Scheda bibliografica:

Argomenti filosofici sulla
LIBERTA'

Quello che segue č un elenco parziale di libri e testi che ritengo di segnalare alla lettura e che mi propongo di integrare via via con altri titoli, evidenziando per ciascuno i concetti secondo me piu' rilevanti. Altri riferimenti sono presenti nelle schede bibliografiche in questo stesso sito.


1.
Ralf Dahrendorf (La liberta' che cambia) distingue le liberta' (liberty) e la liberta' (freedom), ovvero il tentativo di ampliare le chances di vita e lo stato in cui queste devono trovarsi, vale a dire le condizioni necessarie della liberta' che comprendono le liberta' fondamentali ma non, ad esempio, l'eliminazione della miseria che e' condizione sufficiente ma non necessaria della liberta' (pag.211). La poverta' e la disoccupazione hanno infatti un carattere diverso dalla violazione dei diritti umani, in quanto non possono essere abolite da un tribunale (Prefazione, V).
La societa' acquisitiva, osserva Tawney (La societa' acquisitiva) permette una apparenza di liberta', che pero' consiste solo "nell'assenza di ostacoli tra le opportunita' di avanzamento personale e coloro che la nascita, la ricchezza, il talento, la buona fortuna, hanno posto in posizione vantaggiosa per affermarle" (pag.84).
Oggi la liberta' personale, osserva Jeremy Rifkin (L'era dell'accesso) non e' piu' in relazione col diritto/esclusione dal possesso, ma con l'inclusione/esclusione da reti di relazioni reciproche (di natura economica/commerciale). Il divario fra chi e' connesso e chi non lo e' investe i meccanismi di comunicazione ed e' piu' grande di quello fra chi ha e chi non ha (pag.19). La proprieta' delle radiofrequenze (ora e' collettiva, domani sara' probabilmente privatizzata) costituisce il patrimonio piu' importante (pag.302). Il gioco maturo (piacevole, volontario, spontaneo, condiviso, socializzante, svincolato dal tempo e dallo spazio, pag.348), osserva l'Autore, e' l'espressione piu' alta della liberta' (pag.351).
Nel periodo storico del new deal americano, osserva Antonella Besussi (La societa' migliore), Il concetto di liberta' viene descritto in modo diverso nel vocabolario dell'industrializzazione rispetto a quello dell'umanitarismo ("quale liberta' e di chi, pag.204); novita' lessicali sono il riferimento della liberta' alla sicurezza (liberta'-capacita', liberta' dalla paura, liberta' dal bisogno) ed al caso: "libero e' chi e' protetto da causalita' che neutralizzano il suo potere di conseguire scopi" (pag.223).
Jean-Jacques Rousseau (Il contratto sociale) osserva che ogni uomo nasce libero, ma ovunque e' in catene (pag.52); ma il valore morale delle azioni necessita che la volonta' umana sia libera (pag.57). Rousseau distingue la liberta' naturale dalla liberta' contrattuale (pag.63): la prima si realizza soltanto in un'associazione ("un corpo morale collettivo") in cui ciascuno, donando tutto senza riserve, obbedisca solo a se stesso (pagg.63-64). Le conseguenze totalitarie sono evidenti a pag.67 (il corpo sociale forzera' ad essere libero chi si rifiuta di obbedire alla volonta' generale); lo stato civile cosi' definito eleva l'uomo rispetto allo stato di natura, nel quale ciascuno non considera che se stesso (pag.68).
La liberta' naturale e' limitata dalle sole forze dell'individuo, la liberta' civile e' limitata dalla liberta' generale (pag.68).
Si vedano altre considerazioni dell'Autore negli argomenti filosofici sulla democrazia e sull'uguaglianza in questo sito.

