Agricoltura, Economia rurale
Molte persone [...] che amano i fratelli e le sorelle e che si sentirebbero desolate per la loro morte, nutrono contro di essi desideri cattivi nell'inconscio da moltissimo tempo; e questi desideri possono essere realizzati dai sogni.
I sentimenti ostili tra fratelli e sorelle devono essere molto più frequenti nell'infanzia di quanto possa osservare l'occhio cieco dell'adulto.
I sogni di morte dei genitori si applicano con maggiore frequenza al genitore dello stesso sesso del sognatore: cioè, gli uomini sognano soprattutto la morte del padre, le donne quella della madre. Non posso pretendere che ciò sia universalmente vero, ma lo è nella maggioranza dei casi, in modo così evidente da richiedere una spiegazione basata su un elemento che abbia validità generale. Grosso modo, è come se si provasse nei primi anni una preferenza sessuale: come se i ragazzi considerassero i padri e le ragazze le madri dei rivali in amore, la cui eliminazione non potrebbe non avvantaggiarli.
Il medico ha spesso occasione di notare che il dolore del figlio per la perdita del padre non riesce a soffocare la soddisfazione per aver infine conseguito la sua libertà.
Le occasioni di conflitto tra la figlia e la madre sorgono quando la figlia comincia a crescere e a desiderare la libertà sessuale, mentre si trova sotto la tutela della madre; e per la madre, d'altra parte, la crescita della figlia è l'avvertimento che è venuta per lei l'ora di abbandonare le sue pretese di soddisfazioni sessuali.
Il desiderio della morte dei genitori risale alla primissima infanzia. Nel caso di psiconevrotici soggetti all'analisi, questa supposizione trova conferma con certezza assoluta.
I genitori dimostrano in genere una parzialità sessuale: una predilezione naturale fa in genere in modo che l'uomo tenda a viziare le figliolette, mentre la madre prende la parte dei maschietti; ciò anche se entrambi, quando il loro giudizio non è turbato dalla magia del sesso controllano severamente l'educazione dei loro figli. Il bambino è ben consapevole di questa parzialità e si ribella contro quello dei genitori che ad essa si oppone. L'essere amato da un adulto non solo porta al bambino la soddisfazione di una particolare esigenza ma anche la certezza che si cederà alla sua volontà in tutto il resto. Così egli seguirà il suo istinto sessuale e nello stesso tempo rafforzerà la preferenza mostrata dai genitori, se la sua scelta coincide con la loro.
I genitori hanno la parte più importante nella vita psichica di tutti i bambini che diventeranno psiconevrotici. L'amore per un genitore e l'odio per l'altro sono le componenti essenziali del gruppo di impulsi psichici che si forma in quel periodo e che è tanto importante per la determinazione dei sintomi della successiva nevrosi.
I sogni sono brevi, miseri e laconici in confronto all'estensione e abbondanza dei pensieri del sogno. Un sogno scritto riempirà forse mezza pagina, l'analisi che ricerca i pensieri latenti può prendere uno spazio sei, otto o dieci volte maggiore. Questo rapporto varia a seconda dei sogni, ma la mia esperienza mi fa credere che la direzione non cambia mai.
La formazione dei sogni [è] basata su un processo di condensazione.
I sogni prendono in considerazione in generale la connessione che indubbiamente esiste tra tutte le parti dei pensieri del sogno, fondendo tutto il materiale in un'unica situazione o fatto. Essi riproducono la connessione logica mediante la simultaneità del tempo. E qui agiscono come il pittore che in un quadro della Scuola di Atene o del Parnaso rappresenta in un unico gruppo tutti i filosofi o tutti i poeti. È vero che in realtà non si sono mai riuniti tutti in un'unica sala o su una cima di montagna, ma certamente formano un gruppo concettualmente.
L'altemativa "o-o" non può essere espressa nei sogni in alcun modo. [...] Se, nel raccontare un sogno, il narratore si sente portato a servirsi di un "o-o", - per esempio, "era un giardino o un salotto" -, nei pensieri del sogno non c'era un'alternativa ma un "e", una semplice aggiunta. Un "o-o" si usa soprattutto per descrivere un elemento del sogno che abbia un carattere vago, che comunque può essere risolto. In questi casi la regola per l'interpretazione è: considera di
uguale valore le due apparenti alternative e collegale con un "e".
So per esperienza, alla quale non ho trovato eccezioni, che ogni sogno tratta del sognatore stesso. I sogni sono completamente egoistici. Ogni volta che il mio Io non appare nel contenuto del sogno, ma c'è solo qualche sconosciuto, posso ritenere con sicurezza che il mio Io si cela mediante l'identificazione con questa persona; posso inserire il mio Io nel contesto. Altre volte, quando il mio Io appare nel sogno, la circostanza in cui appare può farmi capire che c'è qualche altra persona nascosta dietro di me per identificazione. In tal caso il sogno dovrebbe ammonirmi di trasferire su me stesso, durante l'interpretazione, l'elemento comune nascosto, che si riferisce a quella persona. Ci sono dei sogni in cui il mio Io appare insieme ad altre persone, che, quando si risolve l'identificazione, risultano essere di nuovo il mio Io. Grazie a queste identificazioni dovrei quindi essere in grado di portare il mio lo a contatto con determinate idee la cui accettazione è stata proibita dalla censura. Quindi il mio lo può essere rappresentato in un sogno parecchie volte, ora direttamente, ora mediante la identificazione con persone estranee.
Molto spesso l'inversione viene impiegata proprio nei sogni che sorgono da impulsi omosessuali repressi.
I commenti su un sogno, o le osservazioni apparentemente ingenue, spesso servono a mascherare una parte di quanto si è sognato nella maniera più sottile; ma in realtà la tradiscono.
In qualsiasi lingua i termini concreti, a causa della storia del loro sviluppo, sono più ricchi di associazione dei termini concettuali. |