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La
necessità di difesa da frane e alluvioni e dalle soldatesche di antichi
ipassaggio fece sorgere gli nsediamenti umani non in fondovalle, ma preferibilmente
su bassi terrazzi e conoidi di deiezione.
Tali antichi abitati appaiono prevalentemente accentrati sia per ragioni
di sicurezza, sia per difficoltà di comunicazione, sia infine per riservare
il maggiore territorio possibile al pascolo e all' agricoltura.
Il costituirsi intorno al V secolo delle pievi, il cui centro era sede
di chiesa battesimale, accrebbe ancor piu' l'accentramento abitativo.
Con l' introduzione nel Duecento dell' enfiteusi, mediante la quale le
terre venivano cedute a livello a tempo indeterminato in cambio di beni
in natura, le forme di insediamento si moltiplicarono fino al nascere,
nel Cinquecento, dei centri storici.
Nei primi decenni del XIV secolo si costituì il comune di Valle, che solo
nella seconda metà si chiamo' di val San Giacomo dal nome del borgo principale
a sud della stessa. Presso quella chiesa parrocchiale si conserva tuttora
la bandiera di Valle, costituita da tre fasce di colori diversi, indicanti
i terzieri (San Giacomo, Campodolcino, Isola), ciascuna divisa a sua volta
in quattro piu piccole, simbolo dei dodici quartieri. Al centro, entro
uno scudo, e' raffigurato il patrono san Giacomo apostolo.
La chiesa di San Giacomo, nominata nel 1119, era l' unica in tutta la
valle e dipendeva dalla pieve di San Lorenzo in Chiavenna, insieme a sette
chiese nella sola Chiavenna, a sei in val Bregaglia fino all' attuale
confine con la Svizzera (già esistente dal 960) e ad altrettante tra Prata,
Mese e San Cassiano. Più a sud, nel piano, c' era la pieve di San Fedele
di Samolaco.
La presenza di una sola chiesa testimonia che la valle, a nord di San
Giacomo, era scarsamente abitata, mentre si doveva ripopolare nella bella
stagione negli alpeggi, come avveniva per Madesimo. Chi vi rimaneva era
dedito a quel poco che dava la terra dopo i lunghi inverni: un' agricoltura
di sussistenza.
D' estate la valle si ripopolava con il caricamento del bestiame sugli
alpeggi, proveniente dal piano di Chiavenna, dall' alto Lario e dalla
bassa Valtellina. Altri trovavano lavoro nel trasporto delle merci con
i carri fino a Campodolcino, poi sui muli o cavalli. Altri ancora, numerosi,
erano costretti a emigrare.
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