La stampa tipografica
indice
cosa è la stampa tipografica
Johan Gutenberg
la stampa a caratteri mobili
la diffusione della stampa
L'organizzazione del lavoro
Panfilo Castaldi
Filippo Cavagna
Aldo Manunzio
Luca Pacioli
Nicolas Jenson
Christofle Pantin
Gi Elzevir
Gli Estienne
I Diodot
l'Encyclopedie
John Baskerville
Giovan Battista Bodoni
Aldo Novarese
La cartiera industriale
Le macchine da stampa dell' '800
Il processo tipografico
Alcune macchine da stampa
Che cos'è la stampa tipografica?
Il termine tipografia deriva dal greco "týpos"
impronta e "gráphein"scrivere.
La tipografia è la tecnologia per produrre testi stampati
usando matrici rilievografiche composte di caratteri mobili o
di lastre inchiostrate, i clichè.
La tipografia è il procedimento
di stampa che ha dato origine alla industria grafica.
Si è affermato verso la metà del XV secolo in seguito
alle invenzioni del torchio di stampa e dei caratteri mobili di
metallo da parte di Giovanni Gutenberg.
Gli elementi costitutivi di un carattere tipografico
la storia della stampa tipografica
L'invenzione della stampa a caratteri mobili è attribuita
al tedesco Johann Gutenberg,
Anche se è probabile che già i cinesi utilizzassero
in precedenza tecniche simili e che, contemporaneamente a Gutenberg,
anche stampatori tedeschi, boemi, italiani (Panfilo Castaldi)
e olandesi stessero lavorando nella stessa direzione
Johann Gutenberg
Gutenber (Johann Gensfleisch), nasce a Magonza attorno al 1390, il padre era orafo e anche il giovane Johann era orafo.
johan Gutenberg
johan Gutenberg si trasferì a Strasburgo nel 1434 sperimenta nel 1440 le modalità di uno "scritto
artificiale.
Nel 1435 Gutemberg è a Strasburgo
dove, nel 1437 in società con dei finanziatori: Dritzehen,
Riffe ed Heilman lavora, alla messa appunto del' uso dei caratteri
mobili.
Gutenberg con i i suoi soci fonda la " Società per
la stampa artificiale dei libri".
nel 1450 il sistrema è perfezionato al punto da permettere
il suo sfruttamento commerciale.
johan Gutenberg
Le inovazioni di Gutenberg
L'deazione del procedimento di stampa di Gutemberg fu reso posibile da tre innovazioni tecnologiche:
I caratteri mobili
Per poter produrre il gran numero di singoli pezzi dei caratteri (tipi) che erano necessari per la composizione di un libro.
Gutenberg introdusse il principio della produzione di duplicati per colata.
Le singole lettere venivano scolpite in rilievo e quindi pressate su blocchetti di ottone in modo da ottenere delle matrici dalle quali si potevano preparare duplicati mediante colata di un metallo fuso.
Questi venivano poi combinati in modo da formare una superficie stampante piana.
l' inchiostro da stampa
La seconda conquista di Gutenberg fu lo sviluppo di un inchiostro in grado di aderire ai suoi caratteri in metallo e che doveva pertanto essere di composizione chimica completamente differente da quella degli inchiostri per blocchi di legno già esistenti.
Il torchio da stampa
Gutenberg trasformò anche una pressa da vino in un torchio in grado di stampare pagine di caratteri. .
Fust avanzò i suoi diritti ipotecari nel 1455 e ottenne di poter rilevare i caratteri e i torchi, iniziando egli stesso l'attività di stampatore insieme con l'apprendista e genero Peter Schöffer.
il torchio tipografico
Il ritorno a magonza
A Magonza, Gutenberg, mentre metteva a punto il suo modello commerciale di torchio, tra il 1450 e il 1452, prese a prestito una somma di denaro dal banchiere Johann
Fust, finanziatore e avvocato di Magonza,per poter iniziare la produzione dei caratteri e delle presse, ma non fu in grado di ripagare il debito al tempo dovuto.
Gutemberg con l'aiuto di suo genero e apprendista Peter
Schöffer, stampa tra il 1448 e il 1454 a Magonza il primo
libro con questa tecnica.
La Bibbia a 42 linee
Fu il primo volume a essere stampato con l’impiego di caratteri mobili
Si tratta della celebre Bibbia a 42 linee detta "Mazzarina"perché la prima copia fu scoperta nella biblioteca del cardinale e statista francese Giulio Mazzarino (Pescina, L’Aquila 1602 - Vincennes, Parigi 1661).
Questa Bibbia è detta a 42 linee per il numero delle linee
di testo che compongono ogni pagina, la Bibbia a 42 linnee, viene messa in vendita
a Francoforte sul Meno nel 1455.
In realtà questo che è considerato il primo libro stampato e nei pochi esemplari superstiti è la il più prezioso del mondo, la Bibbia di Gutemberg, in realtà conteneva 40 righe nelle prime 9 pagine, 41 nella decima e 42 in tutte le altre.
La scelta di utilizare caratteri più piccoli dei precedenti (42 righe al posto dele 40 delle pagine iniziali) fu presa per risparmiare sul numero totale di pagine, aumentando le righe e rispettando lo schema di impaginato già realizzato, il totale delle pagine della Bibbia aveva un totale di 1465 pagine.
Delle quarantotto copie tuttora esistenti, quella di migliore fattura fu acquistata dalla Library of Congress di Washington nel 1930.
Esistono solo altre due copie di qualità equivalente, una conservata alla Bibliothèque Nationale di Parigi e l’altra alla British Library di Londra.
La Bibbia
di Gutenberg a 42 linee stampata a Magonza nel 1445
La Bibbia
di Gutenberg a 42 linee
La Bibbia
di Gutenberg a 42 linee
Furst e Shoffer
Ma proprio in quell'anno 1445, come risulta da un protocollo notarile del 6 novembre 1455, il finanziatore
Johann Fust fa valere su Gutemberg il proprio diritto di creditore,
confiscandogli i torchi e quasi tutto il materiale tecnico, che
cede poi ad un suo dipendente, Peter Shoffer.
Questi porta a termine la Bibbia di Gutenberg nel 1455. e nel 1457 pubblicò il Salterio di Magonza.
Shoffer, dopo la morte di Fust, proseguì nella attività di stampatore fino ai primi del 1500.
Shoffer nel 1457 stampò il "Psalterium Magontinum", primo libro nella storia della stampa che riporta l'indicazione della data.
marchio di Johann Furst e Peter Shoffer
Gutenberg e Huney
In Seguito, Gutemberg si associa a Konrad Humey, sindaco di Magonza
e pubblica, non firmata, nel 1458 la Bibbia a 36 linee e altri
libri di soggetto religioso.
Konrad Humey aveva dovuto sostenere rilevanti spese per l'acquisto delle risme di carta, dei fogli di pergamena, la ricostruzione dei torchi da stampa, ecc.
