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Il Parco Nazionale del Vesuvio, di grandissimo interesse
geologico e storico, è stato istituito al fine di
salvaguardare i valori del territorio, di applicare metodi
idonei a realizzare una corretta integrazione tra uomo e
ambiente, di promuovere attività di educazione ambientale e
di ricerca scientifica. Il Parco nasce, però, anche
dall'esigenza di difendere il vulcano più famoso del mondo:
il Vesuvio, tipico esempio di vulcano a recinto costituito
da un cono esterno tronco, il Monte Somma, oggi spento con
cinta craterica in gran parte demolita entro la quale si
trova un cono più piccolo rappresentato dal Vesuvio, ancora
attivo. Il territorio, ricco di bellezze
storico-naturalistiche, vanta una produzione agricola unica
per varietà e originalità di sapori.
I territori vesuviano e sommano si differenziano per alcuni
aspetti ambientali e si accomunano per altri, in particolare
per la forte antropizzazione che caratterizza i versanti più
bassi di entrambi i rilievi.
Per quanto attiene le differenze, va detto che il primo si
presenta più arido e assolato, con una tipica vegetazione
spontanea di tipo mediterraneo, pinete artificiali e boschi
di leccio, con questi ultimi che stanno lentamente
recuperando rispetto ai pini e che pertanto stanno
riformando la splendida foresta mediterranea; il secondo è
più umido con una vegetazione boschiva che ricorda quella di
tipo appenninico, con boschi misti di castagno, querce
ontano, aceri e lecci; tra questi si incontra, anche se
raramente, la splendida betulla, presenza davvero inconsueta
in un ambito mediterraneo.
La colonizzazione dei suoli lavici, ha inizio poco dopo il
raffreddamento ed è dovuta al lichene Stereocaulon
vesuvianum, che ha forma di corallo, colore grigio ed è
il primo essere vivente a insediarsi sulla lava raffreddata
preparando il suolo per l'attecchimento delle piante.
Ricopre interamente le lave vesuviane e le colora di grigio,
facendo assumere ( alla lava riflessi argentati nelle notti
di luna piena.
L'elenco floristico comprende ben 906 specie diverse. Tra
queste sono da evidenziare presenze di grande interesse,
quali ad esempio, l'Acero napoletano, l'Ontano napoletano,
ed Helicrhysum litoreum, particolarmente frequente
sul Vesuvio.
Da segnalare anche l'alto numero di specie di orchidee, ben
23, e la ginestra, presente anch'essa in diverse specie:
Genista tinctoria, Genista aetnensis, quest'ultima
importata dall'Etna nel 1906 e oggi ampiamente distribuita
su tutto il territorio vesuviano.
Il versante vesuviano e quello sommano differiscono
notevolmente dal punto di vista naturalistico, il primo è
più arido, in gran parte riforestato per impedire fenomeni
franosi e presenta le caratteristiche successioni
vegetazionali della macchia mediterranea; il versante del
Somma, più umido, è caratterizzato dalla presenza di boschi
misti. Da numerosi studi riportati in letteratura risulta
che il complesso vulcanico è stato colonizzato da più di 900
specie vegetali, considerando anche quelle estinte e quelle
la cui colonizzazione è recente; oggi si è appurata la
presenza di 610 entità, delle quali oltre il 40% è
costituito da specie mediterranee. Le specie endemiche sono
solo 18, probabilmente a causa dell'origine recente
complesso vulcanico.
La fauna del Parco è particolarmente ricca e interessante.
Tra i mammiferi spiccano la presenza del Topo quercino,
fattosi raro in altre parti d'Italia, del Moscardino, della
Faina, della Volpe, del Coniglio selvatico e della Lepre.
Più di cento le specie di uccelli tra residenti, migratrici,
svernanti e nidificanti estive. Da segnalare le
nidificazioni di Poiana, Gheppio, Sparviere, Pellegrino,
Upupa, Tortora Colombaccio, Picchio rosso maggiore,
Codirossone, Passero solitario, Codibugnolo, Picchio
muratore, Corvo imperiale, Cincia mora.
In inverno frequentano il Parco tra gli altri la Beccaccia,
il Codirosso spazzacamino, il Torcicollo, il Tordo
bottaccio, il Lucherino.
Nel periodo delle migrazioni transitano Beccafichi,
Sterpazzoline, Balie nere, Codirossi Monachelle, Luì verdi,
Rigogoli, Gruccioni, Succiacapre e tantissime altre specie,
molte delle quali provenienti dai quartieri sud-sahariani di
svernamento.
Tra i rettili sono da citare il colorato Ramarro, l'innocuo
serpente Biacco e l'Emidattilo verrucoso. Interessante la
presenza, tra gli anfibi, del Rospo smeraldino.
Tra gli invertebrati vanno citate le coloratissime farfalle
diurne e notturne che frequentano in gran numero le
fioriture della flora mediterranea vesuviana.
Il Parco Nazionale del Vesuvio nasce ufficialmente il 5
giugno 1995, e sono 13 i Comuni interessati dai confini del
parco nazionale, tutti ricadenti nella provincia di Napoli:
Boscoreale - Boscotrecase - Ercolano - Massa di Somma -
Ottaviano - Pollena Trocchia - San Giuseppe Vesuviano - San
Sebastiano al Vesuvio - Sant' Anastasia - Somma Vesuviana -
Terzigno - Torre del Greco - Trecase.
Viene
istituito al fine di conservare le specie animali e
vegetali, le associazioni vegetali e forestali, le
singolarità geologiche, le formazioni paleontologiche, le
comunità biologiche, i biotopi, i valori scenici e
panoramici, i processi naturali, gli equilibri idraulici e
idrogeologici, gli equilibri ecologici. Le finalità vanno
anche all'applicazione di metodi di gestione o di restauro
ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e
ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori
antropologici, archeologici, storici e architettonici e
delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali; alla
promozione di attività di educazione, di formazione e di
ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di
attività ricreative compatibili; alla difesa e
ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici.
Nel caso del Parco Nazionale del Vesuvio i compiti e le
valenze si fanno decisamente più ampie tenendo in conto il
fatto che si tratta di dover difendere e valorizzare il
vulcano più famoso del mondo, ma, nel contempo, anche uno
dei cinque vulcani più pericolosi al mondo per la fortissima
conurbazione urbana che negli anni si è andata formando
intorno ad esso, irrispettosa delle leggi che proibivano la
realizzazione degli edifici. Il Parco Nazionale del Vesuvio
rappresenta quindi un'anomalia nel panorama dei Parchi
naturali europei, una sorta di scommessa dell'ambientalismo
mondiale tesa a recuperare la selvaticità e il fascino del
Vesuvio e del Monte Somma, strappandoli all'incredibile
degrado cui erano pervenuti e restituendoli al godimento
delle attuali e future generazioni, a cui, in ultima
analisi, appartengono.
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