icq# 115083821
email |
|
31
marzo 2003
Massy
ha avuto paura che si trattasse di un embolo al cervello e voleva portarmi
al pronto soccorso, ma aspetterò volentieri quel momento. A Ema
è successa una cosa del genere due anni fa, era in palestra e gli
è scoppiato improvvisamente un violento mal di testa che lo ha
immobilizzato per due giorni. Giorni fa si è spaventato guardando
su Medici che poteva essere un aneurisma.
Quando sabato sera siamo usciti l'ho sgridato perchè lo sa che
Medici non si deve guardare prima dei 60, e volevamo attaccare
sulla sua macchina l'adesivo "aneurisma a bordo", e giocando
a Tabù me le hanno fatto passare tutte per via dell'embolo.
Gully invece che doveva disegnare "nulla si crea nulla si distrugge"
è riuscito in un minuto a rifare la Creazione di Michelangelo facendola
riconoscere a tutti malgrado avesse spostato Dio dove sta Adamo e viceversa.
Hanno indovinato al secondo tentativo però, dopo aver provato con
"Dio li fa e poi li distrugge". L'aneurisma di Ema e il mio
embolo hanno riso molto, e si sono guardati timidi tutta la sera..
>
plink
Come in un secondo può cambiare
la tua vita (2)
Sì in effetti venerdi mi era dispiaciuto un po' non riuscire ad
andare a trovare quelli di Excite, per via di un cliente che si sveglia
l'ultimo minuto dell'ultimo giorno della settimana lavorativa. E poi sono
mesi che tiro un po' la corda, e passo troppe ore davanti al monitor,
e scambio lenti e occhiali, lenti e occhiali.
Uno crede di sapere quando ci si stanca e si raggiunge il limite, ma non
è vero.
Così torno a casa come tutte le sere, anzi non proprio come tutte
le sere. Quella sera mi sarei dovuta preparare per partire presto la mattina
dopo. Sto un po' al telefono, mi concedo una cena e un po' di tv sul divano.
Poi comincio a pulire e a prendere le cose. La tv rimane accesa sul tg1
mentre entro ed esco dalle stanze. Ad un certo punto comincio a vederci
come se mi avessero acceso una luce davanti agli occhi, con quella macchiolina
a forma di lampadina che ti segue ovunque; questa non ha quella forma,
ha invece tutta l'aria di un principio di svenimento anche se mi sento
benissimo. Mi fermo e guardo una cosa qualsiasi per capire cosa mi succede.
Tutto diventa sempre più nero, come nel formicolamento tipico da
abbassamento di pressione. Ma non mi sento svenire, non ho nessun altro
sintomo se non la vista che se ne sta andando. Corro a togliermi le lenti
e mi stendo. Piano piano passa. Vado a dormire dalla mamma con un leggero
mal di testa.
Il giorno dopo, la mia partenza salta e il mio oculista-guru mi visita.
Ai miei occhi non è successo niente, ma una produzione prolungata
di adrenalina può causare disfunzioni al flusso sanguigno delle
orbite. La chiama cefalea
oftalmica. Insomma, stress. Devo ritagliarmi un'ora al giorno per
scaricare le tensioni. Non siamo fatti per usare gli occhi a distanze
ravvicinate, non siamo fatti per stare tutto il giorno chiusi in 4 pareti
e dentro scatolette di ferro. Mi dice fai meditazione, vai a correre,
nuota, canta, scrivi, tira pugni, qualunque cosa. Gli rispondo che non
mi manca di certo la voglia di fare, è piuttosto il tempo a mancarmi,
che oggi vale più del denaro. E lui mi dice che non ci si può
dare completamente al lavoro e agli impegni, che questa esclusività
costa perchè logora tutto il resto. Se si vuole vivere e lavorare
bene e a lungo è meglio darsi un po' meno. Niente di nuovo, ma
evidentemente ai miei occhi andava spiegato meglio.
