Agricoltura, Economia rurale
Anche negli uomini considerati onestissimi, si scoprono facilmente i segni di un dubbio comportamento nei riguardi del denaro e della proprietà. L'avidità primitiva del lattante che cerca d'impadronirsi di tutti gli oggetti (per metterseli in bocca) non scompare del tutto, in linea generale, sotto l'influenza della cultura e dell'educazione.
In materia di soldi la memoria degli uomini è particolarmente tendenziosa. Ho potuto constatarlo su me stesso: dimenticare frequentemente di non aver ancora pagato quel che si deve è un genere di errore molto tenace. Nei casi in cui non ci sono in ballo interessi considerevoli, per esempio il gioco delle carte, l'amore per il guadagno può mostrarsi liberamente. Allora anche gli uomini più onesti commettono facilmente errori di calcolo, errori di memoria, e senza neppure rendersene conto, sono coinvolti in piccole truffe. In questa libertà si rivela il carattere psichicamente tonificante del gioco. È esatta l'affermazione del proverbio il quale dice che il carattere degli uomini si rivela nel gioco, purché non s'intenda il carattere manifesto. Anche gli errori di calcolo di camerieri di bar o di ristoranti possono spiegarsi alla stessa maniera. Tra i commercianti si può notare un certo ritardo nel pagare i conti: non è una prova di cattiva volontà, poiché questo ritardo non gioverà al guadagno, ma solo l'espressione della resistenza psicologica a staccarsi dal denaro. Brill osserva a questo proposito con perspicacia: "Dimentichiamo più facilmente lettere che contengono fatture che non quelle che contengono assegni". Il fatto le donne abbiano una particolare avversione a pagare il medico, è dovuto a motivi molto profondi e non ancora chiariti. Di solito lasciano a casa il portamonete, per cui non possono pagare subito la visita, tornate a casa dimenticano di spedire la somma dovuta (ciò avviene meno di frequente) come se volessero ottenere gratis ciò che hanno ricevuto "per i loro begli occhi"; esse, per così dire, pagano lasciandosi guardare.
Ciò che costituisce il carattere essenziale del lavoro scientifico non è la natura dei fatti trattati, ma il rigore metodico che presiede alla constatazione di quei fatti e la ricerca d'una sintesi più vasta possibile.
Un proverbio dimostra che il buon senso popolare sa bene che nelle dimenticanze di propositi non c'è nulla di accidentale. "Ciò che uno ha dimenticato di fare una volta, lo dimenticherà molte altre volte."
Quante volte ho sentito dire: "Non mi assumo questo incarico, perché me ne dimenticherei certamente". Questa predizione non contiene assolutamente niente di mistico. Chi parlava in questo modo intuiva solo vagamente che non voleva assumersi l'incarico, ma non voleva confessarlo.
Più che in qualsiasi altro settore, quello dell'attività sessuale ci fornisce prove sicure del carattere intenzionale dei nostri atti casuali. Ciò perché, in questo campo, il limite che negli atti può ancora esistere fra intenzionalità e accidentalità è nullo.
Succede spesso per strada che due persone che camminano in senso inverso nel tentativo di evitarsi e di cedersi la strada, perdono qualche secondo a spostarsi di qualche passo a destra o a sinistra, ma entrambi nello stesso senso fino a fermarsi l'uno di fronte all'altro. Si crea una situazione spiacevole ed imbarazzante, in cui generalmente si vede l'effetto di una goffaggine accidentale. Invece è possibile provare che in molti casi questa goffaggine nasconde intenzioni sessuali e riproduce un atteggiamento maleducato e provocatorio dell'età giovanile.
Ho potuto capire, dalle analisi dei nevrotici, che la cosiddetta spontaneità dei giovani e dei ragazzi è una maschera che essi usano per esprimere o fare senza vergogna parecchie cose sconvenienti.
Qualsiasi cambiamento del modo abituale di vestirsi, qualsiasi negligenza, per esempio un bottone abbottonato male, una parte del corpo lasciata distrattamente scoperta, significa sempre qualcosa che il proprietario degli abiti non vuol dire direttamente e di cui il più delle volte non ha alcun sospetto.
