1.
La liberta' di azione di chiunque puo' essere limitata solo per evitare danno agli altri,
il bene dell'individuo, sottolinea Mill, che sia fisico o morale, non
costituisce una giustificazione sufficiente (pag.33); l'individuo e' sovrano su se stesso ma e' responsabile del male che fa ad altri (pag.34).
La liberta' umana e' (pagg.35-36):
- liberta' di coscienza, pensiero, sentimento, opinione in tutti i campi
(scientifico, morale, teologico, ecc);
- liberta' di espressione pubblica delle proprie opinioni;
- liberta' di gusti, occupazioni ed azioni con le loro conseguenze ed unico limite
l'evitare danno agli altri;
- liberta' di associazione, di unione per qualsiasi scopo che non rechi danno ad
altri, purche' ad associarsi siano adulti consenzienti, non costretti con la
forza o con l'inganno (pag.36).
Ognuno deve poter vivere come sembra meglio a lui e non come sembra meglio agli altri.
2.
Nella Prefazione, Giorello e Mondadori sottolineano l'aspetto della diversita' dello sviluppo umano come conseguenza della liberta' d'azione e della limitazione forte dell'intervento statale (pagg.8 e 11); la natura umana non e' una macchina ma un albero
che puo' svilupparsi in diverse direzioni (pag.88), persone diverse devono condurre vite diverse, il valore di un periodo storico e' proporzionale alla liberta' che vi si e' realizzata
(pag.93), la liberta' e' l'unico fattore di progresso (pag.101).
La perfezione meccanica di uno Stato autoritario non serve a nulla: "a lungo termine, il valore di uno Stato e' il valore degli individui che lo compongono" (pag.153), ciascuno dei quali e' un centro indipendente e potenziale di irradiamento del progresso (pag.101).
3.
Uno dei mali della societa' e' la tirannia della maggioranza (pag.27): la volonta' del popolo e' sempre di una parte del popolo (la piu' numerosa o la piu'
attiva). Non vi e' solo tirannia del magistrato, ma anche tirannia dell'opinione dominante, che ostacola ogni
individualita' discordante (pag.27); le minoranze, proprio in quanto sono minoranze, hanno diritto di dissenso.
Opinioni comuni nel passato sono respinte oggi, opinioni comuni nel presente saranno respinte nel futuro: "le epoche storiche",
scrive Mill, "non sono piu' infallibili degli individui" (pag.42). Impedire a qualcuno di esprimere la propria opinione e' una presunzione di infallibilita' (pag.41), tanto che l'opinione contraria sia giusta quanto che sia sbagliata (anzi, secondo l'Autore la verita' risalta dal contrasto con l'errore).
La discussione e' indispensabile per correggere i propri errori, la saggezza consiste nell'ascoltare ogni opinione e considerare un argomento da ogni punto di vista: la migliore giustificazione delle nostre convinzioni consiste
nel tentativo di dimostrarne l'infondatezza (pag.45).
4.
La verita' non ha potere intrinseco e non trionfa necessariamente sull'errore e sulle persecuzioni, pero' la si puo' riscoprire finche' circostanze favorevoli non le consentiranno di resistere ai tentativi di sopprimerla (pag.54).
Un'opinione ridotta al silenzio puo' essere vera, se e' in errore puo' tuttavia contenere una parte di verita' e comunque serve per evitare che l'opinione accettata comunemente diventi un pregiudizio o, peggio, un dogma (pag.80); le argomentazioni da evitare sono quelle che:
- procedono per sofismi,
- nascondono fatti o argomenti,
- espongono in modo inesatto le questioni,
- travisano le opinioni altrui (pag.81).
L'educazione intellettuale si fonda sull'esame dei fondamenti delle proprie opinioni, che devono essere giustificabili nei confronti delle obiezioni piu' comuni: "chi conosce solo gli argomenti a proprio favore conosce poco" (pag.62); se non vi sono oppositori ad una verita' bisogna inventarli,
coi relativi argomenti. Accade che dottrine contrastanti contengano ciascuna una parte di verita', il dissenso allora integra gli argomenti a favore di quella piu' accettata (pag.72).
E' il caso a decidere la collocazione di ciascun individuo, con le sue opinioni: "le stesse cause che lo hanno reso anglicano a Londra l'avrebbero fatto diventare buddista o confuciano a Pechino" (pag.42); in materia di religione e politica non si dovrebbero studiare la verita' o falsita' delle diverse opinioni, ma gli argomenti con cui sono sostenute dalle varie scuole o chiese (pag.143).