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Il
Parco Nazionale dello Stelvio, il più grande dei parchi storici
italiani e tuttora il più esteso dell'arco alpino, si estende nel
cuore delle Alpi Centrali e comprende tipiche vallate modellate dall'azione
dei ghiacci e delle acque che discendono dal possente massiccio montuoso
dell'Ortles-Cevedale. Il paesaggio del parco è formato da maestose
creste, rigogliose foreste, verdeggianti praterie d'alta montagna solcate
da spumeggianti torrenti che sgorgano dai ghiacciai perenni.
La varietà morfologica del territorio, determinata dai cospicui
dislivelli altimetrici, consente l'esistenza di ampi ecosistemi con numerose
specie rare di animali e piante. Villaggi e masi, sparsi nei fondivalle
e sui versanti delle montagne, completano lo scenario e costituiscono
affascinanti testimonianze di architettura rurale e sacra, in completo
equilibrio con l'ambiente, che vale davvero la pena di scoprire!
Le
le Alpi hanno un cuore, dev’essere dalle parti del parco dello Stelvio.
Quest’area protetta si estende infatti nel mezzo delle Alpi centrali
e comprende l’intero massiccio montuoso dell’Ortles-Cevedale,
con le sue vallate laterali. Oltre ad essere uno dei più grandi
parchi italiani, lo Stelvio è circondato inoltre da altre aree
protette. A nord infatti è situato il parco nazionale svizzero
dell’Engadina e a sud si estende il parco regionale dell’Adamello
in Lombardia che, a sua volta, è collegato direttamente al vicino
parco dell’Adamello-Brenta nella provincia di Trento. Venire a camminare
su queste montagne, dunque, per respirare l’aria dei ghiacciai o
abbracciare con lo sguardo panorami maestosi è quasi un pellegrinaggio
in un grande santuario della natura. Il futuro sostenibile della catena
alpina, rilanciato adesso da nuovi trattati internazionali cui ha aderito
anche l’Italia, non può che passare da qui.
Questo
è un parco prevalentemente di alta montagna, trovandosi il suo
territorio per tre quarti a quote superiori ai 2.000 metri. Le rocce che
costituiscono le montagne del parco sono in parte rocce cristalline, antichissime,
e in parte dolomitiche. Qui, nel settore lombardo del parco, si trova
il più grande ghiacciaio delle Alpi (quello dei Forni, con una
superficie di oltre 13 chilometri quadrati) ed anche più in generale
la più importante concentrazione di ghiacciai delle Alpi centrali,
ben 116. Alla presenza abbondante di ghiacci e nevi perenni sono pure
legati i numerosi laghetti alpini, spesso di grande bellezza, e le acque
di fusione che trasportano a valle enormi quantità di terra, ciottoli
e detriti. Dai massicci montuosi discendono numerose valli, modellate
dai ghiacciai o dalle acque dei torrenti, e più o meno colonizzate
dall’uomo. Dalla val Venosta alla valle di Trafoi, sovrastata dall’Ortles,
dalla lunga val Martello alla valle di Rabbi, alla celebrata Valtellina,
sono tante e ciascuna caratterizzata da paesaggi, usi, tradizioni. Qui
passavano le antiche vie di comunicazione con la pianura o i più
elevati alpeggi, qui sono sorti villaggi e malghe ancora oggi, in parte,
utilizzate per offrire ristoro e ospitalità agli escursionisti.
La
notevole estensione del parco e l’escursione altimetrica tra il
punto più basso e la cima dell’Ortles (3905 m), insieme ai
diversi suoli e a microclimi particolari, sono fattori che spiegano la
grande varietà di vegetazione e flora. Gli studiosi hanno contato
almeno 1.200 specie di piante superiori, 600 di funghi e 1.500 tra muschi
e licheni, e un’idea sufficientemente completa di questo universo
multicolore è offerta dal giardino botanico Rezia, alla periferia
di Bormio. Alle quote più elevate i fiori non sono molti, fatta
qualche eccezione come per il ranuncolo dei ghiacciai (che cresce anche
a 3.500 metri) dalla corolla bianco-rosata. Ancora in alto, ma sui conoidi
di detriti o meglio sulle morene consolidate, si insediano sassifraghe,
cuscini di silene, soldanelle, tipiche specie pioniere. Sulle praterie
di quota si incontrano invece diverse associazioni erbacee, dove non è
infrequente l’incontro con la stella alpina, la nigritella, diverse
specie di genziana. Al di sotto dei 2.000 metri ha inizio la foresta di
conifere, e qui a prevalere sono soprattutto l'abete rosso ed il larice:
ma vi vegetano pure abeti bianchi, pini mughi e cembri. Sui fondovalle,
le aree più umide sono popolate di ontani, e pure caratteristica
è la vegetazione delle zone palustri e delle sponde dei laghetti,
con specie come l'erioforo o la drosera, che si ciba d’insetti.
