I
grandi vini di Valtellina svelano il loro segreto: l’eroica passione dei
suoi viticoltori. L’antica tradizione perdura, nonostante le difficoltà
di coltivazione su un terreno così aspro da rendere ancora oggi necessaria
la raccolta a mano dei grappoli di uva. Eppure è proprio questa terra
a ricambiare il duro lavoro con vini dalla spiccata e inconfondibile personalità,
come il Valtellina superiore docg, lo Sforzato, il sassella. Vini che
vantano radici storiche antichissime: già nel Seicento la fama dei vini
di Valtellina si faceva risalire ai tempi dell’ impero romano. Oggi il
vitigno principale è il pregiato Nebbiolo, che qui si è ambientato perfettamente
e viene chiamato chiavennasca. I vigneti sono arrampicati su pendici scoscese
e riarse dal sole di montagna, protetti da alte catene montuose che mitigano
l’ afflusso di venti freddi provenienti dal nord e venti caldi e umidi
dal sud. Ciò contribuisce a rendere il clima della valle ideale per la
coltivazione dell’ uva.
La Valtellina, infatti, è racchiusa, all’ estremo nord della Lombardia,
tra le Alpi Retiche e le Prealpi Orobie. La zona dedita alla viticoltura
copre una superficie di circa tremila ettari, e si estende per soli quarantacinque
chilometri sul versante più assolato della valle, quello retico. La parte
più rilevante ai fini della produzione vinicola è compresa tra ardenno
e Tirano, dove hanno sede le più note case vinicole Dall’ ampio fondovalle
si vedono gli appezzamenti coltivati a vigneto, disposti a terrazzi, abbarbicati
persino su ripidi colli. La cosa sorprendente è che qui vi sono circa
quattromila coltivatori diretti proprietari di piccoli appezzamenti, che
nel tempo libero coltivano la vite per poi venderne i frutti durante la
vendemmia alle case vinicole. Alla viticoltura dedicano i terreni migliori,
anche dove un moderno agronomo non si sognerebbe mai di coltivare la vite
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