Agricoltura, Economia rurale

L'inconscio è qualcosa che noi realmente non conosciamo, ma di cui siamo obbligati a prendere atto perché spinti da deduzioni irrefutabili.

Nessuno vuole conoscere il suo inconscio e [...] il sistema più comodo è quello di negare del tutto la possibilità della sua esistenza.

Un motto di spirito ha la principale caratteristica di essere un'idea che ci si presenta "involontariamente": un momento prima non sappiamo ancora quale motto di spirito stiamo per creare, e tutto ciò di cui esso ha bisogno è di essere rivestito di parole. Piuttosto, abbiamo un'indefinibile sensazione che può essere paragonata più che altro ad una "assenza", un improvviso rilassamento della tensione intellettuale, e poi all'improvviso ecco il motto di spirito - di regola bell'e pronto in parole.

L'elemento infantile è la fonte dell'inconscio, ed i processi del pensiero inconscio non sono null'altro che quelli - e soltanto quelli - prodotti nella prima fanciullezza.

Un sogno è un prodotto psichico completamente asociale; non ha nulla da comunicare a qualcun altro, nasce all'interno del soggetto come un compromesso tra le forze psichiche che lottano in lui, resta inintelligibile per il soggetto stesso ed è, per questa ragione, completamente privo di interesse per gli altri. Non soltanto non ha bisogno di tenere in gran conto la chiarezza, ma deve realmente evitare di essere capito, poiché altrimenti sarebbe distrutto; può esistere soltanto in forma simulata. Perciò può far uso liberamente del meccanismo che domina i processi mentali dell'inconscio fino al limite di una distorsione che non può essere mantenuta in piedi più a lungo. Un motto di spirito, d'altro canto, è la più sociale di tutte le funzioni psichiche che mirano a un certo piacere.

Il genere umano non si è accontentato di godere della comicità quando l'ha incontrata nel corso della propria esperienza; ha anche cercato di provocarla intenzionalmente, e possiamo apprendere di più sulla natura della comicità se studiamo i mezzi che servono per rendere comiche le cose.

I bambini non hanno il senso del comico.

Se è vero che le cause dei disturbi isterici sono da ricercare nell'intimo della vita psicosessuale dei pazienti e che i sintomi isterici sono l'espressione dei loro desideri più segreti e rimossi, allora la completa chiarificazione di un caso di isteria implica la rivelazione di questo materiale intimo, il tradimento di questi segreti.

Di fronte alla incompletezza dei risultati delle mie analisi, non ho avuto scelta: ho dovuto seguire l'esempio di quei ricercatori la cui massima soddisfazione consiste nel riportare alla luce del sole le inestimabili - anche se ormai mutili - vestigia delle antiche civiltà: così ogni volta ho cercato di recuperare ciò che era stato seppellito, servendomi dei modelli più convincenti che ho potuto ricavare dalle altre analisi, e, da buon archeologo, non ho mai trascurato di indicare con precisione in ogni singolo caso in che punto dell'opera le strutture non sono più quelle originali, e cominciano invece i miei restauri.

Se un paziente, nel corso della narrazione della propria vita, mostra delle incertezze, una regola empirica ci insegna a non considerarle interamente espressione del suo giudizio: se infatti egli oscilla tra due versioni, dovremo propendere a considerare la prima corretta, e la seconda, invece, prodotto del processo di rimozione.

L'aforisma degli antichi padri cristiani: inter urinas et faeces nascimur si riallaccia alla vita sessuale e non può esserne distaccato a dispetto di ogni tentativo di dargli un significato idealizzato.

I motivi della malattia spesso cominciano ad agire fin dall'infanzia: una bambina desiderosa d'amore non si accontenta di dividere l'affetto dei genitori con le sorelle e i fratelli, e ha scoperto di essere il solo oggetto del loro affetto quando stimola la loro preoccupazione per la sua salute. Con la malattia, scopre un metodo per adescare e sollecitare l'amore dei suoi genitori, e se ne servirà ogni volta che avrà a propria disposizione materiale psichico sufficiente alla simulazione di un disturbo. Quando una bambina come questa sarà divenuta donna, potrà trovare tutte le esigenze già appartenenti alla sua infanzia contrariate, mettiamo, da un matrimonio sbagliato, con un uomo che la voglia tenere soggiogata, che sfrutti senza pietà le sue capacità lavorative e non le dia né affetto né denaro. In un caso come questo, la malattia sarà per lei un ottimo sistema per mantenere le sue posizioni: le procurerà le attenzioni di cui ha bisogno; costringerà il marito a fare dei sacrifici economici per lei e a mostrarsi interessato
alle sue condizioni, cosa che non aveva mai fatto quando stava bene; lo costringerà perfino a trattarla bene quando sarà guarita, pena ricaduta.

