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Il viso solcato da numerose e profonde rughe, incorniciato da grasse orecchie, con grosse vene pulsanti e labbra serrate, sottili e cadenti, mentre gli occhi tristi e pensosi hanno lo sguardo rivolto verso un punto lontano. Quest'uomo dalle spalle scarne e curve, dalle braccia pendenti lungo il corpo, con le mani chiuse a pugno, contenenti il nulla, con vuoti pantaloni dalle numerose pieghe e dalle grandi scarpe, ricordi di gioventù, rappresenta simbolicamente l'uomo della terza età. Un uomo con una lunga vita trascorsa tra gioie, delusioni e dolori e che del presente ha sovente vuoti di memoria, mentre chiari e lucidi sono i ricordi del passato. I suoi movimenti ora sono più lenti, la sua esistenza sempre più vuota, solo la sua mente è sempre più fervida e bombardata da immagini che mettono a fuoco brani di vita vissuta. Nel mio dipinto, con grande rispetto e con una certa commozione, ho voluto mostrare uno spicchio di vita contemporanea, oggigiorno assai comune: la vecchiaia. Oltre all'uomo in primo piano, era mio desiderio evidenziare e illustrare le tre fasi della sua esistenza. Ho realizzato ciò utilizzando le immagini istoriate sullo sfondo che mostrano aspetti del passato. Nello spazio in alto è rappresentata la fanciullezza, con i suoi trastulli gioiosi: balocchi, animali, amore e curiosità verso tutto ciò che è nuovo. In secondo piano è raffigurato il periodo della maturità dell'uomo, la sua massima virilità, il desiderio dell'amore, della procreazione, della lotta contro ogni avversità della vita, la voglia di affermazione e di successo. In basso vi è la terza età, la vecchiaia che irrompe, la decadenza fisica e la fase finale di una spietata natura che non perdona. Alla base, una triste, grigia e umida pavimentazione, composta da cubetti di porfido, conclude questa visione pittorica.
Luigi Regianini
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