Questo investimento impedì ad Humey di sostenere economicamente e con larghezza di mezzi Gutenberg.
Prototipografo
Nel 1462 avviene il sacco di Magonza da parte di Adolfo II du
Nassau, questa guerra costringe Gutemberg a lasciare la città.
Gutemberg ritornerà a Magonza nel 1465, invitato dallo
stesso Adolfo II che lo nomina prototipografo suo uomo di corte, accordandogli
benefici ed esentandolo dalle imposte.
Ormai cieco, il 3 febbraio 1468 Gutemberg muore, lasciando, il suo prezioso materiale
al suo finanziatore Konrad Humey.
Nel 1472, dopo la morte di Humey, la tipografia passò ai "Frates Vitae Comunis" una associazione religiosa fondata nel 1370 da Gerardo Groote a Deventer (Paesi Bassi) con lo scopo di diffondere le sacre scritture.
Torchio da stampa,
i torchi usati dai primi tipografi derivavano da quelli gia in
uso per la torchiatura delle vinacce e già utilizzati in
precedenza per la strampa di Xilografie
La stampa a caratteri mobili
La tecnica perfezionata da Gutenberg consiste nell'allineare i
tipi (piccoli prismi metallici di sezione variabile, su ciascuno
dei quali compare in rilievo a rovescio un carattere) assemblandoli
in linee, e unire queste creando le pagine complete di testo.
Ogni matrice relativa ad una pagina viene quindi inchiostrata
e successivamente stampata con un torchio pressore.
Inizialmente i tipi vengono tenuti solidali da fasce; per questo (dal latino in cuna, cioè in culla, in fasce) si qualificano i libri stampati dall'invenzione fino alla fine
del 1400 con il termine incunaboli (che significa innocenti).
una pagina composta con i caratteri mobili
Il grande vantaggio della stampa a caratteri mobili è la
possibilità di scomposizione e riutilizzazione degli stessi
caratteri per altre composizioni e di stampare un gran numero
di copie identiche in brevissimo tempo rispetto ai libri manoscritti.
Il procedimento di produzione dei caratteri
mobili
Il procedimento di produzione dei primi caratteri mobili e sommariamene:
1) fabbricazione, per ogni lettera, di un punzone di metallo molto
duro che reca all'estremità la lettera incisa in rilievo.
2) incisione di una matrice (punzonatura) della lettera in incavo.
3) inserimento della matrice in una staffa in cui si possono fondere
le quantità desiderate di carateri tipografici, impiegando
nella fusione una lega di piombo, stagno e antimonio.
Le fasi per la produzione di un caratere
tipografico:
1) punzone,
2) 3) punzonatura,
4) matrice ottenuta dalla punzonatura,
5) fusione del cartere mediante l' introduzione di metallo fuso
nella staffa contenente la matrice
1568 fonditore di metalli, è chiaramente
visibile il gesto dell' operatore che introduce il metallo fuso
nella stafffa dove è contenuta la matrice del carattere
La diffusione della stampa tipografica
Grazie alla mobilità dei collaboratori di Gutenberg e Schöffer,
nell'arco di circa un decennio la nuova tecnica si diffonde nelle
varie città europee.
In particolare, in Italia si registra nel 1464 la presenza di
Arnold Pannartz e Konrad Sweynheim presso il monastero di Subiaco
e, successivamente, a Roma.
la diffusione della stampa in Europa nel 1400:
1447 a Magonza
1459 a Strasburgo
1464 a Subiaco
1467 a Roma
1468 ad Augusta e a Basilea
1469 a Venezia
1470 a Parigi e a Norimberga
1471 a Milano e a Utrecht
1473 a Lione,
a Cracovia, a Budapest, a Valencia, a Lisbona
1476 a Londra
1478 a Barcellona
1481 ad Albi
1482 a Vienna, a Odense
1499 M.Husz,Lyon "Grand danse macabre des hommes et des femmes".
La prima raffigurazione di un laboratorio tipografico che sia pervenuta, xilografia
La stampa e l'organizzazione del lavoro
antica stamperia
Nel secolo XV ormai la produzione di libri ed altrei stampati è ormai diffusa e organizzata, investendo diverse botteghe specializate nei vari aspetti produttivi.
i principali mestieri erano:
1 - la bottega del tipografo
2 - la bottega dell' incisore di caratteri
3 - la bottega del fonditore di caratteri
mobili
4 - La bottega del rilegatore
5 - il librario sia fisso,bottega, sia mobile, ambulante
6 - l' officina del cartaio
La bottega del tipografo
la
bottega del tipografo era il centro di una rete di mestieri e botteghe che ruotavano attorno ad essa.
Il centro della tipografia erano i torchi da stampa, che a seconda dell' importanza della bottega potevano essere diversi.
I principali erano:
il mastro tipografo
Il mastro tipografo era il padrone della bottega, da lui dipendevano tutti gli artigiani ed apprendisti della bottega, in genere il mastro tipografo era "borghese" ed era membro della corporazione di cui facevano parte tutti i tipografi.
I)n genere si occupave oltre della gestione della bottega anche della comissione delle lavorazioni specialistiche alle altre botteghe (fonditore, rilegatore ecc.), dei rapporti coi colaboratori esterni ( correttore di bozze) e sopprattutto intratteneva rapporti con la committenza (università, chiesa e/o protestanti, intellettuali, viaggiatori, librai ecc.)
Alle sue dipendenze vi erano altre figure professionali che caratterizzavano la stamperia:
Gli Artigiani
La bottega del tipografo, secondo la sua importanza, era in genere composta da un numero variabile di artigiani,conoscevano il mestier, ed verano pagati dal mastro.
Avevano mansioni varie:
il compositore
Componeva i testi con i caratteri mobili, prendfendoli dal compositoio, allineandolim in righe e allineadole all' interno della forma di stampa, il tutto sotto la sovrintendenza del mastro.
l' Incisore
incideva a bulino le lastre con le immagini, spesso era un artista, le lastre erano incise in incavo e venivano poi inserite nelle forme da stampa delle varie immagini
l'inchiostratore
ceava componendoli con vari elementi chinici gli inchiostri da stampa
il torcoliere
lavorava con il torchio da stampa, operando sulla vite senza fine e ne termonava la giusta presione sul foglio con la forma di stampa.
L'apprendista
pagava i mastro per la sua formazione cioè per diventare un atrigano, non veniva retribuito, inparava il mestiere.
Attorno alla bottega tipografica
il corretore di bozze
Lavorava nela tipografia con l'icarico di corregere la bozza di stampa, in genere svogeva professioni intelletual" spa leggere e conosceva anche il latino, non faceva parte della tipografia ed era inacricato dal mastro.
l' incisore di caratteri
Spesso aveva una sua bottega, di fondamentle importanza, spesso disegnava novi tipi di caratteri, incideva il carattere, spesso su basi di bronzo, in seguito realizzava il punzone, in acciaio, una matrice del carattere originale in positivo.
