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30 luglio 2002
Aserejé, ja deje tejebe tude jebere
sebiunouba majabi an de bugui an de buididipí.

29 luglio 2002
mi manchi un sacco...avrei dato il mondo per salvarci, ma anche io sono una regina senza regno, anche io sono impotente.
Stanotte verrò a darti dei bacini mentre sogni.

26 luglio 2002
Un anno.

25 luglio 2002
Vienimi a prendere, sono stanca.
Ho provato, con tutte le mie risorse, ma non so dove grattare le forze che mi servono. Ho arrancato, e a volte qualcosa tornava, un miraggio, tanto basta perchè l'adrenalina stirasse la schiena, e mi rialzavo pronta a sfidare il caldo e la sete per arrivare. Ma durava poco. Ho tanta voglia di accucciarmi qui e dormire, vienimi a prendere. Potrei riposare, mi dico, e poi riprendere con più convinzione, ma so che se mi addormento potrei non risvegliarmi più.
Avrei potuto riposare partendo, una vacanza dove tutto è diverso e lontano, dove è silenzio e natura selvaggia; mi avrebbe riportato alla vita. Ma il mio lavoro chiede sacrificio e non paga, e chiede ancora sacrificio perchè possa pagarmi, ed io non ho quindi i mezzi per una vacanza, mentre mi si continua a chiedere di tener duro.
Ma loro non lo sanno, che io sono davvero stanca. Le dita fanno male, le unghie non le sento più, su di loro tutto il peso del mio corpo. Ho provato, le mie braccia e le mie gambe lo sanno, ma non riesco a risalire la china; vedo sopra di me, sulla distesa erbosa che non riesco a raggiungere, qualcuno giocare in lontananza, voci e risate. Vorrei fare un ultimo sforzo e tirarmi sù, andare li' a stendermi orizzontale fra l'erba ed il cielo, a riprendere fiato. Ma non so proprio in che lingua, ancora, dirlo ai miei muscoli; che tanto anelano al sonno e ad un letto, anche fosse il letto di quel fiume secco giù in fondo.
Che sia il prato o che sia il fondo, mi è ormai quasi indifferente.
Quel che voglio è non sentir più questo male.
[8.50]

Lo sai che non la leggerò. Non è proprio il momento.
[6.45]

24 luglio 2002
Cena in giardino in 6. Fiaccole, luna, tranquillità:

G - Si vede che sei tu quella forte nei rapporti...

E - Ma perchè la pensate tutti così? che vuol dire forte? che vuol dire debole?

G - Quello debole del rapporto è quello che non sa stare nè con te nè senza di te, che vorrebbe fare senza ma non ci riesce, che si accorge delle difficoltà ma contraddice continuamente se stesso e ti rimane accanto.

E - Ma perchè sotto sotto è quello che vuole, è così che sa amare.

G - Ma la paura di perdere qualcosa dove la metti?

E - Cioè?

G - ...come avere davanti una torta e sapere che fa ingrassare, ma mangiarla lo stesso e voracemente per paura che passi il cameriere e se la porti via.

E - daccordo, allora considera che io la torta nemmeno la vedo, ti sembra meglio la mia posizione?

G - Cioè?

E - Credo che l'amore sia un illusione

G - Sei sempre stata così disillusa?

E - No

G - Ti sei mai innamorata dei difetti di qualcuno, solo perchè erano i suoi?

E - No

G - E come hai fatto? li hai sopportati?

E - No, non ero interessata ai difetti. Erano altre le cose che mi piacevano. Ho sempre scelto ogni giorno la persona che mi stava vicino, perche' ogni giorno amavo le cose di cui mi ero innamorata all'inizio.

G - Ma così hai amato solo per quello che una persona faceva, non per quello che era.

E - Non lo so, non credo di esserne capace...mi da' l'idea della rassegnazione.

G - E' questo ciò che ti fa forte nei rapporti.

E - Ma credi che io stia meglio per questo? non credi che perdersi sia, tra le due, la cosa più auspicabile? non credi che vorrei tanto essere io quella debole?

G - Ma certo che vorresti, anche io lo vorrei, tutti vorremmo essere quello debole, essere schiavi di una passione. Essere quello debole significa amare davvero, di un amore incondizionato.

E - A volte penso che sarò capace di amare davvero solo con un figlio...

G - A voi donne vi salva lo spirito materno, infatti. Quello che non capisco è perchè vi rifiutiate di amare allo stesso modo il vostro ragazzo. Perchè siete terrorizzate dall'idea di fare da madre ad un uomo?

E - E se io in un uomo cercassi un padre?

G - Ma tu in un uomo devi cercare tutto, così come un uomo in una donna cerca tutto: la sorella, l'amante, la figlia, l'amica e la madre. Ma se non ti senti anche un po' madre verso il tuo ragazzo, se non senti di amarlo completamente e incondizionatamente il tuo amore non è completo.