>
plink
28 marzo 2003
"Il mio paradiso è un orto ben irrigato
dove un uomo e una donna lavorano insieme
abbandonandosi l'uno all'altra
senza possesso nè possessore"
>
plink
27 marzo 2003
Riunione di lavoro per lettura del nuovo contratto. Articolo
sull'uso privato della sede. E' vietato fare un uso privato della sede.
Noi: Ma come, niente barbecue estivi in questo bel giardino?
Capo: No, solo se me lo chiedete in anticipo..
Noi: Ma un cespuglio, un fiore, possiamo piantarlo almeno? noi
si pensava già ad una piccola piantagione...
Capo: No, state buoni. C'è il giardiniere per questi lavori..
Noi: Ma chi? Quel giardiniere colombiano?
>
plink
26 marzo 2003
NON
SONO IO LA DONNA INCINTA.
>
plink
Auguri Luca.
>
plink
25 marzo 2003
Non lo so come si chiama. Era sul treno e ascoltava la musica altissima.
Il controllore lo ha sgridato e multato perchè non aveva la carta
verde con sè. Non aveva i soldi per pagare e non ha accettato i
miei. Mi stava davvero sul cazzo quel controllore, perchè si faceva
bello ai nostri occhi, sventolando il regolamento e credendosi così
al sicuro da ogni giudizio. Certo che aveva ragione, gli ho detto. Non
discutevo il fatto che la multa non andasse fatta, ma allora che si sbrigasse
e non la menasse tanto, che sennò qualcuno avrebbe pensato che
ci godeva a fare quel lavoro meschino. Che insomma, se fossero lì
solo per timbrare i biglietti allora basterebbe un'obliteratrice all'entrata
no?
Così dopo abbiamo parlato, io e questo ragazzo di 20 anni. Anzi,
ha parlato solo lui. Diceva una cosa, si fermava e poi riprendeva. Io
lo guardavo e lui abbassava lo sguardo giocherellando con un moschettone
dello zainetto.
Aveva la pelle oliva, gli occhi sottili e verdi e quando sorrideva gli
si formavano due pieghe bellissime intorno alla bocca. Faceva il militare
da 18 mesi, ma non era contento. Ma almeno così se ne era andato
di casa, che in Sicilia non ci rimane nessuno. I suoi amici e le sue sorelle
sono in giro per l'Italia a lavorare o a studiare, e lui ogni fine settimana
si prende un treno e se ne va a trovare qualcuno. Ma l'esercito gli fa
schifo, ci credono tutti troppo, e di guerra o di pace non ha parlato
nessuno in questi giorni, e quelle venti ragazze in caserma se la fanno
con i sergenti sposati. Cosa vorrei fare? il bagnino, starmene in spiaggia
tutto l'anno. Oppure studiare. Ma in fabbrica no, che se devo andare in
fabbrica allora la caserma non è diversa. Vattene, gli dico, quest'estate
ti giri tutti gli stabilimenti balneari della riviera, qualcosa troverai,
cominci in piccolo e poi chissà. Si', vorrebbe farlo ma ha paura.
Qualcuno se ne è andato, è tornato giù e ha provato
a lavorare, ma poi è rientrato nell'esercito. E lui sono 18 mesi
che ci pensa e ci ripensa, ma non gli viene in mente una soluzione. E
ha paura che poi li' dentro, alla fine, ci rimane tutta la vita.
L'ho salutato alla stazione di Bologna, si vergognava del suo borsone
verde. Oggi si trasferirà a Pordenone, per rimanerci due anni.
E mentre un ventenne partirà da Roma per andare al nord dove i
militari, per lo più del sud, non li vuole vedere nessuno, una
donna farà un esame pericoloso ma necessario per la sua gravidanza.
Io sono in attesa di una risposta e il resto del mondo non è molto
lontano da qui.
>
plink
24 marzo 2003
Non mi va di tornare a casa stasera.
Eppure sono due giorni che manco e di solito ho voglia del mio divano,
della mia musica, di Pizia e di quella luce che c'è solo a casa
mia. Stasera no. A casa c'è la tv che dà notizie ogni giorno
più brutte, che assorbo da sola. A casa c'è altro da fare.
