Scheda bibliografica:

Ralf Dahrendorf
LA LIBERTA' CHE CAMBIA

(ed. Laterza, Bari 1994)


1.
Il concetto di felicita' e' astorico, e' uno stato dello spirito (pag.30). La funzione del benessere e' descrittiva e comparativa, non valuta la desiderabilita' di determinate condizioni di vita (pag.36); piu' adeguato e' allora il concetto di liberta', la quale, data l'incertezza della condizione umana, "non e' uno stato di cose ma una massima dell'agire" (pag.50); il suo compito e' lo stesso in tutti i tempi, ampliare le opportunita' di vita, cercare nuove possibilita' (pag.27). Il concetto attivo di liberta' intende il liberalismo come filosofia della trasformazione (pag.51).
La liberta' riguarda le chances di vita, che sono opportunita', possibilita'; le chances di vita sono un concetto sociale, strutturale (riguarda modelli di organizzazione sociale), storico, teorico (trascende sia le societa' esistenti che il loro potenziale noto, pag.38). La liberta' e' un concetto normativo, le chances di vita sono una categoria analitica (pag.209) e sono funzione di due elementi, opzioni e legature (pag.41); inoltre, secondo l'Autore, se liberta' "significa certamente ampliamento delle possibilita' di vita, non e' pero' vero l'inverso" (pag.209). Le chances di vita di epoche differenti sono confrontabili (pag.202).

2.
Le opzioni sono costituite da diritti positivi e da disponibilita' di beni (Prefazione, pag.V), e sono possibilita' di scelta, "alternative di azione nelle strutture sociali" (pag.41).
Divisione del lavoro, diritti civili e crescita economica hanno esteso e moltiplicato le opzioni (pag.46).
Le sole opzioni, la semplice possibilita' di scelta e' al di la' del bene e del male, denota assenza di morale se e' priva di coordinate, di una posizione determinata (pag.151).
Le opzioni possono essere classificate nelle dimensioni di spazio e di tempo: "l'indipendenza dal tempo e la liberta' di movimento nello spazio, quindi le chances di mobilita', sono due immagini fondamentali delle opzioni sociali; non a caso entrambe vengono frequentemente identificate con il concetto di ' liberta' '" (pag.193).
Il suffragio universale, il diritto di muoversi anche oltre confine sono chances di vita, anche per chi rimane tutta la vita nello stesso luogo (pag.40).
Sono strumenti di opzioni sociali il denaro, il potere e il diritto; il potere e' controllo sulle chances di vita altrui, che pero' spesso limita le opzioni di chi lo esercita (pag.193).

3.
Le legature sono appartenenze, relazioni, legami sociali intensi e spesso emozionali (antenati, patria, comunita', chiesa), mentre per le opzioni sono rilevanti scopo ed orizzonte dell'agire (pag.42).
Le societa' premoderne erano caratterizzate da relazioni senza scelte, le societa' moderne hanno allargato le possibilita' di scelta ma lacerando le legature esistenti: "mobilita' significa che la famiglia e il villaggio non sono piu' comunita' per destino, ma diventano sempre di piu' comunita' d'elezione" (pagg.42-43). I concetti di legature e societa' civile sono associati: "una societa' civile offre ai propri cittadini una home, oltre ai diritti che loro spettano" (prefazione, VIII). L'anomia e' mancanza di legami, rapporti, legature (pagg.207-208).
Anche le legature sono classificabili a partire dalle dimensioni dello spazio e del tempo (pag.191): spazio in generale (natura), spazio via via piu' circoscritto (nazione, regione, provincia, comune), spazio sociale (comunita', famiglia), tempo in generale (vita), tempo via via piu' limitato (storia, generazione, durata di una vita), tempo sociale ("l'importanza dell'eta' della vita umana si trasforma nel corso della storia", p.192).
Decisive sono l'intensita' e la qualita' delle legature, piuttosto che il loro numero (pag.192): la qualita' differenzia, ad esempio, il credente dal fanatico.

4.
L'ampliamento delle chances di vita richiede la crescita delle opzioni (che sono volute) e delle legature (che sono date, pag.193), ed un equilibrio ottimale fra esse (pag.46): il rapporto fra opzioni e legature non deve essere un gioco a somma zero (pag.45). Sarebbe inoltre interessante compiere una analisi dei diversi rapporti fra opzioni grandi o piccole da una parte e legature forti o deboli dall'altra (pag.200).
Il termine welfare, ed ancor piu' well-being indica benessere, che include anche aspetti non materiali, le legature appunto; l'azione governativa non puo' creare le legature, ma puo' distruggerle (Prefazione, VIII). A proposito della flessibilita' del lavoro e del conseguente sradicamento, e dell'esistenza di imprese altamente competitive circondate da poverta' e disoccupazione, l'Autore si chiede se sia davvero questo l'obiettivo supremo della nostra economia politica (Prefazione, VII).