Famosi furono:
Francesco Griffo, che disegnò il carattere corsivo per Aldo Manunzio.
Robert Granjon che disegnò il carattere romano per Christophe Plantin
Claude Garamond che disegnò il carattere romano, che prese il suo nome, per gli Estienne
John Baskerville che disegnò il carattere per se stesso (era editore e tipografo).
Il Fonditore
Aveva una sua bottega con artigiani ed apprenditi, ricevuti i tipi dall'incisore, realizzava fonfendoli più copie di carateri mobili che venivano utilizzati dal tipografo.
La lavorazione consisteva nella:
punzonatura la battitura in una stafa del punzone su di una base metallica,in modo da ottenere il negativo del carattere.
fonditura, relizzazione di una lega di piombo ede antimonio, in un crogiulo scaldato in modo da essere incandescente, la sua fusione sulla marice punzonata in negativo in modo da otenere il carattere mobile del carattere.
rifinitura, eliminazione di bave e lucidatura.
il rilegatore
i librai
Presto accanto alle officine degli stampatori, dove era comunque possibile acquistare libri, freschi di stampa, si aprono le prime librerie e appare un nuovo mestiere, quello del libraio ambulante, che va di mercato in mercato, di fiera in fiera, recando la sua cassa di libri.
E' l' inizio di una profonda e quanto mai ampia diffusione del sapere.
Tra le fiere più importanti in Europa si affermano quelle di Francoforte, che si tiene ancora oggi, di Lipsia e di Lione.
In tutto il XVI secolo vennero editati: 75.000 titoli in Francia, 100.000 in Germania, Quasi 100.000 in Italia.
I libri vengono venduti quasi sempre senza rilegatura, perché ciò alleggerisce il trasporto e quando vengono spediti sono messi in botti ben achiutte.
Sta all' acquirente recarsi da un rilegatore, spesso richiedendo sulla legatura gli emblemi della propria persona o del proprio casato.
Le tipografie, l'evoluzione del mestiere
Così il mestiere di stampare si specializza e da vita ad attività parallele e correlate: il libraio, stabile o ambulante, lo spedizioniere, il rilegatore, mentre si struttura la cariera dello stampatore.
Da una fase di apprendistato, in cui il giovane riceve vitto, alloggio e indumenti ma senza retibuzione, il giovane di bottega diviene lavorante e quindi si adopera accanto ai maestri, percependo un compenso.
Viene poi promosso torcoliere (manovratore del torchio) oppure compositore se non proto ( dal greco protos: primo) , cioè contromaestro, in altre parole capo dell' officina e dei lavoranti.
Anche le fasi di stampa si specializzano.
di ogni pagina si fa una prova della bozza, che viene controllata dal corettore, che vi segna gli errori di composizione.
Sostituiti i caratteri errati, il correttore da l' assenso alla stampa.
Asciugati i fogli, dopo la stampa, questi vengono tagliati e rilegati, e i libri così ottenuti inviati al libraio.
marchio tipografico di Josa Bade tipografofrancese attivo a Lione
tra il XV e XVI sec.
I grandi stampatori
Panfilo Castaldi
Nacque a Feltre in provincia di Belluno, il 22 settembre
1430 e morì a Venezia nel 1487, era medico a Padova, letterato,
e "maestro da libri dal stampo", ovvero uno dei primi
tipografi.
Panfilo Castaldi
Secondo tradizione, in realtà senza alcun fondamento, alcuni storici lo accreditano come il "vero"
inventore dei caratteri mobili per la stampa.
L'invenzione della tipografia, attribuita a Johann Gutenberg,
in effetti, era all'epoca oggetto di studi anche in altre aree
geografiche dell'Europa come l'Olanda e la Boemia.
Panfilo Castaldi si inserisce in questa corrente di innovazione
e ricerca in quanto cittadino della Serenissima Repubblica di
Venezia, all'epoca nel pieno del suo splendore e centro europeo
di traffici commerciali e di conoscenze.
Panfilo Castaldi avrebbe ricevuto alcuni caratteri mobili
di origine cinese come parte della dote della moglie, nipote di
Marco Polo il quale li avrebbe portati con sé alla fine
dei suoi viaggi, descritti ne "Il Milione".
Infatti, secondo un antico rogito, Panfilo Castaldi sposò
una nipote di Marco Polo, che tra i beni dotali aveva caratteri
mobili portati a Venezia dal "Cataio" cioè dalla
Cina.
Nel 1461) Castaldi fu medico Capodistria, e dove sembra
che abbia esercitato l'arte della stampa.
Si trasferì a Venezia nel 1469, poi a Milano nel 1471 e
poi ancora a Venezia nel 1472.
Alcuni storici riportano che: Panfilo Castaldi avesse cominciato
con dei caratteri in vetro, prodotti ovviamente a Murano, per
poi passare a blocchetti di legno che avrebbe utilizzato con un
torchio da stampa nel 1426, 22 anni prima -quindi- dell'inizio
dei lavori di Gutemberg con caratteri metallici.
Panfilo Castaldi sarebbe stato il primo inventore dei caratteri
mobili per la stampa e avrebbe insegnato tale procedimento a Fausto
Conesburgo, suo ospite a Feltre, che portò il procedimento
nella sua città a Magonza.
Nel 1471-72 ottenne dagli Sforza un privilegio quale unico stampatore del ducato di Milano, nel 1472 regola i suoi rapporti con il socio tipografo
Zarotto, milanese,e diresse con un lui una tipografia a Milano.
Dalla stamperia uscirono solo tre libri: "De verborum signicatione" un testo diPompeo Festo, la "Cosmographia" di Pomponio Mela, le "Epistolae ad familiares"di Cicerone, fatta nel 1471, di cui
è nota la tiratura di 300 copie.
Si tratta di libri praticamente introvabili. Sembra però che alcune edizioni milanesi anonime si debbano a lui.
Nel 1472 il duca di Milano gli concesse di tornare a Venezia e non si hanno notizie di altre sue attività tipografiche.
Filippo Cavagni da Lavagna.
Tipografo-libraio milanese morto a Milano il 27 dicembre 1505.
Collaborò in uno studio notarile, in seguito fece il suo apprendistato nell’oreficeria, fu esiliato da Milano per omicidio:
In seguito, dopo il rientro dall’esilio, Filippo Cavagnis iniziò l'attività di stampatore aprendo la sua officina tipografica a Milano, nei locali messi a sua disposizione dai fratelli e in seguito a un loro contributo finanziario
Nel 1472 compare il suo nome in una edizione delle "Epistolae ad familiares" di Cicerone.
