La stampa litografica
La litografia è una tecnica di produzione meccanica delle immagini.
Il termine litografia deriva dal greco lithos = pietra e ghraphé = scrittura.
La stampa litografica, in origine, veniva ricavata da una matrice di pietra, solo più tardi anche da lastre di metalli porosi come lo zinco e l'alluminio.
Il procedimento venne inventato nel 1798 dal tedesco Alois Senefelder utilizzando una pietra delle cave di Solenhofen, cittadina nelle vicinanze di Monaco di Baviera.
pietra litografica
L'evoluzione dei metodi di stampa
Sino alla fine del XVIII secolo i metodi di stampa si fondavano solo su ,principi meccanici.
La matrice poteva essere a rilievo come nella tipografia o ad incavo come nella calcografia ma in entrambe il principio era ed è sempre quello del trasferimento di un segno o di una lettera su di un supporto mediante un'operazione di carattere meccanico.
I 3 sistemi di stampa,
in alto sistema rilievografico (stampa tipografica e xilografica), al centro sistema incavografico( stampa calcografica e rotocalco), in basso sistema planografico
(stampa litografica e offset).
E' possibile notare come rispetto alle matrrici 3) sia assunto l'inchiostro 2) prima della stampa 2a) e dopo il sollevamento della carta 1)
Nel 1796 Aloys Senefelder sperimenta un metodo che permette i stampare con una matrice piana, senza cioè parti ad incavo o a rilievo.
Il sistema, prima chiamato "stampa chimica su pietra" e poi litografia, sfutta uno speciale tipo di pietra ricavata dalle cave di Solenhofen, vicino a Monaco di Baviera.
La pietra litografica, opportunamente levigata e quindi disegnata con una matita grassa, ha la proprietà di trattenere nelle parti non disegnate un sottile vèlo d'acqua, che il segno grasso invece respinge.
Se si passa poi un velo di inchiostro, esso viene respinto dalle parti inumidite e trattenuto nelle parti disegnate.
pietra litografica e foglio stampato
Al torchio, perciò, il foglio di carta riceve solo l'inchiostro che si è depositato sulle parti disegnate.
La litografia riscuote immediatamente grande successo.
Sin dai primi anni dell'Ottocento, si può dire che non vi sia stato un solo grande artista che non si sia cimentato con questo nuovo mezzo tecnico: da Francisco Goya a Eugène Delacroix, da Honoré Daumier a Henri de Toulouse-Lautrec,
fino a Edvard Munch, Paul Klee e Pablo Picasso.
1828 Eugene Delacroix, litografia per il Faust di Goethe
1834 Honorè Daumier "Ne vous y frottez pas", litografia apparsa sulla "Revue Mensuelle"
1834 Honorè Daumier "le stalle di Augias,
litografia a colori appara sulla rivista "Le Chiarivari" del 25 febbraio.
Honorè Daumier "Nadar elevant la photographie a l'auteur de l'Art", litografia
1863 Henry de Tolouse Lotrec "Divain japonais", litografia
1896 Paul Cezane "bagnanti", litografia
1949 Pablo "Mulher suilla poltrona ", litografia
Già nel 1806 inizia ad essere usata tanto che nel apriranno a Parigi 5 litografie, e nel si parla di 59 stabilimenti.
In Italia tarderà la sua diffusione avvenendo solo nei primi del novecento a Torino.
un torchio litografico della fine del 800'
In campo industriale, si assiste alla grande diffusione della litografia quando alla pietra è sostituita dalla lastra di zinco sulla quale i caratteri e le immagini vengono riportati mediante una pellicola; questo rende possibile la costruzione, verso il 1840, delle prime macchine pianocilindriche.
Una delle prime machine da stampa offset installata a Parigi alla fine dell'800'
Attualmente, alla litografia si è sostuituita l’offset, le nuove macchine hanno raggiunto un elevato grado di sofisticazione: la stampa non avviene più direttamente tra la lastra di zinco e la carta, ma attraverso un interposto cilindro di caucciù, che riporta il segno sulla carta.
L' offset si è affermato, a svantaggio soprattutto della stampa tipografica, per la sua economicità e per la possibilità di stampare sia in macchina a foglio che a bobina, e su carta di qualsiasi tipo, anche se di scadente qualità.
