L'uomo e la donna
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I novelli sposi si
nascosero per tre giorni
Ted Hughes
Lei gli da' gli occhi, trovati
tra le macerie, tra i coleotteri
Lui le da' la pelle
Come se la prendesse dall'aria, adagiandola poi su di lei
Lei piange di timore e sorpresa
Lei ha trovato per lui le mani, gliele ha inserite di nuovo sui polsi
Mani di se' sorprese, la toccano dappertutto
Lui ha montato per lei la spina dorsale, ha pulito con cura ogni
vertebra
E le aggiusta in ordine perfetto
Un rompicapo sovrumano ma lui e' ispirato
Lei flette la schiena qui e la' per provarla, ridendo incredula
Ora lei ha preso per lui i piedi, li sta fissando
E l'intero corpo di lui si illumina
E lui ha formato per lei dei fianchi nuovi
Completi di tutte le giunture e di avvolgimenti nuovi per le bobine,
lucenti d'olio
Sta lucidando ogni pezzo, lui stesso quasi non riesce a crederci
Continuano a portarsi a vicenda al sole, scoprono che e' facile
E provano ciascuna novita' ad ogni nuovo passaggio.
Ora lei ripiana le piastre sul cranio di lui
Per renderne invisibili le giunture
Ed ora lui collega per lei la gola, il petto e l'incavo dello stomaco
Con un'unica gugliata di filo.
Lei da' a lui i denti, annodandone le radici al rocchetto del suo
corpo
Lui sistema i cerchietti sui polpastrelli di lei
Lei ricuce qui e la' il corpo di lui con seta d'acciaio purpureo
Lui lubrifica i delicati ingranaggi della bocca di lei
Lei fodera la nuca di lui con pergamena tagliata a misura
Lui spinge a posto l'interno delle cosce di lei
Cosi' ansimando di gioia, con grida di meraviglia
Come due dei di fango
Cascando scomposti per terra, ma con infinita attenzione
A vicenda si rendono perfetti.
Traduzione di Melusina Federica
Bride and Groom Lie Hidden for Three Days
Ted Hughes
She gives him eyes, she found them
Among some rubble, among some beetles.
He gives her her skin
He just seemed to pull it down out of the air and lay it over her
She weeps with fearfulness and astonishment
She has found his hands for him, and fitted them freshly at the wrists
They are amazed at themselves, they go feeling all over her
He has assembled her spine, he cleaned each piece carefully
And sets them in perfect order
A superhuman puzzle but he is inspired
She leans back twisting this way and that, using it and laughing,
incredulous
Now she has brought his feet, she is connecting them
So that his whole body lights up
And he has fashioned her new hips
With all fittings complete and with newly wound coils, all shiningly
oiled
He is polishing every part, he himself can hardly believe it
They keep taking each other to the sun, they find they can easily
To test each new thing at each new step
And now she smooths over him the plates of his skull
So that the joints are invisible
And now he conects her throat, her breasts and the pit of her stomach
With a single wire
She gives him his teeth, tying their roots to the centrepin of his
body
He sets the little circlets on her fingertips
She stitches his body here and there with steely purple silk
He oils the delicate cogs of her mouth
She inlays with deep-cut scrolls the nape of his neck
He sinks into place the inside of her thighs
So, gasping with joy, with cries of wonderment
Like two gods of mud
Sprawling in the dirt, but with infinite care
They bring each other to perfection.
Dal Paradiso perduto vv. 449 e seguenti
John Milton
Lo ricordo spesso, quel giorno.
Trovai me, sui fiori, all'ombra quando
Fu la prima volta che mi svegliai.
Dov'ero e cos'ero, mi chiedevo;
da dove ero venuta e come.
Non lontano era l'acqua, mormorando:
da una grotta dilagava nel liquido piano:
e infine era immobile, come la volta del cielo,
pura. Mi avvicinai: Mi stesi sulla verde riva:
guardavo il chiaro lago lucido che,
senza ricordo la mia mente,
era altro cielo. Mi chinai
e fui di fronte a un'ombra
nel luccichio dell'acqua, china: mi guardava.
Mi allontanai, si allontanò:
Quando con gioia ritornai,
con gioia essa tornò:
aveva sguardi d'amore:
Per sempre l'avrei guardata
desiderando invano
ma una voce m'insegnò: 'Quel che vedi,
o creatura, sei solo tu: è te stessa
che con te viene e con te scompare. Seguimi.
Ti porterò dove chi attende
il tuo dolce abbraccio
non è ombra: da lui, la tua vera immagine.
Da lui che tu godrai per sempre,
a cui darai innumerevoli simili.
Madre, ti chiameranno, di tutti gli uomini'
Che altro potevo fare, se non seguire
quell'invisibile guida?
Ti vidi, infine: davvero bello, e alto.
Ma meno bello eri, meno dolce
suadente e gentile
della lucida immagine di acqua:
volevo fuggire e mi chiamasti:
'Ritorna Eva , bella: Tu mi appartieni.
Sei la mia carne e le mie ossa.
del mio fianco ho dato
la parte più vicina al cuore: per te,
la mia vita ho dato, per averti al mio fianco
per sempre cara, solo conforto,
parte della mia anima, ti chiedo:
ti voglio altra metà di me'
Poi la tua mano prese la mia.
