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A ventisette anni, ero impiegato in un'agenzia di cambio specializzata in azioni minerarie, a San Francisco, e conoscevo a fondo il mercato di Borsa. Solo al mondo, non potevo far conto che sulla mia perizia e su una reputazione di assoluta onestà; ciò bastava, comunque, ad istradarmi sulla via del successo, ed ero soddisfatto delle prospettive che mi si schiudevano. Mark Twain - La banconota da un milione
di sterline e altri racconti - Newton & Compton, trad. Gianni Pilo,
Sebastiano Fusco
L. Tolstoj, Anna Karenina |
LIBRI INDICE PAG. 10
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... Non volli mandare avanti il plotone; andai io stesso prima a esplorare il terreno. Tutto solo mi avventurai in quell’inferno, sostando qua e là, saltando ora in una buca, ora dietro un sasso. Dalle feritoie della trincea nemica fui certamente scorto, e mi si tirò addosso con furia: delle pallottole mi fischiarono rabbiose alle orecchie, una mi lacerò il piumetto, un’altra mi attraversò la manica sinistra, senza per fortuna ferirmi. Con la coscienza netta del pericolo, strisciai cautamente dietro un masso, sostandovi qualche minuto. Proseguendo incontrai l’eroico Sten. Cenci, di Rimini, carissimo amico, ferito a una mano e a una gamba che, con in pugno la sua pistola, guardava attentamente intorno a sé, strisciava, saltava da un riparo all’altro, retrocedendo per recarsi al posto di medicazione. Mi gridò: …. “Dove vai, disgraziato? Non lo vedi lì il Trincerone? Torna indietro, se non vuoi farti ammazzare come un cane! Quanti poveri bersaglieri sono già morti! E quanti feriti sono qui intorno e giù in trincea!” . Furono le ultime parole che sentii dalle sue labbra, povero Cenci. Da Bersagliere ad ardito Ludovico Lommi
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