4° giorno: la sveglia all'ottavo piano dell'albergo, non è senza dubbio
buoni auspici! Metto la testa fuori dal balcone ed il tempo non è dei
migliori......anche se vedo il sole che tenta di bucare una fitta coltre di nubi
nere e minacciose. Oggi, secondo il breefing della serata precedente è una di
quelle giornate considerate pesanti: dobbiamo alare e calare le imbarcazioni
più volte in acqua, dato che il Naviglio Pavese che oggi percorriamo per
l'intero tragitto è stato ormai declassato da decenni e le conche sono in
pessimo stato, se non fatiscenti.
Usciamo da Milano e le sue trafficate strade intorno ai navigli grazie alla
"scorta tecnica" della camionetta della Guardia di Finanza, ma
nonostante la fila di imbarcazioni fosse difficile da non notare, qualcuno ha
avuto il coraggio di perdersi...... Caliamo le imbarcazioni dopo il ponte a raso
di Badile (lo darei in testa all'amministratore che ha firmato l'autorizzazione
alla costruzione di questo bel ponte...) e le nuvole sembrano aprirsi man mano
che il sole si alza. Quando partiamo le nuvole all'orizzonte, nostra
destinazione, sono belle scure e non fanno sperare nulla di buono, ma siamo
attrezzati anche per la pioggia!
Il Naviglio Pavese, declassato alla navigazione ormai da
anni, è senza dubbio un paradiso
per animali acquatici, pesci e soprattutto germani reali che di tanto in tanto
incontriamo lungo il nostro tragitto: per chi non fosse campagnolo
come chi vi sta raccontando questo diario di bordo è da sottolineare il
comportamento delle mamme germano che per proteggere la figliolanza si mettono a
scappare facendo finta di essere ferite o con un'ala rotta.....in questo modo
distolgono l'attenzione del predatore o dell'uomo dai piccoli e solo dopo
essersi accorta che a noi non interessano i suoi piccoli, spicca il volo e rientra
in acqua facendo un giro di 180° intorno a noi ed ammarando vicino ai piccoli
lasciati precedentemente.
Le conche che incontriamo lungo la discesa risalgono agli anni 1810/1812,
data che possiamo notare sul lato sud di ogni conca che abbiamo scavalcato
ricorrendo al nostro camion dotato di gru (grazie Bruno e grazie Martin)
Arriviamo alla conca della Certosa di Pavia e, dopo aver messo le imbarcazioni
sul carrello, ci fermiamo a fare pick-nick nelle vicinanze della conca, rilevando
la sporcizia e lo stato di abbandono.... quasi fosse una discarica.... e la famosa
Certosa dista solo a1km di distanza! La prossima volta non passeremo da Certosa
il lunedì, dato che è l'unico giorno di chiusura e non riusciamo nemmeno ad
avvicinarci, dato che troviamo i cancelli chiusi.......peccato!
Dai tagli sulla bitta la conca doveva funzionare a pieno regime
e dovevano avere uno scopo anche le scale di risalita per trote, scala di
risalita presente in ogni conca pavese, è un chiaro
segno che gli austriaci pensavano a mantenere inalterato il sistema di risalita
dei pesci, pur bloccando di fatto la libera circolazione del pesce con la
chiusura alternata della conca. Ripartiamo nel primo pomeriggio e caliamo nuovamente le
imbarcazioni appena fuori Certosa dove un'altra conca non funzionante ci avrebbe
bloccato nuovamente la strada dopo neanche un km di discesa....per cui saltiamo
questo breve tratto e preferiamo risparmiare gli uomini, data la lenta
digestione.
Arriviamo alla periferia di Pavia e dobbiamo alare le imbarcazioni
nuovamente, a causa ponti con un tirante d'aria troppo basso per fare passare
anche le nostre Windy del cantiere Conero.......ma ci aspettano in darsena in
centro a Pavia. Il castello Visconteo a due passi della darsena, darsena che è
qualcosa di molto bello, con alberi sia a destra che a sinistra.
La sera, dopo aver rimesso le imbarcazione in acqua sul Ticino
all'Associazione Motonautica Pavia, abbiamo la fortuna di avere un rinfresco
all'interno del Castello Visconteo e la tiepida serata ci permettere di godere
dell'intera vista dell'antico castello, completamente restaurato: meraviglioso!