Agricoltura, Economia rurale
Alla domanda se tutti i sogni possano essere interpretati, bisogna rispondere negativamente. Non si deve dimenticare che nell'interpretazione del sogno siamo ostacolati dalle forze psichiche responsabili della sua deformazione. È quindi questione di forza relativa, se, nell'interpretazione del sogno, il nostro interesse intellettuale, la nostra capacità di autodisciplina, le nostre conoscenze psicologiche e la nostra pratica riescono a dominare le resistenze interne. E' sempre possibile arrivare fino a un certo punto: in ogni caso fino a convincerci che il sogno è una struttura con un significato, e in genere anche fino ad avere un'idea sul suo significato.
Spesso c'è una parte anche nel sogno interpretato più a fondo che dev'essere lasciata oscura; ciò avviene perché ci rendiamo conto durante il lavoro di interpretazione che a quel punto c'è un nodo di pensieri del sogno che non può essere districato e che inoltre non aggiunge nulla alla nostra conoscenza del contenuto del sogno. Questo è l'ombelico del sogno, il punto dove si immerge nell'ignoto. I pensieri del sogno, ai quali ci conduce l'interpretazione, non possono, per la natura delle cose, avere dei punti d'arrivo determinati; sono costretti a ramificarsi in tutte le direzioni nell'intricata rete del mondo del pensiero. E il desiderio del sogno emerge in qualche punto in cui questa rete è particolarmente fitta, come un fungo dal suo micelio.
I deliri sono il prodotto della censura che non si preoccupa più di celare la sua attività: invece di collaborare nel produrre una nuova versione che sia ineccepibile, distrugge apertamente ciò che disapprova, così che ciò che rimane diventa piuttosto incoerente. Questa censura agisce esattamente come la censura dei giornali alla frontiera russa, che lascia andare tra le mani dei suoi lettori, che deve proteggere, i giornali stranieri, solo dopo aver cancellato i passaggi pericolosi.
I desideri inconsci sono sempre attivi. Ma, nonostante questo, sembra che non siano abbastanza forti da rendersi percettibili durante il giorno.
Posso dire che è di esperienza quotidiana il fatto che il rapporto sessuale tra adulti sembri spaventoso ai bambini che lo osservano e che provochi angoscia in essi. Ho spiegato questa angoscia deducendo che stiamo trattando di una eccitazione sessuale che la loro intelligenza non è in grado di affrontare, e che inoltre essi indubbiamente rifiutano poiché implica i loro genitori; e quindi si trasforma in angoscia.
La nostra teoria dei sogni considera i desideri che risalgono all'infanzia come la forza motrice indispensabile per la formazione dei sogni.
Il punto non è che i sogni creano la fantasia, ma piuttosto che l'attività inconscia della fantasia contribuisce notevolmente alla formazione dei pensieri del sogno.
Le elaborazioni di pensiero più complicate sono possibili senza la partecipazione della coscienza.
Il sogno non è un fenomeno patologico; non presuppone un disturbo dell'equilibrio psichico; non lascia dietro di sé una perdita di efficienza.
L'interpretazione dei sogni è la strada maestra verso la conoscenza delle attività inconsce della mente.
I sogni non sono gli unici fenomeni che ci permettano di trovare nella psicologia una base per la psicopatologia.
Il medico e il filosofo si incontrano solo se entrambi riconoscono che l'espressione "processi psichici inconsci" è "l'espressione giusta e adatta di un fatto assodato con certezza". Il medico può solo scrollare le spalle, se si sente dire che "la coscienza è la caratteristica indispensabile di ciò che è psichico", e forse, se nutre ancora abbastanza rispetto per le espressioni dei filosofi, penserà che non si sono occupati della stessa cosa e non hanno lavorato per la stessa scienza. Poiché anche una sola osservazione comprensiva della vita psichica di un nevrotico o un'unica analisi di un sogno devono lasciargli l'irremovibile convinzione che i più complicati e razionali processi del pensiero, cui certamente non si può negare il nome di processi psichici, possono manifestarsi senza eccitare la coscienza del soggetto.