Non sappiamo molto di lui, ma probabilmente la sua fama declinò rapidamente.
una pressa tipografica in una illustrazione del XV secolo
Nicolas Jenson
Nicholas Jenson nacque a Sommevoire, in Francia, intorno al 1420 e morì a Venezia verso il 1480.
Nicolas Janson
Nel 1458, quando aveva 38 anni, Jenson ha lavorato come incisore presso la zecca di Tours in Francia.
Carlo VII,non appena si ebbe la notizia del invenzione della stampa, lo mandò a Magonza per studiare la nuova arte.
Per tre anni imparò l’arte di fondere caratteri mobili. si ipotizza che Jenson abbia imparato l’arte sotto la supervisione dello stesso Gutenberg.
Tuttavia, quando Jenson arrivò a Magonza esistevano già molti stampatori presso i quali avrebbe potuto acquisire esperienza.
Nel 1468, Jenson si trasferì a Venezia, uno dei centri commerciali più attivi in Europa, e apre quella città tipografia.
I Primi stampatori che erano giunti a Venezia furono i fratelli tedesci Johann e Wandelin von Spyr,originari del Paltinato.
Nel 1469 la Repubblica Veneta, concerde ai due fratelli, il prilivegio di stampare in eclusiva per cinue anni nella citta lagunare e nel suo distetto.
1477, due edizioni stampate da Wandelin von Spyr: l a "Commedia" di Dante Alighieri e un testo diJacobi Forlivensis, lo spazio lasciato libero era destinato ad essere decorato dall' amanuense
Johan muore nel 1470 ed il fratello continua l'opera iniziata pubblicando, tra gli altri, i primi libri in lingua italiana: il " Canzoniere" del Petrarca e una traduzione della Bibbia.
Janson segue la guida di Johannes von Spyr(fig.2)e allo scadere del privilegio di stampa lo eredita.
Il Marchio tipografico di Nicolas Janson, il primo stampatore in Itala ad utilizzare un proprio contrassegno
Nei dieci anni successivi Janson produce circa centocinquanta edizioni di ottimo livello.
Primo tra i grandi disegnatori di caratteri, utilizzò caratteri romani molto belli, fusi appositamente per lui, tanto che le sue edizioni sono ritenute tra le più belle di tutto il '400.
1475 Nicolas Janson per Laertius ingrandimento del caratere inciso da Janson
Tra le sue edizioni più famose ricordiamo un Cicerone, il "Decor Puellarum" del 1471, Plinio.
Complessivamente le sue edizioni furono 98, tutte in romanico o gotico, e tutte splendide.
1471 Nicolas Janson Caesar Julius
1479 Nicolas Janson la Sacra Bibbia
1476 Nicolas Janson "Bucoliche" di Virgilio
Jenson morì a Venezia nel 1480.
Dopo la morte di Jenson, nel 1480, i suoi caratteri furono utilizzati dalle Edizioni Aldine dello stampatore Aldo Manunzio.
Aldo Manunzio
Detto "Il Vecchio" per distinguerlo dal nipote, anche lui stampatore.
In Italia la nuova tecnica di stampa si diffonde rapidamente e,
in particolare, a Venezia i primi stampatori compaiono nel 1469
e portano la città a diventare il più importante
centro europeo del libro a stampa; qui nella prima metà
del Secolo XVI vengono prodotti quasi la metà dei libri
stampati in Italia.
Aldo Manunzio
Aldo Manunzio nacque a Bassiano (Velletri), nel 1449,Visse a Roma, poi a Ferrara
, nel 1490 si stabilisce a Venezia e frequenta
la tipografia di Andrea Toresani, già di Nicolas Jenson (ex incisore della zecca di Tours,stampatore esclusivo, su
concessione per la Repubblica Veneta).
Le edizioni Aldine
Aldo Manunzio le cui edizioni ancora oggi si chiamano Aldine fu uno dei più famosi stampatori dell' età umanistica.
Professore, studioso di latino e greco, si dedicò alla pubblicazione di opere classiche, la sua tipografia veneziana tra il 1494 e il 1515 editerà ben 150 titoli.
la marca della tipofrafia di Aldo Manunzio
I primi lavori comparvero, senza data, nel 1494. La prima opera datata è del 1495: la "Grammatica greca" di C. Lasciarsi.
Pubblicò Aristotele e Teocrito e molti altri classici greci, finché, nel 1499, comparve il suo lavoro più famoso, la "Aperto Poliphili", nota anche come "Polifilo", scritta dal domenicano Francesco Colonna.
E' uno dei libri più famosi di tutti i tempi, grazie anche alle magnifiche Xilografie.
La superiorità tecnica di Manuzio rispetto agli altri tipografi è qui evidentissima.
Usò per primo lettere di due forme e grandezza diversa, allo scopo di allineare meglio le righe e risolvere il problema della "giustificazione".
È proprio a Venezia che nel 1501 Aldo Manuzio pubblica
i suoi "enchiridia" (libri tascabili), volumi in un nuovo formato, l'8°piccolo, per dare il via ad una collana di testi latini e volgari. testi stampati senza note e senza commento, realizzati con un nuovo carattere
corsivo disegnato nel 1495 dal bolognese Francesco Griffo da Bologna.
Questi libri tascabili furono pubblicasti per gli studenti unversitari, publicazioni che non solo erano maneggevoli, ma costavano meno di molte altre.
Francesco Griffo
Francesco Griffo fornisce a Aldo Manunzio una nuova serie di caratteri
inclinati derivati dalla scrittura corsiva della cancelleria papale.
Il carattere corsivo disegnato da F.Grifo
per Aldo Manunzio
1495 Aristotele, Stampa di Aldo Manunzio
il carattere romano utilizzato per le stampe di Aldo Manunzio
Nel 1502, con gli stessi caratteri, comparve un Dante che, oltre ad avere il formato "tascabile", presentava per la prima volta il celebre stemma dela tipografia, con un delfino attorcigliato ad un'ancora ed il nome ALDUS ai lati.
Il formato piccolo ebbe un successo tale che il Papa ed il senato Veneto gli concessero un privilegio esclusivo per molti anni.
Ma questo privilegio non bastò ad evitare le imitazioni e contraffazioni, soprattutto da parte dei Giunti, dei Soncino e degli stampatori lionesi.
Fra Luca Pacioli
Il rinascimento italiano si fa fautore della rivalutazione dei
modelli classici, ritrovando il valore delle figure geometriche
in tutti i campi dell’arte, dalla stampa alla pittura, dalla
scultura all’architettura.
Più di ogni altro protagonista di questa rivoluzione fu
Fra Luca Bartolomeo de Pacioli (1445 – 1517) religioso e
matematico italiano.
