"A" come
Accursi, Aronica e Ametrano.
Non vi è una squadra
che possa definirsi vincente, se non sia stata costruita sulla
forza del gruppo ed in cui quelle che in gergo vengono considerate
le "seconde linee", o "riserve", nel momento in cui vengono
chiamate in causa, non solo non fanno rimpiangere gli assenti,
ovvero i cosiddetti "titolari" ma si rendono autori di prestazioni
impeccabili, rivelandosi preziose risorse a disposizione del
tecnico.
La rosa del Messina
come noto non è particolarmente nutrita, e spesso mister Mutti ha
dovuto fare i conti con le scelte obbligate imposte da infortuni e
squalifiche, ma l'apporto di coloro che sono subentrati, specie
nel reparto difensivo, meritano una speciale menzione di merito,
riconoscimento alle prestazioni da "incorniciare", perfette o
quasi, di gente come Accursi ed Aronica.
Salvatore Accursi,
meglio noto come "Sammy", veste la maglia giallarossa dall'estate
del 1998 quando il Messina neopromosso in C/2 sotto la guida di
Pietro Ruisi, dopo averlo seguito attentamente nel precedente
torneo di Cnd nelle file del Locri (due i tornei di Cnd all'attivo
per l'allora ventenne).
Le cronache del tempo
"narrano" di un famoso sbarco dalla Caronte a bordo di una Y10 per
il riservato ragazzo calabrese che sin da subito riesce a
ritagliarsi un ruolo in squadra ed in specie con l'arrivo sulla
panchina giallorossa di Stefano Cuoghi che "scommette" (e vince)
puntando nei due tornei di C/2 su Sammy quale uno dei tre centrali
della difesa.
Il Messina al secondo
tentativo approda in C/1, ma cede i giovani "gioiellini" Manitta
(al Lecce in A) ed Accursi (al Cagliari in B), ma l'esperienza in
Sardegna si rivela presto amara per Sammy, che preferisce
raggiungere il suo "mentore" Cuoghi al Brescello in C/1, ma il
torneo nelle file emiliane si conclude con una retrocessione sul
campo (poi arriverà il ripescaggio in C/1 per il club della
cittadina celebrata dal Guareschi).
Accursi reduce da una
stagione sottotono, ritorna al Messina (nel mentre promosso in B)
in base ad un accordo di comproprietà con il Cagliari e da cui poi
verrà definitivamente riscattato.
Il giovane difensore
centrale (classe 1978) si ritaglia un ruolo anche in B sotto la
guida di Arrigoni, e segna la sua prima (ed unica rete finora) in
giallorosso, ma viene frenato da qualche infortunio.
La stagione successiva
nel precampionato ritrova Cuoghi, che alla vigilia del debutto
lascia la panchina ad Oddo, ed ancora Sammy si mette a
disposizione del tecnico trapanese e conquista una maglia da
titolare fin quando la sfortuna lo porta ai margini della prima
squadra, e così la società a gennaio quando rifonda il pacchetto
arretrato con gli innesti di Giacobbo, Maietta e Zoro preferisce
cederlo in prestito al Martina in C/1 (allenato da Patania) per
farlo giocare con regolarità, ma prima Accursi prolunga il suo
contratto con il Messina.
Da Martina Sammy
ritorna rinfrancato dall'aver sfiorato una storica promozione, con
pazienza e saggezza si allena prima con Patania e poi con Mutti,
sembra destinato a lasciare nuovamente Messina a gennaio alla
riapertura delle liste, ma la sua costanza e le sue autorevoli
prestazioni quale vice Zoro a destra convincono tutti, ed in
specie Mutti, che ne esalta l'animo di combattente
Nel corso di questa
stagione Accursi ha già tagliato il nastro delle cento presenze in
giallorosso, sempre con l'umiltà e la serietà di un professionista
che mai "alza" la voce ma che risponde sempre con puntualità sul
campo.
Come Accursi,
contemporaneamente anche Salvatore Aronica muove i primi passi nel
torneo CND, ma il difensore palermitano che al tempo militava nel
Bagheria attira l'attenzione di vari osservatori e dalla Sicilia
emigra alla "primavera" della Juventus dove trascorre due
stagioni, nella seconda Lippi gli regala la gioia dell'esordio in
Serie A, pochi minuti che consentono al buon Totò di potersi
fregiare anche del titolo di campione d'Italia nel torneo '97-'98.
