LA LINOTYPE

E' una macchina per la composizione tipografica meccanica, inventata negli Stati Uniti dal tecnico tedesco OTTMAR MERGENTHALER nel 1881.

La macchina compositrice-fonditrice monolineare, perfezionata, verrà posta in uso nel 1884.
E’ costituita da una tastiera letterale su cui il linotipista compone le parole comandando per ogni singolo tasto una leva che libera la corrispondente matrice situata nel magazzino; le matrici vanno a disporsi nel compositoio fino a completamento della riga, quindi con un primo elevatore passano alla forma dove, da un crogiolo, è immesso il metallo fuso a 285°C - piombo (85%), antimonio (12%) in lega con stagno (3%) - che fonde tutta intera la riga; un secondo elevatore affida poi le matrici al meccanismo della distribuzione dove un sistema di prisma e di tre viti elicoidali s'incarica di riporre le matrici nei rispettivi canali del magazzino.

linotype


Cenni storici su una formidabile invenzione

Gli inizi
Quando nel 1450 a Magonza Gutemberg con i soci Fust e Schöffer inventarono e applicarono la stampa coi caratteri mobili.
Quando la stampa si diffuse,ogni generazione ha fatto dei progressi grazie alle nozioni fissate sulle pagine stampate.
Si può dire che il più grande contributo al progresso umano sia rappresentato dall'invenzione del carattere mobile e quindi dalla stampa.

tipografia

Fu all'inizio del XIX secolo che Stanhope sostituì il metallo al legno del torchio e la trazione meccanica a quella manuale e da allora le macchine divennero sempre più automatiche.

L'invenzione della stereotipia e della galvanotipia fu seguita dalla macchina da stampa a cilindro e dalla rotopiana che stampa su carta in bobina direttamente dalla forma, così nel 1880 vi erano macchine capaci di stampare alla velocità di 2000 copie l'ora un giornale di otto pagine, e era considerato una cosa meravigliosa.

in seguirto la macchina in bianca e volta rese il libro molto a buon mercato, tanto che il costo di una biblioteca risultava enormemente ridotto.
Ma la composizione e la scomposizione si effettuavano ancora come al tempo di Gutenberg, perché da allora, circa quattrocento anni, nessun progresso era stato fatto: il compositore continuava a tirar su lettera per lettera per formare le righe nel compositoio e quindi impaginarle; dopo la stampa, egli eseguiva anche la scomposizione.

Primi passi verso la composizione meccanica
Il desiderio di effettuare meccanicamente queste due costose operazioni fu vivamente sentito e poco dopo l'inizio del 1800 furono richieste varie patenti di macchine concepite a tale scopo.
Intere fortune furono esaurite in esperimenti e diversi tipi di macchine vennero lanciati sul mercato tipografico, ma vi rimasero per poco tempo.
Una lunga lunga serie di tentativi, a cominciare da quello dell'inglese Förster, nel 1815, precorsero e prepararono l'avvento dei numerosi sistemi di macchine compositrici .

Il principio meccanico di comporre e scomporre caratteri mobili fu attuato per primo dal danese Sörensen nel 1838 e presentò la sua macchina all'Esposizione di Parigi del 1851, ove fu premiato con medaglia d'oro da Napoleone III.
Tale principio venne seguito nel 1840 dal Gaubert nella sua macchina «Gerótype» e reso più pratico dal Kastenbein nel 1866, sebbene poco usato.
Il padre domenicano Vincenzo Calendoli che verso il 1893 inventò a Parigi una compositrice meccanica, fatta brevettare l'anno seguente a Londra, insieme con A. Savarese.
Il compositore Ernesto Codignola, bresciano inventò, nel 1885 a Milano, una compositrice meccanica a caratteri mobili che venne costruita dalla azienda Tecnomasio.

Una prima macchina inglese fu costruita con tastiera per comporre i caratteri che poi venivano aggiustati a mano, ma la scomposizione avveniva mediante una seconda tastiera, situata opportunamente perché tutti i caratteri ritornassero nel magazzino; però l'operatore leggeva, invece, dei caratteri, la prova di stampa del materiale che doveva «disfare».
Diversi esemplari di questa macchina furono in uso per qualche tempo.