18 luglio 2002
Hit me as hard as you can.
Conosco l'assenzala mancanza.glispruzzid'acquaSo cosa vuol dire cenare per l'ultima volta con una persona. Immaginare per anni la sua figurale sigarettesulla poltrona, ricordare la sua voce, fissare chi porta in volto alcuni il costumedabagnosuoi tratti somatici, ilsudorescoppiareglialtri nella disperazione e nell'impotenza, lamancanzafarsi continuamente, continuamenteildesiderio, continuamente una ragione, che qualcosa non è più.
La mancanza milapioggia riporta lacasabambina. Non si fa mai sentire, lacocacolanon si fa mai vedereilmaisalchili, ma il suo pianto è sempre fresco. Solo lei bladerunnerpiange così. lastazioneE sempre e soloicapelli per la stessa ragione. Ha un colore, e un odore forte. Le cose che levacanze illavoromancano hanno tutteilblog lo stesso ledonnesguardo. leemailMi prendono l'anima, ilportatilel'attorcigliano fra le lenzuola, si ripresentano ad ogni angolo della casa, ad ogni icqora del giorno, nelle parole dii libri chi ascolto ilconsumoper sbaglio, nei ricordi che lapizzalapastasfilo e rinfilo, sfilo e rinfilo.
La lapresenzamancanza ha lavogliaun'odore che mi uccide. E' iltrenola piu' presente l'amoredelle assenze. ilcascoInvade la casa, ifilmle strade, la vista a perdita d'occhio, le venature delle foglie, i minuscoli chicchiilcaldo di polvere sulilfreddo pavimento gliassegnidel terrazzo.
La fightclubmancanza mi rende folle, l'acquadellapastairrazionale. Quando credo sia finitaifumetti mi alzo e invece ricomincia. l'adslSperi glismsnelle distrazioni, leorecchieti convinci che ce lefotola farai. E ce la fai sempre.
Finchè qualcosa non mancherà di nuovo. leginocchiaE' sarà morire un'altra laschienavolta. lemani gliocchi leossa lelabbra ilcollo ilnaso lespalle, ilbacino
Io, in realtà, glimp3non ho più parole nuove sulla cosa. Credo di averle usate tutte 11 anni fa.
Poi oggi dellailsesso cenerelavascadabagno è leparolecaduta da una latendasigaretta, e si è posata per terra nel silenzio riderepiù assoluto. E questo piangereniente leaspettativemi ha fatto male l'impotenzacome non mi ricordavo più.ibaci...

[20.00]

Mi resta appena una solitaria voglia di amare e di sentire...

Non so in quale modo la successione
dei giorni ha trovato questo mio essere
che finora ha ignorato se stesso.

Non so quale vago tempo ho attraversato
nei brevi giorni di febbrile assenza
di una parte del mio essere.
Ora non so cosa c'è in me che aleggia sopra
quella cosa ignota che ho perduto.
Stanco ormai in un altro vago modo
mi sento uguale in modo diverso:
non so esattamente cosa è cambiato
in me e non so cosa mi resta di me
se non questa vaga e orribile
soffocazione dell'esistenza inerte
di paura. Ma non è più la stessa.

Ho paura, ma non è più la stessa
paura, e non è più la stessa solitudine
di una volta, quella in cui mi trovo.

Ho bruciato libri, carte;
tutto ho distrutto per restare proprio solo,
e non ne so il motivo, né voglio saperlo.

Mi resta appena una solitaria voglia
di amare e di sentire, ma nell'intimo
non sono educato né propenso
al sentimento, all'emozione, alla vita
ma piuttosto estraneo e in modo cupo,
e invece di essere orgoglioso per estraneità
sono estraneo per orgoglio.
...
Ma il profondo orrore di una volta
mi ha lasciato . Tutto credevo estraneo,
oggi, più vagamente, meno(...)
Tutto sento estraneo, lo sento, lo sento
fuori dal pensiero, non so come,
e vagamente più vicino al mondo.

In questo stordimento nasce in me
qualcosa di nero e strano e nuovo
che intuisco con timore e che una volta,
alieno da me dentro la mia anima,
io presentivo senza presentirlo,
senza una cosciente coscienza di esso.
Come una linea nera in un tramonto
che si innalza in nera nuvola e si oscura
e cresce, ascendendo o offuscando
il firmamento, sento che sorgono
preannunci di pena e smarrimento
in un silenzio che mi perdura dentro.