C'è da riaccendere il computer e consumare vista ed energie sul
monitor. Non c'è nulla nel frigo. E tanto non mi sazio mai. La
primavera c'è solo di giorno. E la sera rimane solo il mal di testa.
Cosa aspetto, esattamente? Che luogo del mondo posso desiderare?
Ho paura che se fino ad oggi la risposta al 99% delle domande della terra
fosse denaro oggi quella risposta sia tempo.
Bellissimo e inafferabile lo corteggerò e lo conquisterò.
Tempo bastardo, so io come farti cadere ai miei piedi.
>
plink
Bentornato Biccio.
E' un momentaccio, hai ragione. Ma se non saremo noi a ricostruire, chi
lo farà? Figli degli anni '80 e della bambagia abbiamo i muscoli
molli e il fiato corto, ma sarà necessario esserci. Prima di tutto
con la testa giusta.
E sulla tua, cavolo, non mi azzarderei a dir nulla di male ;-)
>
plink
21 marzo 2003
Antibloggies
Come ci si può arrabbiare quando ti prendono per il culo così
bene? :-)
>
plink
Edoardo Schina
Entrai nello studio del commercialista che lui doveva ancora tornare.
C'era il figlio, identico al padre nell'aspetto lentigginoso e intelligente,
e nel modo franco in cui mi disse "Siediti dove vuoi, io devo stampare
queste cose, mio padre torna subito". Passeggiando notai delle grandi
tele sulle pareti, di blu e schizzi di rosso, cerchi neri e gialli, un
po' Mirò e un po' Kandinsky. "Che belle" dissi "Come
si chiama l'autore?". "Sono io" disse quel ragazzo più
piccolo di me. E mi disse che stava giusto preparando gli inviti alla
sua prima personale, in una galleria importante per giovani artisti di
Roma. Mi fece vedere il suo sito web, che mi proposi di ridisegnare se
mi regalava una sua tela. Mi disse che aveva anche pubblicato una serie
di racconti, e mi regalò una copia, e gli dissi che anche io stavo
scrivendo un libro. Lui aveva anche diretto uno spettacolo teatrale, c'erano
le locandine alle pareti. Quando arrivò il padre non erano passati
che 10 minuti, e noi stavamo chiacchierando come vecchi amici "ah,
avete scoperto degli interessi in comune?" ci disse.
Me ne tornai a casa con il suo libro ed il suo invito alla mostra che
si inaugura oggi, alla Galleria dei Soldati in Via dei Soldati 20, a Roma.
Fino al 26 marzo.
>
plink
20 marzo 2003
Stasera volevo riascoltare
Pilota da guerra di De Gregori, e la cercavo fra le vecchie audiocassette.
Non l'ho trovata, ma ho trovato una cassetta che non sapevo di avere,
scritta con una calligrafia che non è la mia e che non riconosco.
L'ho messa su' per curiosità ed è fra le cose più
belle che ho ascoltato ultimamente. E' Alma mater, di Rodrigo
Leao.
>
plink
I rumori del mattino sono sempre
gli stessi. Le piante sul terrazzo non hanno cambiato colore, le persone
non hanno comprato nuovi abiti e vestono quelli di sempre. Non sembra
cambiato nulla.
Faccio le solite azioni. Mi fermo anche a ridere, ma solo a mezzogiorno,
e li' me ne accorgo, che erano ore e ore e ore che non sorridevo.
Non c'è panico, non c'è di certo disperazione. Non c'è
quasi nemmeno rabbia. Da giorni le parole in televisione sono le stesse.
Si arrotolano intorno a quei pochi concetti, come girare in tondo su pista
anzichè fare un bel viaggio avventuroso.
Sono a casa mia, nelle mie cose di sempre. Nulla è diverso. Non
c'è meno gente in giro, non c'è meno sole, meno rosso, meno
traffico, meno cazzate in tv. E' tutto assolutamente uguale.
Però io mi sento sopra ad un pianeta piccolo piccolo.
E questo non è come ieri, come due mesi fa.
