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Il
campanile è alto e maestoso, in stile lombardo con un piano a bifore e quattro
a trifore. L’interno del santuario è a tre navate con transetto, impreziosito
dagli stucchi e dalle decorazioni marmoree di Pompeo Bianchi, di Domenico
Fontana (1590-1599), e in un secondo momento da quelle di Martino Borseri
da Lovere (1608). Tutte queste pregevoli opere d’arte (molte non le abbiamo
menzionate) sono il frutto dell’ingegno degli artisti, ma soprattutto della
fede e dei sacrifici dei nostri padri. Sul luogo dove la Madonna apparve
sorge la Cappella dell’Apparizione, che è il cuore del santuario. Sopra
l’altare è posta la statua in legno della Vergine, opera di G.Angelo Maino
(1519-1524). Dietro l’altare è indicato il luogo dove Maria posò i suoi
piedi. L’organo è l’opera più pregevole cha dà al santuario una larga fama
e suscita l’ammirazione dei visitatori. E’ sorretto da otto colonnine di
marmo rosso. La gran cassa, in legno finemente intagliato, fu realizzata
dal bresciano Giuseppe Bulgarini tra il 1608 e il 1617. Ma poteva dirsi
completata solo nel 1638, quando il milanese G.B.Salmoiraghi intagliava
i delicati pannelli del parapetto che rappresentano la Natività, i Magi
e la Circoncisione. La parte strumentale, con 2.200 canne di purissimo stagno,
è stata più volte restaurata ed è tuttora in funzione e accompagna le azioni
liturgiche festive.
Anche il pulpito, artisticamente intagliato, si ritiene opera del Bulgarini.
Dirimpetto all’organo è posta la cantoria, ricca d’intagli e pitture, iniziata
nel 1768 e finita nel 1770. Il Santuario di Tirano sorge proprio nel punto
dove, il 29 settembre 1504, festa di S. Michele, la Vergine apparve al beato
Mario Omodei, salutandolo con le parole: “ bene avrai” e chiedendo espressamente
la costruzione di un tempio in suo onore con la promessa di salute spirituale
e corporale a chi l’avesse invocata. L’immediato consenso creatosi intorno
all’apparizione indusse le autorità di Tirano a chiedere alla Curia di Como
l’autorizzazione per la costruzione del santuario. Questa fu subito concessa.
Circa sei mesi dopo l’apparizione fu posta la prima pietra. Presunti architetti
i fratelli Rodari. Nel 1513 la chiesa era già officiata, anche se incompleta.
Numerosi maestri d’arte, nei secoli successivi, gli diedero l’attuale bellezza
e ricchezza artistica. La cupola, opera di Pompeo Bianchi fu costruita negli
anni 1580-1584. L’altare maggiore, in marmo nero di Varenna, intarsiato
con altri marmi policromi, è opera di G. B. Galli. Tra gli affreschi è notevole
dal lato storico (1513) quello dell’Apparizione della navata di sinistra.
Gli affreschi della navata centrale sono del Valorsa. Cinque belle tele
adornano le pareti dell’abside. L’esterno: La facciata è imponente e armoniosa.
Suddivisa da lesene e cornicioni, propone lo splendido portale marmoreo
di Alessandro Della Scala. Il campanile è alto e maestoso, in stile lombardo
con un piano a bifore e quattro a trifore. L’interno del santuario è a tre
navate con transetto, impreziosito dagli stucchi e dalle decorazioni marmoree
di Pompeo Bianchi, di Domenico Fontana (1590-1599), e in un secondo momento
da quelle di Martino Borseri da Lovere (1608). Tutte queste pregevoli opere
d’arte (molte non le abbiamo menzionate) sono il frutto dell’ingegno degli
artisti, ma |