Gli atti sintomatici, di una incredibile varietà sia negli individui sani che nei nevrotici, meritano il nostro interessamento per più di un motivo. Essi forniscono al medico delle preziose indicazioni che gli permettono d'orientarsi nel cumulo di circostanze nuove o ancora poco note e rivelano all'osservatore profano tutto ciò che desidera sapere e qualche volta anche di più di quel che vorrebbe. Chi sa servirsi di queste indicazioni deve, all'occorrenza, procedere come faceva il re Salomone che, secondo la leggenda, comprendeva il linguaggio degli animali.
Non ci si procura sempre degli amici fra coloro ai quali si rivela il significato dei loro atti sintomatici.
Osservando la gente mentre è a tavola si ha occasione di notare chiari atti sintomatici interessanti ed istruttivi.
Nella maggior parte dei casi, la perdita di un oggetto è un atto sintomatico, cioè nasconde un'intenzione inconscia da parte di colui che ha subito la perdita. Spesso la perdita di un oggetto sta a dimostrare il poco valore che gli si attribuisce, l'avversione per esso o per la persona dalla quale proviene; o, ancora, la tendenza a perdere un oggetto è determinata da una associazione di idee simboliche che riversano l'avversione per un oggetto su di un altro. La perdita di oggetti preziosi esprime i più vari sentimenti; può costituire la rappresentazione simbolica di una idea rifiutata, perciò un avvertimento che si preferirebbe non sentire e quindi (in primo luogo) deve essere considerata come un sacrificio ad oscure potenze che presiedono al nostro destino ed il cui culto esiste tuttora fra noi.
Chi dimentica dal medico un oggetto che aveva con sé, come occhiali, guanti, borsetta ecc., significa che non riesce a star lontano e che vuol tornare al più presto. Infatti Jones osserva: "Si può all'incirca misurare il successo con cui un medico pratica la psicoterapia, ad esempio, da quanti ombrelli, fazzoletti, borsette e così via colleziona in un mese".
Anche le determinazioni più sottili del modo di esprimersi parlando o scrivendo meriterebbero più particolare attenzione. In genere si crede di avere la libera scelta delle parole da cui i pensieri sono rivestiti o dalle immagini che li mascherano. Una più attenta osservazione rivela che su questa scelta convergono altre considerazioni e che dalla forma del pensiero traspare un più profondo significato spesso non voluto. Immagini ed espressioni usate con preferenza da una persona non sono per lo più irrilevanti agli effetti di un giudizio su di essa; altre risultano allusioni a un tema momentaneamente messo da parte, ma che ha colpito profondamente chi parla.
Si è meravigliati nel constatare che negli uomini il desiderio di verità è molto più forte di quanto non si creda. Può essere una conseguenza delle mie ricerche psicoanalitiche il fatto che io sono diventato pressoché incapace di mentire.
Uno dei tratti salienti e più noti del comportamento dei paranoici è che essi attribuiscono un'importanza enorme ai particolari più insignificanti del comportamento altrui, quelli che generalmente sfuggono alle persone normali. Essi interpretano a modo loro questi dettagli e ne traggono le conclusioni più impensate.
Mentre l'uomo normale ammette l'esistenza di una categoria di atti accidentali che non hanno bisogno di motivazione, categoria nella quale egli inserisce una parte delle proprie manifestazioni psichi che ed atti mancati, il paranoico esclude ogni elemento casuale nelle manifestazioni psichiche altrui. Tutto ciò che egli osserva negli altri è perciò suscettibile di interpretazione.
Aveva [...] relativamente ragione l'antico Romano, che rinunciava ad un progetto importante perché il volo degli uccelli era sfavorevole; agiva in modo conforme alle sue premesse. E se rinunciava al suo progetto perché aveva inciampato sulla soglia della sua porta, si dimostrava superiore a noi increduli, si rivelava miglior psicologo di noi. Il fatto d'inciampare denotava l'esistenza di un dubbio, di un'opposizione interiore a questo progetto, la cui forza poteva annullare quella della sua intenzione al momento della sua realizzazione. In effetti si può essere sicuri del successo completo solo quando tutte le energie psichiche tendono al fine desiderato.
Devo confessare di appartenere a quella categoria di persone indegne davanti alle quali gli spiriti sospendono la loro attività ed alle quali sfugge il soprasensibile, e non mi è mai capitato nulla che potesse far nascere in me la fede nei miracoli. Come tutti gli uomini, ho avuto dei presentimenti e mi sono successe delle disgrazie, ma non c'è mai stata coincidenza, cioè i presentimenti non sono stati seguiti dalle disgrazie né le disgrazie sono state precedute da presentimenti.