Il mio terrazzo è improvvisamente appiccicato a quello del mio
vicino. La mia città a due passi da Londra, e da Gerusalemme. Mi
collego e sento l'odore di tutti i cinesi e gli indiani, e gli americani
e i russi, che girano in internet alla ricerca di notizie. Sento il sospiro
nelle parole degli amici che mi scrivono da lontano. Sento i miei piedi
occupare uno spazio piccolo, in un terreno affollato da altri 6 miliardi
di persone. Sento un unico pensiero. Mille voci, lingue innumerevoli,
opinioni lontane, sofferenze diverse, ma un terreno comune. Questo pianeta
che tutti ci contiene, e che è così facile sorvolare da
un capo all'altro in poche ore, unito da una rete di alleanze, mercati,
ideologie politiche, interessi economici, accordi, costituzioni, baratti,
valute monetarie, commerci, basi aree, organizzazioni per la pace e per
la guerra, sette religiose e associazioni mafiose. Questo pianeta minuscolo,
strozzato dai collegamenti, dalle relazioni, dagli intrecci e dagli ingarbugliamenti,
così tanti e così stretti, da farci tutti uguali.
>
plink
Stare a guardare?
>
plink
19 marzo 2003
I blog che si son fatti
da sè
Su Linux
Journal di Marzo, un articolo di Doc Searls sui blog tutto tecnologia
e brufoli :-)
Come utilizzare al meglio le più recenti tecnologie per scrivere/leggere
sempre meglio e sempre più velocemente, sul proprio blog. E 10
domande alle quali il proprio blog-system deve poter rispondere di sì
per essere definito tale.
Non ci siamo ancora, ma secondo me manca poco, che a breve oltre al come
boggare sarà possibile anche programmare cosa bloggare.
Dinamicamente e al meglio. Non so...inserirò nel mio profilo: scampagnate,
pseudoarte e pseudocultura, film piccoli e intelligenti, dettagli e profumi,
pippe mentali, aromi vari, che un magico sistema genererà per me,
in maniera automatica, un post al giorno.
Oppure una funzione che pesca (e aggrega?) da altri blog il contenuto
per il proprio blog, in un sistema che, come dice anche l'articolo, si
alimenta, si costruisce e cresce da sè.
Può veramente crescere qualcosa senza nutrimento esterno? Può
crescere cibandosi delle sue stesse secrezioni?
Ieri sull'Espresso una frase che mi torna oggi in mente: tra le due alternative
offerte dall'avanguardia il collage ha vinto sull'astrazione.
Anche le associazioni di idee (che poi sono alla base del ragionare) saranno
generate, un giorno, in maniera dinamica?
Questo non vuol dire che questo blog, in html, non cominci a starmi un
po' stretto...
(l'articolo non è online, l'rtf è qui)
>
plink
18 marzo 2003
ah, dimenticavo i 108 euro
di cavo di alimentazione per il mio titanium.
108 euro.
200.000 lire di cavo.
>
plink
Vita offline:
Preso buca e sgonfiato gomma.
5 euro per ribattere cerchione e gonfiare pneumatico.
700 euro di preventivo spesa per riparazione carozzeria incidente mese
scorso.
9 euro di autolavaggio.
pensiero: cazzo quanto denaro succhia sta macchina.
guerra imminente. tornero' al motorino.
19 euro di dvd Ultimo Tango a Parigi + Espresso (che leggo in
pausa pranzo)
pensiero: tutte queste micronotizie, dove troveranno posto nel mio cervello?
fra quante ore le avrò dimenticate?
Vita online:
Girovacchio sui soliti Leo, Mante, e compagnia. Belle cose, ma difficile
seguire tutto.
Cerco l'animazione dei titoli di testa di Prova a Prendermi.
La trovo.
Flash
Forward Festival. Simone
Legno fra i finalisti. Questo
photoblog finisce fra i miei bookmarks.
Fine.
Sono un po' stanchina in questo periodino.
Finito il libruzzo farò una cenetta e prenderommi vacanza.
Sorry, oggi noi parole facciamo fatica ad uscire.