La vita sessuale di ciascuno di noi giunge ad un livello assai limitato - in una direzione o in un'altra - al di là degli angusti confini imposti dallo standard della normalità; le perversioni non sono né bestiali, né degenerate nel senso immediato del termine: sono uno sviluppo particolare dei germi contenuti nella indifferenziata disposizione sessuale del bambino che, o perché rimossi, o perché incanalati verso mete più elevate, non-sessuali - attraverso un processo di sublimazione - sono destinati a fornire energia psichica per un gran numero di successi della nostra vita intellettuale; quando perciò uno di questi germi è diventato una perversione oscena e inconfondibile, sarebbe più corretto dire che è rimasto tale, in quanto presenta un certo grado di sviluppo inibito.

Un corso d'acqua che ad un certo punto incontra un ostacolo che gli sbarra il percorso abituale rifluisce in vecchi canali che sembravano destinati a restare asciutti: e così le forze motivazionali che guidano la formazione del sintomo isterico attingono la loro energia non solo dalla sessualità normale rimossa, ma anche dall'attività pervertita dell'inconscio.
Le meno repellenti delle cosiddette perversioni sessuali sono molto diffuse a livello di massa, come sanno tutti, eccetto i medici che scrivono sull'argomento (e forse dovrei dire che lo sanno anche loro, ma al momento di prendere la penna in mano mettono la massima attenzione nel dimenticarsene).

Il "no" di un paziente, dopo che per la prima volta si è presentato alla sua percezione cosciente il contenuto di un pensiero rimosso, non è altro che una conferma dell'esistenza della rimozione e della sua saldezza; agisce, insomma, come una spia della forza che la rimozione esercita. Se questo "no", invece di essere considerato come l'espressione di un giudizio imparziale (del quale, tra l'altro, il paziente è incapace), viene ignorato e il lavoro continua, appare presto chiaro che il "no" iniziale significa in realtà l'atteso "sì".

Un sogno con un'origine normale sta, per così dire, su due gambe, una delle quali poggia sulla causa principale, quella che lo suscita al presente, e l'altra su certi eventi particolarmente significativi dell'infanzia.

Chi ha occhi ed orecchie può facilmente convincersi che nessun mortale può tenere un segreto: se le sue labbra tacciono, egli chiacchiera con la punta delle dita; il tradimento dei suoi segreti defluisce da tutti i suoi pori. Ecco perché lo si può rendere complice dello scopo di rendere consci i più occulti recessi della sua mente.

La soddisfazione sessuale è senza dubbio il miglior soporifico, e quasi sempre l'insonnia è dovuta alla mancanza di soddisfazione.

A dispetto di ogni interesse teoretico e di ogni sforzo di assistenza come medico, sono convinto che ci devono essere dei limiti al campo entro il quale ci si può servire dell'influenza psicologica, e considero di questi limiti la volontà e la comprensione stessa del paziente.

Mi sono accostato allo studio dei fenomeni rivelati dall'osservazione delle psiconevrosi senza essere impegnato con alcun particolare sistema psicologico, e [...] ho continuamente modificato le mie opinioni finché non mi sono sembrate adeguate a rendermi conto dell'insieme dei fatti che avevo osservato. Non mi vanto di avere evitato la speculazione: il materiale per le mie ipotesi è stato raccolto attraverso la più ampia e rigorosa serie di osservazioni. La risolutezza del mio atteggiamento sul problema dell'inconscio è forse ciò che potrebbe urtare maggiormente, perché io considero idee inconsce, pensieri inconsci, impulsi inconsci come dati psicologici non meno validi e incontestabili dei loro equivalenti consci: ma quanto a questo sono certo che chiunque si dedichi all'indagine dello stesso tipo di fenomeni applicando i miei stessi metodi, si troverà costretto ad assumere la stessa posizione, per quante rimostranze possano fare i filosofi.

