante, persona che vaneggia;
insavunà v. tr. (i insavòno - i insvunìo)
- insaponare;
insavunada s.f. - insaponata;
insavureî agg. (f. -da) - insaporire;
inscagnàse v. rifl. (i ma inscàgno) - acquattarsi
tra gli anfratti marini, rifugiarsi tra i massi sommersi. Il verbo si riferisce
alla azione dei pesci; a nu zì gnìnte
da fà, cume ca ma viseîno el pìso sa inscàgna:
non c'è nulla da fare, come mi avvicino il pesce si infratta tra
le rocce;
inscardileîse v. rifl. (i ma inscardileîso -
i ma inscardalìo) - lo sconnettersi delle doghe a causa del
disseccamente, cosa che provoca la perdita del liquido contenuto nelle
botti, tini ecc.; Etim.: da scardìl;
inscarsalà v. tr. (i inscarsièlo) - intascare;
Etim.: da scarsiela, tasca, saccoccia;
inscureî v. tr. e intr. (i inscureîso) 1.
scurire, abbuiare, annottare; li zurnade inscureîso
senpro pioûn: le giornate si accorciano, cioè fa buio
sempre più presto; 2. annerire, inscurire, far diventare
nero, scuro; inscureîsi andùe ca zì
el punteîn e puoi a ta vignaruò fora oûn pupuluoto:
annerisci dove trovi un puntino e poi verrà fuori un disegno, una
figura. Modo di dire: inscureî i
uoci: vederci nero dalla rabbia, dalla stizza, arrabbiarsi;
nu stà deî munade, ca ti ma faghi inscureî i uoci:
non dire stupidaggini, che mi fai veramente arrabbiare;
inscureîse v. rifl. (i m'inscureîso) 1.
oscurarsi, abbuiarsi, annuvolarsi; a ma par ch'el
siil s'inscureîso, nu zì da zeî fora: mi pare
che il cielo si stia annuvolando, non è il caso di uscire per mare;
2. rabbuiarsi, anche in senzo figurato; i nu
siè parchì ma doûtoûntoûn el s'uò
inscureî: non so perchè, ma tutto ad un tratto si è
rabbuiato;
inseî v. intr. - uscire. Forma usata soltanto in questa
frase riportata dall'Ive: ti nu siè nà
intrà nà inseî: non sai nè entrare, nè
uscire, cioè sei un indeciso, un incapace;
inseîda s.f. - vc. desueta per diarrea; Etim.: prob. tramite
il veneziano Insida, definito dal Boerio: termine antiquato ma conservato
come titolo di una tra le tante magistrature venete, che stava ad indicare
il magistrato addetto alle Uscite ovvero Esportazioni. E' palese come,
in senso ironico, questo termini possa esser passato a significare diarrea;
inseîdia s.f. - insidia;
inseînso s.m. - incenso;
inseînta agg. - incinta, voce più dotta rispetto
a gravàda; la zì inseînta da
tri mìzi: è incinta di tre mesi, vedi anche questo
brano di un canto pop. rov. però fortemente venetizzato ed italianizzato:
La zì inseînta per parturire
La no vol dire el mal che la gà. |
E' incinta lì lì per partorire
Non vuol dire il male che ha. |
inseîpido agg. 1. insipido, poco saporito, cibo
che non sà di nulla o a cui non è stato messo il sale; la
cuzeîna masa inseîpida par i miei goûsti: cucina
troppo insipida per i miei gusti; nu deîgo
da fà fà salamora, ma cuseî la maniestra la zì
inseîpida: non dico di far una salamoia, ma così la
minestra non sa di nulla; 2. (fig.) insipido, scialbo; i
nu siè cume uò fato a ingubiase cu quila fimana inseîpida:
non so come ha fatto a mettersi con quella donna scialba;
inseîsti v. intr. (i inseîsto) - insistere;
inseîsti, ca bati bati la sità sa rendo: insisti, che
a furia di battere la citta si arrende; meî
inseîsto cul deî ch'i vìde fato mal a zeî veîa:
io, insisto a dire che avete fatto male ad andar via;
insenbro avv. - insieme, assieme; cheî
và insenbro cui soûti, sutulìa cume luri: chi
va con gli zoppi, zoppica come loro; la stiva insenbro
cun Tuoni de l'uocio: stava insieme con Toni; Etim.: dal lat. Insemul
= insieme unito + insanbrà = unire, assembrare;
insènso s.m. - incenso;
insfrideîse v.intr.pr. (i m'insfrideîso - i m'insfreîdo)
- prender freddo, infreddarsi; quila sulsuota la
s'insfreîdiso par vuleî stà al barcon: quella
stupidina si prende freddo per voler stare alla finestra;
insicheî v.intr. (i insicheîso) - insecchire,
rinsecchire, diventar secco; stu caldo afuz insicheîso
doûta la gierba: questo caldo afoso rinsecchisce tutta la
verzura;
insichineî agg. (f. -da) - rinsecchito; meti
el pan intul sachìto ca sa nuò insichineî sa pol butalo:
metti il pane nel sacchetto che altrimenti rinsecchito si puo buttarlo;
............
