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Negli
anni della Roma imperiale Oplontis doveva essere quello che
Portofino e Capri sono per noi oggi. Un
richiamo per vip e nobili. Ma l’eruzione del
Vesuvio (la stessa che nel 79 d.C. seppellì Ercolano e Pompei)
ha cancellato le sue tracce e il suo nome è stato dimenticato per
essere trasformato in quello di Torre Annunziata.
Eppure Oplontis, ormai stretta tra i condomini, è ancora lì, bella e
dimenticata e a chi la visita suggerisce come doveva essere quando
ospitava la Roma bene. Tra i suoi frequentatori annoverava infatti
anche Poppea, la moglie di Nerone.
Oggi gli scavi hanno portato alla luce quella che gli studiosi
ritengono fosse la sua villa,un complesso residenziale, dove
ambienti di uso comune si alternano a saloni destinati a ospitare
feste e banchetti. Le pareti delle stanze, inoltre, conservano le
tracce di affreschi con scene di bagnanti, maschere, uccelli e cesti
di fiori e frutta, tutto in un’ esplosione di fantasia, colori e
lusso.
La seconda imponente villa, ancora in via di scavo, è quella di
Lucio Crasso Terzio. Porticati e peristili, giardini e terme, una
piscina dalle dimensioni olimpioniche, statue e gioielli: questo il
tesoro archeologico della villa.
Durante
i lavori è stata ritrovata addirittura una cassetta di legno che
oggi chiameremmo beauty case. Qui la padrona di casa conservava,
custodite in preziose ampolline, le sue creme, insieme alle stecche
d’osso, usate per applicare sul viso il belletto, e alle piastrine
su cui venivano amalgamati unguenti e maschere di bellezza.
Gli scavi (in via Sepolcri, a 500 metri dalla stazione
Circumvesuviana) si visitano tutti i giorni tranne il lunedì, dalle
nove al tramonto.
Per informazioni: Scavi tel. 0818621755 - Pro loco tel. fax
0818623163. |