Gli avvenimenti che portarono allo
scioglimento
delle
BRIGATE GIALLOBLU
Testo tratto da "I
guerrieri di Verona"
di
Silvio Cametti
La partita che segnò l’inizio del periodo più
difficile della storia delle Brigate fu quella giocata a Brescia il
21 dicembre 1986. Nella settimana che precedette l’incontro, gli
Ultras bresciani dispensarono nella loro città e nelle località
lacustri, volantini che invitavano tutti a “spaccare le ossa ai
veronesi”. Il clima per questo strano derby si prospettava
infuocato. Nella città lombarda arrivarono circa 5000 tifosi
gialloblu. Tutti sapevano che l’appuntamento per la partenza in
treno era fissata per le 10.30 in stazione. In realtà circa 2000
ragazzi a quell’ora erano già a Brescia. Il tentativo di giungere in
città indisturbati riuscì pienamente. Ad attendere le Brigate al
loro arrivo a Brescia non c’era nessuno. La stazione venne messa a
soqquadro. Persino le cabine telefoniche vennero sradicate e
portate a spasso per alcune decine di metri dal corteo devastatore.
Lungo la strada che portava allo stadio (circa 8 km) la furia dei
“tifosi” armati di martelli e mazze, si abbatté su centinaia di auto
e vetrine dei negozi.
(immagine tratta da "I guerrieri di Verona" di Silvio Cametti)
Anche il sindaco di Verona, Gabriele Sboarina,
la cui auto fu colpita da sassi, fu coinvolto negli incidenti
terminati solo nel tardo pomeriggio.
(immagine tratta da "I guerrieri di Verona" di Silvio Cametti)
Il lunedì successivo all’incontro scoppiarono
le polemiche. Si gridava ovunque allo scandalo. Lo stesso sindaco di
Verona dichiarò guerra ai tifosi, e invitò la polizia a schedarli e
a colpirli. Vennero organizzati summit in prefettura per varare
piani anti-violenza.
(immagine tratta da "I guerrieri di Verona" di Silvio Cametti)
(immagine tratta da "I guerrieri di Verona" di Silvio Cametti)
Durante una riunione pubblica, alla quale
parteciparono tutti i rappresentanti dei Clubs, i vertici della
società, alcuni giocatori e un portavoce delle Brigate, il
presidente Nando Chiampan dichiarò di voler ritirare la squadra e di
essere disposto a chiudere la curva, se si fossero ripetuti fatti
violenti.
(immagine tratta da "I guerrieri di Verona" di Silvio Cametti)
Per intere settimane a Verona non si parlò
d'altro, anche perché nella trasferta di Torino contro la Juventus
accaddero ulteriri incudenti. Nel frattempo la Polizia iniziò
un'operazione di infiltraggio e schedatura dei tifosi. Accadde così
che il 1° febbraio 1987, durante la notte precedente l'incontro
Milan - Verona, che comunque sarà oggetto di gravissimi incidenti,
decine di abitazioni vennero perquisite ed altrettanti tifosi
vennero portati in questura. Dopo un lungo periodo di indagini,
pedinamenti, intercettazioni telefoniche per 12 di essi fu emesso un
mandato d'arresto, con l'accusa gravissima di associazione per
delinquere. Per la prima volta in Italia un gruppo di tifosi venne
considerato fuorilegge.
(dal giornale "L'Arena" di lunedì 2 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di lunedì 2 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di lunedì 2 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di lunedì 2 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di martedì 3 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di martedì 3 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di mercoledì 4 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di mercoledì 4 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di giovedì 5 febbraio 1987)
Tutta la tifoseria organizzata e l'intera Curva
sud si strinse attorno a quei tifosi, considerando questo fatto come
una vera ingiustizia. La settimana successiva agli arresti, il
Verona giocò una partita importante per la classifica contro la
Roma. In segno di protesta verso la società presieduta da Chiampan,
considerata assieme al Sindaco Sboarina, l'istigatrice di questa
levata di scudi contro le Brigate, lo stadio venne largamente
disertato dai tifosi. La Curva sud si presentò compatta e strapiena,
ma con un vuoto nella parte centrale ed uno striscione che recava
scritto: "NON 12 MA 5000 COLPEVOLI".
(dal giornale "L'Arena" di lunedì 9 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di lunedì 9 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di lunedì 9 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di lunedì 9 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di lunedì 9 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di martedì 10 febbraio 1987)
(dal giornale "L'Arena" di martedì 10 febbraio 1987)
Il campionato 1991-'92 che stava per iniziare,
passò alla storia del tifo, perché segnò lo scioglimento delle
Brigate gialloblu. Accadde che in concomitanza della partita
casalinga con il Genoa il 17 novembre 1991 gli striscioni di tutti i
gruppi non furono esposti. Le Brigate gialloblu non esistevano più!
Decisero di autosciogliersi per non dover continuamente rendere
conto alla polizia, del comportamento di ogni tifoso veronese.
(immagine tratta da "I guerrieri di Verona" di Silvio Cametti)
(immagine tratta da "I guerrieri di Verona" di Silvio Cametti)
(immagine tratta da "I guerrieri di Verona" di Silvio Cametti)
Curva sud 17 novembre 1991
Il loro gesto venne riconosciuto dai tifosi
amici della Fiorentina, Che accolsero nella loro città i ragazzi
delle Brigate con una scenografia strabiliante. Un gesto che
dimostrò la stima e l'ammirazione che i tifosi gialloblu si
erano conquistati presso le tifoserie avverse.
Curva Fiesole 8 dicembre 1991
Venti anni di storia non si cancellano... onore alle B/=\G
B/=\G muore il nome... ma la vostra stella brillerà per sempre
nel nostro cielo!
Ai giovani tifosi, affinché essi facciano
tesoro delle esperienze dei loro compagni e comprendano quanto oggi
sia fuori luogo "combattere" al seguito di una squadra di calcio
infrangendo le leggi, indirizzo il mio augurio affinché il loro tifo
sia sempre ispirato dalla sana passione sportiva, da spontanei e
corretti sentimenti campanilistici e dai valori che hanno sempre
spinto i tifosi a seguire le proprie squadre per incitarle con il
cuore e con quello spirito agonistico che attraverso i cori si
vorrebbe trasmettere ai giocatori in campo.
dall'introduzione di Silvio Cametti
al suo libro "I guerrieri di Verona"
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