Parlare di Casomai.
Torno a scrivere..
>
plink
14 marzo 2003
Your Heart is Red
What Color is Your Heart?
brought to you by Quizilla
>
plink
Tiè
L'unico oroscopo che leggo, stavolta è
enigmatico, e anche un pochino allarmante:
"Te lo dico, Vergine, perché anche se non vivrai niente di
così drammatico come un'Eqm (esperienza quasi mortale) nelle prossime
settimane, farai comunque un'esperienza che avrà il valore di una
resurrezione. Dovresti prende in considerazione l'idea di una nuova mappa
astrale, disegnata in base al momento del tuo rilancio ufficiale."
Ho subito pensato ad un incidente dal quale esco viva (o, peggio, un'influenza
da vomito continuo). Non sono scaramantica quindi non ho paura di dirlo.
Se mi dovesse capitare qualcosa comincerò ad esserlo, però.
E a credere nell'oroscopo di Rob Brezsny.
>
plink
13 marzo 2003
Sapevo che fino ad Aprile avrei avuto una vita
difficile.
Siamo a Marzo, resisto da oramai 3 mesi e la stanchezza comincia a farsi
sentire seriamente. Il rush finale è sempre la parte più
dura.
Il libro prosegue.
Adesso non c'è più niente da aggiungere. La prima metà
è praticamente pronta, la seconda metà è da rifocillare.
Ho inserito tutti gli appunti e i deliri buttati giù in questi
mesi, nella posizione in cui li volevo più o meno. Adesso si tratta
di amalgamare e incicciottire. Allora stampo tutto, rileggo, aggiungo,
modifico. E la visione di insieme si fa ogni volta più chiara.
E con la visione chiara mi vengono le idee su cosa scrivere, e scrivo
di getto appunti e deliri che andrò a inserire, e via così.
E' interessante questo processo. Non sapevo nemmeno di utilizzarlo. L'ho
adottato inconsciamente e se avessi tempo mi piacerebbe guardarlo da fuori.
Ma tempo proprio non ne ho.
Le sere sono tutte occupate, e anche le notti. Continuo a dire di no ai
concerti, no alle serate, no ad una passeggiata. Sono anche un po' scorbutica
perchè non ho quasi tempo di rispondere al telefono. Che ogni volta
devo interrompere e per riprendere ci vuole una fatica.
Ma ieri che sono stata a casa ho ricevuto un sacco di telefonate, e alla
fine mi ha fatto piacere perchè volevo sapere come andavano le
cose.
Non vedo l'ora di poter di nuovo rispondere di si'.
>
plink
11 marzo 2003
Poster e finestre di casa
La storia di Leo
che non sopporta le donne con i poster di Klimt e Schiele appesi in
casa la sapevo. Era inclusa anche Tamara De Lempicka quando me la raccontò.
Sabato al Palazzo Ducale di Parma mi sono ubriacata di Parmigianino, Rosso
Fiorentino, Pontormo (il mio preferito) e Correggio. Anche Simo si è
ubriacato, la sera dopo, e ha socializzato con tutti i pali della luce
che ha trovato sulla strada di ritorno, svuotandosi lo stomaco ben due
volte e costringendomi ad una prova di forza più grande dell'universo.
Ma quando socializza davanti ad una birra riesce a dire cose incredibili,
come nel secondo pub che abbiamo trovato venerdì sera a Bologna,
dopo che nel primo ci siamo rifiutati di pagare 5 euro per un panino.
Leo parlava dei minicrediti bancari bengalesi (giuro) e Simo risponde
che il cinema mette in commercio solo quello che vende. Un dialogo fra
sordi che non deve aver troppo scandalizzato Leo che ci è abituato.
Io invece avevo ancora in testa la canzone di Giorgia, e il primissimo
piano degli occhi della Mezzogiorno che sbattono dietro ai titoli di coda
de La finestra di fronte. Ho trovato geniale non fare il fermo
immagine ma filmare la vita dietro a quegli occhi. Alla fine del film
lei finalmente sorride, forse perchè ora ha capito cosa significa
"proteggere un amore", o pretendere il meglio, come piace pensare
a me. Che non è scappare col primo Raul Bova che capita. E che
la propria vita sembra uno schifo finchè ci si sta dentro, ma basta
cambiare prospettiva per trovarla attraente. Basta cambiare finestra.
