LA QUADRICROMIA
Che cos'è la quadricromia?
La quadricromia è la riproduzione e stampa a quattro colori
di un'illustrazione, ottenuta selezionando (cioè scomponendo)
l'originale secondo i principi della sintesi sottrattiva nei tre
colori primari giallo, cyan (blu) e magenta (rosso).
Una riproduzione ottenuta con questo procedimento è chiamata
"tricromia".
Generalmente, però, ai tre colori primari viene aggiunto,
come quarto colore, il nero, con lo scopo di ottenere maggiori
dettagli nei particolari e un migliore contrasto dell'immagine;
di qui il termine "quadricromia".
La riproduzione delle immagini
per la stampa
Per poter stampare su carta un'illustrazione
si deve generalmente ricavare da essa un impianto, ovvero una
pellicola.
La pellicola serve a realizzare la matrice
di stampa, quindi le sue caratteristiche variano a seconda del
tipo di stampa utilizzato la stampa offset o la stampa rotocalco.
Ingrandimento del retino fotolito e del retino rotocalto.
Nel primo caso i puntini del retino cambiano dimensione in rapporto
all' all' intensità del colore.
Nel secondo i puntini hanno superficie costante e l'intensità
del colore è data dalla profondità dell' incacavo
che, contenendo più o meno inchiostro, determina i chiaroscuri.
Nel caso di stampa offset il procedimento viene chiamato fotolito.
Questo termine, è l'abbreviazione di fotolitografia.
La fotolito indica il processo di produzione degli impianti, ma
a volte può essere usato in riferimento agli impianti stessi.
Immagini al tratto e a tono continuo
Le immagini che possiamo riprodurre in stampa sono di due tipi:
al tratto e a tono continuo.
il tratto
Le immagini al tratto sono formate esclusivamente da bianchi e
da neri, senza toni intermedi, e non richiedono particolari procedimenti
per la produzione dell'impianto poiché le parti stampanti
(nero) e le parti non stampabili (bianco) sono già nettamente
separate.
La mezzatinta
Le immagini a tono continuo o a mezzatinta, servono per riprodurre
tutti i toni intermedi tra il bianco e il nero.
Per ottenerle si deve ricorrere alla loro scomposizione in puntini
di dimensione variabile: più piccoli nelle zone chiare,
più grossi nelle zone scure.
immagine a mezzatinta riprodotta con
un normale retino fotolito
ingrandimento della stessa immagine che evidenzia il retino
Le immagini al tratto continuo possono essere ottenute con sistemi
fotomeccanici (ossia fotografando un'immagine attraverso un retino
che la scompone in punti).
Attualmente tutti
gli impianti vengono realizzati con un procedimento elettronico.
Con questo procedimento una volta che l'immagine è stata
digitalizzata, la pellicola retinata viene riprodotta dalla fotounità
laser controllata dal computer.
I retini
I retini per offset si differenziano per la forma del punto (che
nella maggior parte dei casi è tondo) e per la densità
di punti per centimetro.
La densità deve essere scelta in funzione del supporto
su cui si stampa.
Se il suporto è liscio, come la carta patinata, può
supportare agevolmente un retino molto fitto; se è ruvido
e poroso, la trama deve essere più larga, affinché
i puntini non si fondano gli uni negli altri, facendo perdere
nitidezza alla riproduzione.
La densità dei retini si misura in genere in linee per
centimetro lineare:
un impianto a 54 linee contiene 54 puntini in base e 54 in altezza
(ossia 2.916 puntini per centimetro quadrato).
A questa misurazione si è affiancata quella in linee per
pollice (lpi: Iines per inch) che è utilizzata nel desktop
publishing.
La stessa immagine riprodotta con diverse
densità di retino.
1) 60 linee/cm = 150 lpi
2) 54 linee/cm = 136 lpi
3) 48 linee/cm =122 lpi
4) 24 linee/cm = 60 lpi
Le densità
di retino e il trattamento delle immagini
Una regola per la elaborazione
a computer delle immagini è la seguente lpi X 2 = definizione
dell' immagine dpi (pixel/pollice)
Per calcolare la risoluzione ottimale in pixel dell'immagine, si usa la seguente formula (le tabelle pubblicate di seguito permettono di calcolare i valori senza applicare la formula):
linee/pollice x 2 = pixel/pollice
dove:
linee/pollice = linee/cm x 2,54
Ad esempio:
retino da 60 linee/cm = 60 x 2,54 = 152,4 linee/pollice
152,4 linee/pollice x 2 = 304,8 pixel/pollice
che si approssima a 300 pixel/pollice
Le densità
di retino , le carte e i metodi di stampa
Per le carte patinate di buona qualità, lischie e microassorbenti:
60/80 linee/cm.
Per le carte uso mano ruvide ed assorbenti 40/48 linee/cm
Le lineature più usate nei vari processi di stampa sono
le seguenti:
20-48 linee/cm:flessografia
35-54 linee/cm:tipografia a foglio
40-60 linee/cm:offfset da bobina
54-80 linee/cm:offset da foglio
Le lineature maggiori sono usate per stampe d'arte o di particolare
pregio 60-70 linee/cm
Il retino stocastico
Accanto al retino per offset di tipo tradizionale esiste un tipo
di retino che viene definito stocastico o a modulazione di frequenza.