5.
Le chances di vita hanno tre categorie evolutive, tutte quantificabili: la loro formazione, il loro sviluppo, la loro diffusione (estensione a piu' individui, e quindi domanda di uguaglianza, pag.216); molto e' evoluzione, il nuovo (la nascita) e' raro (pag.197). L'emergere delle chances di vita e' percio' un processo chiave (la storia e' aperta, pag.196).
Nuove chances di vita si manifestano inizialmente in ambiti ristretti, per pochi, la loro espansione per tutti e' un processo importante della storia: il suo senso consisterebbe allora proprio nel creare piu' chances di vita per piu' uomini (pag.17), ovvero le piu' grandi chances di vita del piu' grande numero di individui (pag.165).
Progresso significa, per le chances di vita:
- crescita delle esigenze umane, con nuove forme che emergono inaspettatamente (pag.115);
- crescita delle capacita' umane di soddisfarle.
Il conflitto e' un elemento dinamico del progresso: "sembra che ci sia un perenne antagonismo tra cio' che e' e cio' che potrebbe essere, tra istituzioni sociali e forze sociali" (pag.143); le leggi non hanno percio' valore incondizionato (pag.178).
Le rivoluzioni sono molto meno frequenti delle situazioni rivoluzionarie (pag.144); perche' queste ultime divengano rivoluzioni e' indispensabile la speranza, che e' prefigurazione, immagine del futuro ma e' anche generalmente utopistica: "chi rinuncia alla speranza ha accettato le condizioni in cui vive" (pag.107). La speranza a sua volta e' stimolata dalla disuguaglianza; scrive l'Autore: "oggi la speranza scaturisce dalla diversificazione degli uomini e non dalla loro uniformita', e la liberta' scaturisce dalla disuguaglianza e non dall'uguaglianza" (pag.114).
Le idee sono efficaci per il cambiamento soltanto in circostanze determinate, sono condizione necessaria mentre condizione sufficiente sono i rapporti sociali (pag.118); devono esserci le idee e le condizioni mature: "l'agire senza idee e' privo di significato e le idee senza azione sono irrilevanti" (pag.116).

6.
L'Autore definisce le societa' come insiemi di strutture (regole) e processi (pag.158); le regole di associazioni, club, organizzazioni sono arbitrarie, ma sono norme e leggi in quanto sono "riproduzioni del patto sociale applicate a quantita' limitate di posizioni sociali" (pag.133). L'attivita' politica non e' rappresentativa ma legittimativa (pag.129), il buon politico e' sempre attento e agli obiettivi e al consenso (pag.130).
Gruppi, organizzazioni, istituzioni, per il liberalismo non sono fini in se' ma mezzi per lo sviluppo dell'individuo, che e' l'unico che conta: l'ipotesi gnoseologica di fondo e' l'incertezza (pag.56); se l'uguaglianza minaccia la liberta', quest'ultima diviene prioritaria (si vedano anche gli argomenti filosofici sull'uguaglianza in questo sito).
La partecipazione di tutti a tutto produce immobilita' totale, "una mescolanza di permanente discussione teorica e altrettanto permanente inattivita' pratica" (pag.103): innovazione e partecipazione sono termini tra loro contraddittori.
Per definire l'identita' sono necessari sia lo spazio sociale (societa') che il tempo sociale (storia); la storia, per l'Autore, e' il processo originato "da un numero teoricamente incalcolabile di invenzioni dell'umanita' " (pag.11). Una societa' perde infatti la liberta' non solo eliminando oppositori ed innovatori, "ma anche cessando di stimolare arte e scienza" (pag.215). Invenzioni e conoscenza scientifica rispondono a regole che sono arbitrarie (pag.134); oggi viviamo un eccesso di informazione: "e' come se dinanzi a robusti alberi fossimo praticamente impossibilitati a vedere la foresta" (pag.135).
La qualita' caratteristica dell'esistenza umana e' data dalle sue potenzialita' creative, dalla capacita' di introdurre il non esistente (pag.10); il concetto e' quello di emergence, ossia l'innovazione, l'emergere ed il formarsi del nuovo: si tratta di un concetto vuoto, in quanto rimanda al contenuto di quanto viene creato o scoperto (pag.16), e non e' ne' la combinazione degli stessi elementi ne' il dispiegarsi di premesse gia' esistenti (entrambe versioni del 'niente di nuovo sotto il sole'). I viaggi spaziali non sono lo sviluppo conseguente del carro e dei cavalli, la storia umana e' un processo aperto, domani possono avvenire cose che oggi neppure pensiamo (emergent innovations, pag.15).
Il progresso e' possibile (anzi, e' probabile, pag.26) ma e' precario, non necessario. Il potenziale degli uomini e' la loro musicalita', vale a dire "la loro capacita' di vivere in maniera complessa" (pag.23).

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