LETTERE GIALLOBLU

 


 

Mesaggio inserito sul forum dell'Hellas Verona
da 1°luglio alle 00.01 del giorno 1/07/2004

 

Caro vecio Hellas,
in sti sento e un’anni te ghe ne viste de tuti i colori, da le du guere mondiali a la guera freda, da l’omo che l’è andà su la luna a la caduta del muro de Berlin.
Te visto tanti sugadori vestir la maia gialoblu, alcuni più bravi se non adiritura dei fenomeni e altri, disemoselo pure, dei veri scarponi.
Te ghe avudo Presidenti che ta fato diventar grande e famoso a tal punto de essar un Campion, altri che i ta fato rischiar de finir all’inferno de la serie C.
Tuti però, nel ben e nel mal, i ta acompagnà in tuti sti anni e, asieme a lori, i ta acompagnà i to tifosi che je sempre stadi tanti e tanti altri te ghe ne avrè in futuro.
Prima de mi me nono, che l’era nato diese anni dopo de ti, el tifava Hellas, e dopo de mi me fiol come son sicuro i farà so fioi.
Ora, finalmente, semo arivadi a la data fatidica, el primo de lujo, da doman non so cosa sucedarà, ma te auguro, come tuti quei che te vol ben, altri sento e pasa anni de storia con tute le emosioni che te savudo darne fin ad ancò.
Te vojo un ben de l’anima, in boca al lupo caro e vecio Hellas.
 

Per sempre Hellas firmato 1°luglio!
 


 

Mesaggio inserito nell'Hellas Graffiti
il giorno 28/01/2004

 

L’HELLAS E’ LA MIA VITA

 

 Sono nato tanto tempo fa, quando l'Hellas non era ancora quello che è ora, quando molti Miti stavano proseguendo la costruzione del Verona che ora adoro. Ho mosso i miei primi passi assieme ai primi passi del mio Mito in Europa, le mie prime urla sono state soffocate dai primi acuti del Verona sul palcoscenico calcistico mondiale. Nella mia famiglia tutto ha sempre profumato di Hellas, la nonna col 45 giri "smorsa! 'mpisa!" di Puliero, mio padre col Bandierone dello Scudetto, mia madre che piangeva ad ogni vittoria della Squadra. La mia prima volta allo Stadio è stato come vedere la luce della Stella più bella del mondo. Dentro questo catino infuocato, un coro incessante e assordante mi entrava nelle mente e mi faceva volare leggero, coccolato dai colori GialloBlù. Mio padre che mi teneva in spalle e si sacrificava pur di permettermi di vedere il gol del nostro Hellas. La mia prima piscina è stata la fontana della Bra. Un pomeriggio di primavera mi ritrovai nella fontana, assieme a mio papà, mia mamma, assieme ad altre decine di persone, mentre, tutto attorno, sembrava essere il giorno più bello che fosse mai stato vissuto sulla faccia della terra. Le mie prime esperienze scolastiche sono state segnate subito da un odio infinito per chi osava toccare il mio Mito, quante volte finivo a casa prima del tempo, con mia mamma che sorrideva quando veniva a prendermi, perchè avevo espresso, in modo eccessivo, il mio amore per l'Hellas. Ogni domenica pomeriggio, della mia giovinezza, passata in garage ad ascoltare, alla radio, la voce di Roberto. Rimanevo solo per tutto il tempo, gridavo e piangevo assieme quando il mio Amore vinceva o perdeva. Mi sfogavo e mi portavo dentro l'odio per chiunque osava entrare nel mio mondo per rovinarlo, solo per invidia o per divertimento. L'Hellas era la mia Vita, il mio sangue è sempre stato colorato di GialloBlù, nulla mi ha mai convinto a mollare questa pazza Fede, mille lotte per sostenere questi colori, mille umiliazioni da chi, per primo, avrebbe dovuto portarci sulla vetta del mondo, ed invece ha girato le spalle agli amici che da sempre sono là a cantare. Nulla ha mai scalfito la voglia di far capire al mondo che cosa voglia dire essere nati sotto una bandiera del Verona Hellas. Anche ora che vivo in un'altra città, sento più forte la voglia di sostenere solo quei due colori, di portarli sempre ed ovunque, di rischiare ciò che c'è da rischiare, ma con un solo obiettivo, quello di vivere per Lui, fino alla fine dei miei giorni, fino a che, quando il Signore lo vorrà, andrò a tifare assieme ai miei Miti, in cielo, e anche quel giorno, più di altri, il cielo sarà colorato dei colori Giallo e Blù. Ragazzi miei, nulla e nessuno potrà far male al nostro Amore, finché i suoi Mastini, eletti e scelti, saranno al suo fianco per proteggerlo. Abbiamo un Onore da difendere, quello che da 100 anni batte nel Cuore delle nostre Famiglie e che ha invaso tutta la nostra Vita. L'Onore di una Maglia con sopra due Mastini, con una croce Gialla su cielo Blù, quella che ha il Tricolore sul petto. Ragazzi, siamo Noi i bueti dell'Hellas, ora e sempre.