AloysSenerfelder
Aloys Johann Nepomuk Franz Senefelder
Aloys Johann Nepomuk Franz Senefelder , meglio noto come Johann Alois Senefelder, (Praga,6 novembre1771 –Monaco di Baviera,26 febbraio 1834) è stato un attore teatrale e commediografo austriaco che inventò nel 1798 la tecnica di stampa della litografia, all'origine dell'odierna tecnologia Offset.
Suo padre era un attore.
Aloys Studiò a Monaco e, successivamente, vinse una borsa di studio per studiare legge a Ingolstadt.
Alla morte del padre, nel 1791, fu costretto ad abbandonare gli studi per sostenere la madre e i suoi otto fratelli.
Divennne quindi attore e scrisse la commedia di successo Connoisseur of Girls.
A causa di problemi con l'edizione della sua commedia, contrae debiti e non può permettersi di pubblicare la nuova commedia che ha scritto.
Fa degli esperimenti con una nuova tecnica di incisione usando l'inchiostro litografico, oleoso e resistente all'acido e utilizzando una pietra particolare: il Calcare di Solnhofen.
Scopre che il processo può essere impiegato per permettere la stampa dalla superficie piatta della pietra: si realizza così il primo processo litografico nella storia della stampa.
Una "pressa per litografare", proposta da Senefelder nel suo "Corso completo di litografia".
Il principio della litografia]
torchio litografico con pietra litografica, rullo inchiostratore e foglio impresso.
Il principio è estremamente semplice: un particolare tipo di pietra, opportunamente levigata e quindi disegnata con una matita grassa, ha la peculiarità di trattenere nelle parti non disegnate, i contrografismi, un sottile velo d’acqua, che il segno grasso, il grafismo, invece respinge.
Passando l’inchiostro sulla pietra così trattata, esso è respinto dalle parti inumidite e trattenuto dalle parti grasse.
Al torchio, perciò, il foglio di carta riceve solo l’inchiostro che si deposita sulle parti disegnate e non sulle altre.
La stampa litografica si basa,quindi, sull’incompatibilità di alcuni inchiostri con l’acqua.
Dalla matrice alla stampa
La matrice, fatta di pietra calcarea, granulosa e costituita da carbonato di calcio dello spessore che va dai 6 ai 12 cm.
pietra cromolitografica
La pietra deve essere compatta e omogenea per evitare fratture sotto la pressione del torchio.
La superficie da utilizzare deve essere granita fino ad asportare qualsiasi segno o traccia.
La superficie della pietra deve essere levigata con pomice, sabbia o meglio carborundum per levigare la superficie e togliere qualsiasi segno.
Poi si prepara la pietra, cioè si modifica in superficie la sua composizione chimica, trasformandola da carbonato di calcio in nitrato di calcio; ciò rende possibile far aderire l’inchiostro alla pietra sulle parti dove l’acido non ha potuto agire
.
Si disegna con una matita litografica o con dell'inchiostro litografico composti da sostanze grasse, l'inchiostro litografico è tipico per essere molto oleoso.
Ill carbonato di calcio trattiene con facilità le sostanze grasse e sulla pietra le immagini devono essere disegnate alla rovescia.
Finito il disegno si spennella la pietra con un liquido a base acido nitrico, gomma arabica acidificata e acqua.
Per capire se il liquido, chiamato "preparazione", è troppo forte di acidità o troppo poco, lo si spennella sul bordo della pietra. Se la reazione provoca molta schiuma vuol dire che è troppo forte: se viene usata così com'è il disegno ne risentirebbe.
Se invece produce poca schiuma vuol dire che è troppo poco forte.
L'ideale sarebbe non molta schiuma e che sia persistente.
Il protagonista della reazione che si verifica è l'acido nitrico che trasforma tutte le parti non protette dall'inchiostro litografico, trasformando il carbonato di calcio in nitrato di calcio, sostanza idrofila.
La stampa avviene dopo 24 ore dalla preparazione, mediante il torchio litografico, la matrice disegnata viene bagnata e poi inchiostrata con un rullo di caucciù.
bagnatura della pietra litografica
un vecchio torchio litografico
L’inchiostro aderisce dove c’è il disegno e respinto dalla pietra bagnata.
Si mette il foglio di carta da stampare poi si mettono altri fogli più un cartone grassato e alla fine tutti i fogli vengono compressi.