2.
Il metodo liberale, osserva Carlo Rosselli, non esclude la violenza, ma anzi la trasforma in forza del diritto (pag.101): la liberta' inizia con l'educazione (uomo libero) e finisce con lo Stato libero che e' "uno Stato di liberi" (pag.111).
Riprendendo un altro celebre libro di Norberto Bobbio (Il futuro della democrazia), lo stato liberale si caratterizza come (pag.110):
- stato laico (processo di emancipazione del potere politico dal potere religioso);
- stato del libero mercato (processo di emancipazione del potere economico dal potere politico).
Diritti civili, liberta' economica, concezione negativa dello stato, concezione individualistica della societa' e della storia: il punto di partenza e' "l'individuo singolo con le sue passioni (da indirizzare o da domare), coi suoi interessi (da regolare e coordinare), coi suoi bisogni (da soddisfare o reprimere)" (pag.123).
Dalla limitatezza delle risorse nasce il problema della coesistenza delle liberta', della applicazione del postulato della liberta' individuale ai casi concreti. Lo stato-benessere e' stato "una soluzione di compromesso" (pag.114).
Bertrand Russell (Il Potere) osserva che gli argomenti di John Stuart Mill sulla liberta' di parola necessitano di principi piu' forti: "la liberta' di parola e' futile se non implica il diritto di dire cose che possono avere conseguenze spiacevoli per alcuni individui o classi di individui" (pag.158). Il pubblico e' come un giudice che ascolta gli avvocati/filosofi delle parti in causa e deve conoscere ogni lato delle questioni esposte (pagg.162-163): la libera discussione presuppone un accordo fra le parti sulla forma di governo, altrimenti la propaganda diventa il preludio all'uso della forza (pag.163).
L'interferenza sulla liberta', osserva ancora Russell, puo' essere giustificata solo da "forti ragioni di ordine pubblico" e non astrattamente (pag.200).
I regimi autoritari, osserva Hannah Arendt (Le origini del totalitarismo) tendono a limitare la liberta', i regimi totalitari la distruggono ed eliminano "la spontaneita' umana in genere" (pag.555).
Sempre Bertrand Russell (Storia della Filosofia Occidentale, cit.) sottolinea come Robespierre e Hitler siano conseguenze di Rousseau, Roosevelt e Churchill di Locke (pagg.915 e 933); il concetto di "forzare alla liberta' " e' metafisico e produce conseguenze totalitarie, la sua teoria implica il rifiuto dei diritti dell'uomo e delle associazioni parziali di cittadini, i suoi principi generali non risolvono alcun problema particolare (pagg.929-934).
Per Hegel, osserva ancora Russell, liberta' significa obbedienza alla legge (pag.980), il ruolo delle nazioni nella sua teoria e' lo stesso che avranno poi le classi per Marx (pag.983): i cittadini esistono per lo Stato (considerato come una super-persona) e non viceversa come per Locke (pag.989).
Il concetto di liberta' per Hobbes e' coerente con quello di necessita': "la liberta' e' l'assenza di impedimenti esterni al moto" (pag.724); il sovrano ha la liberta' che nello stato di natura avevano tutti gli individui (pag.726).
Russell evidenzia altresi' alcuni tratti liberali dell'Utopia di Thomas More (a pag.685 per la tolleranza religiosa, contro la caccia, sulla guerra).
Sullo stretto legame esistente fra liberta' e disobbedienza si veda Erich Fromm, La disobbedienza e altri saggi.
Tzvetan Todorov, negli atti al convegno di Amnesty International su L'intolleranza: uguali e diversi nella storia (pagg.1,4,5), evidenzia come la liberta' debba essere intesa correttamente come liberta' civile e cioe' come liberta' limitata: "Al di qua dei limiti fissati, ho il diritto di fare tutto come voglio; al di la', devo sottomettermi alle regole e alle leggi emanate dalla societa' di cui sono membro". Perche' la liberta' possa regnare nel dominio del privato, continua Todorov, e' necessario che sia controllata nel dominio del pubblico: "L'opposizione pertinente non e' dunque tra uno stato totalitario i cui sudditi non godono di nessuna liberta' (dove nulla e' tollerato) e uno stato libertario, che non conosce intralci alla liberta' (dove tutto e' tollerato); ma tra queste due forme estreme, da una parte, e la liberta' limitata, dall'altra". La liberta' limitata e' un principio fondante degli stati democratici, che storicamente ha preso forma nell'eta' classica come lotta per la tolleranza religiosa.

