Il
golfo di Napoli è un'insenatura del mar
Tirreno meridionale, compresa tra la penisola
flegrea a nord-ovest (capo Miseno) e la
penisola sorrentina a sud-est (Punta Campanella).
Considerando le isole del
golfo come un ideale prolungamento delle due
penisole, i margini estremi del golfo possono
essere estesi fino a punta Imperatore,
sull'isola d'Ischia e punta Carena sull'isola di
Capri.
Completamente ricompreso
all'interno del golfo di Napoli è il golfo di
Pozzuoli, tra capo
Miseno e capo Posillipo.
Le vie marine di accesso al
golfo sono quattro:
Le rive del golfo di
Napoli
sono state abitate fin dall'età preistorica; in
epoca greca e romana fiorirono qui importanti
porti e città, tra cui Miseno,
Cuma, Baia,
Puteoli (odierna
Pozzuoli),
Ercolano,
Pompei,
Oplonti,
Stabia.
Oggi il
Golfo di Napoli è
caratterizzato da una fortissima densità
abitativa e conseguente pressione antropica
nella sua parte centrale (essenzialmente per
l'area metropolitana della città di
Napoli),
mentre nelle sue propaggini estremali si trovano
rinomate località turistiche di fama mondiale
(Ischia,
Capri,
Sorrento, ecc...)
Ischia,
Capri, Procida e
Vivara: sono queste le isole partenopee del
Golfo di Napoli.
Sono disposte a Nord Ischia,
Procida e Vivara, prospicienti la
costa flegrea (Flegree è il loro nome), mentre a Sud del
Golfo,
di fronte alla Penisola Sorrentina, si trova l'isola di
Capri.
Le isole flegree si
differenziano da Capri per la posizione e anche per la loro
diversa origine geologica. Ischia è l'isola maggiore per
estensione con una superficie di 47 Kmq, segue
Capri con poco
più di 10 Kmq e Procida che si estende in lunghezza con una
superficie di 3 Kmq, ad essa si collega l'isolotto di
Vivara, una
splendida riserva naturalistica.
Il Golfo di Napoli si sviluppa tra
Capo Miseno e
Punta Campanella, coronato a Nord dalle isole di
Procida e Ischia e a Sud da
Capri. Il traffico intensissimo di
battelli mercantili, da diporto e militari esige da parte dei diportisti la massima attenzione, mentre è indispensabile farsi
guidare da uno skipper esperto del luogo o consultare le norme
particolari e le prescrizioni delle singole Capitanerie
dell'intero golfo. Lungo la costa di natura sabbiosa e rocciosa,
spicca Capo Miseno, grosso masso di tufo, unito alla terraferma
tramite un istmo di sabbia. A nord di esso inizia un'ampia zona
di coltivazioni di mitili, interdetta e comunque pericolosa per
la navigazione. La parte settentrionale del golfo di
Pozzuoli e
tutto il canale di Procida presenta non poche difficoltà per la
navigazione, a causa delle numerose secche e scogli affioranti,
fra cui, in posizione centrale, la Secca del Torrione, segnalata
da una meda luminosa elastica cardinale Sud.
Attraversato il canale, si raggiunge l'isola
di Procida, la più vicina a terra, forse la meno conosciuta fra
le isole partenopee, ma non per questo meno interessante, anche
perché ha mantenuto intatto il fascino dei borghi marinari.
Tutta di tufo giallo, cosparsa di agrumeti e vigneti,
Procida,
che prende il nome dal verbo "prochyo", che significa eruttata,
per la sua chiara origine vulcanica, è di natura tufacea, ma
all'interno l'isola si presenta ondulata e ricca di orti e
giardini. Qui si possono visitare la grande piazza d'armi, il
cuore della Terra Murata, con l'abbazia di San Michele, ricordo
della dominazione spagnola al cui tempo fu ricostruita dopo le
distruzioni saracene. L'isola, di appena 3,7 kmq, ha come porto
principale Marina di Procida, costituita da due bacini suddivisi
da tre moli, quello di ponente, quello sottoflutto e quello di
levante a scogliera. Circumnavigando
Procida, si può trovare rifugio a ridosso dell'isola
Vivara,
legata a terra da un istmo artificiale, sede di un parco
naturale protetto, coperta da una fitta vegetazione e sormontata
da una torre. A Sud dell'isola potrete visitare la Corricella,
porto di pescatori, dove venne girato il film "Il Postino" di
Massimo Troisi, e Chiaiolella, graziosissimo villaggio di
pescatori, dalle casette rosa e giallo ocra, approdo sicuro e
ridossato da quasi tutti i venti.