insimurà agg. (f. -ada) 1. vestito bene, azzimato;
2. ornato, adornato; el và visteî
senpro intrincà cu li calse insimurade: va sempre in giro
impettito con le calze ornate;
insimuruò agg. (f. -ada) - incimato;
insindacabilo agg. - insindacabile; a
suovo insindacabilo giudeîsio: a suo insindacabile giudizio;
insinbarnà v. tr. (i insinbarnìo) - mettere,
provocare agitazione o confusione; cu li suove ciacule
na insinbarnìa doûti: con le sue chiacchiere ci intontisce
tutti;
insinganà v. tr. (i insinganìo) 1. raggirare,
turlupinare, ingannare; sta tento da nu fate insinganà:
stai attento di non farti raggirare; 2. stregare, ammaliare, affatturare;
ara ca quila fimane la ta insinganìa cu li
suove geîngule-giangule: attento che quella donna ti strega
con le sue moine; Etim.: da sìngano = zingaro;
insinpià agg. (f. -ada) - cretino, scemo, sciocco, svanito;
nu ta meti cun quil insinpià da omo:
non metterti con quell'uomo sciocco; quila insinpiada
la ga curi dreîo cume un cagnuleîn: quella stupidina
gli corre dietro come un cagnolino;
insinpiàse v. rifl. (i m'insènpio) - rincretinirsi, instupidirsi,
rimbambirsi, allocchirsi; el s'insenpia dreîo
li cuotule: si rincretinisce ad andar dietro alle donne; nu
stà liegi senpro ca ti ta insenpi: non leggere continuamente
che ti rimbambisci;
insipeîto agg. - vedi inseîpido;
insiprià v. tr. (i inseîprio - i insiprìo)
- incipriare, cospargere di cipria;
insiprià agg. (f. -ada) - incipriato;
insipriàse v. rifl. (i m'inseîprio) - incipriarsi;
la s'inseîpria e la sa dapenzo cume oûna
da quile: si incipria e si trucca come una di quelle;
insircià v. tr. (i insìrcio - i insircìo)
- cerchiare, mettere dei cerchi;
insivà v. tr. (i insìvo - i insivìo)
- insegare, segare;
insoûlto s.m. - insulto;
insoûn avv. e prep. - insù, sù; oûna
vuolta a sa purtiva i cavì patanadi a l'insoûn: una
volta si portavano i capelli pettinati all'insù; el
zeîva insoûn e inzù cume
oûn dasparà: andava sù e giù come un
disperato;
insoûzo avv. e prep. - vedi insoûn;
inspagurà v. tr. (i inspagurìo) - impaurire,
spaventare; el cuntiva sierte fiabe ca inspagurìa
i fioi tanto ch'i nu vuliva pioûn zì a duormi: raccontava
certe favole che impaurivano i bambini talmente che non volevano più
andare a dormire;
inspaguràse v. rifl. (i m'inspagurìo) -
impaurirsi, spaventarsi; la sa inspagurìa
par gnìnte: si spaventava per niente;
insparà agg. (f. -ada) - insperato, inatteso; oûn
agioûdo insparà zì senpro ben risieto: un aiuto
insperato è sempre ben accolto;
inspilugreî agg. - smunto, emaciato, macilento;
inspilugreîse v. rifl. (i m'inspilugreîso)
- dimagrirsi, diventare macilenti;
inspinà v. tr. - (i inspeîno) - spinare,
imprunire;
............
