Verona 19 Ottobre 1983
Coppa Uefa
Hellas Verona 2 - Sturm Graz 2
...Torno a guardarmi lo stadio, che questa sera è stracolmo. Il
pubblico è quello di una quasi-metropoli...
Bandiere fantasiose, enormi di un'eleganza da Medio Evo gotico. Ce n'è una
che è un enorme lenzuolo. Si gonfia, tutta un disegno di gialli e blu,
nella curva Sud, lentamente, poco prima della partita.
Prima che scompaia, inghiottita dalla gente, la si vede estendersi,
tremare grandissima, sempre più grande, sulle teste di non so quanta
gente, viva creatura. È la, in fondo alla mia
destra, vicina allo striscione dei nostalgici di "Zigoni", lontana invece
dall'angolo cui correrà come un ossesso quel Jurtin del secondo gol
austriaco.
Ma intanto sventola, sempre nei pressi della bandiera-lenzuolone, un
gonfalone, diciamo, veneto-italiano: campo blu, stelle gialle, e il grande
orlo che lo chiude, a margine, è tricolore.
Questi sono solo alcuni dei segni vivi, disegnati nella sera serena, di un
incitamento splendido, che non viene meno neanche quando il Verona si
ritrova due gol sulle spalle.
Questo è un pubblico ormai, come la squadra, come la città, metropolitano,
o lì per diventarlo: lo è per il numero, ma anche per la qualità del
comportamento. E la squadra lo è altrettanto...
Ma tutto questo, e altro, non basta per vincere. Lo sturm non perdona
niente. Fa onore al suo nome, che significa Tempesta...
Il Verona li ha fermati, raggiungendoli quando si temeva il peggio.
Ma se la squadra ha pareggiato, il pubblico ha già vinto: la partita
stava per chiudere, e dal solito meraviglioso curvone in ritmo perfetto si
profetizzava la vittoria nelle terre di Stiria, nell'Est estremo
dell'Austria.
"VINCEREMO A GRAZ". Questo era il coro, era un coro perfetto...
Dal giornale "L'Arena"
del 20 Ottobre 1983
articolo di Gilberto Lonardi
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