Agricoltura, Economia rurale

La formazione di idee deliranti, che noi consideriamo un prodotto patologico, in realtà è uno sforzo verso la guarigione, un processo di ricostruzione.

Si dà spesso il caso che il modo migliore di completare l'interpretazione di un sogno consiste nel sospenderla, rivolgendo l'attenzione a nuovo sogno, il quale forse contiene lo stesso materiale in forma più accessibile.

Quanto più il paziente viene ad imparare qualcosa circa la pratica dell'interpretazione dei sogni, tanto più, di solito, i suoi sogni successivi diventano oscuri. Tutta la conoscenza da lui acquisita sui sogni serve solo a mettere sull'avviso il processo di costruzione onirico.

Non insisterò mai troppo consigliando i miei colleghi di conformarsi, nel trattamento psicoanalitico, all'atteggiamento del chirurgo, che si svincola da ogni sentimento, persino dalla simpatia umana, per concentrare tutte le sue energie psichiche sull'unico scopo di eseguire l'intervento con la maggior perizia possibile.

Il sentimento più pericoloso per uno psicoanalista è l'ambizione terapeutica di conseguire, grazie a questo nuovo metodo assai discusso, dei risultati tali da esercitare un'opera di convincimento sugli altri. Ciò non soltanto lo metterà in uno stato psichico sfavorevole al suo lavoro, ma lo renderà impotente di fronte a talune resistenze del paziente la cui guarigione, come è noto, dipende innanzi tutto dall'interazione delle forze operanti in lui.

Un chirurgo dei tempi andati aveva preso questo motto: "Je le pensai, Dieu le guèrit". ["Io ci feci un pensiero, Dio lo guarì."] L'analista dovrebbe sentirsi pago di qualcosa di simile.

Il medico deve essere impenetrabile per il malato e, come uno specchio, non deve rivelare al paziente altro che la sua stessa immagine. È vero però che, in pratica, non abbiamo nulla da ridire su uno psicoterapeuta che combini un certo quantitativo di analisi con una certa influenza suggestiva al fine di conseguire un risultato palpabile in un tempo più breve, come è necessario, per esempio, nelle case di cura. Ma in tal caso si ha il diritto di affermarsi pienamente consapevoli di ciò che si sta facendo e si deve sapere che questo metodo non è conforme alla vera psicoanalisi.

Dal punto di vista della civiltà, una certa diminuzione della potenza virile e della brutale aggressività in essa racchiusa è anzi positiva. Facilita agli uomini civilizzati la pratica delle virtù della moderazione e della fedeltà sessuali a cui sono tenuti. È assai difficile essere virtuosi quando si dispone di una prepotente virilità.

Noi [...] abbiamo l'abitudine di formarci le nostre opinioni delle disposizioni individuali ex post facto: attribuiamo questa o quella disposizione solo dopo il fatto, quando cioè le persone si sono già ammalate. Non abbiamo alcun metodo per scoprirle in anticipo. Ci comportiamo, in effetti, come il re scozzese di un romanzo di Victor Hugo, il quale si vantava di possedere un metodo infallibile per riconoscere la stregoneria. Egli metteva a bollire la donna accusata e quindi assaggiava il brodo. Poi secondo il gusto diceva: "Sì, era una strega", oppure: "No, non lo era".

In un certo senso il tabù vive ancora ed opera presso di noi. Per quanto venga inteso negativamente e si rivolga ad un altro contenuto, esso in fondo non differisce, nella sua cultura psicologica, dall'imperativo categorico di Kant, che opera in forma coattiva, escludendo ogni motivazione cosciente.

Il progresso sociale e tecnico dell'umanità ha intaccato il tabù molto meno di quanto non sia avvenuto per il totem.

La partecipazione sentimentale della madre alle vicende della figlia può portare a tali fenomeni d'identificazione che essa si innamora dell'uomo da quella amato. Questo fatto, in alcuni casi, può generare una violenta reazione psichica e portare la madre a forme gravi di malattia nervosa.