 Ti amo Verona Hellas

 Un Butel

 


 

Mesaggio inserito nell'Hellas Graffiti
il giorno 22/01/2004

 

TE AMO COL COR DE UN BUTIN,
MA CON LA FORSA DE UN MASTIN

 

'N'altro ano l'è 'rivà, e noaltri semo sà abonà, tuti pronti par el balon, a cantar con pasion! El nostro Verona, el nostro Bentegodi, vestio de festa, de colori gialloblù, in tuto el stadio, in tuta la sud! Strisioni, sighi, cori, olè, meteghe tuto quel che te vol, lo fasemo solo par el nostro Campion! St'ano semo un scalin soto, ma par noaltri non importa, a Verona gh'è 'na squadra sola, gh'è solo un Campion! Pastisada de caval, lesso con la pearà, presto gh'emo presia, zuga l' Hellas! De corsa al Bentegodi, in machina o in motorin, tuti insieme a sperar, tuti insieme a sofrir! Non perdemo 'nà partia, non perdemo n'azion, speremo sempre che segna, el nostro Campion! Emo vinto un scudetto, in uefa ghe semo stè, semo andè pesè olte in B, ma non emo mai molà el Mastin! Sento ani de balon, sento ani de pasion, sento ani de vero Amor! E allora cara gente, godemose sto' campionato, portemo in alto i colori gialloblù, parchè campion l'è uno solo, e l'è un vero Campion!

 

 


 

Mesaggio inserito nel forum dell'Hellas Verona
il giorno 14/09/2006

 

IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE

 

Da otto anni la Signoria soffriva sotto il giogo straniero.
Soffriva il popolo, scalpitavano i valorosi, mugugnavano i cittadini più facoltosi ma nessuno agiva.
Ci fu un tentativo di alcuni cavalieri coraggiosi ma fu respinto dall'infame e dai suoi tirapiedi.
Ma ormai il popolo rumoreggiava, il rifiuto di pagare le gabelle si diffondeva, il tiranno vacillava... fu a quel punto che un eroico Conte, anziano nel fisico, ma giovane come pochi nello spirito, decise di agire.
Rischiando tutto quello che aveva si gettò nella mischia ed entrò da solo nel castello.
Era il tredicesimo giorno del mese di settembre dell'Anno Domini 2006.
A quella notizia, diffusa da corpulenti araldi, nella capitale della Signoria, nei paesi sul ridente lago, nel contado e nelle valli rialzò la testa il popolo scaligero.
Quelli che avevano seguito Don Saverio, i fedeli di Re Celestino I° il Vittorioso, quelli che avevano combattuto in tutta Europa al seguito del Principe Preben, quelli che avevano amato Re Eros I° da Lugagnano il Passionale, gli uomini di Massimo Decimo Meridio, tutti, tutti nei giorni seguenti vennero a ricostruire le schiere che erano state padrone d'Italia e ad offrire la propria spada ed il proprio obolo al vecchio Conte.

A colui che aveva restituito loro l'entusiasmo e l'orgoglio.

Al Conte Piero Arvedi d'Emilei, il Liberatore.
 

Ark (ex Alberto)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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