Fra tutte le macchina costruite per comporre e scomporre, la più rimarchevole fu quella di James W. Paige, di Rochester, N.Y., nel 1873, chiamata «Paige Compositor».
il principale sostenitore di questa macchina fu Mark Twain (Samuel L. Clemens) che vi spese tutta la sua fortuna.
Si calcola 20 milioni di dollari il totale delle somme spese dalle diverse società nei numerosi tipi di macchina da comporre.

«Paige Compositor»

1873, la «Paige Compositor»di James W. Paige, di Rochester, N.Y.,

Il«Paige Compositor»
Il «Paige Compositor» è stato il più grosso investimento compiuto da Mark Twain e fu anche la scommessa che lo portò sull'orlo del fallimento: 200 mila dollari andarono in fumo nel progetto.

Ma pare che il difetto più grave di quel progetto sia stato quello di essere stato realizzato troppo tardi per sorpassare il successo della Linotype di Mergenthaler.
James W. Paige, nato a Rochester, N.Y, sviluppò la sua idea nel 1873.
Paige aveva già realizzato un telegrafo di stampa e Twain era divenuto un suo grande sostenitore .
L'azienda che permise a Paige di realizzare la sua macchina, per sti i tempi troppo lenti nella sua realizzazione, lo abbandonò.
Fu allora Mark Twain a a finanziare Paige per permettergli di portare a termine il progetto.
Nel 1889 la macchina non era ancora pronta, e a Twain venne fatta un'offerta dei promotori della Linotype che ventilavano l'idea di una fusione.
Twain, proprio considerando l'offerta della Linotype, si convinse che la sua sarebbe stata la macchina vincente e rifiutò.
La macchina di Paige misurava 9 piedi di lunghezza e pesava tre tonnellate ed era composta da 18 mila parti, la tastiera aveva 109 tasti.
Malgrado la notevole stazza la macchina era tuttavia fatta funzionare da un piccolo motore elettrico.
Capireparto e dirigenti dei giornali il 29 gennaio 1892 avevano lasciato l'ufficio di Paige convinti che quella sarebbe stata l'invenzione del futuro.
Gli osservatori dell'Associazione americana degli editori dei giornali che avevano potuto osservare la macchina all'opera la definirono «la meraviglia meccanica del XIX secolo».
In una prova al Chicago Herald (l'unica azienda a usare commercialmente la macchina) il «Paige Compositor» prevale su trentadue linotype.
Ma nel frattempo la Linotypesorpaso la macchina di Paige e Twain. Nel 1887 c'erano 55 linotype in funzione, nel 1895 erano già 1067. Nel 1894 l'investimento finanziario non era più sostenibile. Twain finì di pagare i suoi debiti soltanto nel 1898.

Il sistema a lingotto
Il sistema di macchine compositrici basato sul concetto della fusione di linee ebbe un numero di fautori più scarso, ma furono più fortunati.
Intravvisto da Leroux fin dal 1843, poi accarezzato da Armengaud e Gallieu nel 1846, Capeart e Godson nel 1885, da Turbelin nel 1886, ebbe il suo trionfo per merito di Ottmar Mergenthaler.

Alcuni stenografi e cronisti di Washington riconoscendo i grandi vantaggi della macchina da scrivere in confronto della scrittura a mano e concepirono l'idea che una macchina simile avrebbe potuto sostituire le dita del compositore.
Essi intendevano una macchina a punzoni di acciaio che imprimessero le lettere su cartone, o altro materiale simile, da usare come matrice per stereotipia.
Questi intraprendenti costituirono una società per realizzare la loro idea, mentre un altro gruppo di persone si era già impegnato in altre ricerche aventi per base le stesse linee generali.
Senza impressionarsi degli insuccessi seguiti a tanti tentativi precedenti di altri volenterosi, un piccolo gruppo di editori e giornalisti: Moore, Clephane, Devine, McEwen, Warburton e Murphy, costituirono una prima società.
I ncaricarono un operaio dell'officina Hahl & C. di Baltimora, ove si costruivano delle macchine per esperimento, di proseguire gli studi secondo i suoi criteri.
Era Ottmar Mergenthaler.