3.
La distinzione fra liberta' positiva e liberta' negativa e' di Isaiah Berlin (Due concetti di liberta'): la liberta' negativa, osserva Norberto Bobbio nel libro Eguaglianza e liberta', e' assenza di impedimento (possibilita' di fare) e assenza di costrizione (possibilita' di non fare) e non riguarda solo gli uomini (cit., pag.46): e' liberta' d'agire (pag.50; determinismo, pag.52). La liberta' positiva e' autonomia (autodeterminazione, pag.48), e' liberta' di volere (pag.50; indeterminismo pag.53); a differenza dell'azione, la volonta' e' libera se autodeterminata (obbedienza a se stessi, pag.67).
Le due liberta' (positiva e negativa) sono indipendenti fra loro, ma quella negativa e' condizione necessaria per l'altra (pag.52). Storicamente, i soggetti della liberta' negativa sono gli individui (liberta' del borghese), il soggetto della liberta' positiva e' un ente collettivo (liberta' del cittadino: Rousseau, Hegel, pag.55).
Sia la liberta' da (freedom from) che la liberta' di (freedom to) riguardano l'azione e descrivono due aspetti della stessa situazione, percio' si implicano (sono interscambiabili) e, precisa Bobbio, non vanno confuse con la distinzione fra liberta' negativa e liberta' positiva (pag.58), cui si possono ricondurre invece le due forme di liberta' distinte da Benjamin Constant, la liberta' dei moderni (liberta' moderna, che e' negativa) e la liberta' degli antichi, positiva (Benjamin Constant, Antologia di scritti politici), le quali entrambe sono necessarie per lo stato democratico moderno ("dove cade l'una cade l'altra", Bobbio cit., pag.63).
liberta' negativa liberta' positiva
liberta' come fine
(causa finale)
liberta' come causa efficiente
(motore del progresso, soggetto, pag.73)
azione libera volonta' libera
liberta' di e liberta' da,
"liberta' da che cosa?" (pag.74)
autodeterminazione
Liberta' dei moderni Liberta' degli antichi

Liberta' e illiberta', precisa Bobbio (cit., pag.75) sono storicamente in rapporto reciproco: la liberta' e' stata la lotta di liberazione dal dogmatismo religioso, dai vincoli economici, dal potere ereditario (dispotismi sacerdotale, feudale, principesco, pag.79).
Per gli antichi, osserva Maurice Duverger (I sistemi politici), liberta' era soprattutto partecipazione, per i moderni e' invece indipendenza individuale (liberta'-resistenza contro liberta'-partecipazione, pag.221).
L'ideologia liberale (liberalismo politico, pag.211 e seguenti) e' la conseguenza storica della Riforma (libero arbitrio), del metodo cartesiano (tutto deve essere sottoposto alla critica della conoscenza), di John Locke (Trattato sul governo), dei filosofi francesi del XVIII secolo e delle rivoluzioni americana e francese; l'influenza della religione nel liberalismo politico americano e' discussa a pag.351 del volume.
Sviluppatasi inizialmente in sistemi politici conservatori (pag.223), fra i contenuti dell'ideologia liberale troviamo l'individualismo, liberta' ed uguaglianza "nei diritti", lo Stato astensionista, i principi di legalita' e controllo giurisdizionale, elezioni, pluralismo, rappresentanza (mandato limitato), laissez-faire laissez-passer ed inviolabilita' della proprieta' privata (liberalismo economico, pag.216).
Vi e' connessione fra sviluppo tecnico e democrazia liberale (pag.201 e seguenti); i diversi tipi di democrazie liberali sono descritti da pag.233 e seguenti.
I rapporti fra liberalismo e socialismo sono analizzati da pag.227, sono rapporti conflittuali ma anche di influenza: diritti economici e sociali, stato del benessere; lo stesso sistema di valori e' a fondamento sia del liberalismo che del socialismo (pag.488).
Si vedano altre considerazioni dell'Autore negli argomenti filosofici sui diritti e sulla democrazia in questo sito.

4.
Per Kant (Lo stato di diritto), l'antagonismo spinge gli uomini ad associarsi e causa l'ordinamento legale della stessa societa'; benche' la liberta' senza limiti permetta lo sviluppo delle facolta' naturali, gli uomini non possono vivere a lungo in condizioni di liberta' selvaggia.
La convivenza sociale impone percio' all'uomo di obbedire ad una volonta' universalmente valida per poter essere libero. L'Autore distingue la liberta' di pensiero dall'anarchia di pensiero, che e' liberazione dai limiti posti dalla ragione: la liberta' di pensiero che si libera dalle leggi della ragione, alla fine distrugge se stessa, il princio di non riconoscere alcun dovere (libertinaggio dello spirito) porta al disordine ed in ultima analisi all'autorita' politica.
Occorre trovare garanzie alla liberta' altrui, e il diritto e' limitazione di liberta'; lo stato civile coincide con lo stato giuridico, che e' caratterizzato dal diritto pubblico (mentre lo stato di natura dal diritto privato: lo stato civile e' uno stato giuridico, fondato sul diritto pubblico, che ha come obiettivo quello di garantire la liberta' individuale, attraverso la quale l'individuo cerca la felicita' (suo fine). Il concetto di diritto implica un governo di tipo rappresentativo (repubblica), anche se Kant ritiene che il dispotismo sia comunque meglio dell'anarchia.

