Vesuvio

Storia del Vesuvio


Eruzioni dal 1800 al 1899

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1804

Dopo un periodo caratterizzato da attivitą stromboliana, l’eruzione successiva si ebbe nel 1804, con una colata lavica che tracimò dal cratere centrale. L’eruzione fu preceduta da una diminuzione del livello dell'acqua di falda dei pozzi e da un sensibile sollevamento del suolo tra Ercolano e Torre Annunziata. La lava fluì per circa due mesi, dirigendosi verso i Camaldoli della Torre e verso Torre del Greco.

1805

Si trattò nuovamente di una eruzione effusiva dal cratere centrale. Le lave scesero a Torre del Greco e raggiunsero il mare verso Villa Salerno.

1806

Durante quest’eruzione si formò una maestosa nube di cenere al cratere e una veloce colata si diresse nuovamente verso i Camaldoli della Torre.

1810

Una colata lavica, originata da bocche eruttive alla base meridionale del Gran Cono fuoriuscì apportando danni alle coltivazioni verso Boscotrecase e verso Ercolano. Si registra la caduta di cenere ad Ottaviano.

1812

L’eruzione ebbe inizio con una forte fase esplosiva, caratterizzata da fontane di lava. Una veloce colata, originata da una struttura sul lato sudest, si diresse verso Torre del Greco.

1813

Alcuni mesi prima furono osservati dei sollevamentii del suolo. L’eruzione cominciò con fragorose esplosioni al cratere e l’apertura di una frattura sul lato est da cui fuoriuscì una colata lavica che si diresse verso Boscotrecase.

1817

Alcuni mesi prima furono osservati dei sollevamentii del suolo. L’eruzione cominciò con fragorose esplosioni al cratere e l'apertura di una frattura sul lato est da cui fuoriuscì una colata lavica che si diresse verso Boscotrecase.

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1822

È stata l’eruzione più importante dell’800 e fu preceduta da distinti fenomeni precursori (abbassamento del livello dell’acqua dei pozzi, sismicità...). Furono emesse grandi quantitą di ceneri da una colonna eruttiva alta pił di 3000 m. I prodotti dell’attività esplosiva ricaddero con elevati spessori a sudest del vulcano, nei paesi di Boscotrecase e Torre Annunziata. Anche Napoli fu interessata dalla deposizione di ceneri. Si aprirono delle fenditure sulle pareti del Gran Cono. Le lave che ne fuoriuscirono si riversarono verso Pugliano e Torre del Greco da un lato, e verso Boscotrecase dall’altro. Durante l’eruzione si verificò il crollo del cratere, che portò ad un abbassamento del Gran Cono di circa 200 m. L’eruzione si concluse con devastanti colate di fango.

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1834

Si aprì una fenditura sul fianco est del Gran Cono, con formazione di diverse bocche eruttive da cui fu emesa la lava. Il cammino della colata prese la direzione di Ottaviano e proseguì verso Poggiomarino, distruggendo il villaggio di Caposecchi. Quest’eruzione fu osservata e descritta da Leopoldo Pilla, geologo dell’epoca.

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1839

Eruzione mista effusiva-esplosiva, di breve durata. Le lave tracimano dal cratere e si riversarono nel Piano delle Ginestre. La fase esplosiva produsse un’abbondante ricaduta di cenere, con maggiori accumuli in direzione sud.

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1850

Una relazione su questa eruzione fu scritta da Luigi Palmeri e Arcangelo Scacchi, due eminenti scienziati dell’epoca, il primo geofisico, il secondo mineralogista. Preceduta dall’abbassamento della falda freatica, l’eruzione cominciò con la formazione di una frattura sul lato settentrionale del Gran Cono. La lava fuoriuscì da diverse bocche eruttive e si incanalò nell’Atrio, piegando verso Ottaviano, dove portò la devastazione dei campi coltivati e a Poggiomarino.

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1855

Prima di quest’eruzione si verificò un crollo del fondo craterico e la formazione di una voragine. Si formò una spaccatura del Gran Cono non lontana da quella dell’eruzione precedente. Sulla frattura si aprirono ben 11 bocche. La lava emessa si accumulò nell’Atrio del Cavallo, riversandosi poi, per la prima volta, nel Fosso della Vetrana, in direzione nordovest, e nel sottostante Fosso del Faraone, formando due cascate. La colata si divise in due rami di cui uno si diresse verso Cercola, l’altro verso S. Giorgio a Cremano.


