Mister Osvaldo Bagnoli

..."Lo scudetto? Fortuna, soltanto fortuna.
Fortuna di aver trovato dei bravi giocatori,
della brava gente e infine una città alla quale
forse il destino ha voluto che ricambiassi un favore.
Quello di avermi fatto conoscere mia moglie".

 

 

 

 

 

 

Dalla corazza del timido
spunta rapido un sorriso

Malinconico, introverso, diffidente, testardo, assolutista, addirittura arrogante per eccesso di timidezza. Quante ne sono state dette ormai su Osvaldo Bagnoli nei vari momenti della sua ascesa, nei ripetuti tentativi di inquadrarlo, di definirlo.
Un personaggio scomodo perché personaggio non è; nemmeno ribaltandolo, provando a trasformarlo in anti-personaggio. Forse alcuni di questi aggettivi se li è «guadagnati» con quella specie di guscio entro il quale si ritrae e che all'occorrenza diventa un'autentica corazza.
In realtà è un uomo normalissimo, come tanti; con i suoi pregi e i suoi difetti, i suoi sorrisi e i suoi bronci. Basta conoscerlo, frequentarlo un po' ed ecco la sua corazza cadere, il guscio sfaldarsi.
E allora la sua semplicità disarma, la sua umanità conquista, i suoi imbarazzi inteneriscono; ti rendi conto che la sua modestia è spontanea, naturale. Gli piace ridere, scherzare, conversare (non solo di calcio), divertirsi: sa stare in Compagnia, insomma! E non si tira certo indietro se c'è da combinare qualche simpatica mattata.
Adora le barzellette al punto di provare invidia per chi le sa raccontare bene; ama le musiche e le canzoni che furoreggiavano negli anni Sessanta e di quel periodo ricorda anche i vari complessi che a quei tempi allietavano le serate estive lungo la Riviera romagnola. Una sera, con l'aiuto di Mascetti, ne ha elencati a decine: con i loro «pezzi forti», i ballabili più significativi. Conduce una vita molto tranquilla e riservata.
A volte accompagna la signora Rosanna a far la spesa nei pressi della sua abitazione, zona delle Torricelle, ama confondersi in mezzo alla gente, quando lo riconoscono è estremamente gentile con tutti.
Sta parecchio in casa, adora la famiglia, per lui il momento più bello della giornata è quando si siede a tavola con la moglie e le due figlie, una diplomata e l'altra universitaria a Bologna. Gli piace compiere lunghe passeggiate in montagna e in campagna, fare una partitina a tennis con gli amici, guardare film (quelli romantico-sentimentali) e teleromanzi alla TV, leggere giornali e libri gialli o di storia.
Nessun «hobby» particolare, dice che non ne avrebbe nemmeno il tempo. E' molto goloso, soprattutto per i dolci. É proprio un uomo normalissimo. E i suoi giocatori sono i primi a sostenerlo e anche per questo ad apprezzarlo.

Testo tratto da:
"Verona scudetto storico"
supplemento alla  "Gazzetta dello Sport"
del 13 Maggio 1985
Articolo di:
Raffaele Dalla Vite

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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