Io cambierò le finestre, e molto di più. Ma il poster di
Schiele che ho in bagno me lo tengo. E per vedere il Correggio mi farò
un giro dentro al Battistero.
>
plink
7 marzo 2003
Quando il dito indica la luna lo stupido
guarda il dito
Le cose sono oggetti di piacere.
Una giornata di sole, la macchina calda, il cappuccino con il cornetto,
il maglione preferito, il rossetto che ci sta bene, le migliaia di libri,
gli uccellini che fanno cip cip, e potrei continuare ma ho già
compilato una lista
piuttosto lunga sull'argomento.
Le persone sono oggetti di piacere. La voce di una persona armoniosa,
una risata coinvolgente, uno sguardo buono, un bel taglio di capelli,
le forme, i movimenti e tutto il resto.
Certo è che se non sappiamo usare gli oggetti, questo piacere loro
non ce lo possono dare. Non si sente niente ad un concerto con i tappi
nelle orecchie. E se non guardo in alto non vedro' mai quanto è
azzurro il cielo oggi.
>
plink
5 marzo 2003
Con un poco di coca la pillola va giù
Andare dall'analista è diventato come fare ginnastica medica. Mentre
fino a poco tempo fa erano casi sporadici adesso come mi giro c'è
qualcuno che va dall'analista. E non perchè abbia particolari problemi
ma solo perchè quel brav'uomo ci ascolta.
Ed essere ascoltati diventa sempre più importante.
E quando non è l'analisi sono i suoi surrogati: corsi di esplorazione
interiore, di riarmonizzazione con le energie dell'universo, ecc.
E poi pochissimi, intorno a me vivono soli. Vivono con i genitori, con
la fidanzata, con gli amici, ma pochissimi da soli.
Io non vado dall'analista (e si vede, direbbe qualcuno). E poi, vivo da
sola. Sono orgogliosa e voglio sbrigarmi le mie cosette da me.
Ma certo non è facile. Sembra che per vivere a questi ritmi sia
necessario l'analista-o-surrogati e vivere in famiglia. Che per me equivale
ad essere costretta a farmi di coca per arrivare a fine giornata.
Invece io faccio tutto da me. Faccio tutto da me, si' brava, ma al prezzo
di urlacci, litigate e gastriti. Mettendo in conto anche un sempre più
probabile infarto prematuro ho pensato che forse non posso permettermi
di vivere da sola. Dovrei lavorare troppo per pagarmi tutte le spese ostinandomi
perfino a non avere un analista che plachi l'irascibilità
che ne deriva.
In questa società che non è disposta ad accettare le difficoltà
che lei stessa provoca, perchè per quelle c'è l'analista
che ci ascolta e che ha già immerso buona parte della popolazione
in una bolla di egoistica pace interiore e cieco ottimismo, il consiglio
sembra essere quello di andarci tutti, in analisi. Cosi' si vivrebbe meglio,
facendo vivere meglio anche chi ci sta intorno.
Ma io non cederò. A costo dell'esclusione dal gioco io in analisi
non ci vado, e da mamma non ci torno. Ne' mi iscrivero' a nessun corso
su come distillare la mia rabbia in essenza di rosa. Non mi toglierò
di mezzo così facilmente, assumendo le droghe che la società
mi passa sotto banco perchè possa sostenere i suoi ritmi senza
romperle troppo il cazzo.
Sì è una società di merda, certo. E non si può
fare molto, vero. Ma ci sto dentro, ai suoi fottuti ritmi, accettando
anche di farmi inculare quando non posso fare altro. Ma che non mi prenda
per idiota. So benissimo le porcherie che combina. Perchè sono
ancora lucida.