Il retino stocastico sii differenzia per il fatto che i punti,
molto piccoli, dell'ordine 10/20 -micron, sono di grandezza costante.
L'effetto di chiaroscuro si ottiene variando la densità
dei punti in modo casuale (stocastico significa appunto casuale)
.
Confronto tra un retino tradizionale
ed uno stocastico, ingranditi in modo uguale.
Nel secondo tipo di retinatura i puntini sono di dimensioni molto
piccole e variano la loro densità a seconda dell'intensità
del colore.
Il retino stocastico consente
una resa molto accurata dei dettagli e viene utilizzato per riproduzioni
di altissima qualità.
Il rotocalco
Per la stampa rotocalco, si ottiene una pellicola retinata analoga
a quella per la stampa offset tutti gli elementi della pagina
vengono trasferiti sul cilindro incidendo alveoli di diversa profondità.
I in questo caso, anche il testo e i tratti verranno retinati.
LA SCOMPOSIZIONE DEI COLORI
La composizione e la scomposizione dei colori
sono regolare da due diversi principi: la sintesi additiva e la sintesi sottrattiva.
LA QUADRICROMIA
Per stampare a colori occorre realizzare
una pellicola per ciascuno dei colori primari, in modo che combinati
tra loro, riproducano il più fedelmente possibile tutta
la gamma di toni dell'originale.
Per fare questo bisogna 'scomporre" i colori dell'immagine
originale nelle loro componenti cyan, magenta e giallo.
Alla base di questo procedimento sta il principio della sintesi
sottrativa
la selezione dei colori il sistema fotomeccanico
Il sistema fotomeccanico, utilizzato fino a tempi recenti, utilizava
i procedimento seguente:
l’originale a colori veniva fotografato attraverso una serie
di filtri dei colori complementari (per il magenta il verde, per
il giallo il blu. per il rosso), ottenendo così dei ne
dai quali si producevano poi le pellicole retinate dei tre colori.
Nella pratica però veniva sempre aggiunta una pellicola
di nero per accentuare la resa delle ombre e dei dettagli( stampa
in quadricromia indicata con la sigla CMYK, dove K sta per black,
nero).
Sistema fotomeccanico, selezionme dei
colori
Le tinte piatte: I colori spot:
I colori spot sono chiamati anche:
In italiano sono chiamati: tinte piatte, colori dichiarati, colori di barattolo.
In inglese spot colors, special colors.
In tedesco Volltonfarbe.
Sono i colori pensati per essere stampati (in stampa offset in separazione di colore, con pellicole e/o lastre) con un inchiostro speciale, in quanto non rientrano nel gamut dei colori di quadricromia (o esacromia) utilizzati su una determinata stampante.
Dunque un colore spot, per essere stampato richiede una pellicola e/o lastra a parte
un inchiostro a parte e quindi si può parlare di colori spot solo in relazione ad una stampante con colori variabili.
Ha poco senso voler stampare un colore spot su una stampante con colori fissi perché:
o il colore sta nel gamut (fisso) della stampante, e allora è un colore di quadricromia (o esacromia) o non sta nel gamut e allora non è stampabile o lo è solo in modo approssimato.
Dichiarazione dei colori spot o tinte piatte
Le applicazioni (di impaginazione) che consentono di dichiarare colori spot sono numerose: Xpress, InDesign, FreeHand, Illustrator, Photoshop.
In un lavoro fatto con una di queste applicazioni ci possono essere colori pensati per essere stampati in quadricromia e/o colori pensati per essere stampati con un inchiostro speciale, cioè colori spot.
I colori di quadricromia sono definiti con coordinate (RGB, CMYK, Lab) in un certo spazio stabilito dall'utente (RGB con profilo, CMYK con profilo, Lab D50) e a un certo punto dovranno essere convertiti nello spazio della stampante con un certo intento di rendering (percettivo, colorimetrico relativo) da un certo motore di colore.
Quindi sono numeri che dovranno essere, eventualmente, modificati durante il processo di conversione colore.
I colori spot sono definiti con un nome e, nel migliore dei casi, con le coordinate Lab (coordinate dello standard ICC di classificazione del colore) che raramente sono controllate dall'utente.
colori spot e la gamma Pantone
Infatti molto spesso i colori spot vengono scelti da un campionario (per esempio Pantone) e in tal caso le coordinate Lab sono fornite dal produttore. I colori spot non devono essere convertiti in nulla, perché sono nomi o coordinate assolute che così devono restare. Tuttavia, se la stampante non conosce il nome del colore spot che deve stampare, o non conosce le coordinate assolute o comunque non è in grado di riprodurre tali coordinate (perché sono fuori gamut), deve essere previsto un modo alternativo, approssimato, per stampare quel colore.
