La seconda giornata inizia tranquilla, dopo una notte
"rumorosa"....i miei compagni di stanza, due "remieri" della
Querini che pur di partecipare alla manifestazione sono venuti a navigare per un
solo giorno, sarebbero rientrati a Venezia via Lugano in treno la mattina stessa. Prima di
scendere a fare colazione esco sul balcone e per fortuna ho la macchina
fotografica con me: il sole appena sorto illumina il Ticino e sullo sfondo il
Monte Rosa innevato, mi ricorda che la primavera è appena iniziata, anche se
siamo a maggio!
Lo sbarramento della Miorina (Golasecca) ci attende....caliamo le
imbarcazioni poco più a valle grazie alla gru dell'amico Bruno (mio omonimo, ma
di Pordenone) che ci ha raggiunti la sera prima e risaliamo fino allo
sbarramento in attesa di incontrare un comitato
di benvenuto, che solo successivamente scopriamo che proprio di benvenuto non
è!
Ci stanno aspettando per "gettare" la prima pietra della nuova conca che
dovrebbe essere costruita per permettere il passaggio delle imbarcazioni, ma
colmo dei colmi a momenti la pietra ce la tirano addosso! Entriamo agevolmente
all'interno della Conca, ma il Caporale di Giornata ci chiede di uscire neanche
tanto gentilmente per incomprensibili motivi di sicurezza: forse aveva paura che
muri in cemento armato spessi oltre un metro ci potessero crollare addosso oppure il peso di Lui
stesso far sbriciolare un muro di tali dimensioni.......Visto che non eravamo
graditi, rifiutiamo il rinfresco offerto e partiamo verso il prossimo
sbarramento lungo il Ticino.
Il
primo tratto di Ticino è senza dubbio molto bello, acque limpide con una
leggera corrente permettono agevolmente di vedere grossi pesci che al nostro
passaggio fuggono alla ricerca di un luogo di frega più sicuro. Successivamente
il colore dell'acqua da azzurro passa ad una gradazione più verde e la corrente
praticamente dalla barca è impercettibile, lungo le rive spicca uno pseudo
castello, un ristorante dotato di darsena e alcune abitazioni completamente
immerse nel fitto bosco che contorna le rive del fiume.
Navigando
lentamente per godersi meglio il paesaggio, giungiamo allo sbarramento di Porto
Torre soprannominato del Pan Perduto, chiamato così nel 1177 quando iniziarono i primi lavori di deviazione
del Ticino, lavori che durarono solo qualche mese a causa di ostacoli
insormontabili: tutti gli sterratori persero il lavoro e la possibilità di
acquistare il pane o di mangiare tutti insieme durante i lavori di scavo.....da
qui "pan perduto"! I lavori ripresero qualche anno più tardi ed il
canale realizzato è stato più volte sfondato per dare la giusta portata
d'acqua che permettesse di irrigare le coltivazioni nella zona nord ovest di
Milano.
Durante l'alaggio delle imbarcazioni, per sdrammatizzare una
situazione critica, abbiamo rinominato il luogo "Range perduta", dato
che l'auto di Giampaolo, che soffriva già di problemi di temperatura durante il
tragitto autostradale, ci lascia a piedi dato che il radiatore scoppia
irrimediabilmente. Chiamato il soccorso stradale e caricata la Range Rover,
abbiamo la fortuna di avere una giardinetta della Protezione Civile che si offre
di trainare il carrello fino a Boffalora dove saremo arrivati in serata. E'
proprio vero.....chi trova un amico trova un tesoro!
Aspettando
il carroattrezzi, abbiamo la fortuna di conoscere un Maresciallo ed un Appuntato
della Benemerita, i quali ci offrono di poter avere un passaggio "senza
manette" sul sedile posteriore dell'auto di servizio, fino alla centrale
elettrica di Vizzola Ticino dove le imbarcazioni sarebbero state rimesse in acqua......eravamo io
e Italo, il robusto braccio destro del Presidente. Durante il tragitto abbiamo
avuto anche la fortuna di ritrovare uno dei cuscini di una delle imbarcazioni e
guarda caso era proprio quello dell'ammiraglia. Giunti a valle della Centrale di
Vizzola,
possiamo vedere dall'alto l'importante salto d'acqua, che per permettere la
navigazione ricorre a ben 5 conche consecutive, il dislivello maggiore che si ha
sull'intero tragitto.....oltre 75m.
Reimmesse in
acqua le imbarcazioni a valle della centrale di Tornavento, il tratto di
canale industriale fino a Turbigo è senza dubbio caratterizzato da una corrente
forte e costante, che ci permette, pur mantenendo i nostri motori al minimo, di
fare avere una velocità abbastanza sostenuta ed infatti arriviamo nei pressi
della Centrale Idroelettrica di Turbigo recuperando tutto il tempo perduto a causa dello
scoppio del radiatore.
Rapido
trasferimento in centro a Turbigo, dove sorpresa sorpresa, andiamo a mangiare in
un locale che si chiama "Piadina, che passione" gestito da un cuoco
romagnolo, che ha importato le specialità della riviera romagnola fino ai piedi
delle alpi. Il primo pomeriggio siamo invitati ad assistere ad un'esibizione di
WAKE sul naviglio, dove la fuoriuscita dell'acqua della centrale termoelettrica
ENEL crea un'onda
anomala, grazie alla quale intrepidi ragazzi si accingono a fare delle
evoluzioni nell'acqua fresca.....a dire la verità è venuta un poco di voglia
anche a noi di fare un bel bagno, ma purtroppo era giunto il momento di
ripartire.
In
questo tratto di naviglio dobbiamo fare molta attenzione, sia nel passaggio
sotto ai vari ponti in mattoni, dove una forte corrente con effetto Venturi fa
accelerare le imbarcazioni, sia per la presenza di alcune rapide che ci
obbligano ad alzare il piede dei motori per ovviare a spiacevoli inconvenienti,
come quello di rompere un'elica.
Parcheggiate
le imbarcazioni nella piazzetta di Boffalora Sopra Ticino, scopriamo che il
Mekong non è poi tanto lontano, basta l'ingegno di un fabbro ed ecco realizzato
un motore fuoribordo da un motore derivato da una BCS (tagliaerba o
motofalciatrice). Accaldati sia per il sole che per il salume mangiato a
pranzo, facciamo un salto in albergo ad Abbiategrasso e facciamo rapido ritorno
a Boffalora dove mangiamo al Ristorante Croce Bianca, passato il ponte sul lato
destro. E qui c'è la sorpresa: locale ristrutturato e molto di classe, ci
accoglie assetati ed affamati come veri lupi di mare e quanto ci viene
sottoposto dallo Cheff ci lascia di fatto a bocca "piena".
Anche
stasera ci siamo abbuffati.....rientriamo in albergo, dove per la prima notte
dormo con gli amici Mino e Massimo, spero che questa notte sia meno rumorosa, ma
appena mi sono coricato ho perso conoscenza fino quando suona la sveglia della
mattina successiva: day 3!