insulseîse v. intr. pr. (i m'insulseîso)
- instupidirsi, rincretinirsi, rintontirsi; ara ca
vardà masa tilivizion insulseîso: guarda che vedere
truppa televisione rincretinisce;
insultà v. tr. (i insoûlto) - insultare,
ingiuriare; sa ti ma insoûlti, nu stà
spatate puoi fiurìti: se m'insulti, non attenderti poi dei
fiorellini;
insultanto agg. - insultante, ingiurioso;
insunà agg. (f. -ada) - assonnato, addormentato, sonnacchioso;
ma par ca seîo ura ch'i fioi i vago duormi
insunadi ch'i zì: mi sembra cge sia ora che i ragazzi vadano
adormire assonnati come sono;
insuògna s.f. - insonnia, difficolta a prender sonno;
la deîz ca la uò l'insuogna e ca ga
curo l'induormia: dice che ha l'insonnia e che le serve un sonnifero;
Etim.: dal lat. Insomniam;
insuòlito agg. - insolito, non consueto, strano, raro;
insuòma avv. - insomma, in conclusione, alla fine, al
tirar delle somme; insuoma, i signì fardai,
fì paz oûna bona vuolta: insomma, siete fratelli, fate
pace una buona volta; insuoma i signide cun nui o
cuntra da nui: beh al dunque siete con noi o contro di noi
Insuòma - s.n. della famiglia Quarantotto. Soprannome
dovuto evidentemente ad un frequente intercalare nel discorso della suddetta
parola;
insuòrgi v. intr. (i insuòrgo) - insorgere;
insuorto agg. e s.m. - insorto;
insupà v. tr. (i insùpo) - inzuppare, intingere;
insupà agg. (f. -ada) - zuppo, fracico, inzuppato;
insupada s.f. 1. bagnata, fracicata; ti
ciapariè oûna biela insupada par nu vì vusioû
ciù l'unbriela: prenderei una bella fracicata per non aver
voluto prendere l'ombrello; 2. (fig.) cocente sconfitta, batosta;
ca insupada fardai! i nu vemo gnanca fato oûn
teîro in puorta: che batosta ragazzi! non abbiamo neanche
fatto un tiro in porta;
insuparbeî v. tr. (i insuparbeîso) - insuperbire,
rendere superbo;
insuparbeîse v. intr. pr. (i m'insuparbeîso)
- insuperbirsi, dinentar superbo; nu biegna insuparbeîse
cu sa veînso, nà butase zù cu sa pierdo: non
bisigna insuperbirsi quando si vince, nè buttarsi giù quando
si perde;
insurdeî v. tr. (i insurdeîso) - diventar
sordo, assordare; zbasa la radio ca la m'insurdeîso;
abbassa (il vulume della) radio, che mi assorda;
insuresion s.f. - insurrezione;
insurimento s.m. - noia, tedio, rincrescimento;
insuriuz agg. - molesto, noioso, increscioso;
nu basta ch'el fato seîo zà bastansa insuriuz, gila ga uò
miso el carago da undaze: non basta che la cosa sia già abbastanza
incresciosa, lei ci mette anche il carico da undici, cioè una ulteriore
e grossa difficoltà;
insuspiteîse v. intr. pr. (i m'insuspiteîso)
- insospettirsi; nu ga vol ch'el s'insuspiteîso,
altrimenti và doûto in foûc': non bisogna che
si insospettisca, altrimenti ogni cosa va a gambe per aria;
inta prep. - vedi intu;
intabarà agg. (f. -ada) - infagottato, ricoperto in maniera
eccessiva; ti ma pari oûn viecio bacoûco
cuseî intabarà feînta i uoci; mi sembri un vecchio
bacucco così infagottato sino agli occhi;
intabaràse v. rifl. (i m'intabàro - i m'intabarìo)
- intabarrarsi, ricoprirsi pesantamente, infagottarsi, incappottarsi; a
ga vol intabarase ben, ca ancui fà frido piezo da geri: occorre
coprirsi per bene che oggi fa freddo peggio di ieri;
intacà v. tr. (i intàco) 1. intaccare;
ga vol fà furnimento par nu intacà
li scuorte: occorre fare rifornimento per non intaccare le scorte;
2. (fig) far debiti; tri via siete fà
vintoûn, intaca doûti e nu pagà nisoûn:
tre per sette fa ventino, fa debiti con tutti e non pagar nessuno; 3.
