ESTRATTO
DIZIONARIO ENCICLOPEDICO
ROVIGNESE-ITALIANO
di
Gianclaudio de Angelini
H, h s.f. e m. - ottava lettera dell'alfabeto
italiano e consonante muta.Nel rovignese è impiegato, come nella
grafia italiana, per rendere dure le consonanti 'c' e 'g': schèna,
ghièta. Non è mai presente in inizio di parola;
Hütterodt (von) - i baroni Hütterodt, ricca e nobile
famiglia di industriali e commercianti triestini di origine tedesca, fecero
la loro comparsa a Rovigno nel 1890, con Johann Georg Ritter von Hütterodt,
in seguito italianizzato in Giovanni Giorgio, divenendo proprietari dell'isola
di Sant'Andrea, del prospicente scoglio di Mas'ceîn,
oltre che di gran parte dell'odierno parco di Punta Corrente, Monte Mulini
e Scaraba. Per merito di questa famiglia fu migliorata la vegetazione dell'isola
e degli altri possedimenti, oltre al restauro del campanile del convento
di Sant'Andrea. Gli Hütterott erano inoltre proprietari delle isole
di S. Giovanni, Sturago ed Asino, scùio dei Samèri. Presero
in seguito anche il 'de' nobiliare che sostituì il 'von' tedesco,
mentre il cognome subiva una semplificazione diventando Hütterott,
ma per i rovignesi rimaneva comunque inpronunciabile, e pertanto veniva
regolarmente storpiato in Chitaròt. Ci sono rimasti vari
stemmi appartenenti a questa famiglia per lo più dipinti nei ritratti
di famiglia, che trafugati dai "partigiani" rispuntarano dopo varie peripezie
ed adesso fanno bella mostra nel Museo Civico di Rovigno, oltre che su
di una vetrata soprastante l'entrata del convento di Sant'Andrea e sulla
tomba di famiglia.
Hütterodt (von) - barone cav. Giovanni Giorgio, nato a
Trieste il 21 dicembre del 1852 ed ivi deceduto per emorragia celebrale
il 29 maggio del 1910. Fu lui il primo di questa illustre famiglia a giungere
a Rovigno, acquistando nel 1890 quello che sarà l'odierno parco
di Punta Corrente, ed inoltre l'isola di Sant'Andrea ed altre isole minori.
Amante del mare nel 1894 acquistò lo yacth "Giorgette" che lui ribatezzò
"Suzume". Lo splendido natante misurava 29 metri di lunghezza e 4,60 di
larghezza, per 2,80 di altezza con una propulsione fornita da una macchina
a vapore che sviluppava 50 HP. Oltre a tale yacth da crociera il barone
possedeva una pirobarca di circa 10 metri ed un cutter a vela lungo 8,85
metri di nome "Icipici". Gli Hütterodt erano però di origine
tedesca, infatti il padre Carlo (Karl), nato nella città di Kassel
nel 1821, si era trasferito a Trieste dove aveva intrapreso proficue attività
industriali e commerciali. Risultava infatti proprietario della società
Crisantemo che produceva insetticidi a base di pirettro oltre ad avere
notevoli interessi nel commercio di droghe coloniali, frutta secca, articoli
tecnici ecc. ecc. Giorgio seguì le orme paterne ma fu anche consigliere
della Prima Pilatura Triestina di Riso S.p.A., quella che in seguito sarebbe
diventata tristemente famosa come la Risiera di S. Saba, unico campo di
concentramento tedesco operante in Italia nella II Guerra Mondiale, che
nel dopoguerre funse anche da campo di raccolta per i profughi giuliani.
Fu Presidente della Società di Pesca e Piscicultura Marina, membro
del Consiglio industriale, e di quello agrario, inoltre partecipò
alla riorganizzazione dello Stabilimento Tecnico Triestino, società
che controllava oltre alla Fabbrica Macchine Sant'Andrea, anche il nuovo
cantiere S. Marco ed il Cantiere San Rocco nei pressi di Muggia. Fu nominato
nel 1896 Consigliere e l'anno dopo Presidente del suddetto stabilimento.
Con decisione sovrana il 30 novembre 1898 venne nominato cavaliere nobiliare,
e nel 1905 membro a vita della Camera dei Signori del Consiglio dell'Impero.
Fu inoltre Console per il Giappone. Come membro del Consiglio dei Signori,
il nostro si prodigò affichè venisse deliberato un vitalizio
o pensione per marinai e pescatori.
Hütterott (de) - Anna (Louise Rosalie Hanna), primogenita
di Giovanni Giorgio von Hütterodt e di Enrichetta Keyl, nata a Trieste
il 15 giugno 1881. Si unì in matrimonio nel 1917 con Fritz von Grabmayr.
Morta nel 1960 e sepolta insieme con il marito, defunto un anno prima,
nel cimitero di Mühlan in Austria.
Hütterott (de) - Barbara (Clara Ida Barbara), nata a Trieste
l'11 gennaio 1897, conosciuta dai rovignesi come la "Nobildonna Barbara",
era figlia del barone Giovanni Giorgio e di Enrichetta Keyl, nata nel 1860
a Bordeaux. Anche Barbara come il padre era un'appassionata del mare, soprattutto
della navigazione a vela. Contrariamente alla sorella Anna, rimase nubile.
E' lei il personaggio della famiglia più conosciuto ed amato dai
rovignesi, essendo stimata da tutti per la sua affabilità e per
il suo altruismo, che la portò a prodigarsi coraggiosamente nel
salvataggio di un minatore rimasto intrappolato a seguito di un'esplosione
nella cava di pietra di proprietà degli Hütterott avvenuta
il 7 ottobre del 1930, nonostante che in un'analogo tentativo fosse perito
il custode del parco di Punta Corrente, Beniamino Rigo, meritando per questo
una medaglia d'argento al valor civile che le venne conferita da re il
13 marzo 1931. Era inoltre nota per la sua attività filantropica
in favore della Casa di Ricovero della città. Fu per altro grazie
alla sua intercessione che il comandante tedesco della piazza di Rovigno,
non distrusse le strutture portuali ed industriali della città,
come da ordini ricevuti. Nonostante tutte queste sue benemerenze venne
arrestata nei torbidi periodi del '45 esattamente il 31 maggio. Fu barbaramente
uccisa dai titini, probabilmente a colpi di sbarra, insieme alla madre
Enrichetta e la loro casa venne vandalicamente spogliata degli splendidi
arredi e di quanto aveva di valore, che naturalmente non era poco. Tra
l'altro gli Hütterott possedevano una ricca collezione di vasi etruschi
che ora fa bella mostra di sè nel Museo Archeologico dell'Istria
a Pola;
Hütterott (de) - Enrica Augusta Maria, di Alberto Keyle
e di Lucia Hoffman, nata a Bordeaux il 5 luglio 1860, vedova del barone
Giovanni Giorgio von Hütterodt, prelevata dalla casa padronale sull'Isola
di Sant'Andrea, venne barbaramente trucidata, insieme alla figlia Barbara,
da un gruppo di sbandati titini alticci tra cui il Pulcinovic, Baba, ed
è duro ammetterlo anche un irriconoscente rovignese un Benussi detto
Canuciàl, e lo Spalato. Quest'ultimo visto con in mano una riguòla
da timòn brandita come una clava. I corpi delle donne vennero gettati
a largo di Bagnole, la dove il mare è più profondo.