(dedicated to Joele)
>
plink
4 marzo 2003
E' per millesimi di secondo
che la propria vita cambia
Scendo alla macchinetta per un tè. Infilo la pasticca nel cassettino
ma non succede niente. Riapro il cassettino e la pasticca è completamente
infilata. Le do' una spintina col dito e rapidissimamente le morse se
la ingoiano e si chiudono.
Beati i miei riflessi felini perchè in un universo parallelo in
questo momento c'è una me con un dito troncato da una pinza, che
schizza sangue in ufficio e urla che tutti accorrono. Mentre scrivo la
stanno portando all'ospedale, e stasera chiamerà Manu e Gully per
rimandare il gelato e farsi venire a trovare, lei e il suo dito tronco.
Ah, meno male che io mi trovo in questo, di universo. Fiuuu l'ho scampata
bella!
Pero', essendo quello il magico ditino indice del mouse, ella non potrà
per un bel pezzo lavorare al compuer. Trovando cosi' soluzione a molti
dei miei crucci odierni.
>
plink
3 marzo 2003
post incompiuto
per sublimazione mancata
Stanotte ho dormito in soggiorno, nel divano letto, e mi sono addormentata
tardissimo, guardando un vecchio film di Abel Gance.
Da Marzullo c'era Massimo Fini. Che pero' diceva cose giuste, che ogni
paese deve filare la propria storia, come abbiamo fatto noi, e che l'Africa
stava meglio 30 anni fa, perchè cio' che crediamo di aver portato
li' sottoforma di aiuto ha invece scombinato tutti gli equilibri.
Devo andare in Africa. E non a fare la turista cazzo.
Sono tutta rotta e dolorante. Febbre e attività varie del week
end. Tra cui una passeggiata a Piazza del Popolo che è sempre bellissima.
Non avevo mai notato il negozio della Fabriano a Via di Ripetta. Mooolto
carino. Ma totalmente inutile.
Festa mascherata da Biccio
e Betta.
Lui che aspettava da una vita di vestirsi da borg, e lei perfetta nei
panni della piccola Mercoledì Addams. Wile
e la Jena, alias Capitan Harlock ed Esmeralda, hanno battuto tutti
pero'.
Io e la Cri
siamo vestite da ragazzine stupide e felici. Il suo benzinaio e il mio
supereroe si aggirano per la festa insieme ad Arsenio
Bravuomo, con il quale non ho bisogno di parlare per sapere che mi
piace, basta la sua camicia infilata al contrario, e altre cose che oggi
non so dire per via del titolo. Ballo come mi andava di ballare da mesi
e anche per questo sono stanca e tutta rotta.
Abbiamo anche rivisto Amelie, ma la scia di dolcezza e semplicità
durata per tutta la domenica oggi è sparita. Siamo anche andati
avanti con il nostro libro, e un altro capitolo de L'Isola di Arturo
si è volatilizzato nell'aria fra i vapori dell'acqua calda, letto
ad alta voce mentre mi insapono nella vasca. Anche quell'odore li' è
andato via, oggi.
Mi rimane solo un desiderio di altrove. Di Procida, per esempio. E non
per lei, ma per quello che significa. O potrebbe significare.
Ma lo dirò quando ne sarò capace.
>
plink
|
Autoreferenze
Lanfree mi ha intervistato via icq
Comicblog
ha disegnato una vignetta sulla Pizia
Sto scrivendo
un libro sui blog per la Hops Libri
Presto
in libreria "Blogout" di Fabrizio Ulisse che raccoglie i migliori
post di 10 blog (tra cui questo)
sto
leggendo
Ogni cosa è illuminata
L'isola di Arturo
sto ascoltando
Elio e le storie tese
Pierannunzi
ho visto
La
finestra di fronte
archivio di cosette mie
Legge
di Murphy dei blog
Fumetti
Bloggers
Pizia's dream
My CV
400 motivi per cui vale la pena vivere
foto di San Francisco
foto di Palocco
Pixel
HIV
My life in Chicago
ho scritto su
Gnu Economy
Internet News
Wash It on Post
Pioggia Acida
This
work is licensed under a Creative Commons License. |