Fra Luca Pacioli
Entrato nell’Ordine francescano nel 1470, insegnante di
matematica e viaggiatore, nel 1497 accettò l’invito
di Ludovico il Moro a lavorare a Milano, dove collaborò
con Leonardo da Vinci.
dodecaedro piano solido e dodecaedeo
piano incavo, disegnati da Leonardo per il "De divina proportione"
di Luca Pacioli
Nel 1509 scrisse una traduzione latina del trattato sulla geometria
d’Euclide e pubblicò un testo che aveva già
concepito alla corte di Ludovico il Moro, il "De Divina Proporzione",
mostrando più d’ogni altro il ritorno alle proporzioni
classiche, disegnando un alfabeto che si distaccò dai caratteri
derivanti dalla scrittura manuale.
testo del "de divina proportine"
di Luca Pacioli publicato a Venezia nel 1509
il carattere rinacimentale di Luca Pacioli
Foligno e l'Aquila
Nel 1472 a Foligno (altro importante centro
tipografico agli albori della stampa) venne stampato, dal
tedesco Johannes Numeister (allievo di Gutenberg) e dal
folignate Evangelista Angelini, il primo libro in Lingua italiana:
La Divina Commedia.
Nel 1481 Adamo da Rottweil, un altro allievo e collaboratore di
Johann Gutenberg, ottenne il permesso di esercitare l'attività
di stampatore a L'Aquila.
Christofe Plantin
Nato a Saint-Avertin, Tours 1520 ca. - morto ad Anversa nel 1589
Christofe Plantin ritratto da Peter Paul
Rubens
Esordì come legatore a Caen dove fu apprendista presso
presso Robert Macé il giovane.
nel 1550 si trasferì ad Anversa, nelle Fiandre come legatore
e dove cinque anni più tardi, nel 1555, avviò una
stamperia.
La sua stamperia ebbe sede prima in Cammerstraat (fino al 1576),
poi in Vrijdagmarkt, mentre la libreria rimase in Cammerstraat.
Accusato di eresia, dovette fuggire a Parigi tra il 1562 e il
1563. Dopo il rientro nella città fiamminga ricevette dalla
corona spagnola i privilegi di stampa, insieme a un finanziamento
per la tiratura in 1200 copie degli otto volumi della Bibbia poliglotta
(1569-1573).
Edizione della Bibbia di Christophe Plantin del 1559, accoglie
il testo della cosiddetta “Bibbia di Lovanio”.
La Bibbia di Lovanio curata dal domenicano Johannes Hentenius,
rappresenta un tentativo da parte cattolica di offrire una revisione
del testo della Vulgata dopo che era stata proibita la diffusione
delle nuove edizioni, fra le quali quella dell'Estienne.
La Vulgata è una traduzione della Bibbia in latino realizzata
all'inizio del V secolo da Girolamo.
Il nome è dovuto alla dicitura latina "vulgata editio",
edizione per il popolo.
L'approntamento del testo fu laborioso,
perché comprendeva il confronto di ben trentuno manoscritti
latini e di due incunaboli, ma non contemplò un confronto
con i testi originali.
Il testo è diviso in capitoli e paragrafi, ma non in versetti,
e presenta riferimenti di concordanza a margine; è preceduto
da una preziosa prefazione di Niente che spiega i criteri
di edizione.
Nel 1570, ormai famoso in tutta Europa, Plantin fu insignito del
titolo di “architipografo reale”: la sua officina
contava allora più di sessanta operai, disponeva di sedici
torchi e offriva un catalogo di 1500 titoli.
L'insegna
di Plantin fu dapprima al Liocorno d'oro (fino al 1561), poi
al Compasso d'oro:
Ciascun volume riportava il motto latino
“Constantia et labore” e il marchio della stamperia
(una mano con un compasso).
Il significato di questo marchio è:
Che la laboriosità e la costanza dell'uomo, simboleggiate
dal moto di rotazione del compasso e dalla staticità del
relativo vertice
Che abbiano bisogno di un aiuto divino perché il cerchio
sia perfetto, la mano, che in più diffuse varianti iconografiche
fuoriesce da una nuvola .
Marca tipografica di Cristofe
Plantin
Nel 1570, ormai famoso in
tutta Europa, Plantin fu insignito del titolo di “architipografo
reale”: la sua officina contava allora più di sessanta
operai, disponeva di sedici torchi e offriva un catalogo di 1500
titoli.
Ciascun volume riportava il motto latino “Constantia
et labore” e il marchio della stamperia (una mano con un
compasso).
carattere romano, inciso da Robert Granjon
per Christophe Plantin in 1571.
Nel 1583, in seguito al sacco spagnolo di
Anversa, Plantin affidò la stamperia ai generi Jan Moretus
e Francis van Ravelingen e si trasferì prima a Leida, quindi
a Colonia; infine rientrò ad Anversa. Alla sua morte Jan
Moretus ereditò la tipografia, che restò di proprietà
della famiglia sino al 1866
Gli Elzevir
Elzevir fu una grande famiglia olandese di stampatori, editori e librai
Il marchio tipografico degli Elzevir
Il capostipite, Lodewijk (1540-1617) apre una libreria a Leida verso il 1580,tre anni dopo appare la sua prima edizione.
l'armillarum, il primo marchio degli Elzevir, utilizzato da Lodewijk
1641 "observatinum medicarum" stampato da Lodewijk Elzevir
Lodewijk aiutato dai figli (soprattutto dal maggiore, Mathias, e dal minore, Bonaventura (1583-1652), allarga la sua attività fino a Parigi e poi a Francoforte.
Sono però i figli di Mathias, Abraham il vecchio (1592-1652) e Isaac (1596–1651), a portare l'attività tipografica degli Elzevir al massimo splendore.
1644 un libro sulla storia della Compagnia delle Indie, stampato a Leida da Bonaventura e Abraham Elzevir
Nel 1629 essi iniziano la pubblicazione di una collana di autori classici in formato ridotto, riprendendo la formula del libro economico proposta da Aldo Manuzio oltre un secolo prima.
L'iniziativa riscuote enorme successo per l'estrema cura ed eleganza dei volumi pubblicati.
il carattere Elzeviro inciso da Christophe van Dyck
Il carattere più usato, detto poi "elzeviro", è opera dell'olandese Christophe van Dick, il maggior disegnatore di caratteri dell' epoca.
1669 la Sainte Bible, stampata ad Amsterdam da Louis e Daniel Elzevir
a
Gli Elzevir continuano la loro attività per tre generazioni, fino al 1720 circa; pubblicano circa duemila titoli e fondano succursali all'Aja, a Copenaghen e ad Arnsterdam.
Fra le collane pubblicate, ricordiamo quella intitolata “Piccole Rpubliche”, costituita da trentacinque volumi in piccolo formato e dedicata alla descrizione delle strutture geografiche, economiche e politiche di Paesi europei e d'oltremare.
Grazie a Christophe Plantin e agli Elzevir, il XVII è un secolo fortunato per 'la tipografia olandese, favorita da contatti con tutti i principali uomini di cultura europei.
