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L'Identikit

  

Giampà, Princivalli, Temelin e Zaniolo: missione compiuta!
 
Si conclude con questa quaterna la rubrica degli identikit dei calciatori del Messina che ci hanno "regalato" la promozione in A, alla nostra analisi ed alla vostra lettura mancavano Giampà, Princivalli, Temelin e Zaniolo: eccoli!
Domenico Giampà, detto Mimmo, arriva a gennaio dalla Ternana che in quel momento appare lanciata verso la promozione in A per rinforzare il Messina che ancora gravita nell'area spareggio, e che proprio in quel momento appare in leggera flessione.
L'esterno calabrese arriva sullo Stretto per una felice intuizione del diesse Fabiani, che lo preferisce a Zanini del Napoli (la cui trattativa si muoveva tra mille difficoltà per le richieste della società partenopea), perchè il "trottolino" catanzarese avrebbe potuto essere importante per il gioco sulle corsie esterne, specie a destra dove Lavecchia, complice l'infortunio ad Ametrano, non aveva una valida alternativa.
Giampà lascia Terni, dove i compagni lo prendono per "matto", ed arriva sullo Stretto in comproprietà dal club umbro, a convincere il giocatore al trasferimento sono il ritorno verso l'amato Sud, il rapporto teso con l'ex diesse della Ternana Capozucca e la presenza di alcuni vecchi compagni in giallorosso, ed anche il fatto che la passata stagione il giocatore era già stato ad un passo dall'approdare al Messina.
Andiamo con ordine, la carriera di Mimmo inizia nel settore giovanile del Catanzaro (con cui esordisce in C/2), ma decisivo per la sua affermazione diviene il passaggio al Croteone in Cnd dell'ambizioso presidente Vrenna sotto la guida di Bruno Giordano, e con la maglia dei pitagorici nella stagione 96-97 conquista la promozione in C/2.
La stagione successiva si conferma ad alti livelli con il Crotone, ed al termine del torneo approda alla Lucchese militante in B con cui disputa nel 98-99 un positivo torneo, in estate ritorna al Crotone che nel mentre è approdato in C-1 che allestisce una formazione in grado, non senza sorpresa, di conquistare la promozione nella serie cadetta, inutile dire che il "trottolino" è uno dei trascinatori di un gruppo in cui milita anche Aronica.
Il primo campionato in serie B del Crotone allenato da Papadopulo galvanizza giocatori ed ambiente, ad Aronica si aggiunge Ametrano della rosa dell'attuale Messina, Mimmo colleziona la sua migliore stagione con 37 gettoni di presenza e 4 reti. e la formazione si colloca nella classifica finale a ridosso delle posizioni di vertice mostrando un bel calcio. 
Alle illusioni estive dei propositi del presidente Vrenna che aspira alla promozione in A, segue una disastrosa successiva stagione dei pitagorici che così retrocedono in C, Giampà è uno dei prezzi pregiati di quella squadra, e l'allora diesse del Messina Nicola Salerno vuole portare in giallorosso sia lui che Fialdini ed il giovane Russo (questi ultimi poi arriveranno...), sorgono numerose difficoltà economiche al trasferimento, anche perché nel mentre si innesta una spirale di "crisi economica" con poco denaro che circola sul mercato ed il club ancora del presidente Aliotta non riesce a capitalizzare la cifra prevista per Godeas, nel mentre la stessa iscrizione del sodalizio peloritano è messo in crisi dalle casse vuote, e si consuma il provvidenziale passaggio di proprietà per garantire la salvezza (ed oggi conquistare la promozione...) con l'arrivo al timone di comando del già azionista Gruppo Franza.
Nella fase di stallo delle trattative, Vrenna cede alla Ternana del presidente Agarini Giampà, che con la maglia dei rossoverdi umbri si rilancia nella prima stagione in cui ha tra i compagni di squadra anche Guzman e Zaniolo.
I propositi di promozione in A degli umbri erano apparsi concreti, Giampà accettando il trasferimento a gennaio ad una rivale, fece comprendere che qualcosa in Umbria si stava incrinando, ed oggi possiamo dire che il "trottolino" ha vinto la sua scommessa, vedendo nel giusto.
Nicola Princivalli, centrocampista triestino di nascita e formazione calcistica, incarna il tipico esempio di giocatore che è sul punto di "esplodere", e per cui bisogna attendere in considerazione dei mezzi tecnici non indiffirenti di cui è in possesso, nelle file giallorosse lo si è visto per lo più defilato a sinistra, sebbene il suo ruolo naturale sarebbe quello dell'interno di manovra, una mezzala a tutto campo.
Nik o "Princi" è diverso da molti altri calciatori, perché lontano dai classici stereotipi comuni al calcio, è un ragazzo serio, taciturno (ma due anni in Sicilia lo hanno reso già più estroverso), amante delle leture impegnative durante le ore del ritiro, studente in lettere presso l'Università di Trieste, ad incrociarlo sembrerebbe un esistenzialista Sartriano, che vive il mondo esterno con un misto di paura e diffidenza in cui talvolta trova spazio l'adrenalina delle emozioni.
Arrivato in giallorosso a parametro zero dalla Triestina (cinque stagioni con due promozioni all'attivo), neopromossa in B, insieme con il difensore Michele Bacis (oggi alla Fiorentina) per merito di Nicola Salerno, nella passata stagione è stato tra i protagonisti della prima parte di stagione, tutti ricordano la sua rete al Palermo con una precisa conclusione da più di venticinque metri a beffare Sicignano, per poi eclissarsi verso un finale anonimo di campionato, per ragioni ancora non chiarite venne costantemente relegato in panchina dall'allora tecnico Oddo, ed anche con Bolchi trovò poco spazio.
