Pozzuoli
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Pozzuoli,
antica cittadina marinara, fu fondata da un gruppo di esiliati dell'isola Greca
di Samo; per questo motivo fu denominata Dicearchia, "giusto governo".
Il tempio di Serapide
Il tempio di Serapide (anche detto Macellum) è situato nei pressi della stazione Cumana. Nel corso dei secoli ha rappresentato la memoria storica dei fenomeni bradisismici che da sempre interessano l'area flegrea. Ancora oggi sono visibile le erosioni dovute agli abbassamenti ed innalzamenti del suolo circostante per mezzo dei litofagi, chiaramente visibili sulle colonne ed indicanti le progressive modifiche apportate nei secoli dalle variazioni del livello delle acque. Il tempio di Serapide è sicuramente stato un importante centro termale dell'antichità (come testimoniano alcuni reperti storici), tanto che la denominazione di tempio in senso proprio può considerarsi impropria. Durante alcuni scavi (1750) fu rinvenuta una statua del dio egiziano Serapis e, pertanto, fu ritenuto un Tempio. La struttura si sviluppa entro un'area rettangolare (75 metri di lunghezza per 58 metri di larghezza). La sua costruzione è ritenuta dai più risalente all'età flavia; i segni di successivi interventi di restauro testimoniano la longevità e l'assiduità di fruizione del centro in epoca romana. Di particolare valore artistico sono, inoltre, i materiali utilizzati per l'interno del tempio (di eccezionale bellezza i marmi ed i mosaici). L'abside è a semicupola; la statua di Serapis (divinità protettrici del commercio) è collocata al di sotto di esso. Le tabernae si sviluppano intorno ad un ampio porticato, al cui centro si eleva una tholos, chiuso da una esedra preceduta da quattro colossali colonne, delle quali si osservano tre ancora in piedi. Le vaste tracce del pavimento marmoreo, e il rivestimento dei servizi igienici sono la testimonianza di una incomparabile ricchezza architettonica del monumento.
Terme di Nettuno Le Terme di Nettuno rappresentano il principale centro termale dell'antica Puteoli. La sua costruzione viene fatta risalire al II sec. d.C. (Adriano),
Gli interventi di restauro nei periodi successivi sono testimoniati dalle
visibili modificazioni dell'impianto e dai reperti storici (documenti dell'epoca
romana, nei quali è descritta l'attività correlata alle Terme fino al IV d.C.). All'interno vi è il frigidarium con i resti degli ambienti originariamente disposti sui due lati dell'abside (alcuni reperti testimoniano la presenza di mosaici decorativi).
Le strutture edilizie moderne ed il progressivo innalzamento del territorio non
hanno cancellato i resti della vasta area entro la quale sorgevano le terme
(come testimonia anche il notevole dislivello tra le estremità dell'impianto). Anfiteatro Flavio
L'anfiteatro flavio porta immediatamente alla mente il Colosseo, al quale è accomunato per la sua edificazione ad opera degli stessi architetti e per i materiali utilizzati. La semplicità e la funzionalità della struttura, unita agli elementi decorativi ed ai reperti (in taluni casi ben conservati anche grazie alle piogge di ceneri delle eruzioni vulcaniche) testimoniano la capacità nell'organizzazione degli spettacoli e l'abilità nella realizzazione di scenografie sensazionali per l'epoca (l'ampia fossa al centro dell'arena era il "cantiere" per le realizzazioni delle scenografie), restituendo una certa vena creativa e fantasiosa ai puteolani dell'epoca.
Misure: metri 147 x 117,44 (arena: 72,22 x 42,33). Spettatori (20.00 circa). Le caratteristiche della struttura mostrano la perizia della civiltà romana in materia di costruzioni. L'anfiteatro Flavio fu progettato con ben 16 ingressi (4 principali) garantendo, quindi, una accessibilità comoda ed efficiente. Gli spettatori avevano a disposizione tre piani (precinzioni) per lo spettacolo, le prime 2 direttamente collegate agli ingressi, la terza raggiungibili tramite le molteplici rampe di scale costruite ai lati dell'impianto. Le comunicazioni fra le varie sezioni erano inoltre garantite, oltre che dalle rampe, da corridoi interni. La terza precinzione culminava in una fila di colonne di marmo decorate che circondava l'intera opera. Pregiate decorazioni ed opere scultoree erano, altresì, presenti in altri punti dell'anfiteatro. L'arena era divisa in quattro settori, tutti collegati e comunicanti. Ben conservati i sotterranei, dove è stato possibile studiare il complesso sistema di sollevamento delle gabbie con le belve.
Nel 305, sotto la persecuzione di Diocleziano, furono esposti nell'arena sette martiri cristiani: i beneventani Gennaro, Festo e Desiderio, il misenate Sosso, e i puteolani Procolo, Eutiche e Acuzio, poi decapitati nei pressi della solfatara.
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