Non va dimenticata la figura di Gerhard Mercator, che introduce concetti nuovi nella scienza cartografica pubblicando, verso la fine del Cinquecento, una celebre raccolta di carte geografiche che per la prima volta prende il nome di Atlante.
Nel 1638 gli Elzevir sono gli unici a stampare l’ ultima opera di Galieo I “Discorsi e dimostrazioni matematiche relative a due nuove scienze”una sorta di testamento scientifico che copriva gran parte del suo lavoro nel campo della fisica nel corso degli ultimi trenta anni.
Il libro non era stato pubblicato con una licenza dell’ Inquisizione, infatti, dopo il famoso processo di eresia basato sul libro precedente dello scienziato, l'Inquisizione romana aveva proibito la pubblicazione di qualsiasi opera di Galileo, comprese quelle eventuali avrebbe potuto scrivere nella in futuro.
Dopo il fallimento dei tentativi di pubblicare il lavoro in Francia , Germania o in Polonia , fu unicamente pubblicato a Leida dagli editori e stampatori Elzevir
1938 il libro di Galòileo "discorsi e dimostrazioni matematiche intorno alle nuove scienze
stampato a Leida dagli Elzevir
Riforma e Controriforma
La stampa svolse un ruolo importante nel sostenere le idee della Riforma protestante.
In quest' opera si distinsero stampatori famosi cone Johannes Froben.
Nell' Europa delle controversie religiose e delle guerre tra catrtolici e protestanti, il libro appare ad ognuno dei contendenti un pericoloso veicolo di idee avverse, quando non coincide, nel testo, ai principi dela fede dominante sul territorio ove viene diffuso.
I vari stati danno così inizio ad una attività di controllo delle stamperie e la produzione libraria è posta sotto una continua sorveglianza.
Vengono emesse leggi apposite e si provvede, quando lo si ritiene oportuno, a proibire la stampa di un' aopera, la sua vendita e la sua importazione all' estero.
Ci fu chi proibì la lettura di opere uno scritte in latino.
ci furono arresti e processi contro stampatori, librai ed ovviamente autori.
Nell 1589 la Chiesa pubblicò l' elenco ufficiale dei libri detti all' indice, cioè indicati come proibiti.
Si arriverà cosi allobbligo del' autorizzzione per la pubblicazione e la lettura di un libro, quando,il suo titolo non è compreso tra quelli consentiti.
Gli Estienne
Mentre la tipografia italiana continuava la sua incessante produzione
d’opere, in Francia, solo nel 1470 fa la sua comparsa la
stampa.
La prima pubblicazione interamente in lingua d’oltralpe
fu realizzata ad opera di Pasquier Bonhomme solo nel 1476 (Cronique
de France).
L’intero periodo rinascimentale francese fu caratterizzato
dalla produzione di opere di altissimo valore qualitativo, tanto
da rendere successivamente il XVI secolo, il secolo d’oro
della tipografia francese.
Successivamente il maggiore sviluppo della tipografia si ha nella
Francia grazie alla famiglia di stampatori parigini degli Estienne.
Il capostipite Henry inizia la sua attività a Parigi nel 1502 e si avvale per le edizioni latine , della collaborazione di Geuffy Tory un intellettuale umaniata che studiò a Roma e a Bologna.
Il più importante membro della famiglia Estienne è Robert, figlio secondogenito di Henry, il, più eminente umanist e stampatore fracese del XVI secolo.
Amico personale di Fracesco I, il grande sovrano mecenate, e costretto a trasferirsi a Ginevra per aver aderito alla Riforma Protestante.
Robert Estienne muore nel 1559 dopo aver pubblicato 527 opere, tra le quali un dizionario francese-latino che offre per la prima volta un quadro presochè completo del vocabolario francese.
il marchio tipografico di Robert Estienne
1557 permeso reale rilasciato
a Charles Estienne cstampato con il carattere "gec di roi" di Claude Garmont
Il Fratello di Robert, Charles Estienne, rileverà in seguito l'attività di Robrert.
L' oera degli Estienne continua inninterrottamente fino alla seconda metà del XVII secolo a Parigi e a Ginevra.
la famigla degli Estienne
Nel vasto panorama della stampa francese, un personaggio di assoluto
rilievo è occupato da Claude Garamond, il primo che si
dedicò al disegno dei caratteri separatamente dalla composizione
grafica.
ritratto di Claude Garamond
Egli stesso fornì alla famiglia Estienne i caratteri romani,
ancor oggi largamente utilizzati, caratteri che influenzarono
la produzionela produzione tipografica francese alla fine del
XVIII secolo
il carattere Garamond
I Didot
Il settecento francese fu dominato nell’arte tipografica
da due grandi famiglie tipografe: i Fournier ed i Didot.
Per qualità produttiva, per l’alto pregio della carta
e per l’accuratezza delle edizioni prodotte, le opere di
queste due famiglie non possono essere paragonate ad altre produzioni.
La grande tradizione della tipografia francese fu caratterizzata
dalla dinastia dei Didot.
la famigla dei Didot
Il capostipite, François Didot nacque a
Parigi nel 1699, libraio e poi stampatore, ricoprì cariche
importanti nella corporazione dei librai.
Suo figlio François-Ambroise inventò un sistema
di misurazione dei caratteri mediante il punto tipografico Didot,
che fu poi adottato in tutta Europa.
Ambroise Didot
La misurazione dei caratteri, fino adallora a discrezione dell’incisore,
a partire dal 1770, venne regolata secondo un’unità
di misura precisa, basata su un’antica unità francese,
per cui ogni punto corrisponde a 0,375 mm.
1764 scala del "mauel
typographique
Oltre a questo François-Ambroise perfezionò
il torchio, inventandone uno che aveva bisogno di una sola pressione
e introdusse in Francia la fabbricazione della carta velina.
Il figlio di François-Ambroise, Firmin, incise caratteri
per alcune edizioni, delle quali sono famose Dauphin e Monsieur.
Firmin Didot
Una delle invenzioni più importanti avvenne
nel 1795.
Firmin Didot si trovò ad affrontare la produzione di un
libro piuttosto complicatoper l’epoca: una Tavola dei logaritmi
di Callet. I numeri incolonnati e allineati ponevano problemi
a una stampa a caratteri mobili, ma il problema fu risolto grazie
alla nuova invenzione della stereotipia.
La stereotipia
Oggi con la stereotipia la pagina composta,
è impressa su un materiale plastico, ottenendo, così,un
negativo sul quale era colata la lega di piombo che produceva
una lastra rigida, che stampando permetteva di ricavare i numeri
allineati in maniera perfetta.
schema delle fasi per ottenere una stereotipia
1 matrice su cui è steso un foglio di cartone "flano"
2 coniatura, pressatura del flano sulla matrice
3 la matrice in flano si riempie con la lega metallica
4 fusione
sterotipia clichè e matrice in
cartone "flano"
Per quanto riguarda i caratteri, Firmin Didot incise
misure diverse dei caratteri inventati dal padre e ne creò
il corsivo.
l 'Encyclopédie
ou Dictionnaire
raisonné des sciences, des arts et des métiers
Oltre ai Didot altri importanti editori operarono in Francia,
il nome di maggior spicco è quello di Denis Diderot.