attaccare, unire, mettere insieme;
............
intandimènto s.m. 1. intendimento, comprensione;
a bon intandimento, puoche paruole: per un
buon intendimento, (bastano) poche parole, prov.; 2. intendimento,
intenzione, proposito; i iè tanà el
suovo intandimento: ho capito le sue intenzioni, il suo intendimento;
intanparà agg. (f. -ada) - temperato, mite; marso
soûto, apreîl bagnà e maio intanparà:
marzo asciutto, aprile bagnato e maggio temperato, prov.;
intanpèrie s.f. pl. - intemperie, cattivo tempo, sottoposto
alle crudezze del clima, all'adiaccio; i durmiendi
a l'intanperie, ma alura i giariemi muriedi: dormivamo all'adiaccio,
ma allora eravamo ragazzi;
intansiòn s.f. - intenzione, scopo; i
nu iè ningoûna intansion da fame ciù pal coûl
da teî: non ho alcuna intenzione di farmi prendere per il
naso da te; i uò la intansion da spuzase:
hanno l'intenzione di spozarsi;
intansiunàl agg. - intenzionale;
el ga uò spacà el labro anca sa nu zì stà intansiunal:
gli ha spaccato il labbro anche se non è stato intenzionale, se
non lo ha fatto con l'intenzione di far male.
intantà v.tr. (i intànto) - tentare, cercare;
i vemo intantà in doûti i viersi da faghe capeî ch'el
uò tuorto marso: abbiamo cercato in tutti i modi di fargli
capire che ha torto marcio;
intantadùr s.m. 1. tentatore; 2. intenditore,
esperto;
intantatùr s.m. 1. tentatore; 2. intenditore,
esperto;
intànto avv. - intanto, nel frattempo, mentre, per ora;
intanto i vemo veînto nui, puoi sa vadaruò: per ora
abbiamo vinto noi, poi si vedrà; intanto ca
ti faghi da magnà i parparo la tuola: mentre tu fai da mangiare
io apparecchio la tavola; par l'intanto, par nun
savì nà liezi nà screîvi, i vago a duormi:
per intanto, per non saper nè leggere nè scrivere, io vado
a dormire;
intapà v.tr. - (i intàpo) - tappare, turare;
intapa biel, ca nu spando: tappa per bene
che non spanda;
intapà agg. (f. -ada) 1. tappato, turato;
i iè el naz intapà: ho il naso turato; 2. (fig)
vestito in maniera eccessiva, ben ricoperto;
intarà v.tr. (i intièro - i intarìo)
- interrare; i uò intarà el canal e
i uò uneî Monto ala tiera firma: hanno interrato il
canale ed unito l'isola di Monte alla terra ferma;
intar nos loc. - vedi intarnòs;
intarasà v.tr. (i intarièso - i intarasìo)
- interessare, coinvolgere; a ga vularavo intarasà
el Cumoûn: bisognerebbe interessare il comune;
intarasà agg. (f. -ada) - interessato, persona che tiene
molto a fare i propri interessi; la zì oûma
fimana intarasada, nu la fà mai gnìnte par gnìnte:
è una donna che si fa i propri interessi, non fa mai nulla per nulla;
intarasamento s.m. - interessamento; a
zì stà grasie al suovo intarasamento ch'i vemo bù
la caza: è stato grazie al suo interessamento che abbiamo
avuto la casa;
intarasàse v.rifl. (i m'intarièso - i m'intarasìo)
- interessarsi; i m'intarièso da doûto
quil ca capeîta a Ruveîgno: mi interesso di tutto quello
che succede a Rovigno;
intarasùz agg. 1. persona che mostra interesse;
i ta conto el fato parchide ti ma pari intarasuzo: ti racconto come
è andata la cosa perche mi sembra che te ne curi, che ne hai l'interesse;
2. persona che si comporta in modo da curare i propri interessi;