5.
La liberta’ personale e la tolleranza, osserva Amartya Sen (
Lo sviluppo e' liberta'), devono essere garantite e condivise da tutti: il valore della liberta’ e della tolleranza va coniugato con l’uguaglianza della liberta’ e della tolleranza; interpretazioni diverse e piu’ riduttive (valori asiatici, islamici, occidentali, africani, ecc.) sono ipersemplificazioni del tutto arbitrarie (pag.234 e seguenti). Le regole di buon comportamento e la fiducia reciproca sono fondamentali per far funzionare economie di scambio (pag.263 e seguenti); liberta’ e responsabilita’ sono strettamente connesse (pag.284 e seguenti), la liberta’ ha molti aspetti: processuale, possibilitante, costruttivo (pag.292).
L’utilitarismo nega valore intrinseco a diritti e liberta’, che contano solo se influiscono sull’utilita’ (si puo’ essere schiavi felici o anche mentalmente condizionati ed adattati, pag.67).
Le condizioni mentali di persone diverse non sono confrontabili (desideri, piaceri, felicita’, ecc.), l’utilita’ esprime le preferenze di ciascun individuo, non e’ possibile alcun confronto interpersonale di utilita’ e lo stesso comportamento di scelta, in persone con stati d’animo diversi, da’ origine a funzioni di utilita’ diverse (pagg.72-73). Allo stesso modo, con funzioni di domanda eterogenee e’ impossibile il confronto fra redditi reali di persone diverse; Sen individua almeno cinque cause che variano il rapporto fra redditi reali e vantaggi che ne derivano in termini di benessere e di liberta’, rendendo inservibile il concetto di opulenza (pagg.74-76): l’eterogeneita’ degli esseri umani (per eta’, sesso, malattie), le diversita’ ambientali (clima ma anche svantaggi ambientali o malattie infettive), le variazioni delle condizioni sociali (istruzione, criminalita’, epidemiologia), le differenze relative (come essere relativamente poveri in una societa’ ricca, pag.94), la distribuzione intrafamiliare del reddito (per eta’, sesso, bisogni).
Sen privilegia il criterio delle capacita’ o liberta’ sostanziali (capabilities, pag.19), rispetto alle utilita’ (welfaristi) o ai beni principali (Rawls): non basta possedere i beni principali, osserva l’Autore, questi infatti devono essere convertiti in capacita’ di raggiungere i propri scopi, gli individui sono diversi fra loro per eta’, sesso, talento, malattie, invalidita’, condizioni familiari, indipendentemente dai beni posseduti; talune occasioni non vengono colte, la stessa liberta’ di scegliere e’ di per se’ un valore (scegliere di digiunare non e’ la stessa cosa di soffrire la fame, pag.80).
Il livello di reddito incide sulle capacitazioni in modo contingente e condizionato, variando da comunita’ a comunita’, da famiglia a famiglia, da persona a persona; la poverta’ reale puo’ essere percio’ piu’ o meno intensa rispetto al livello del reddito (pagg.92 e seg.).
I risultati del mercato dipendono dagli assetti sociali e politici, di cui e’ parte integrante l’azione pubblica (pag.146); le innovazioni sociali possono incidere positivamente sui mercati economici (pag.259).
Il conservatorismo finanziario (l’estremismo antideficit) non e’ applicabile allo stesso modo in tutte le situazioni, e indipendentemente dagli scopi della spesa pubblica (sanita’ e istruzione piuttosto che spese militari); la discussione pubblica e’ fondamentale per individuare i bisogni economici e stabilirne la priorita’, la “condizione umana” in se’ non ci dice nulla (pagg.157-158).
Si vedano altre considerazioni dell'Autore negli argomenti filosofici sulla poverta' e sulla democrazia in questo sito.

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