I primi risultati ottenuti da Ottmar Mergenthaler
Nel 1883 Ottmar Mergenthaler inventò un apparecchio a tamburo, che chiamò «Rotary Matrix Machine», munito di punzoni che imprimevano i caratteri su nastri di cartone umido; infine quei nastri venivano tagliati alla giustezza voluta e impaginati incollandoli sopra un foglio; quindi se ne traeva una lastra col noto processo di stereotipia.

«Rotary Matrix Machine»

1883, Ottmar Mergenthaler «Rotary Matrix Machine»

Fu Moore ad avere l'idea di sistemare ordinatamente quei nastri sopra un piano di metallo, in modo che corrispondessero ad altrettanti vuoti di uno stampo da sovrapporre ad essi: si trattava certamente di una forma da fondere multipla con la quale, veniva colato il metallo, si ottenevano le righe separate, ma intere.
Era un buon risultato che meritò al Moore di essere chiamato l'ideatore della riga di un sol pezzo; però il procedimento non era pratico e fu abbandonato.

Mergenthaler costruì nel 1884 un'altra macchina punzonatrice con la quale otteneva più sollecitamente righe intere, grazie all'adozione di un cuneo di aggiustatura delle righe.
Però sorgeva un altro grave problema, cioè la necessità di una grande quantità di punzoni di acciaio, perché questi si rompevano con una grande facilità e siccome erano intagliati a mano non si giungeva a produrne a sufficienza.
Però non costavano molto, dato il tempo occorrente per prepararli.

Un identico problema, il bisogno di punzoni da taglio, si era presentato anche a un certo Benton di Milwakee; ma egli studiò il modo di produrli meccanicamente e nel 1884 terminò di costruire una macchina adatta per questa produzione.
Pare che a lui fossero del tutto ignoti gli studi e le ricerche di Mergenthaler che a sua volta apprese casualmente dell'officina dil Benton e della sua macchina per fabbricare punzoni.
Fatto sta che fu loro facile intendersi in base a un accordo che salvava tanto l'invenzione del Benton quanto quella della macchina da comporre che, finalmente, poteva divenire commerciabile.

La «Band Machine»
l' Accordo con Benton dette nuovo coraggio a Mergenthaler che nell'anno seguente, 1885, costruì un'altra macchina nella quale i punzoni erano sostituiti da tanti nastri metallici (e per questo era chiamata «Band Machine»).
Oni nastro portava un alfabeto completo inciso in incavo; la novità principale di questa macchina era l'applicazione di un crogiuolo e di una forma per fondere.
Le matrici discendevano fino al punto corrispondente alla lettera occorrente, combaciavano e si bloccavano contro l'orifizio della forma nella quale il metallo veniva spinto, a un dipresso come nelle macchine moderne.

Band MachineBand Machine

1885, Ottmar Mergenthaler «Band Machine»

Le prime matrici
Fu questa la prima macchina che dava righe direttamente da matrici di metallo, invece che di cartone.
Era un bel risultato ma la produzione era lenta; per accelerarla Mergenthaler costruì un'altra macchina che componeva piccole matrici con una sola lettera
Tali matrici erano contenute in un magazzino dal quale esse scendevano al richiamo dei rispettivi tasti e venivano spinte nel compositoio da un soffio di aria compressa; l'aggiustatura della riga era ottenuta con degli spazi a cuneo.

L'aggiustatura automatica delle righe era stato uno dei problemi più difficili da risolvere e alla sua soluzione si dedicarono contemporaneamente tre inventori: J.D. Schuckers di Filadelfia, Mergenthaler e John R. Rogers.
Schuckers riuscì a creare lo spazio mobile a doppio cuneo con superfici esterne parallele, qual è conosciuto oggi.
La Linotype risultò dunque dal contributo di diversi inventori, oltre a quello principale di Mergenthaler.

