Per comprendere
meglio la storia delle Terme Romane di Baia, si deve risalire nel tempo
di circa 2.400 anni, quando l’attuale porto era in larga parte occupato dalla
terraferma ed ai suoi lati, i promontori di Punta dell'Epitaffio e
di Punta del Castello, si chiudevano in un abbraccio formando un bacino
con una piccola apertura al centro che dava sull'attuale golfo di Pozzuoli. Da questa piccola
baia d’origine vulcanica fu attribuito il nome alla località. La leggenda
invece, vuole che esso derivi da Bajos, timoniere e compagno di Ulisse
che morì e fu sepolto in questa zona.
Il luogo emanava un
fascino intenso con la lussureggiante vegetazione che dal mare s’inerpicava fin
sopra la collina. Da quel podio naturale si ammirava un panorama
d’ineguagliabile bellezza.
Lo stesso Orazio (65
a.C.- 8 d.C.), grande poeta lirico e satirico latino, come si legge sulla lapide
all’ingresso del viale d’accesso, scrive "Nullus in orbe sinus Baiis
praelucet amoenis": nulla al mondo splende più dell’ameno golfo di Baia.
Un po’ ovunque
sgorgavano sorgenti d’acqua termale e lo storico Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.)
racconta che un console romano, di nome Cornelio, alleviò i postumi di una
caduta da cavallo proprio con queste acque.
In virtù di tali
prerogative, si può facilmente intuire con quale fervore, i più ricchi e famosi
personaggi dell’antica Roma, si riversarono su questa zona, per costruire le
loro ville soprattutto lungo il litorale.
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Parco Archeologico
di Baia - Particolare del plastico ricostruttivo realizzato dal
Progetto Eubea rappresentante l'area dei Campi Flegrei in epoca
romana. E' possibile scorgere partendo dal centro della foto: il
lago Averno, di forma circolare, adiacente a quello Lucrino che è
separato dal mare da una striscia di terra. A destra del lago
Lucrino si scorge il piccolo golfo di Baia com'era in origine. Alle
sue spalle il lago Fusaro e a sinistra l'insediamento di Cuma. In
alto, sullo sfondo, l'antica Pozzuoli. |
Queste ultime,
rispecchiando la ricchezza ed il grado sociale dei rispettivi proprietari,
avevano un aspetto maestoso, finemente rifinite e dotate, quasi tutte, di
peschiere o piscine per l’allevamento delle murene: vera prelibatezza culinaria
a quell’epoca. I primi insediamenti abitativi si ebbero nel III secolo a.C. e
raggiunsero il massimo nel I sec. a.C., quando non si riuscivano più a
distinguere i confini di Baia da quelli di Bauli (l’antica Bacoli).
Con la fine della
Repubblica, Baia (soprannominata "la piccola Roma") fu eletta residenza estiva
degli imperatori romani e ciò contribuì ad accrescere la grandiosità ed il lusso
delle proprie costruzioni.
Ottaviano
Cesare Augusto, primo imperatore romano, durante il suo governo (27 a.C.- 14 d.C.)
mise ordine nella selva abitativa di Baia. Incaricò l’architetto Sergio Orata di
inglobare tutte le ville in un unico complesso termale. Questi incanalò le varie
sorgenti d’acqua calda in modo da servire i diversi ambienti realizzati ed
attrezzati per la cura del corpo.
A Baia furono
sperimentate ed eseguite le più moderne e raffinate tecniche architettoniche
riportandole in seguito nella capitale; un esempio è il cosiddetto "Tempio di
Mercurio", che come dimensioni è la metà del Pantheon.
Col passare del tempo
le Terme Romane di Baia subirono numerosi ampliamenti e modifiche, tali da
rendere molto difficile l'identificazione di alcuni ambienti, avendone perso la
funzione originaria. Dopo Augusto, infatti, esse furono ingrandite da Nerone,
Adriano, Antonino Pio, Alessandro Severo fino a costituire un’immensa città
termale.
Furono costruiti ampi
edifici per i bagni, gli svaghi, biblioteche, palestre e giardini secondo la
regola "mens sana in corpore sano".
I
portici furono una caratteristica del luogo. Essi assunsero grande rilievo
architettonico perché sorreggevano i vasti terrazzamenti che si spingevano verso
il mare ed ai fini pratici permettevano agli ospiti di ripararsi dai temporali o
dalla gran calura estiva.
Della ricchezza e lo
sfarzo dell’antica Baia, oggi rimane ben poco anche a causa degli eventi
bradisismici che hanno lasciato sott’acqua la parte più interessante ed antica
della cittadina. In ogni modo dalle strutture messe in luce dagli scavi iniziati
nel 1941, interrotti causa la guerra e ripresi nel 1950 ad opera del prof.
Amedeo Maiuri, si ha già l’idea della sontuosità delle costruzioni. Dai lavori
di dragaggio lungo il lido, dal 1923 al 1928, sono emersi numerosi frontoni e
manufatti di marmo finemente lavorati che da soli testimoniano il lusso e la
sontuosità delle ville che ricoprivano il territorio.
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