la zì sai intarasuza... cun gila nu ti ga cavi: è
una tipa interessata... con lei non ricavi, ottieni nulla;
intardagà v.intr. (i intardaghìo - i intardeîgo)
- far tardi, tardare; nu intardaghìde cume
i fì da suòlito, ch'i nu vuoi pierdi tenpo a spatàve:
non fate tardi come al vostro solito, che non voglio perder tempo a aspettarvi;
el intardaghìa masa, ca nu ga seîo nato
qualca dazgrasia?: ritarda troppo, che non gli sia successo qualche
disgrazia?;
intardagàse v.rifl. (i m'intardaghìo
- i m'intardeîgo) - tendere a far tardi, attardarsi, intrattenersi;
el ma par ch'el s'intardaghìa masa cun quila
fimane: mi pare che si intrattiene oltre il dovuto con quella donna;
intardeîgo s.m. - ritardo; ma zì
stà sai longo stu intardeîgo: mi è sembrato
molto lungo questo ritardo;
intarièse s.m. 1. interesse, partecipazione; cu
la zì zeîda veîa el ul pierso uogni intarièse
al balo: quando è andata via ha perso ogni interesse al ballo;
2. interesse; quil struseîn vuliva l'intariese
del sinquanta par sento: quell'usuraio chiedeva un interesse del
cinquanta per cento; 3. (fig) sovrappiù; i
lu iè pagà cu l'intariese par la carugnada che el m'uò
fato: l'ho ripagato con gli interessi, cioè in sovrappiù,
per la carognata che mi ha fatto;
intarièso s.m. - vedi intarièse;
intariur s.m - interiore;
intariuri s.f. pl. - interiora;
intarmidiario s.m. - intermediario;
intarnà v.tr. (i intièrno - i intarnìo)
1. internare, richiudere, incarcerare; 2. internare, ricoverare
in ospedale, in manicomio, in un ospizio; su mare
la zì muorta in manicuòmio e anca lu l'intarnaruò
preîma o puoi: sua madre è morta in manicomio ed anche
lui lo interneranno prima o poi; 3. internare, porre all'interno;
ga vularavo intarnà i cavi: bisognerebbe mettere i cavi dentro
il muro;
intarnasiunal agg. - internazionale;
intarnasiunal (l') s.f. - l'Internazionale, l'inno dei lavoratori
e dei partiti socialisti e comunisti;
intarneîsta s.m. - internista, calco it.;
intarnòs loc. - corruzione del lat. inter nos, tra di
noi; a ma racumando ca riesto intarnòs:
mi raccomando che resti tra di noi; deìto
intarnos la zì oûna vira dazgrasia: detto fra noi,
che rimanga fra noi, è una vera disgrazia;
............
intasalà v.tr. (i intasalìo) - tassellare,
inserire dei tasselli; Etim.: da tasièl;
intasalà agg. (f. -add) - zeppo, stracolmo, strapieno;
el uò senpro li scarsiele intasalade da strafaneîci:
ha sempre le tasche stracolme d'impiastri, di cianfrusaglie, di mille impicci;
da li Reîve fente a Monto gira intasalà
da zento: dalle Rive a Monto era pieno zeppo di gente; in
stu mar intasalà da sangiusi: in questo mare colmo di singhiozzi;
Etim.: il Pellizer propone da 'in' illativo + il fr. Tas = mucchio. A me
pare più semplice e probabile la sua derivazione da tasièl
tramite il verbo intasalà di cui non è altro che il
p.p.;
instastà v.tr. (i intièsto) 1. intestare,
assegnar per testamento o con altro documento giuridico la proprietà
di un bene, intitolare; a la feîa i ga uò
intastà la caza, e al muriè li fore: alla figlia hanno
assegnato la casa e al figlio le campagne; la caza
la zì intastada a su muier par pagà manco steure:
la casa è intestata a sua moglie per pagare meno tasse; 2.