Quell'irritabilità e quel senso di avversione che notiamo in tutto il comportamento affettivo del genero ci fa supporre che per lui la suocera rappresenti veramente una tentazione all'incesto. Non è isolato il caso in cui un genero si innamori apertamente della suocera prima di rivolgere la propria attenzione alla figlia.

La psicoanalisi ci ha dimostrato che la prima scelta sessuale del fanciullo è incestuosa, poiché si riferisce ad un oggetto interdetto (alla madre od alla sorella) e ci ha mostrato attraverso quali vie l'adulto si libera dalla seduzione che su di lui l'incesto opera. Il nevrotico, al contrario, ci mostra con regolarità un aspetto dell'infantilismo psichico, dal momento che, o non ha saputo liberarsi dai legami che legavano la sua psicosessualità all'infanzia (arresto dello sviluppo), oppure è ad essi ritornato (regressione).

Chi si avvicini al problema del tabù dal punto di vista psicoanalitico, cioè dall'esame dell'inconscio nella vita psichica individuale, arriverà ben presto alla conclusione che fenomeni di questo genere non gli sono affatto estranei. Egli ha incontrato individui i quali si sono creati da se stessi i divieti del tabù, e che li seguono con la stessa scrupolosità con la quale i selvaggi seguono quelli della loro tribù. Se non esistesse già una terminologia abituale secondo la quale queste persone sono degli "ossessivi", esse potrebbero ben essere chiamate "ammalati di tabù".

Sottoponendo all'esame psicoanalitico nevrotici che soffrono, o che abbiano sofferto nell'infanzia, di paura degli spiriti, spesso e senza troppa difficoltà si scopre che questi spiriti tanto temuti non sono altro che i genitori.

Nell'inconscio i processi psichici non sono affatto identici a quelli noti nella vita psichica conscia, ma godono di certe libertà che a questi ultimi sono negate.

Da un lato le nevrosi presentano chiare e profonde concordanze con le grandi istituzioni sociali inerenti l'arte, la religione e la filosofia; dall'altro ci appaiono come deformazioni delle istituzioni stesse. Potremmo quasi dire che l'isterismo è una deformazione di un'opera d'arte, la nevrosi ossessiva una deformazione della religione, il delirio paranoico una deformazione di un sistema filosofico. In definitiva questa diversità si spiega col fatto che le nevrosi sono formazioni asociali, che si sforzano di creare con mezzi privati ciò che la società ha creato col lavoro collettivo.

La natura asociale della nevrosi dipende dalla sua originaria tendenza a fuggire da una realtà insoddisfacente in un mondo immaginario pieno di attraenti promesse. Nel mondo reale, da cui il nevrotico rifugge, domina la società umana con le istituzioni create col lavoro collettivo; volgendo le spalle alla realtà il nevrotico si ritira dalla comunità umana.

Tutti i malati ossessivi sono superstiziosi e in genere contro la loro stessa convinzione.

I nevrotici vivono in un particolare mondo, in cui, come ho già detto, ha corso solo la "valuta nevrotica"; per loro solo ciò che è pensato intensamente, rappresentato con passione, ha un effetto, ed ha scarsa importanza la concordanza con la realtà esteriore. Durante i suoi attacchi, l'isterico riproduce e fissa per mezzo di sintomi avvenimenti che si sono verificati solo nella sua fantasia; benché sia vero che, in definitiva, essi si collegano a fatti reali o su questi furono edificati.

Tra i popoli primitivi il pensiero è ancora fortemente sessualizzato, e [...] da ciò scaturisce la convinzione dell'onnipotenza del pensiero, la salda fiducia nella possibilità di governare il mondo e l'inaccessibilità alle facili esperienze da cui essi potrebbero dedurre la reale posizione dell'uomo nell'universo.

L'arte, che non è di certo iniziata come "arte per l'arte", si trovava in origine al servizio di tendenze che in gran parte sono oggi venute meno. Si può a ragione affermare che tra queste siano parecchie intenzioni magiche.