Lasciata Procida, si percorrono solamente 4,2
miglia per raggiungere Ischia, la più grande delle isole del
golfo che si estende per 47 kmq. Colonizzata in tempi preromani
e nota già allora per la qualità delle sue argille, con cui
venivano costruiti splendidi vasi, fu sconvolta nel III secolo
avanti Cristo da una eruzione che trasformò la bocca del vulcano
in un lago salato. Ma fu solo nello scorso secolo che Ferdinando
II aprì uno sbocco a mare, trasformando il cratere in un porto.
Il porto di Ischia è così uno dei più
sicuri, dal punto di vista meteorologico. La circumnavigazione dell'intera isola
di Ischia, lunga circa 30 miglia, è particolarmente piacevole.
Lasciando il porto di Ischia si procede verso la parte nord
orientale dell'isola; subito a dritta, si incontra la spiaggia
di S. Pietro e il Lido d'Ischia, zona caratterizzata da pinete e
alberghi. Superato il Castello Aragonese, antica fortezza
spagnola, si notano sulla destra gli Scogli di S. Anna, dove, il
26 luglio, si svolge la festa di S. Anna con la gara di
imbarcazioni allegoriche in rappresentanza di tutti i comuni
dell'isola. La zona è molto suggestiva, soprattutto per chi ama
immergersi, perché può osservare le rovine di Aenaria, il
villaggio preromano distrutto da un'eruzione nel 130 d.C., che
giacciono su un fondale di meno di dieci metri. Di seguito c'è
la spiaggia di Carta Romana, dopo la quale la costa diventa alta
e rocciosa. Oltrepassato Capo Grosso e Punta della Signora
compare la lunga Spiaggia dei Maronti, mentre la costa si
addolcisce tutt'a un tratto. Sullo sfondo un piccolo
promontorio, è la Torre di S. Angelo, attaccata al
caratteristico borgo di S. Angelo. Nel piccolo porticciolo una
banchina del molo di sopraflutto è gestita dal Centro Nautico S.
Angelo e riservata al diporto. Lasciato S. Angelo la costa
diventa nuovamente aspra, ma ad un tratto si apre un piccolo
fiordo, la baia di Sorgeto, dove è possibile fare il bagno in
mare anche d'inverno grazie alle sorgenti di acqua calda.
Osservando con attenzione la costa a picco sul mare, si scorgono
scogli dalle forme originali come quella del Piede del Gigante.
Oltrepassata la Baia, si passa vicino a un imponente scoglio
chiamato la Nave di Ulisse, poi Punta Imperatore che, con Punta
S. Caruso, abbraccia il comune di Forio. Procedendo verso nord,
si notano due grandi scogli di tufo, gli Scogli degli
Innamorati. Poi si incontra ancora il porto di Forio, sormontato
dal Torrione. Proseguendo si raggiunge una nuova insenatura, la Baia
di S. Montano, nel comune di Lacco Ameno e subito dopo ecco Casamicciola
Terme, sovrastata dal Monte Epomeo, cittadina termale di fama
internazionale.
Ma la vera perla del Golfo è certamente
Capri. Non a caso Augusto, di ritorno dall'Egitto se ne
innamorò, acquistandola e facendone la sua dimora preferita. Poi
Tiberio la rese famosa dandole quell'impronta di località dalla
complicità trasgressiva, che l'isola non ha mai abbandonato. Chi
non conosce la Grotta Azzurra o gli incredibili faraglioni,
ultimi resti di un'immensa grotta sotterranea. Basta invece la
famosa funicolare per raggiungere da Marina Grande l'ancor più
famosa Piazzetta, centro di tutta la vita caprese. L'isola, di
natura rocciosa, è dominata dalla collina del Forte S. Michele e
da quella del Forte Castigliano. Il suggestivo paese di
Capri
sorge nella sella che separa Monte Solaro e Monte Tiberio. Sul
versante di Monte Solaro sorge l'altro centro abitato
dell'isola: Anacapri.
Dall'imboccatura di Marina Grande, girando in senso antiorario,
si raggiunge subito la zona della
Grotta Azzurra, facilmente
riconoscibile dal traffico di lance. Potrete chiamare
direttamente dalla barca le barchette che vi porteranno, maree
permettendo, a visitare il più splendido degli spettacoli. Poi,
passando per Capo dell'Arcera e Punta Carena, si arriva sulla
parte sud dell'isola e a Marina Piccola, l'altro approdo, privo
di servizi, dove esiste solo uno stabilimento balneare su
palafitte che può offrire temporaneo ridosso a natanti di
piccole dimensioni. Proseguendo si arriva in zona Faraglioni,
dove potrete fare un bagno indimenticabile, andando poi magari a
pranzo in uno dei ristoranti dietro Punta Tragara. Avrete poi tutto il tempo di
completare la circumnavigazione per tornare all'ormeggio di
Marina Grande e prepararvi all'intensa passione delle notti
capresi.