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Il toponimo potrebbe spingervi a pensare che si tratti di un posto dimenticato da Dio e fuggito dagli uomini di buon senso, un postaccio, insomma! Spiacenti, ma Isolaccia (e tutta la Valdidentro) è un angolo tra i più suggestivi della Alta Valtellina. La prossima volta che vi transitate (magari per correre a Livigno a fare shopping), accostate e scendete dall'auto per dare un'occhiata ai panorami, alle abetaie, ai ghiacciai. Con calma, mi raccomando!

Passando dalle piste di Isolaccia Dalla partenza della seggiovia a due posti di Isolaccia si sale seguendo le piste. In breve tempo si raggiunge l'arrivo della seggiovia, dove si trova un bar self-service. Si prosegue sulle piste mantenendo la medesima direzione. Una volta giunti all'arrivo del successivo impianto di risalita (uno skilift ad ancora), si prosegue costeggiando sulla destra il M.te Masucco (arrivo dell'ultimo skilift del "comprensorio" - 2366 m), senza però risalirlo fino alla vetta. Infatti dobbiamo raggiungere l'altopiano dal quale parte la salita per S. Colombano. Si tratta di un tratto pianeggiante adibito a pascolo estivo (Alpe Masucco), dove giungono due impianti di risalita ormai in disuso. A questo punto il Dosso Le Pone si presenta sulla nostra destra, riconoscibile da un vecchio skilift abbandonato che raggiungieva la sua vetta.

Itinerario:
Dalla sommità degli impianti di risalita di Isolaccia, presso il Monte Masucco (2366 m), si scende sul versante meridionale della montagna di fianco a un ex ski-lift fino all’ampio pianoro sottostante (2200 m c.). Montate le pelli, si procede verso sud, in lieve salita, seguendo il tracciato di una stradina che fiancheggia il torrente, per poi piegare a destra (2271 m) e portarsi alla partenza di uno ski-lift dismesso. Si risalgono i pendii soprastanti lungo il tracciato dell’ex pista da sci fino all’altezza dell’ampia insellatura dove si trova la chiesetta di San Colombano (2484 m), dalla quale la vista si apre sulla spettacolare Cima Piazzi.

Da qui gli sci alpinisti più pigri hanno anche la possibilità di abbandonare la salita verso il Monte Rinalpi per dedicarsi alla breve, ma pur bella discesa fino a Prei e al fondo della Val Lia (vedi di seguito), per proseguire lungo la carrareccia di fondovalle fino a Isolaccia.

In ogni caso, tolte le pelli, si discendono, inizialmente verso destra e poi direttamente, gli ampi pendii che conducono alle baite di Prei (m 2161), situate al limitare del bosco della Val Lia. Dalle baite una stradina scende ripida sulla sinistra con qualche tornante fino a immettersi nel tracciato di fondovalle (2000 m c.). Rimesse le pelli si segue la carrareccia verso sinistra e, in pochi minuti, si esce dal bosco toccando le baite dell’Alpe Borron (2057 m), dove ha termine la carrareccia. Attraverso gli ampi pendii di fondovalle ci si porta verso la testata della Val Lia, sovrastati dalle imponenti seraccate azzurre della Cima Piazzi. Sempre seguendo il fondovalle, che piega gradualmente verso sinistra (sud-est), si oltrepassa un tratto incassato tra le morene per guadagnare i dolci declivi ai piedi del Corno di San Colombano. Si volge a sud, vincendo un tratto più ripido caratterizzato da alcuni canali paralleli e, oltre una strozzatura, si raggiunge la conca occupata dal piccolo Ghiacciaio del Rinalpi. Si prosegue leggermente verso sinistra lungo il vallone pressoché pianeggiante che conduce all’ampio Colle Rinalpi (2950 m c.), depressione situata tra il Monte Rinalpi e la Cima Piazzi. Infine, volgendo a sinistra per un ripido, breve pendio tra le rocce, si guadagna la sommità del Monte Rinalpi (3009 m).

Discesa:
Avviene lungo la via di salita fino all’Alpe Borron (2057 m). Superata la strozzatura che precede l’alpeggio suddetto è consigliabile restare alti, seguendo le tracce di salita fino alle baite. Da qui, senza possibilità di errore, si segue la carrareccia che si abbassa lungo il versante destro della Val Lia, oltrepassando l’incrocio per le baite di Prei, attraverso boschi di conifere e belle radure dalle quali si godono ottimi scorci sul severo ed elegante versante settentrionale della Cima Piazzi, ammantato di ghiacci. Raggiunti i prati della Madonna di Presedont (1750 m c.), si lascia sulla sinistra la deviazione per la Val Cardonné, e si prosegue passando gradualmente sul versante di Isolaccia. Oltre i prati di Pezzél la strada perde rapidamente quota fino a Isolaccia (1345 m).

Note:
gli impianti di risalita di Isolaccia consentono di risparmiare un po’ di dislivello e di evitare la salita lungo la carrareccia della Val Lia, di notevole sviluppo. La discesa, invece, avverrà proprio lungo la carrareccia, permettendo una lunga e divertente scivolata fino a Isolaccia. Quest’escursione di grande respiro e di notevole valore ambientale, con ottime vedute sulla Cima Piazzi e sui boschi della Val Lia, va affrontata solo in condizioni di neve sicura. Si consiglia, pertanto, di informarsi preventivamente sulle condizioni del manto nevoso, telefonando al Servizio Nivometeorologico (vedi Informazioni generali). Entusiasmante momento di discesa nella neve fresca del Monte Rinalpi. Dolci pendii poco dopo la partenza della gita. Un altro momento di discesa: questa volta su neve più compatta.



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