intestare, fermare le teste o cime dei pezzi di costruzione;
intastardeîse v. rifl. (i m'intastardeîso)
- intastardirsi, incaponirsi; el s'intastardeîso
a vuleî vì razon, cu el uò tuorto marso: si
incaponisce a voler aver ragione, quando ha torto marcio;
intastasiòn s.f. - intestazione;
intaulà v.tr (i intaulìo) - intavolare,
mettere in tavola;
intavalà v.tr. (i intavalìo) - mattonare;
Etim.: da tavièla;
intavulà v.tr. (i intavulìo) 1.
intavolare, nel senso figurato di introdurre, esporre un argomento; i
nu siè pruopio cume intavulà el dascuorso: non so
veramente come intavolare il discorso; 2. intestare;
ara ch'i puoi ancura intavulà la butìga a tu frà...:
guardo che posso ancora intestare il negozio a tuo fratello...;
intazà v.tr. (i intazìo) - intasara;
inte prep. - vedi intu;
intèndase v.rifl. (i m'intendo) 1. intendersi,
conoscere, essere esperto di; el sa n'intendo da
fimame, vè!: ne capisce di donne!; cu
ti vuoi ch'i fago, i nu m'intendo da sti diavulareîe mudierne:
cosa vuoi che faccia, io non m'intendo di queste diavolerie moderne; 2.
avere una intesa amorosa, fare la corte, essere innammorato;
a ma par ca tu feîo s'intendo cun Eta: mi pare che tuo figlio
se la intenda con Elisabetta;
intèndi v.tr. (i intèndo) - intendere,
capire; el mondo zì da quii ch'i sà
dale da intendi: il mondo è di quelli che sanno darla d'intendere,
prov.; intandì senpro rava par fava:
capite sempre una cosa per l'altra; Etim.: dal lat. Intendere, tendere
verso, mirare;
intèndi vc.verb.sost. - intendimento, intenzione, l'intendere;
el suovo intendi saravo da spuzase, ma el nu uò
nà arto nà parto: la sua intenzione sarebbe quella
di sposarsi, ma non ha nè arte nè parte; seî
iè capeî el tuovo intendi, ti ga vol tigneîghe tierso
a la murieda: si ho capito la tua intenzione, vuoi coprire il gioco
alla ragazza;
intenditur s.m. - intenditore, esperto; a
bon intenditur, puoche paruole: a buon intenditore poche parola,
prov.;
intènta s.m. - tintura, tinta, pittura;
intènto agg. - intento, compreso, assorto; cu
el zì intento a zogà ga pasa anca el mal: quando è
intento a giocare gli passano anche i dolori, i malanni;
intènto agg. - tinto, dipinti; li
muriede da siesto nu li uò el moûz intento: le ragazze
dabbene non hanno la faccia dipinta, cioè non si truccano vistosamente;
Intènto (siùr) n.pr.m. - Intento, figura proverbiale
conosciuta sia a Venezia che a Trieste, che si usa in frase idiomatiche
del tipo: a zì la stuòria da siur Intènto:
è una cosa che non finisce mai, a Roma si direbbe: è la fabbrica
di San Pietro. La filastrocca veneziana fa così:
Questa xe la fiaba del sior Intento
che la dura tanto tempo, che mai la se destriga Vùto che te la conta o vùto che te la diga? Contamela. Questa xe la fiaba... (rip.) |
Questa è la favola del signor Intento
che dura tanto tempo, che mai si risolve Vuoi che te la racconti o vuoi che te la dica? Racontamela. Questa è la favola... (rip.) |
La variante rovignese che mi raccontava mia nonna è un pò
più cruda, e fa più o meno così:
A zì la stuoria (o la fiaba) da siur Intento,
ca la doûra mondo tenpo, ca mai la sa dastreîga, ti vol ca ta la deîga? Fiabula in coûna quista zi oûna, fiabula in malta, quista zì oûn'altra, fiabula in bareîl... mierda in buca a cheî ca ma l'uò fata deî. |
E' la storia (o la fiaba) del signor Intento,
che dura tanto tempo, che mai si risolve, vuoi che te la dica? Favola in culla questa è una, favola in malta, questa è un'altra, favola in barile... merda in bocca a chi me l'ha fatta dire. |
G. Pellizer riporta una versione diversa:
La fiabula da siur Intento, ca la doûra mondo tenpo,
ca mai la sa dastreîga, vulì ch'i va la deîga? Seî! Nu sa deî mai da seî! Parchì la fiabula da siur
Intento,
No! Nu sa deî mai da no! Parchì la fiabula da siur Intento,
|
La favola di signor Intento, che dura molto tempo,
che non finisce mai, volete che ve la racconti? Si! Non si dice ma di si! Perchè la favola di signor Intento,
No! Non si dice mai di no! Perchè la favola di signor Intento,
|
Da l'anteîco la gira,
E cusseî, ancura 'ncui, in sta piassa
qualche ano fa i gira dabuoti doûti russuoti,
Oûna rassa ca nu la davaruò pioûn
|
In antico era,
E così, ancor oggi, in questa piazza
qualche anno fa erano improvvisamente tutti rossi,
Una razza che non dovrà più
|
'Desso,
che son stào ne le Vostre Tere
|
Adesso,
che son stato nelle Vostre Terre
|
2. cosa relativa all'Istria; el bò
istrian el uò grandi cuorni e peîl bianco: il bue istriano
ha delle grandi corna ed ha il manto bianco; 3. dialetto veneto
parlato in Istria come lingua sovranazionale sia da slavi che italiani.