La Juventus all'inizio
della stagione successiva lo gira alla Reggina in serie B, ma
questa a sua volta lo cede a settembre al Crotone in C/1, con i
pitagorici Aronica resta quattro stagioni condite: dalla
promozione in serie B nel secondo torneo di C/1, dalla prima
stagione positiva stagione in B (in cui Papadopulo lo utilizza
quale esterno mancino in difesa), e dalla deludente seconda
stagione nella serie cadetta che vedrà retrocedere la formazione
del presidente Vrenna
La Juventus ne detiene
sempre il cartellino, lo "gira" al neopromosso Ascoli nella
passata stagione e nelle file dei marchigiani Aronica, insieme con
Lavecchia, ottiene una preziosa salvezza.
Qualcuno in
estate dall'alto della sua incompetenza definì Aronica un
"ronzino"... Totò ha dimostrato sul campo, come il suo mestiere
pretende, all'urlatore televisivo che è un
giocatore vero, e per
di più di un certo livello.
La presenza sulla
fascia sinistra del suo concittadino e amico Parisi (sono tra
l'altro
compagni di stanza sin
dal ritiro di Spoleto), e l'esigenze legate all'infortunio al
setto nasale di Rezaei nella gara d'esordio contro il Napoli lo
lanciano al centro della difesa giallorossa.
Quando viene
ricostituita la coppia centrale titolare Fusco-Rezaei per Aronica
la panchina diventa una costante, ma il mancino palermitano
combatte, si allena e quando viene chiamato in causa si rende
autore di prestazioni assolutamente eccellenti, su tutte quella
del "Barbera" di Palermo nel derby da assoluto "gladiatore"...
In quella occasione al
"Barbera" ero seduto in tribuna non molto lontano da una ragazza
castana che ogni volta in cui Aronica toccava palla urlava e
incitava Totò, aveva attirato la mia attenzione (e di gran parte
del pubblico di quel settore ad altissima prevalenza "rosanero"...), vi
confesso che sulle prime la guardavo perplesso e preoccupato, la
feci notare ad un mio amico tifoso del Palermo... era la
sorella!!
Come Accursi anche
Aronica ha sempre risposto sul campo, mai una polemica o un
comportamento sopra le righe, si è sempre rivelato all'altezza
quando è stato chiamato in campo, lui è l'uomo derby...
impeccabile la sua gara nel derby di ritorno contro il Catania,
una sicurezza.
Per inseguire la "A"
serve anche il recupero di un uomo d'esperienza e dalla estrema
generosità come Raffaele Ametrano.
Abbiamo recentemente
incontrato ed intervistato Ametrano, e non vogliamo essere
ripetitivi, ma il centrocampista napoletano che è assente dai
campi di gioco dalla gara persa a Livorno (l'ultima della gestione
Patania), prima che la "malasorte" si accanisse su di lui con due
infortuni, ha incarnato in campo un raro esempio di duttilità e
generosità tattica ricoprendo il ruolo di esterno sia difensivo
che di centrocampo, a destra come a sinistra, e di mediano
centrale.
Raffaele dopo esser
cresciuto nel settore giovanile del Napoli, esordisce in serie C/1
nelle file dell'Ischia, dopo due stagioni nelle file della
formazione isolana passa all'Udinese in B con cui conquista la
promozione in A e la maglia dell'under 21 (poi campione
d'Europa nel '96), dai bianconeri friuliani dopo una stagione in A
passa alla Juventus, qui trova pochissimo spazio, un gettone nel
torneo 96-97 che gli consentirà di fregiarsi del titolo di
campione d'Italia, e la vittoria della Coppa Intercontinentale
prima di passare a dicembre al Verona.
La stagione successiva
dalla Juventus a settembre passa all'Empoli sempre in A, la
stagione successiva dapprima scende in B al Genoa per poi passare
alla Salernitana in A, la stagione successiva è al Cagliari sempre
in A.
Nella stagione 2000-01
Ametrano si "rilancia" in B nelle file del Crotone neopromosso, la
stagione successiva "ritorna" al suo Napoli, sempre in serie B,
poi l'arrivo a Messina del d.g. Pavarese lo porta sullo "Stretto"
all'inizio della passata stagione, e bastano poche partite per
conquistare l'affetto della tifoseria giallorossa che ne apprezza
il dinamismo, il temperamento e la grinta che mette in campo.
Auguriamo ad Ametrano
di poter rientrare quanto prima e dare il suo contributo alla
causa giallorossa, l'uomo oltre che il calciatore lo meritano.
(giuseppe d'amico)