La riga si trasferiva di contro la forma e lasciava la propria impronta sul bordo superiore del lingotto derivante dalla forma stessa. Dopo la fusione le matrici venivano trasferite al meccanismo di distribuzione che le riportava al proprio posto.

matrice linotype

La prima matrice con una sola incisione e il primo spazio mobile non molto dissimile da quelli prodotti in seguito


La «Blower», la prima «line-o-type»
Ormai si era di fronte a una «line-o-type» che eseguiva automaticamente le operazioni di composizione, fusione e distribuzione, consentendo quindi una produzione abbastanza veloce; infatti era possibile comporre una riga mentre l'altra era in fusione e una terza in via di distribuzione.
Delle modifiche furono apportate a questa macchina e finalmente il nuovo modello, chiamato «Blower» fu posto sul mercato nel 1886 e installato nelle tipografie dei giornali «New York Tribune», «Chicago News» e «Louisville Courier Journal».

linotype

La «Blower», la prima linotype di Ottmar Mergenthaler



Mergenthaler si dedicò poi al perfezionamento della «Blower Linotype» e nel 1890 lanciò la Linotype «Modello 1 a base quadrata» le cui caratteristiche si ritrovano nei modelli che seguirono.

linotype

. La prima vera Linotype: la Modello 1 a base quadrata

Fu deciso quindi di raccogliere i capitali occorrenti per gli impianti e la fabbricazione della macchina e per l'organizzazione della vendita.
Gli acquirenti preferibili erano gli editori di giornali, ma pare che la loro ricerca fosse più difficile della ricerca dei capitali.
Gli editori ammiravano, ma restavano diffidenti dinanzi l'adozione di un sistema tanto rivoluzionario, da essi considerato anche aleatorio agli effetti della puntualità oraria richiesta dai loro giornali, e l'economia conseguibile in confronto della composizione a mano non bastava a persuaderli.


Il direttore del «New York Tribune»battezzato la macchina stessa col nome attuale linotype, Whitelaw Reid; quello del «Chicago News», Melville Stone; e il loro collega Walter Haldeman del «Louisville Courier Journal» furono essi infatti i primi acquirenti che poi per una decina di anni impiegarono la nuova compositrice .

2 giugno 1893. Entrano le prime sette linotype al «Los Angeles Times».
I loro nomi: The Vanguard, E. Pluribus Unum, El Hombre Viejo, Nancy Hanks, Yo Tambien, California e Angelena

La linotype inizia la produzione
Fu intrapresa la regolare costruzione di duecento macchine di quel modello; ma quando ancora oltre la metà di esse erano in officina, l'inventore apportò un nuovo perfezionamento di tanta importanza, da non destare esitazioni nella decisione di sostituirle tutte, comprese quelle già funzionanti soddisfacentemente.
Il perfezionamento consisteva nella soppressione dell'aria compressa; le matrici ebbero un nuovo tipo di magazzino a posizione inclinata, dal quale esse scendevano per forza di inerzia; il tipo di elevatore che riconduceva le matrici al loro deposito fu sostituito con l'attuale tipo di secondo elevatore.
Queste radicali modificazioni furono accompagnate dalla soluzione definitiva del sistema di distribuzione, il quale doveva poi esser considerato incontestabilmente la parte più originale della Linotype e che vedesi riprodotto abbastanza fedelmente su tutti i tipi di compositrici, eccetto la Typograph.
La nuova macchina aveva la base quadrata e di essa i primi esemplari furono introdotti in Inghilterra nel 1892.
Si dice che qualcuna è in funzione tutt'oggi e si cita il caso di un operatore che da oltre trent'anni lavora su una di tali macchine, la quale darebbe tuttora una produzione soddisfacente.

linotype

La Modello 1 nella versione successiva

L'evoluzione
Le tappe principali della Linotype possono essere definite così:
1) quella di una macchina tipo-litografica;
2) di una macchina adatta per fondere in un sol tempo tante righe di un sol pezzo su «flans» speciali, ottenuti mediante punzoni composti e aggiustati in una riga;
3) di una macchina per comporre piastrine di matrici a serie e per fondere singolarmente righe di un sol pezzo
4) capace di fare righe intere da singole matrici composte e aggiustate; la quinta, rappresentata dalla macchina modello 1, che per prima fu introdotta in Italia, nel 1895, e dopo acquistata dal giornale «La Tribuna», di Roma.

linotype

La prima linotype Mod. 1 importata in Italia nel 1895.
Nel 1958 era ancora funzionante alla «Tribuna» di Roma


Seguì poi la macchina modello 10, con magazzino leggero; l'innovazione importantissima della distribuzione multipla, che permette l'impiego di più tipi nella stessa riga i quali si selezionano automaticamente dopo la fusione.