Soppiantando in quest'ultimi, con le eccezioni di Rovigno, Dignano, Valle,
Fasana e Sissano, l'originale parlata neolatina detta Istro-romanzo od
Istrioto;
istrueî v.tr. (i istrueîso) - istruire, educare;
a ga vol istrueî i fioi da peîci:
occorre educare i ragazzi sin da piccoli;
istrueî agg. (f. -ìda) - istruito, colto;
la gira oûna murieda da siesto, sai ben istrueîda: era
una ragazza per bene, educata molto bene; i nu son
istruî cume loû, ma nu par quisto i son soûlso:
non sono colto come lui, ma non per questo sono stupido;
istrusiòn s.f. 1. istruzione; i
nu iè mondo istrusion, ma sierte ruobe li capeîso anca meî:
non ho molta istruzione, ma certe cose le capisco anch'io; 2. istruzione,
indicazione delle modalità d'impiego; stà
vidi li istrusioni ca ti pol fà dagno ca nu ti siè ancura
duparàlo: vedi le istruzioni, che puoi far danno, che non
sai ancora adoperarlo;
istrutur s.m. - istruttore;
istruz agg. - estroso, strambo;
istuòria s.f. - storia, favola, racconto;
istupideî v.tr e intr. (i istupideîso) -
instupidere, diventare o rendere stupido;
istupideî agg. (f. -da) - instupidito, rincitrullito,
allocchito, rincretinito;
Ita n.pr.f. - dimunuitivo di vari nomi femminili ed in particolare
di Eufemia, da Fiamìta;
Ita parlabièl - s.n. di Eufemia Massarotto;
ità s.f. - età; a la tuova
ità meî zà i giro a lavurà in frabica:
alla tua età io già lavoravo in fabbrica; ara
ca nu ti iè pioûn l'ità da fà macacade:
guarda che non hai più l'età di far sciocchezze; duvaravo
vì l'ità da tu frà: dovrebbe avere l'età
di tuo fratello; Etim.: dal lat. Aetas - Aetatis;
Itàlgia s.f. - Italia;
Italia - s.n. della famiglia Malusà.
iticà v. tr. (i itichìo) - infastidire,
seccare, scocciare;
iticheîn agg. - litigioso, attaccabriga, persona da prendere
con le molle;
itierno agg. - eterno;
itiernità s.f. - eternità;
itireîsia s.f. - itterizia;
Ito n.pr.m. - dimimuitivo di vari nomi maschili ed in particolare
di Niculìto;
Ito - s.n. della famiglia Sponza;
Ito Belàngelo - s.n. di Nicolò Benussi;
iuòta s.f. - jota, la tipica minestra di crauti e fagioli
in uso a Trieste e nell'Istria;
Iusco - s.n. della famiglia Barzellato;
Iunior - s.n. delle famiglie Benussi e Quarantotto;
iutà v.tr. (i ioûto) - aiutare; ioûta
i tuovi e i altri si ti puoi: aiuta i tuoi (parenti) e gli altri
se puoi, prov.;
Iùte - s.n. della famiglia Giotta;
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