Ad operazione compiuta si toglie il foglio e fatto asciugare Senefelder inventa anche il metodo autografico mediante il quale non si deve più fare il disegno alla rovescio.
Oltre alla tecnica tradizionale dea matita grassa, l’utilizzo artistico della tecnica litografica è basato anche su altre tecniche, quali:
Tecniche artistiche in litografia
Tecniche artistiche: l'acquerello litografico
Diluendo l’inchiostro "grasso" con acqua (meglio se acqua distillata) si realizza un disegno acquerellato con varie tonalità di grigi.
Questi grigi, che all'inizio non presentano sostanziali differenze con un acquerello fatto su carta, sulla pietra, quando si asciugano, tendono a scomporsi, il grasso da una parte e l’acqua dall’altra formando un reticolo fittissimo di segni, che mantengono comunque il tono del grigio desiderato; questo effetto dato dall’acquerello litografico non si può eliminare perché è nelIa natura del materiale usato.
Tecniche artistiche: la litografla a graffito e acido
Questa tecnica ha delle caratteristiche molto particolari e facili da riconoscere, inoltre è una tecnica che per sua natura può essere fatta solo su pietra, a differenza delle precedenti che possono essere fatte anche su lastre litografiche di zinco o di alluminio.
Con la litografia a graffito, contrariamente a quello che si fa con la matita grassa e l’inchiostro, bisogna annerire tutta la pietra con l’inchiostro da stampa, per poi asportarlo con tutti mezzi che si rityengono idonei, ottenendo una gamma di tonalità che vanno dal nero assoluto fino al bianco; si avrà così il caratteristico effetto di un disegno che emerge da un fondo scuro.
Nell’azione di raschiare l’inchiostro, si scopre la pietra sottostante perciò, se usa una pietra più o meno granita, si ottengono dei grigi diversi, più o meno porosi.
Nella tecnica del graffito può essere usato, anche l’acido, che si può usare al momento dell’inchiostrazione della pietra, ma prima di fissare l‘inchiostro.
In questo momento si può prendere dell’acido, allungarlo più o meno, a seconda delle necessità, con acqua e lavorare la pietra annerita, così facendo si ottengono una serie di grigi inversamente proporzionali alla quantità di acido adoperato, è come se si diluisse dell’inchiostro mentre si disegna un foglio di carta, fatta eccezione per il risultato che sarà negativo.
Un disegno così ottenuto può essere ulteriormente puntualizzato, sia grattando con raschietti e punte che aggiungendo particolari con la matita grassa e inchiostro.
Tecniche artistiche: l'nchiostro negativo
Questa tecnica di lavoro è l’esatto contrario di quanto fin qui spiegato a riguardo dell’inchiostro litografico grasso.
Si disegna la pietra con una soluzione a base di gomma arabica, acido ossalico, nero fumo e acqua.
Questo inchiostro invece di ingrassare le parti lavorate, le rende idrofile, cioè le predispone a trattenere l’acqua.
Una volta che il disegno è perfettamente asciutto, si prepara la pietra con sostanze grasse (es. litofina) poi si lava con acqua e si procede alla stampa.
Il disegno così fatto risulterà in negativo cioè chiaro su fondo scuro.
Tecniche artistiche: la litografia ad incisione
Con questa tecnica, in passato, venivano incisi biglietti da visita, cambiali, libretti assegni e carte valori in genere.
La pietra viene lisciata perfettamente e lucidata con acido ossalico, poi protetta con gomma arabica ed annerita con nero fumo.
Su questa superficie vengono incise, da specialisti in questo settore, le scritte o quant’altro è previsto nel disegno, che ovviamente deve essere inciso rovesciato per risultare leggibile dopo la stampa.
L’incisione avviene tramite punte di acciaio o di diamante; non è necessario fare un segno profondo ma solo scalfire leggermente la superficie di protezione. I segni vengono poi ingrassati con olio di oliva, quindi si procede alla stampa in quanto il resto della superficie della pietra è già stata resa idrofila al momento della lucidatura con l’acido ossalico, per cui l’inchiostro da stampa attaccherà solo sui segni.
Con l’incisione su pietra si possono ottenere segni sottilissimi e sensibili alla diversa pressione della mano passando da un segno delicato ad un segno forte senza interruzione di continuità.