1858 - 1861

Si aprirono due fenditure orizzontali alla base del Gran Cono, una verso piano delle Ginestre, l’altra nell’Atrio del Cavallo, tra 600 ed 800 m di altezza. Lungo le fenditure si formarono diverse bocche eruttive da cui fuoriuscì la lava, che si accumulò nel Piano delle Ginestre e si riversò nel Fosso Grande, colmandolo. Le lave fuoriuscirono dal maggio 1858 alla prima metà del 1861.

1861

In quest’anno si verificò un’eruzione eccentrica: una lunga frattura radiale si aprì; dalla base del cono fino a Torre del Greco, giungendo fino al mare. Nel tratto superiore si formarono 9 bocche eruttive: a quote minori prevalsero le fumarole e le mofete, che si formarono anche in mare. Alle bocche si ebbe attività stromboliana e la fuoriuscita di una colata lavica che, dopo aver attraversato campi coltivati, si arrestò alle porte di Torre del Greco. L’eruzione fu preceduta da intensi fenomeni precursori, come terremoti, vistose deformazioni del suolo... Curiosamente, prima dell’eruzione, il livello dell'acqua dei pozzi nella zona di Torre del Greco aumentò, e non si abbassò: molte sorgenti divennero termali (tempertura = 38 °C) ed elevato fu il flusso di anidride carbonica proveniente dal suolo. Le deformazioni del suolo e la nuova frattura formata provocarono numersi danni e crolli di edifici a Torre del Greco.

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1868

Eruzione effusiva con colata di lava originata da una fenditura sul lato nordovest del Cono. La lava seguì il percorso delle lave del 1855, dirigendosi verso S. Sebastiano e dilagando nelle zone delle Novelle, presso S. Vito ad Ercolano, con gravi danni alle colture ivi esistenti.


1872

L’eruzione fu preceduta, nei mesi ed anni precedenti, da un’intensa attività effusiva ed esplosiva. La notte del 24 aprile il Cono appariva rischiarato da molte colate, che risplendevano nella notte e attirarono visitatori e curiosi. L’attività sismica era elevata. La notte successiva, improvvisa, si aprì una lunga frattura sul fianco nordovest del Vesuvio, da cui immediatamente fuoriuscì lava in grandi quantità, che si accumulò nell’atrio del Cavallo. Da lì si divise in due ramificazioni, una diretta verso Massa di Somma e S. Sebastiano, l’altra verso ovest, minacciando Torre del Greco. Poco dopo si sviluppò al cratere principale una elevata colonna eruttiva che provocò una forte ricaduta di ceneri vulcaniche.

Eruzione del 1872 | Eruzione 1872 | Eruzione 1872

1891 - 1894

Il 7 giugno 1891, da una frattura lungo il versante settentrionale del Cono, venne emessa una colata a corde, che si accumulò presso il punto di emissione. Contemporaneamente si verificarono delle frane al cratere. La fuoriuscita di lava proseguì, lentamente, fino al 1894, portando alla formazione di una cupolalavica, nell’Atrio del Cavallo, alta più di 100 m. Con questa eruzione nasce il Colle della Margherita.

1895-1899

Una cupola formata per accumulo di lave in corrispondenza della bocca di emissione, ebbe origine da una frattura, situata sul fianco nordovest del Gran Cono. Si formarono delle bocche a diverse altezze (1180, 1110, 900 3 750 m s.l.m.). Il flusso lavico fu lento e poco fluido, durò fino al 1899 e provocò la formazione di un piccolo rilievo, che fu dedicata al Re Umberto I. Il Colle Umberto, interposto tra il Gran Cono e l’Osservatorio Vesuviano, costituì quindi da allora un baluardo di protezione per l’edificio dell’Osservatorio dalle colate laviche delle eruzioni successive.

Eruzione del 1895 | Cono del Vesuvio nel 1895 | Colata lavica del 1895 | Colata lavica del 1895



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