L'atteggiamento del bambino presenta numerose analogie con quello del primitivo nei confronti degli animali. Il bambino non prova ancora l'orgoglio proprio all'adulto civilizzato che traccia una netta linea di demarcazione tra sé e tutti gli altri rappresentanti del regno animale. Egli considera senz'altro l'animale un suo uguale; per la franca e sincera ammissione dei suoi bisogni, egli si sente più vicino all'animale che all'uomo adulto, il quale gli appare senza dubbio più enigmatico.

Senza la premessa di un'anima collettiva, di una continuità nella vita psichica dell'uomo, che consente di non tener conto delle interruzioni degli atti psichici per la scomparsa dei singoli individui, la psicologia collettiva, la psicologia dei popoli, non potrebbe esistere. Se i processi psichici non si trasmettessero da una generazione all'altra, se ogni generazione fosse obbligata ad acquisire ex novo il proprio atteggiamento di fronte alla vita, si escluderebbe ogni progresso e ogni evoluzione.

Noi dobbiamo guardarci dall'applicare al mondo del primitivo e del nevrotico, ricco solo di eventi interiori, il disprezzo che il nostro mondo prosaico, pieno di valori materiali, prova per ciò che è solo pensato o desiderato.

La pratica della psicoanalisi esige molto meno preparazione medica che addestramento psicologico e libero senso di umanità.

L'unica garanzia di un'innocua applicazione del procedimento analitico non potrà che dipendere dalla personalità dell'analista.

Ci è facile capire perché i bambini mentono quando, così facendo, imitano le bugie dette dagli adulti. Ma vi sono moltissime bugie, dette da bambini ben educati, che hanno un significato tutto particolare, per cui dovrebbero rappresentare argomento di meditazione anziché essere causa di ira. Si tratta di bugie dette sotto l'impulso di sentimenti d'amore troppo acuti. Esse acquistano importanza nel caso che generino malintesi tra il bambino e la persona amata.

I casi di malattia che giungono all'osservazione dello psicoanalista non hanno tutti la stessa importanza ai fini dell'ampliamento delle sue conoscenze. Ve ne sono alcuni ai quali deve applicare tutto quello che sa e dai quali non impara nulla e ve ne sono altri che gli mostrano quel ch'egli già sa, ma in modo particolarmente chiaro e isolati in una posizione eccezionalmente rivelatrice, per cui a questi va debitore non solo di una conferma, ma persino d'un allargamento della sua conoscenza.

Gli errori scientifici sono davvero tenaci ed anche quando sono stati confutati, sono pronti a reinserirsi furtivamente sotto nuove maschere.

Non ci sorprende scoprire che la psicoanalisi dà conferma dell'importante ruolo acquistato dalle favole popolari nella vita psichica dei nostri bambini. Per alcune persone il ricordo delle fiabe preferite prende il posto dei ricordi dell'infanzia. Essi hanno fatto delle fiabe dei ricordi di copertura.

Da un lato la psicoanalisi ha ristretto il modo di pensare fisiologico e dall'altro ha conquistato alla psicologia una buona parte della patologia.

Una buona metà del compito psichiatrico, al fine di una soluzione, viene attribuita dalla psicoanalisi alla psicologia. Sarebbe tuttavia grave errore voler presumere che l'analisi ricerchi o appoggi una concezione esclusivamente psicologica dei disturbi psichici. Essa non può negare che l'altra metà ha come oggetto l'innuenza di fattori organici (meccanici, tossici, infettivi) sull'apparato psichico.

Le interpretazioni della psicoanalisi sono in primo luogo traduzioni da un modo di espressione che ci è sconosciuto in quello consueto per il nostro pensiero. Quando interpretiamo un sogno, ci limitiamo a tradurre un certo contenuto ideativo (i pensieri onirici latenti) "dal linguaggio del sogno" a quello della nostra vita da svegli. Si vengono in tal modo a conoscere le particolarità di questo linguaggio onirico e si trae la sensazione che esso faccia parte di un sistema espressivo molto antico.

Le dottrine ed i sistemi filosofici sono frutto di un numero di persone di netta impronta individuale; in nessuna altra scienza compete anche alla personalità dello scienziato una parte così di rilievo come appunto nella filosofia.

 
 
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