Selezione del colore con scanner
Attualmente la preparazione degli impianti (detta anche “separazione
dei colori”) avviene in modo diverso perché gli scanner
scompongono i colori secondala sintesi adittiva, usando quindi
il sistema RGB la traduzione nei corrispondenti valori di di cyan,
Magenta e giallo viene poi operata dall’ elaboratore collegato
allo scanner:
Questi valori possono pi essere trasferiti (tramite una fotounità)
su pellicola.
La retinatura
Fondamentalmente bisogna distingere fra impianto
per la stampa con retini tradizionali (AM), ed impianto per la
stampa con retini stocastici (FM).
Se si stampa avvalendosi dei retini stocastici, questi, non avendo
inclinazioni di retino, non potranno mai creare problemi di moire'.
O meglio, per essere piu' precisi, i retini FM non usano una struttura
a rosetta (che quindi necessita di inclinazioni specifiche), ma
usano dei "pattern" per ogni colore, questi pattern
sono studiati in modo che sovrapponendosi non creino moire' o
marezzatura (interferenza cìvisiva determinata da una sovrastampa).
la "rosetta" ottenuta
attraverso una coretta inclinazione dei retini tradizionali
retini stampa in quatricromia
un esempio di moire dovuta all' interferenza ottica tra un pattern
a righe verticali e uno a righe curve
Inclinazioni dei retini
Le pellicole retinate per la quadricromia vengono realizzate utilizzando
inclinazioni di retino diverse per ogni colore, perché,
almeno teoricamente, gli inchiostri non devono sovrapporsi completamente
nella stampa.
le inclinazioni di retino per i colori
di quadricromia
Le inclinazioni del retino da stampa sono
regolate dalle norme UNI 6240-20 "Riproduzione grafica.
Retinatura. Inclinazione nella stampa dei retinati costituiti
da elementi a figura geometrica regolare e con assi equidistanti
per le riproduzioni a colori in offset e tipografia".
e più in particolare:
1) stampa a 2 colori o duplex:
....sempre a 30°
... 15° colore più chiaro
... 45° colore più scuro
2) stampa a 3 colori:
....sempre a 30°
... 15° giallo o altro colore più chiaro
... 45° cyan o altro colore più scuro
... 75° magenta o altro colore più intermedio
3) stampa a 4 colori:
....sempre a 15°
... 90° giallo
... 75° magenta
... 105° cyan
... 45° nero
3b) stampa a 4 colori:
....sempre a 15°
... 90° giallo
... 15° magenta
... 75° cyan
... 45° nero
4) stampa a 6 colori, esacromia:
....sempre a 15°
... 90° giallo
... 15° magenta e verde
... 15° verde
... 75° cyan e arancione
... 75° arancione
... 45° nero
Visto che i due colori aggiuntivi (5
e 6) sono solitamente una tonalita' di arancione ed una tonalita'
di verde, saranno stampatirli usando le stesse inclinazioni di
cyan e magenta.
L'arancione e' un colore complementare del cyan ed il verde e'
un colore complementare del magenta, quindi anche se usiamo gli
stessi angoli di retino difficilmente saranno presenti in contemporanea
nelle stesse aree del lavoro, evitando cosi' possibili effetti
di moire'
Resta da ricordare che, in casi particolari, è possibile
stampare con inchiostri diversi da quelli della quadricromia,
detti in genere colori speciali.
Questi colori, tratti da campionari di riferimento, possono essere
abbinati tra loro o al nero, e vengono utilizzati frequentemente
quando si richiedono tonalità che non possono essere fedelmente
riprodotte dalla quadricromia.
Una progresiva di stampa:
1) originale, 2) magenta 3) cyan, 4) magenta + cyan, 5) giallo,
6) magenta + cyan + giallo, 7) nero, 8) magenta + cyan + giallo
+ nero.
Le varie forze di colore ottenute retinando
i tre colori primari ed il nero
I segni di stampa
Quando preparate un disegno per la stampa, una serie di riferimenti consentono il corretto registro degli elementi del disegno e di verificare la correttezza del colore. Potete aggiungere i seguenti tipi di segni di stampa al disegno:
Rifili
Filetti ultrafini orizzontali e verticali che definiscono il punto in cui la pagina deve essere tagliata. È anche possibile ricorrere ai rifili per mettere a registro (allineare) tra loro le selezioni colore.
Crocini di registro
Crocette fuori dall’area della pagina per allineare le diverse selezioni di un documento a colori.
Barre colori
Quadratini di colore che rappresentano gli inchiostri CMYK e le sfumature di grigio (in incrementi del 10%). Il service di stampa si basa su queste barre per regolare la densità degli inchiostri nella macchina da stampa.
Informazioni pagina
Identifica la pellicola con il nome del file, la data e l’ora di stampa, la lineatura impiegata, l’angolo di retino per le selezioni e il colore di ogni lastra. Queste etichette appaiono lungo il bordo superiore dell’immagine.
A.) Indicatore a stella,
B.) Crocino di registro,
C.) Informazioni pagina,
D.) Indicatori di taglio,
E.) Barra dei colori,
F.( Barra di tonalità