(F. Pessoa, Faust)

[11.14]

Scopro che farò la stessa vacanza di Wile e la Jena, mi devo preoccupare? :-)
[9.30]

15 luglio 2002
Mi manca un interlocutore.
Quelli di una volta non vanno più bene.
Sono diventata io più esigente, sono diventati loro più sempliciotti.
Una volta le persone e le cose che avevo intorno riflettevano qualcosa di me, quello che ero e che dicevo si rispecchiava in loro ed io mi riconoscevo in loro.
Oggi intanto mi annoio. E poi le mie parole cadono nel vuoto o, peggio, assumono forme orribili e inaspettate.
Sono confusa.
Dove sei, interlocutore ideale? Dove sei con il tuo sorriso calmo e i silenzi al punto giusto? Dove sei senza paure e senza difese? Dove sei con il tuo sguardo acuto? Dove sei senza cattiveria e senza giudizi facili del mio carattere difficile? Dove sei più forte della mia rabbia e della mia debolezza? Dove sei a non lasciarti mai ferire dalle mie opinioni? Dove sei? Dove sei, dove sei...
[22.15]

Orlando ha vinto Bardi!
E adesso, si festeggia!
[10.20]

12 luglio 2002
<light on> Andate qui <light off>
[21.20]

10 luglio 2002
L'indicibile.
Ho comprato anche io Diario di questa settimana, per leggere l'articolo di Ginevra Pezzotti sui weblog. Stesso taglio tecnico, stessi esempi, stesse identiche parole pronunciate al ws del Webbit da Mazzei-Cavedoni-Argazzi. Tranne che lì si erano dimenticati di citare Bloggando (è previsto che si vedano dinosauri nel parco dei dinosauri?) qui la Pezzotti, o chi per lei, ci ha pensato.
In ogni caso non mi piace quello che sento dire dei weblog.
Non si tratta solo di "tracce", di informazioni, di link e permalink, di scarni layout e dtd. Ci sarà qualcosa di più o no? Vogliamo proprio fare finta di nulla? Antonio ha sussurrato un timido "...e poi sì, sono importanti i contenuti". A distanza di un anno mi ritrovo a parlare di contenuti sul web, la scorsa estate era il webdesign ora i weblog.
Ma, di nuovo, dove sono questi contenuti? ve li tenete tutti per voi? Li contenete nei vostri blog oppure vi limitate ad illuminarli dalla finestra con una torcetta elettrica? Che gusto c'e' a mandare via dal vostro sito con un link chi vi viene a trovare? E poi visto che già si puo' generare dinamicamente un intero layout perche' non generare dinamicamente anche i link? Se invece, mi dite, la scelta è oculata, perche' allora non spendere due, cinque, dieci righe di commento su ciò che illuminate con la torcetta? Qualcosa vi avra' pur mosso dentro o no?
Io mi ci sento proprio stretta in questa definizione di weblog che mi sa tanto di banner che apre altri banner che apre altri banner, o di indici e sommari che non sviluppano mai un tema, e che non mi incantano nè in 50 minuti nè in 4 pagine come invece mi succede fra poche righe di molti blog che leggo.


Tutto ciò per dire che difenderò quella metà che rimane fuori dagli articoli e dai workshop. Difenderò i contenuti, e la loro natura indicibile, quella cosa inspiegabile che si prova durante la rassegna stampa giornaliera, che si prova quando si scrive e poi si pubblica, quando leggiamo i commenti, le email, quando dialoghiamo a distanza sorvolando la rete. Quella cosa che ho visto quando Biccio e Wile si sono stretti la mano, e quando Leo ha riconosciuto il tappeto etnico a casa della Jena.
Quella cosa che ho provato io quando ho visto Tabe alla stazione Termini, e il vestito a fiori di Vanessa fra i corridoi del Webbit, quando scrivi tra le righe qualcosa per qualcuno, quando scrivi per ore e quando scrivi di getto, quando ti scrivono persone che non conosci, e ogni volta che schiacci submit e pezzettini di te si sparpagliano via cavo per ricomporsi non si da dove e in chissà quale forma.
Indicibile. E inindicizzabile.
Continua...
[17.54]

Adesso lo devo fare. Inaugurare una nuova colonna qui sulla destra, delle parole che ricorrono. Come è possibile che per una vita non senti pronunciare una frase e poi nel giro di qualche giorno o qualche ora ti capita di sentirla più volte? E' quella cosa che si chiama pensiero unico al quale ci stiamo avviando? Qualcosa di vero ci sarà.
Le frasi che sento ricorrere ultimamente sono:
- Peana
- CDG (Conquista Della Galassia)
- Anche no

Le metterò in quella colonna cosi' le neutralizzo.
Comunque il discorso mi interessa e un giorno lontano lo affronterò. Così neutralizzo pure lui.
[12.33]


Dopo quelle via email e quelle recitate da un piccolo, ironico, cinico ed elitario modenese di cui nessuno parla mai, ho voglia di poesie di Gozzano. E de "I fiori" di Palazzeschi.
[11.00]

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