Poi le Linotype con magazzini ausiliari e via via, fino all'odierna modello 24, con otto magazzini, quattro distribuzioni e due tastiere.


Una delle più grandi e più diffuse riviste americane, sul finire del primo decennio del '900, indisse un referendum presso le più spiccate personalità degli Stati Uniti, per sapere quali invenzioni e quali scoperte fra quelle più recenti avrebbero avuto maggiore influenza sociale.
Il risultato del referendum indicava, nei rispettivi campi, il telegrafo senza fili, l'aeroplano ecc. e, nella meccanica pura, la Linotype.
Non si può negare, infatti, che nella tecnica tipografica questa macchina ha influito enormemente, moltiplicando la potenza dell'invenzione di Gutenberg; spazzando via quanto di fastidioso, di pesante e di antigienico accompagnava la composizione a mano; contribuendo grandemente allo sviluppo dell'industria grafica ed editoriale, la quale ultima poté dare a buon mercato libri, giornali, ecc.


Oggi, la sempre maggiore espansione della macchina, richiede l'opera e il concorso di oltre novemila persone fra operai e impiegati degli stabilimenti di costruzione e delle agenzie esistenti in tutte le Capitali dei vari Stati del mondo, non escluse Tokio e Pechino.
Infatti anche il Cinese scritto con caratteri ideografici si compone con la linotype

In Italia la sola Tipografia Poliglotta del Vaticano ha una delle sue linotype corredata con una serie di carattere cinese.
In Cina il nome della Compagnia fabbricante si traduce così: «Lie-no-yin-chu-tze-chi-tseh-tsao-chang», e secondo il concetto degli abitanti del Celeste Impero la prima sillaba della parola linotype significa «dare», la seconda, ossia «no», significa «prendere».
Per una strana coincidenza di pensiero, dunque, la traduzione dice il compito del linotipista: cioè egli «dà» alla macchina l'opera di dattilografo e ne «prende» il suo prodotto.

Altri alfabeti componibili con la Linotype: Devanagari-Hindi e Devanagari-Marathi (India Settentrionale), Bengalese, Urdu (Indostan), Birmano, Cingalese (Ceylon-India), Tamil (India Meridionale), Arabo, Ebraico, Greco, Russo, Siriaco, Amarico (Etiopia), Armeno.

Negli Anni 50 la pubblicazione della guida telefonica del Cairo (cinquantamila nominativi in 500 pagine) è stata resa possibile dall'impiego di una Linotype Mod. 48 SM corredata di lettere arabe di corpo 10 e 14.

Ottan Mergenthaler

La vita di Ottmar Mergenthaler
Ottmar Mergenthaler nasce ad Hachtel, Württemberg (Germania), l'11 maggio 1854.
Un piccolo paese dove circa 300 anime, si dedicano all'agricoltura e all'allevamento.
Nel 1858 la famiglia Mergenthaler si trasferisce a Ensingen, dove il piccolo Ottmar trascorre parte della sua fanciullezza.
Il giovanissimo Ottmar inizia a studiare a Bietigheim nel 1868: è affascinato dall'ingegneria, ma le non troppo floride risorse finanziarie della sua famiglia (era figlio di un maestro di scuola), gli impediscono di proseguire gli studi.
Comincia così a lavorare all'età di 14 anni come apprendista presso l'orologiaio Hahl - uno zio, che aveva adibito una piccola cantina a laboratorio - per potersi permettere di frequentare le scuole serali. Nel 1872 Hahl insieme con Spaich, un fabbricante di stoffe, compra una casa vicino al ponte sull'Enz dove sistema il suo laboratorio.
Gli affari vanno male e allora Spaich acquista una tipografia con un torchio a mano e pochi caratteri.
E' ancora tipografia nel 1907 e nel 1922 entra persino una Linotype. Il figlio dell'orologiaio era intanto emigrato in America, ove a Washington aveva aperto una fabbrica di campanelli e apparecchiature elettriche. Cosi, nel 1872, Ottmar Mergenthaler lo segue e viene assunto nella sua fabbrica che in seguito fu trasferita a Baltimora. Ottmar diventa cittadino americano nel 1878.
A Baltimora ritrova il vecchio Hahl e incontra James Clephane, un giovane segretario privato di Stato, che voleva realizzare con l'ideatore Charles Moore un metodo veloce per trascrivere i segni stenografici.
L'idea si rivela un fallimento.
Intanto Ottmar si era messo in società con Clephane.
Ottmar lascia la società, abbandona l'idea di Moore e si dedica al progetto di una macchina innovativa nella composizione tipografica. Nel 1878 scrive una lettera al fratello e gli racconta come stia lavorando a una macchina per comporre dove non sia più necessario riordinare i caratteri.