Diderot, nel 1745, incaricato dal libraio Andrè Le Breton
di tradurre la Cyclopaedia" dell’inglese Chambers,
e grazie alla collaborazione di Baptiste D’Alambert ne fece
un’opera originale cui diede il titolo di: Dizionario ragionato
delle scienze, delle arti e dei mestieri
"la stampa" da l'"Encyclopédie
ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des
métiers"1706
la cassa dei caratteri tipografici, particolare
da l'"Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné
des sciences, des arts et des métiers"1706
"l'arte della stampa"
particolare da l'"Encyclopédie
ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des
métiers"1706
John Baskerville
John Baskerville
John Baskerville tipografo-editore inglese, nato nel 1705 e morto
nel 1775, sperimentò rilegature, inchiostri, carte e tecniche
di stampa innovative e disegnò un set di caratteri che
è ancora oggi uno dei più eleganti e leggibili mai
realizzati.
il carattere Baskervile
Barkerville fu infatti un grande rinnovatore nell'arte tipografica
e rappresentò il primo esempio di editore nel senso moderno
del termine.
John Baskerville, dopo aver insegnato calligrafia, si occupò
di composizione della pagina, di carta e di inchiostri.
Sperimentò tecniche diverse di legatura dei volumi e di
stampa al torchio tipografico e si applicò al disegno e
alla fusione del carattere da stampa .
Baskerville fu nominato, per la sua attività, tipografo
ufficiale dell'università di Cambridge, ma la sua eccentrica
natura lo portò a concentrare i suoi interessi nell'attività
di editore..
Nella qualità di editore fondò diversi giornali
fra i quali il "Morning post", fondatop nel 1772 continuò
le pubblicazioni fino al 1937.
1754 edizione di Barkerville del "paradiso
perduto di Milton",
Iinteresante è a proposito la citazione di Baskerville:
"NON E' MIO DESIDERIO STAMPARE MOLTI LIBRI, MA SOLO QUELLI
IMPORTANTI O DI MERITO INTRINSECO E DI SICURA FAMA CHE IL PUBBLICO
POSSA COMPIACERSI DI VEDERE IN ELEGANTE VESTE TIPOGRAFICA E DI
COMPRARE AD UN PREZZO CHE COMPENSI LA STRAORDINARIA CURA CHE NECESSARIAMENTE
SI DEVE FISSARE PER QUESTI LIBRI".
(dal frontespizio dell edizione del Paradise Lost di Milton).
Baskerville, tentò infine di vendere i suoi caratteri alle
Stamperie Reali, all'Accademia delle scienze di Parigi, alla corte
di Russia e di Danimarca, con scarso successo.
Morì in circostanze misteriose e mai del tutto chiarite
(1775).
I suoi caratteri, dopo la sua morte, vennero ripetutamente venduti
la vedova di Baskerville li vendette nel 1779 le atrezzature tipografiche
a Pierre A. de Baumarchais che le userà per stampare tra
il 1785 e il 1789 tutte le opere di Voltaire.
Pierre Auguste de Beaumarchais
I carateri di Baskerville vennero utilizzati anche
durante la Rivoluzione Francese ("Le moniteur universe")
.
Giovanni Battista Bodoni.
Bodoni nasce a Saluzzo in provincia di Cuneo nel 1740 da una famiglia
di stampatori: il nonno Giandomenico aveva sposato la figlia di
un tipografo ereditandone la tipografia; il padre Francesco Agostino
fu anch’esso tipografo.
Giovan Battista Bodoni
Nel 1758 Giovanni Bodoni si trasferisce a Roma, dove lavorò
nella Stamperia della Congregazione di Propaganda Fide, nata sotto
Gregorio XV con il fine di diffondere la fede cattolica.
La formazione romana di Bodoni risente del clima di quel tempo
e dell’influenza di alcuni personaggi, quali il cardinale
Spinelli, responsabile della congregazione.
La stamperia è ricca di numerose serie di caratteri, in
particolare quelli orientali. Grazie a questo e alle lezioni di
padre Giorgi, Bodoni si interessa alle lingue orientali, ricevendo
lezioni di ebraico.
La sua passione per la produzione dei tipi e per le lingue orientali
lo rendono la persona più adatta ad occuparsi della composizione
del volume di padre Giorgi: Alphabetum Tibetanum (1759) e nel
1761 di un Pontificale copto-arabo.
Nel 1771 impianta una propria stamperia che si
distingue per la qualità delle riproduzioni.
Nel 1758 è a Parma a dirigere la Stamperia Regia.
Inizialmente Bodoni ordino in Francia sei tipi di caratteri Fournier,
riuscendo poi ad impiantare una fonderia a Parma, chiamando a
dirigerla uno dei suoi fratelli, Giuseppe.
Il carattere tipografico inciso da Bodoni sintetizza
tutte le conquiste di disegno dei caratteri precedenti riunendole
in una forma estremamente classica e rigorosa.
carattere Bodoni
La prima opera di grande successo composta con caratteri da lui
incisi e fusi sono gli Epithalamia exositicis linguis reddatta
del 1775, in venticinque lingue esotiche, preceduta, fra gli altri,
anche da un manuale tipografico, Fregi e maiuscole incise e fuse
da Giambattista Bodoni del 1771.
intestazione del "manuale tipografico di Gianbatista Bodoni
I canoni della sua arte sono esposti in particolare
nel " Manuale tipografico",pubblicato in varie edizioni:
la prima è del 1788 l’ultima postuma, venne pubblicata
dalla vedova nel 1818, dopo la morte del marito avvenuta nel 1813.
Aldo Novarese
Novarese nacque a Pontestura Monferrato nel 1920 e morì a Torino nel 1995. Fu grafico e disegnatore di caratteri, il più prolifico disegnatore di caratteri del mondo, con oltre 200 serie prodotte..
Nel 1936 entrò nella Fonderia Nebiolo di Torino, dove rimase sino al 1972, imponendosi come autore di caratteri : in questo ambito raggiunse risultati altissimi, collocandosi accanto ai più importanti creatori di alfabeti del XX secolo, quali il francese Roger Excoffon, l'inglese Gill, lo svizzero Adrian Frutiger, il tedesco Herman Zapf.
Tra i suoi più celebri caratteri (circa un centinaio), figurano l'Egizio (1953),il Juliet (1954) il Ritmo (1955), il Garaldus (1956), lo Slogan (1957), il Recta (1958), l'Estro (1961) l'Eurostile (1962), il Magister (1962) e il Metropol (1967); il Delta (1968)il Normandia (1946) e l'Augustea (1951) il Fenice (1970) lo Stop (1971), il Dattilo (1974), il Novarese (1978), Floreal, Mixage (1980), Expert (1981) Symbol (1982)sono firmati da Novarese insieme a Butti.
