1.
Il potere delle idee, secondo l'Autore, e' tale che i concetti filosofici possono arrivare a distruggere civilta' (pag.186), idee politiche e forze sociali hanno bisogno le une delle altre (pag.187).
Le questioni centrali della politica sono l'obbedienza e la coercizione, "costringere un uomo vuol dire privarlo della liberta' " (pag.188). La liberta' di alcuni dipende dalle limitazioni di altri, e se gli altri sono molti esseri umani, il sistema e' ingiusto e immorale (pag.192).
Non vi e' connessione logica necessaria fra la liberta' (grado di interferenza del governo sull'individuo) e la democrazia (chi governa), pag.196. Soltanto se non si raggiunge un obiettivo perche' ostacolati da altri, si puo' parlare di mancanza di liberta' politica (pag.189), la liberta' e' tanto piu' grande quanto maggiore e' l'area di non-interferenza (pag.190).
L'Autore introduce il concetto di uguaglianza della liberta' (non fare agli altri cio' che non vorrei fosse fatto a me, pag.192). La liberta' non e' il solo fine dell'uomo, in certe situazioni "le scarpe valgono di piu' delle opere di Shakespeare" (pag.191).
2.
La liberta' da ha per obiettivo (negativo) l'eliminazione delle interferenze (pag.194); l'evidenza storica dimostra che l'argomento di John Stuart Mill secondo cui la liberta' e' condizione necessaria per lo sviluppo non e' sempre vero (pag.195).
La liberta' negativa implica un'idea di individuo oggetto, per cui si decide: e' l'idea che spesso caratterizza il riformatore sociale, che individua traguardi per gli individui che questi ultimi non riescono
a vedere, trattati come oggetti privi di volonta' propria (pag.203).
La liberta' positiva implica un'idea di individuo soggetto, agente, che decide (pag.197): autonomia (agire) contro eteronomia (subire, pag.204).
Un modo per eliminare gli ostacoli dal cammino e' quello di abbandonare il cammino (pagg.202 e 205); e' la teoria dell'uva acerba secondo cui non si puo' volere cio' che non si e' sicuri di ottenere: la liberta' negativa (liberta' tout court secondo Jonh Stuart Mill) non e' capacita' di fare cio' che si desidera, perche' basta limitare i desideri (voglio cio' che posso fare) per sentirsi liberi (pag.205).
Rousseau e la Rivoluzione Francese forniscono esempi di liberta' positiva.
Il problema della liberta' negativa non e' chi esercita l'autorita' ma quanta autorita' esercita, la causa piu' importante dell'oppressione e' l'accumulazione del potere (pag.228).
Il dittatore, ma anche il prepotente e l'inquisitore, partono dal presupposto che gli uomini non sono in grado di sapere cosa e' meglio per loro
(pag.216); Per Constant, Mill, Tocqueville, in una societa' libera non ci sono poteri assoluti ma solo diritti assoluti (pag.230).
3.
Secondo l'Autore, se vi e' accordo sui fini, le questioni relative ai mezzi non sono politiche e possono essere risolte da esperti (pag.185). La morale non puo' essere oggetto di conoscenza specialistica e percio' non vi possono essere esperti in materia: gli uomini diventano liberi non quando gli si impone di agire in certi modi, ma quando acquisiscono la consapevolezza del perche' devono agire in quei modi (pag.218); nella societa' ideale (che e' "costituita da esseri pienamente responsabili", pag.214) non c'e' bisogno di regole e la liberta' (autonomia) coincide con la legge (autorita').
I desideri di liberta' e di giustizia sono entrambi fondamentali, vivere secondo i propri desideri e rifiutare per gli altri trattamenti indecentemente disuguali, perche', osserva l'Autore, "che non si possa avere tutto e' una verita' necessaria e non contingente" (pag.234).