In estate, il Messina lo inserì come contropartita tecnica insieme con Sportillo nell'ambito dell'operazione Parisi, cedendo metà del cartellino alla società alabardata del presidente Berti con cui svolge la fase di preparazione, ma in occasione della prime amichevoli e del rientro nella città giuliana viene apertamente bersagliato da una pesante contestazione.
Il ragazzo, visibilmente scosso, chiede ed ottiene di poter ritornare a Messina e nelle prime settimane di campionato è stato sicuramente uno dei giocatori più in forma nel gruppo, sebbene sacrificato dalle scelte del tecnico Patania.
In questa stagione alla terza giornata, al suo debutto, contro il Vicenza subentrato dalla panchina a pochi minuti dalla fine prima realizza la rete del pari (che sarà la sua unica stagionale), e trascinato dall'incitamento del pubblico sfiora persino la rete del raddoppio.
Inizia a ritagliarsi un ruolo da titolare nella prima parte di stagione, prima con Patania che però gli affida ruoli più offensivi a lui poco congeniali, poi con Mutti anche in considerazione dell'infortunio che priva il Messina di Sullo.
Se è vero che sul campo "Princi" avrebbe potuto per i mezzi di cui è in possesso fare di più, è anche vero che il suo importante contributo alla causa giallorossa l'ha dato in maniera più discreta all'interno degli spogliatoi lontano dalle luci dei riflettori.
Temelin è arrivato a gennaio dalla Spal,  nell'ambito dell'operazione che ha riportato al club estense Artico, per fare la quinta punta dell'organico giallorosso, ed ha lavorato 
con impegno, senza creare malumori e soprattutto diventando uno dei più amati per la solare allegria dai compagni di squadra.
Nativo di Pescara, ma cresciuto all'interno del vivaio dell'Atalanta, ha modfo di mettersi in mostra con la formazione "primavera" orobica al fianco di gente come Morfeo, i gemelli Zenoni, Chianese, e con cui esordisce in A
Alla tribuna con la prima squadra, seppur giovanissimo preferisce un lungo girovagare 
formativo nei club della provincia lombarda militanti nelle serie inferiori, Solbiatese, Albinese (la formazione che attraverso la fusione con il Leffe ha prodotto l'AlbinoLeffe) e la Pro Sesto con cui nella stagione '98-'99 si mette in mostra realizzando 16 reti che gli valgono il passaggio dalla C/2 alla serie B con il Treviso la stagione successiva.
La stagione trevigiana non è molto fortunata (13 presenze ed 1 gol), e segue il passaggio alla Spal, con il club di Ferrara disputa tre stagioni e mezzo in C/1 prima di approdare in giallorosso nello scorso mercato di gennaio.
Igor Zaniolo, è stato per tanti versi il giocatore "croce e delizia" della tifoseria giallorossa, infanticabile nel lavoro meno appariscente per un attaccante, ossia quello di fare pressing, svariare sul intero fronte d'attacco, giocare di sponda, ha peccato inevitabilmente, anche perché sfiancato da un simile lavoro, di lucidità davanti al portiere avversario.
In molti ancora ricordano l'urlo trattenuto in gola in occasione della gara interna contro il Torino quando fallì una favorevolissima occasione in pieno recupero, per non parlare dell'agevole "tap-in" fallito ad Ascoli, ma ogni rimpianto per quello che doveva essere deve lecitamente essre riposto, per applaudire la forza di volontà, lo spirito che ha animato il centravanti genovese in questa stagione, perché un pezzo della serie A conquistata dal Messina passa attraverso le sue reti, magari non di pregevole fattura ma quanto mai importanti, se non fondamentali come quella di Trieste.
Di quanto Zaniolo abbia sentito, maturato, sudato e sofferto nella stagione ne trova testimonianza quel pianto di sconforto, da crisi di nervi nell'imbocco degli spogliatoi ad Ascoli a conclusione di un match in cui come detto aveva avuto due nitide occasioni, la prima fallita per sue colpe, la seconda su cui si era superato il portiere Micillo, e che a tanti hanno riocordato lo sconforto di Vittorio Torino dopo il rigore di Avellino, ma l'errore di Igor non ha avuto conseguenze.
La stagione dell'attaccante ligure è stata all'insegna del lavoro, nel corso della gara così come in ogni allenamento, all'insegna delle motivazioni che il giocatore aveva di ritrovare la migliore forma dopo la sfortunata stagione da cui era reduce a Terni per le incomprensioni con il tecnico Beretta e l'ambiente umbro, ma soprattutto per potersi regalare un traguardo speciale a lui stesso che in carriera aveva debuttato in B a Cosenza solo due stagioni or sono, dopo tanta "gavetta" che dopo gli esordi in C/1 con l'Alessandria e il Crevalcore, lo aveva visto scendere nel CND per due stagioni con Valle d'Aosta e Sanremese, prima di ritornare in C/2 con lo Spezia con cui era rimasto per quattro stagione in cui si erano condensate le emozioni della promozione in C/1 e qualche delusione.
Arrivato sullo Stretto con un figlio (Niccolò) presto oltre che per la promozione in A potrà festeggiare la nascita dell'atteso secondo figlio, ed a guardarlo a posteriori 
questo anno messinese sarà ricco di soddisfazioni per Igor.
(Giuseppe D'Amico)   

 

Identikit arretrati

Bortolo Mutti

Sasà Sullo

Roberto Carlos Sosa

Gentile, Guzman, Lavecchia

Parisi, Di Napoli

Accursi, Aronica, Ametrano

Fusco, Guzzo, Rezaei, Zoro

Campolo, Coppola, Mamede

Storari, Bonnefoi, Greco Gianbruno

Zaniolo, Princivalli, Giampà, Temellin

 

 

 

 

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