Alcuni caratteri disegnati da Aldo Novarese
Attraverso i tratti terminali si riconoscono i caratteri e si possono riunire in gruppi.
Nel corso del tempo numerosi sono stati i tentativi di catalogarli e in Italia la classificazione più utilizzata è quella stilistica proposta nel 1956 da Aldo Novarese.
Egli divise i caratteri in dieci grandi gruppi che sono: Lapidari, Medievali, Transizionali, Bodoniani, ornati,Egiziani,Lineari, Fantasie.
le origini della cartiera
industriale
Nel 1798, Nicolas Louis Robert alle dipendenze della cartiera
degli stampatori parigini Didot, costruisce la "macchina
continua", con la quale diviene possibile fabbricare un nastro
continuo di carta e incrementare in questo modo la velocità
di produzione.
Nello stesso periodo, l'aumento della richiesta porta all'introduzione
della carta a base di pasta di legno, in alternativa a quella
prodotta dagli stracci, più costosi e difficili da reperire.
Purtroppo la nuova carta trattata chimicamente risulta poco durevole:
nel corso di pochi decenni tende ad ingiallire e a sfaldarsi e
molti testi stampati dall'inizio del XIX secolo minacciano di
ridursi in pezzi illeggibili.
Con la Rivoluzione industriale del XIX secolo anche lo sviluppo
tecnologico della tipografia compie notevoli progressi. All'inizio
del secolo la pressa in legno, rimasta virtualmente immutata dai
tempi di Gutenberg, viene sostituita da matrici di metallo e viene
introdotta la stereotipia, cioè il procedimento di riproduzione
della forma della pagina composta mediante calco su lastra metallica
attraverso una pressione piana (tipografia a platina).
Le macchine da stampa dell '800
la macchina da stampa pianocilindrica
Friedrich Koenig
La prima pressa piano-cilindrica a vapore è realizzata
nel 1814 da Friedrich Koenig e utilizzata nella stamperia del
"Times" di Londra; questa tecnica permette di aumentare
la capacità di stampa da 300 a 1100 copie all'ora.
La prima macchina da stampa pianocilindrica
di Friedrich Koenig e Andreas Bauer
La rotativa tipografica
Sempre al "Times", viene introdotta pochi anni dopo,
nel 1828, la macchina "a quattro cilindri" verticali
realizzata da Augustus Applegath e Cowper, in grado di produrre
oltre 5000 copie all'ora.
Richard March Hoe inventó en 1846 la macchina da stampa
tipografica a rotativa
rotativa tipografica di Richard March
Hoe
rotativa tipografica Hoe a dieci metifoglio
del Times nel 1856
La produzione industriale della carta inizia alla
metà del secolo.
La rotativa, in grado di stampare un nastro continuo di carta
contemporaneamente in bianca e volta, viene inventata da Hoe nel
1846.
La prima rotativa tipografica alimentata a carta in bobina, installata
al Times di Londra nel 1870. erta capace di produrre circa 12.000
segnature di 4 pagine l'ora, la matrice era curva e montata su
cilindro
La linotype
I primi esperimenti di composizione meccanica portano nel 1886
alla realizzazione, da parte dell'americano Ottmar Mergenthaler,
della Linotype e successivamente nel 1889 alla Monotype realizzata da Tolbert Lanston. La parte meccanica delle tecnologia
della stampa subirà poi solo piccoli cambiamenti, fino
all'introduzione della stampa off-set nel 1960.
linotype
l'informatica
La crescita degli strumenti informatici comporta profondi cambiamenti
anche alla tipografia e porta alla nascita, negli anni '70, della
cosiddetta editoria elettronica.
Le grandi apparecchiature per la stampa industriale vengono dotate
di sistemi elettronici di controllo.
Per la composizione delle pagine vengono resi disponibili sistemi
che consentono di redigere da tastiera documenti che vengono automaticamente
organizzati in linee e pagine.
Dato che il processo della impaginazione di testi tipograficamente
complessi richiede di procedere per tentativi, la composizione
si avvale di videoterminali sui quali si possono vedere rapidamente
gli effetti delle richieste del compositore.
IL PROCESSO TIPOGRAFICO
Il processo tipografico puo utilizzare una
notevole varietà di forme rilievografiche: composite o
di un sol pezzo, originali o duplicate (galvanotipia e stereotipia),
piane o curve (stereotipia).
È l'unico processo di stampa che può utilizzare
direttamente la composizione ottenuta con i sistemi automatici
«a caldo»; questo era un vantaggio molto grande prima
dell'introduzione della fotocomposizione.
La componente immagine della forma di stampa si chiama cliscè
ed è ottenuta per incisione chimica di una lastra di zinco
o di magnesio, dello spessore di circa 2-3 mm.
L'inchiostro usato è ad elevata viscosità (sui 500-600
poi se). La qualità di stampa ottenibile, sia nel b/n che
nel colore, è ottima.
Per ottenere delle stampe di buona qualità di retinati,
dato che la forma è rigida e dato il contatto diretto tra
la forma e il supporto di stampa, è indispensabile usare
carte patinate lucide.
Questo fatto, ma soprattutto l'alto costo per l'ottenimento dei
cliscè, l'avvento della fotocomposizione, la necessità
del «taccheggio» in stampa, hanno ristretto sempre
più il campo di impiego della tipografia, che, dal più
importante processo di stampa fino alla fine degli anni '60, è
diventato marginale.
Le macchine da stampa tipografica
Le macchine da stampa usate sono di tre tipi: platine, pianocilindriche
e rotative.
Le platine sono macchine di piccolo formato (raramente superano
i cm 25x35), adatte per brevi tirature di stampati commerciali
o per corrispondenza.
schema di plantina tipografica
Le piano-cilindriche sono di formato medio-grande, adatte soprattutto
per lavori editoriali.
schema di pianocilindrica tipografica
Le rotative erano
utilizzate soprattutto per la stampa di giornali e riviste.
schema di rotativa tipografica
Alcune macchine da stampa tipografica
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M |
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M |
|
M |
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TLC-250,
max 12 colori possibile
Macchina da stampa tipografica per la produzione di etichette
autoadesive
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TLC-170,
rotativa a 5 Colori
Macchina da stampa tipografica per la produzione di etichette
autoadesive |
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TLC-350 e TLC-400,
max 12 colori possibile
Macchina da stampa tipografica per la produzione di etichette
autoadesive
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vecchia plantina tipografica Heidemberg |
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rotativa tpografica del
Chicago Tribune |
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MD 280/350
semirotativa tipografica per la produzione di etichete |
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vecchia macchina da stampa
tipofrafica Nebiolo |
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rotativa tipografica per
la stampa di quotidiani |
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