Le
foreste costituiscono l’habitat ideale per la maggior parte delle
specie animali presenti nel parco. Vivono ad esempio qui scoiattoli e
picchi, galli cedroni e sparvieri, nocciolaie e civette capogrosso. La
salamandra abita i recessi più umidi, mentre le radure e i dintorni
degli alpeggi sono gli ambienti della vipera (sia il marasso che la vipera
comune). Pure nel bosco vive il mammifero più rappresentativo del
parco, il cervo, possibile da osservare (meglio se alle prime luci dell’alba
o verso sera) dai fondovalle alle quote più alte. Caprioli, camosci
e stambecchi (reintrodotti in val Zebrù nel 1968 con esemplari
presi al Gran Paradiso) sono gli altri ungulati presenti, e assicurano
altre emozioni agli escursionisti. Quanto all’orso, estinto su queste
montagne dai primi anni del Novecento, è da registrare il recentissimo
avvio di un programma di reintroduzione nell’adiacente parco dell’Adamello-Brenta,
finanziato con fondi comunitari del programma Life. Nella primavera del
’99 sono stati liberati due orsi provenienti dalla Slovenia, muniti
di radiocollare e trasmettitori auricolari per consentirne il monitoraggio
degli spostamenti. Data la vicinanza dell’area dal parco dello Stelvio,
la speranza che in un futuro non remoto il grande plantigrado torni a
popolarne le vallate si è nuovamente accesa.
Sopra
il limite della vegetazione arborea lo scenario faunistico cambia completamente.
Tra i mammiferi questo è il regno dell’ermellino, della lepre
variabile e, soprattutto, della marmotta. Nei laghetti è presente
il raro tritone alpino, nonché la trota fario, il salmerino e la
sanguisuga. L’avifauna conta pernici bianche, gracchi corallini,
codirossoni e molte altre specie tra cui in particolare l’aquila
reale, nel parco particolarmente abbondante e divenuta il simbolo stesso
dell’area protetta. Da qualche tempo è possibile avvistare
anche l’avvoltoio degli agnelli, il gipeto, che sta nuovamente occupando
i territori alpini a seguito di reintroduzioni operate sui versanti austriaco,
francese e svizzero. Una coppia nella primavera del '98 ha nidificato
nel settore lombardo del parco, e da allora il grande uccello (i suoi
tre metri di apertura alare sono un record assoluto per l’avifauna
europea) è entrato stabilmente a far parte della fauna dello Stelvio.
Centri Visita:
Settore lombardo:
a Bormio in via Roma, 26 (tel. 0342-901654), aperto tutto l’anno;
a Ponte di Legno in piazzale Europa, 64 (tel. 0364-900721), aperto in
estate e inverno.
Settore trentino:
a Cogolo di Peio (tel. 0463-754186), aperto da giugno a settembre; a Fonti
di Rabbi (tel. 0463-985190), aperto da giugno a settembre con orario 10-12
e 16-19 (d’inverno nei festivi).
Settore altoatesino:
a Glorenza in p.zza Municipio, 1 (tel. 0473-830430).
Aree faunistiche:
A Isolaccia Valdidentro in località Plomp, a pochi chilometri
da Bormio, c’è il Centro faunistico "Scianno",
aperto da giugno a settembre. Realizzato per accogliere animali feriti
o bisognosi di assistenza, ospita soprattutto ungulati come cervi e caprioli.
L’ingresso è gratuito (tel. 0342-911448).
A Peio (tel. 0463-753074), aperto da metà giugno a fine settembre
nei giorni feriali. L’accesso è per la strada che sale dall’abitato
di Peio. Si tratta di un’area utilizzata per il ricovero di animali
in difficoltà, generalmente cervi e caprioli.
Giardini botanici:
Giardino botanico alpino "Rezia", a Bormio in via G. Sertorelli
(tel. 0342-927370). Aperto al pubblico da maggio a settembre, tutti i
giorni ore 9-12,30 e 14-19, ingresso L. 4.000 (ragazzi 6-14 anni e comitive
di 10 persone e più L. 2.000). Visite guidate martedì e
venerdì mattina (min. 10 persone, costo L. 5.000).
Tra Cogolo e Peio è stato allestito un sentiero botanico, dove
si incontrano le specie arboree ed arbustive più caratteristiche.
Anno di istituzione: 1935
Superficie: 134.620 ettari
Popolazione: 62.001 persone
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