C'è molta gente che crede ai sogni profetici, perché a volte il futuro si realizza come il desiderio lo ha costruito nel sogno. In questo non c'è nulla di strano, tanto più che la credulità del sognatore trascura volentieri le considerevoli differenze che esistono tra il sogno e la sua realizzazione.
Un sogno che il giorno immediatamente successivo sembra refrattario all'analisi, rivela il suo contenuto misterioso una settimana o un mese dopo, quando un cambiamento reale, avvenuto nel frattempo, ha attenuato la forza dei fatti psichici in lotta fra loro.
A mio parere, studiando i disturbi più gravi potremo illuminare anche ciò che rimane oscuro nella spiegazione dei disturbi più leggeri.
Più la motivazione di un atto mancato è innocente, meno l'idea espressa con questo atto è scandalosa e inaccessibile alla coscienza, tanto più sarà facile risolvere il fenomeno prestandogli la sufficiente attenzione; i lapsus più insignificanti sono avvertiti immediatamente e corretti spontaneamente. Nel caso in cui gli atti mancati siano propriamente determinati da tendenze rimosse, è necessaria un'analisi approfondita, che a volte incontra grandi difficoltà ed in certi casi può anche fallire.
Talune malattie, le psiconevrosi in particolare, sono di gran lunga più accessibili all'influsso psichico che a qualsiasi altra forma di terapia. Non è una affermazione moderna bensì un vecchio detto dei medici, che queste malattie non sono curate dal farmaco, ma dal medico, cioè a dire dalla personalità del medico, in quanto questi esercita un influsso psichico per mezzo di essa.
Il metodo analitico in psicoterapia è un metodo che penetra più a fondo e porta più lontano, l'unico mediante il quale si possano realizzare nei pazienti le trasformazioni più ampie. Lasciando per un momento da parte le considerazioni terapeutiche, posso anche dire che questo metodo è il più interessante, l'unico tra tutti che ci informi sull'origine e sui rapporti reciproci dei fenomeni patologici. Soltanto esso, grazie alla possibilità che ci offre di penetrare nella malattia mentale, sarebbe in grado di condurci oltre i suoi stessi limiti e di indicarci la via verso altre forme di influenza terapeutica.
Non è tanto facile suonare lo strumento della mente.
Vi sono diverse caratteristiche del metodo analitico che non gli consentono di essere una forma ideale di terapia. Tuto cito, iucunde: ricerche ed esperimenti non depongono per la rapidità dei risultati.
Il trattamento psicoanalitico è molto esigente sia col malato che col medico. Dal paziente esige sincerità assoluta, già un sacrificio in sé; richiede molto tempo, per cui è anche costoso; porta via molto tempo anche al medico e la tecnica che questi deve apprendere e praticare è assai difficoltosa.
Il trattamento psicoanalitico in linea generale può essere concepito come una rieducazione a superare le resistenze interne.
Un certo grado di feticismo è abitualmente presente nell'amore normale, specialmente in quei suoi periodi nei quali lo scopo sessuale normale non sembra raggiungibile o la sua realizzazione non sembra vicina.
Il piacere di guardare (scopofilia) diventa una perversione: a. se è esclusivamente limitato agli organi genitali; b. se oltrepassa il senso di disgusto (come nel caso dei voyeurs, coloro che stanno ad osservare le funzioni di defecazione); c. se, invece di costituire una funzione preparatoria del normale scopo sessuale, lo sostituisce.
La sessualità di molti esseri umani di sesso maschile contiene un elemento di aggressività - un desiderio di dominare, che la biologia sembra mettere in relazione con la necessità di superare la resistenza dell'oggetto sessuale con mezzi differenti dalla seduzione. Così il sadismo non sarebbe altro che una componente aggressiva dell'istinto sessuale divenuta indipendente ed esasperata e che, spostandosi, ha usurpato la posizione di guida. Il masochismo, come forma di perversione, sembra essere più lontano dallo scopo sessuale normale di quanto non lo sia il suo contrario. Ci si può chiedere se esso rappresenti un fenomeno primario o se, al contrario, non risulti ogni volta da una trasformazione del sadismo.
Si può notare spesso che il masochismo non è altro che un prolungamento del sadismo rivolto sul soggetto stesso, il quale, in questo modo, prende il posto dell'oggetto sessuale. |