È necessario abbandonare la sopravvalutazione della qualità di essere coscienti per potersi formare una visione esatta dell'origine di ciò che è psichico.
Si deve ritenere che l'inconscio sia la base generale della vita psichica. L'inconscio è la sfera più larga, che comprende all'interno la più piccola del conscio. Qualsiasi cosa cosciente ha uno stadio preliminare inconscio; mentre ciò che è inconscio può restare a quello stadio e tuttavia reclamare il valore pieno di processo psichico. L'inconscio è la vera realtà psichica; nella sua intima essenza ci è sconosciuto quanto la realtà del mondo esterno, e la coscienza ce lo presenta in modo così incompleto come i nostri organi sensori ci comunicano il mondo esterno.
Siamo probabilmente portati a sopravvalutare notevolmente il carattere cosciente della produzione intellettuale e artistica. I racconti fatti da alcuni degli uomini più produttivi, quali Goethe e Helmholtz, ci mostrano piuttosto che ciò che è essenziale e nuovo nelle loro creazioni è venuto loro senza premeditazione e quasi come un insieme già pronto. Non c'è nulla di strano se in altri casi, dove si richiedeva una concentrazione di tutte le facoltà intellettuali, anche l'attività cosciente abbia dato il suo contributo. Ma l'attività cosciente abusa troppo del suo privilegio per cui, ogni volta che ha un ruolo, nasconde ai nostri occhi tutte le altre attività.
I molteplici problemi della coscienza si possono afferrare solo mediante un'analisi dei processi di pensiero nell'isteria.
Credo che l'imperatore romano che fece uccidere uno dei suoi uomini perché aveva sognato di assassinare l'imperatore, avesse torto. Avrebbe dovuto cominciare con il cercare di scoprire il significato del sogno; molto probabilmente il suo significato era diverso da quello che sembrava. E anche se un sogno con un contenuto diverso contenesse un atto di lesa maestà come significato, non sarebbe forse giusto ricordare il detto di Platone, che l'uomo virtuoso si accontenta di sognare ciò che un uomo malvagio fa realmente? Credo che la cosa migliore sia lasciar liberi i sogni.
Nell'epoca che possiamo chiamare prescientifica gli uomini non avevano difficoltà nel trovare una spiegazione ai sogni. Quando al risveglio ricordavano un sogno, lo consideravano una manifestazione favorevole od ostile di potenze superiori, demoniache e divine. Allorché cominciarono a diffondersi le dottrine naturalistiche, tutta questa ingegnosa mitologia si mutò in psicologia, ed oggi solo un'esigua minoranza delle persone istruite dubita che i sogni siano un prodotto della mente del sognatore.
Un giorno ho scoperto con grande stupore che la concezione dei sogni più vicina alla verità non era quella medica, bensì quella popolare, per quanto fosse ancora per metà implicata nella superstizione.
Le fobie e le ossessioni sono estranee alla coscienza normale come lo sono i sogni per la coscienza vigile, e la loro origine è ignota alla coscienza come quella dei sogni.
Abbiamo tutte le ragioni per aspettarci che una spiegazione dei processi psichici dei bambini, nei quali essi, forse, sono notevolmente semplificati, risulti una premessa indispensabile per le ricerche sulla psicologia dell'adulto.
Nel caso degli adulti, chiunque abbia esperienza nell'analizzarne i sogni scoprirà con stupore che anche quelli che all'apparenza sono di una chiarezza trasparente, raramente sono semplici come nei bambini e che al di là della realizzazione di desiderio può essere celato qualche altro significato.
Solo raramente ricorrono nei sogni delle riproduzioni fedeli e dirette di scene reali.
Numerosi fenomeni della vita quotidiana di persone sane, come dimenticanze, lapsus, movimenti goffi ed una particolare classe di errori, sono determinati da un meccanismo psichico analogo a quello dei sogni e degli altri anelli della serie.
|