E' l'11 settembre 1881 quando si sposa con Emma, la figlia di Luis Carl Lachermayer, un architetto e scultore di Wüttemburg, da cui avrà cinque figli. Il primogenito, Fritz, nacque nel 1883 e morì con la moglie in un incidente d'auto nel 1910.
Julius, il secondo, morì a soli quattro anni. Eugen, il terzo, morì nel 1919, a 34 anni, colpito dalla spagnola.
L'ultimo, Hermann, nato nel 1987:

All'inizio del 1883 Ottmar si separa da Hahl e si mette in proprio. Brevetta il suo progetto di macchina compositrice meccanica; l'anno seguente gli offrono 300 mila dollari ma rifiuta di cedere il brevetto. Clephane rimane in contatto con Mergenthaler e gli fa conoscere un certo Hine che gli commissiona due macchine.
Ottmar ne finisce una nel 1884 e la presenta a una dozzina di stupefatti spettatori: la Blower soffiando fa scendere le matrici che compongono una riga che un elevatore porta alla fusione e poi riporta le matrici al loro posto.
Ma gli inconvenienti tecnici erano ancora molti e c'era il grosso problema del costo da risolvere: non doveva costare più di 400 dollari.
Nel 1885 fu finita una nuova macchina che permetteva all'operatore di leggere e eventualmente correggere la riga.
Gliene furono ordinate un centinaio. Il 3 luglio 1886 la sua invenzione fa il suo ingresso al «New York Tribune».
L'editore Withelaw Reid esclama: «Ottmar, you've done it again! A line o' tipe». E così la Blower diventa Linotype (linea di caratteri).

Mergenthaler
Mergenthaler tra i suoi operai

Per costruire le macchine che erano state ordinate Ottmar allestì una fabbrica con quaranta operai che in pochi mesi salirono a 160. Una nuova fabbrica fu allestita in Preston Street e i pezzi più importanti furono fatti costruire da altre aziende.
Però le matrici non dovevano costare troppo, i pezzi e i materiali necessari alla costruzione delle Linotype dovevano arrivare in tempi brevi e un altro ostacolo era rappresentato dalla poca specializzazione dei suoi operai.
Mergenthaler lavora molto ed è molto amato dai suoi lavoratori ai quali riconosce un premio di 10 dollari per ogni macchina finita. Uscirono dalle sue officine le prime cento macchine e arrivarono altri problemi: la compagnia volle limitare l'autonomia dell'inventore, Whitelaw Reid si lamentava che Ottmar si perdesse nella ricerca di continue migliorie e pretendeva che per evitare di avere concorrenza non fossero costruite altre macchine.
Mergenthaler si licenziò.
A quel tempo erano in funzione 30 Linotype al "New York Tribune", venti al "Chicago News", altrettante al "Courier Journal", 18 al "Louisville", sedici al "Washington Post".
La macchina di Mergenthaler faceva risparmiare al "New York Tribune" ottantamila dollari all'anno.