La sessualità non si limita ad intervenire, come un deus ex machina, in una singola occasione, o ad un certo punto del processo che caratterizza l'isteria, ma [···] procura invece l'energia motrice di ogni sintomo distinto, di ogni distinta manifestazione del sintomo: i sintomi del disturbo non sono altro che l'attività sessuale del paziente. Un caso solo non basta a provare la validità generale di un teorema: ma io posso soltanto ripetere ancora - e lo faccio perché non mi è mai capitato di riscontrare diversamente - che la sessualità è la chiave del problema delle psiconevrosi e delle nevrosi in generale: chi disprezza la chiave, non aprirà mai la porta. Aspetto ancora nuovi risultati dalle ricerche, che possano contraddire questo teorema, o anche soltanto limitarne il campo di applicazione; ciò che ho udito fino ad oggi contro di esso è sempre stato espressione di disaccordi o antipatie personali, alle quali è sufficiente rispondere con le parole di Charcot: "<CITE>Ça n'empêche pas d'exister</CITE>".

Delineerò un'analogia tra il criminale e l'isterico. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a un segreto, a un qualcosa di nascosto. Ma perché ciò non appaia paradossale, devo immediatamente indicarne la differenza. Nel caso del criminale, abbiamo un segreto che egli conosce e nasconde a voi, mentre nel caso dell'isterico abbiamo un segreto che non conosce neppure lui, che è nascosto, cioè, anche a lui stesso. Come è possibile ciò? Orbene noi sappiamo da laboriose ricerche, che tutte queste malattie sono la conseguenza del fatto che il paziente è riuscito a rimuovere certe idee e certi ricordi molto carichi di affetto, insieme con i desideri che sorgono da quelli, in modo che non giocano alcun ruolo nel suo pensare - ossia non entrano nella coscienza - e quindi gli restano sconosciuti. Ma da questo materiale psichico rimosso (questi "complessi") sono generati i sintomi somatici e psichici che tormentano il paziente proprio come quando si ha la coscienza sporca. Sotto questo aspetto soltanto, quindi, la differenza tra il criminale e l'isterico è fondamentale.
Il compito del terapista, comunque, è identico a quello del magistrato inquirente. Noi dobbiamo scoprire il materiale psichico nascosto; e per farlo abbiamo inventato un certo numero di congegni di investigazione.

Nella psicoanalisi il paziente aiuta con i suoi sforzi consci a combattere la propria resistenza, perché spera di guadagnare qualcosa dall'indagine, ossia la guarigione.

Avviene, talora, che un bambino accusato di aver commesso una mancanza, respinga decisamente l'addebito, ma nello stesso tempo pianga come un peccatore colto in fallo. Penserete forse che il bambino mente quando proclama la propria innocenza; ma ciò non è necessario. Può darsi infatti che egli non abbia commesso Il crimine particolare di cui lo si accusa, ma che ne abbia commesso uno di cui non si sa nulla, e di cui non lo si sta accusando. Egli quindi è assolutamente sincero quando nega di essere colpevole dell'un misfatto, mentre nello stesso tempo tradisce il senso di colpa che prova per l'altro. Sotto questo aspetto - come pure sotto molti altri - l'adulto nevrotico si comporta esattamente come il bambino.

Quando uno scrittore crea i caratteri secondo il suo sogno di fantasia, egli segue l'esperienza quotidiana per cui i pensieri ed i sentimenti della gente continuano nel sogno, e non ha altro scopo che quello di raffigurare gli stati d'animo dei suoi eroi attraverso i loro sogni. I poeti sono dei preziosi alleati e la loro testimonianza deve essere altamente stimata, poiché essi sono in grado di conoscere una gran quantità di cose tra il cielo e la terra, di cui la nostra scienza neppure sospetta. Nella loro conoscenza della mente sono molto più avanti di noi gente comune, poiché attingono da fonti che non sono ancora state aperte alla scienza.

C'è molto meno libertà ed arbitrarietà nella vita psichica di quanto siamo propensi a credere, forse non ce n'è affatto. Ciò che chiamiamo caso nel mondo esterno può, come è noto, risolversi in leggi; così anche ciò che chiamiamo arbitrarietà nella mente si basa su leggi che solo ora cominciamo oscuramente a sospettare.

La matematica gode della massima reputazione come distrazione dalla sessualità. Questo fu proprio il consiglio che Jean-Jacques Rousseau dovette sentire da una signora che non era soddisfatta di lui: "Lascia le donne e studia la matematica!".

Tutto ciò che è rimosso è inconscio, ma non possiamo sostenere che tutto ciò che è inconscio sia rimosso.

La caratteristica di qualcosa che è rimosso consiste proprio nel fatto che nonostante la sua intensità non riesce ad entrare nella coscienza.

Nessuna forza psichica è importante se non possiede la caratteristica di destare sentimenti.

C'è un granello di verità che si nasconde in ogni delirio.

 
 
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