A Ottmar Mergenthaler si presentò l'occasione di comprare una fabbrica di ferri da cavallo, da dove riprendere la produzione di macchine da composizione meccaniche con nuovi modelli che eliminavano alcuni difetti dei precedenti.
Nel 1888, ancora con Clephane, trovò i finanziamenti. La nuova Linotype fu finita nel 1890 e installata in "Juge Building" dove fu provata e ottenne un grande successo.
Ne furono ordinate oltre un centinaio.
Nel frattempo la fabbrica da cui Mergenthaler se n'era andato aveva ricominciato a lavorare grazie all'aiuto dello stesso Ottmar.
Tra i suoi clienti vi fu anche la Brooklyn Standard Union Number Six, il più grande sindacato dei tipografi degli Stati Uniti che era stato contrario alla "diavoleria" di Mergenthaler fino a poco tempo prima.
Lo stesso sindacato stabilì anche tariffe per i linotipisti: 20 dollari la settimana per i libri e le riviste, 22 per le edizioni serali e 27 per quelle del mattino.
Nell'aprile del 1890 il sindacato ordinò 100 macchine.

La linotype si guadagna il «Grand Prix» all'Esposizione mondiale di Parigi del 1889.
Alla fine del 1891 duecento macchine furono date in prestito, ma l'affitto non bastava a sostenere la produzione di nuove Linotype.
Le due fabbriche di Brooklyn si fusero formando la "Mergenthaler Linotype Co.".
Dal 1891 al 1895 Ottmar apportò parecchie migliorìe alla sua macchina. Per 416 mila dollari acquistò il brevetto dello spazio mobile a cuneo.
La Mergenthaler Linotype & Manchester Ltd è fondata a Manchester, in Inghilterra.
Nel 1892 negli Stati Uniti viene prodotta la linotype numero 1000.

Nel 1888 Ottmar Mergenthaler si frattura una costola, guarisce ma rimane molto indebolito.
Nel 1892 Mergenthaler torna in Germania e riesce a ritrovare il padre, che morirà l'anno dopo: il vecchio genitore si complimenta per la sua invenzione, ma esprime anche preoccupazione per i molti posti che sarebbero andati perduti.
Verso la fine del 1894 la salute di Ottmar va peggiorando: i dottori gli prognosticano la tubercolosi.
Per guarire si trasferisce sui Blue Montains in Maryland.
Più tardi si sposta a Saranac, una stazione climatica dove soggiornò anche lo scrittore scozzese Robert Louis Stevenson.
Il Nord non faceva più per lui, così nel 1896 decide di vivere vicino a Prescott dove si fa costruire una residenza estiva dove trascorre sei mesi.
Sempre alla ricerca di un clima migliore lo ritroviamo in Deming New Mexico, ma questa casa nel 1897 viene distrutta da un incendio da cui Ottmar e la famiglia si salvano per miracolo.
Il 14 aprile, più malato che mai, Mergenthaler torna a Baltimora. Ogni giorno si fa portare in fabbrica dove trascorre buona parte della giornata fino a due settimane prima della sua morte, il 28 ottobre 1899, a soli 45 anni.
Lasciò alla famiglia un'eredità di quasi mezzo milione di dollari, una cifra enorme per quei tempi.
La vedova Emma e il figlio Hermann nel 1940-41 permettono con una generosa donazione la creazione del Dipartimento di Biologia («Mergenthaler Hall», così sarà denominato) nella «The Johns Hopkins University» di Baltimora.

linotype M linotype M linotype M linotype M
linotype
1914 modello14 con magazzino ausiliario
 
1926 modello 6 inglese con quattro magazini e doppia distribuzione
 

1911 modello 9 a quadrupla distribuzione, sostituzione di un magazino

 
1921 modelo 24 "linothipe universale"
 
modello 26 due magazini più due
linotype   teletype   linotype   linotype   intertype

linotype fonditrice modello tascabile

 
1950-"comet" la teletype
 
anni '60 linotype della "stampa" di Torino
 
"italtype" la linottype italiana
 
gruppo di nove Intertype nello stabilimento del «Corriere dello Sport», a Roma
linotype   linotype            
Gruppo di macchine Intertype nello stabilimento de «Il Corriere della Sera», a Milano
 
ampio salone di composizione meccanica del giornale
«La Nazione», a Firenze, con venti Intertype

           
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