Questo disse la mdre degli uomini
e con occhi innocenti di desiderio
docile si piegò sul padre degli uomini
quasi abbracciandolo,
quasi toccando il suo petto
col seno nudo e colmo nascosto
dall'oro fluente delle trecce sparse.
Sophia
Maria Guglielmino
Il mio corpo di confine
sulla mano aperta
genera contatto e conoscenza.
Linee a simmetria profonda
dal basso risalgono
verso l'alto.
Ascolto forme nuove
consapevoli tensioni
spazio-temporali.
Lui canta
tra le dite che ruotano
spirali disegnate.
Sfiorano la pelle dove si tende sottile.
Sto
lucente sostanza
sinolo meravigliato
riverbero del tempo di passaggio
Oh mio corpo! Tradire non ardisco
Walt Whitman
O mio corpo! Tradire non ardisco
l'eguale a te nell'altro (uomo o donna),
né delle parti tue l'eguale a te.
Ritengo che l'eguale a te levarsi
debba o cadere con l'eguale dell'anima
(anima è infatti).
L'eguale a te ritengo abbia a levarsi
od a cadere assieme ai miei poemi:
E' i miei poemi!
D'uomo poemi, e di donna, e di bimbo,
e di sposa, e di giovane
e di sposo, di madre, di padre,
di ragazzo e ragazza:
testa, collo, capelli, lobo e timpani,
occhio, ciglia degli occhi, iride loro,
palpebre deste o in sonno, sopracciglia,
e lingua e bocca e labbra,
denti, palato,
mascelle e loro cardini,
naso, narici, loro partizione,
gote, tempie, la fronte,
dietro del collo, torsione del collo,
robuste spalle,
barba di maschio, scapole, clavicole,
vasto, convesso petto.
Omero, ascelle, gomito, avambraccio
E tendini del braccio e ossa sue,
polso e giunture sue, mano e sue palme,
nocche, pollice ed indice, falangi
ed unghie delle dita ed ampio petto,
ricci peli del petto, sterno
del petto, costole, spina dorsale,
vertebre ed anche, cavità delle anche,
loro vigore e curve, in dentro e in fuori;
testicoli dell'uomo e sua radice,
paio di forti cosce
che ben reggono il tronco,
e nervi delle gambe,
ginocchio, rotula, femore, tibia,
caviglie, collo
del piede, àlluce, dita, falangi,
tallone e tutte le posture, tutte
le belle forme, e quanto
il mio corpo, il tuo corpo concerne,
od il corpo di ognuno,
maschio o femmina;
le spugne dei polmini,
il sacco dello stomaco,
gli intestini puliti, fragranti,
il cervello coi suoi labirinti
nello scrigno del cranio;
simpatie, valve del cuore e palato;
sessualità, maternità, esser donna
e quanto le concerne;
e l'uomo, che proviene dalla donna,
il grembo, le mammelle,
i capezzoli, il latte,
lacrime, riso, pianto,
sguardi d'amore,
turbamenti e pulsioni d'amore.
La voce, il dire, il linguaggio, i sussurri;
altisonanti grida.
Mangiare, bere, battito del polso;
digerire, sudare, addormentarsi,
camminare, nuotare;
rollio sui fianchi,
balzare, stare, abbracciare, curvare,
le braccia stringere;
il perpetuo mutare delle pieghe
della bocca e di quelle intorno agli occhi;
la pelle, l'abbronzarsi; peli, efelidi;
la simpatia curiosa della mano,
quando tasta la nuda
carne del corpo;
i circolari fiumi del respiro,
inspirare, espirare;
l'incanto della vita
e dalla vita alle anche
e dalle anche ai ginocchi;
le rosse, tenui gelatine dentro
di te o di me;
le ossa e il midollo in esse;
la squisitezza del sentirsi sani.
Queste, dico, non sono solamente
Parti del corpo e suoi poemi, ma anche
Quelle dell'anima:
Queste, sostengo adesso, sono l'anima!
Astrologica
Roberto Pazzi
Se fossi donna non amerei che me stessa
nell'acqua,
se fossi uomo non amerei che la donna
che si ama nell'acqua,
se fossi acqua sarei l'acqua della donna
che si ama.
Ma l'uomo è fuoco e soffre,
non è amare d'acqua il suo che basti,
non è l'Oceano che abbraccia la Terra,
alito delle foglie marcite
che nutre le foglie vive.
La donna saprebbe non morire,
non può compiere la sua volontà
perché l'uomo la vide bagnarsi
con le sue compagne, scherzare,
non aver fretta, non percepire il tempo,
non aver bisogno di niente,
non chiedere altro che quello che ha;
e l'uomo fu sbranato dai cani
per averla vista nuda giocare
un giorno sull'acqua.
Perché l'occhio che guarda e s'interroga?
L'uomo è un intruso,
venne con lui il desiderio,
l'acqua e la terra non lo sapevano
quando venne sul vento il fuoco.
Nudo
Giovanni Perich
La diceva d'argento,
certo indebitamente (e infatti, subito,
di rame) immaginandola. Ma
così, rame o argento, i suoi occhi, la pelle,
i capelli perfino, e i denti,
come alonati dal tutto,
solo la presagiva. E, quel colore,
uniforme, spruzzato
meticolosamente
giù giù dal filo della schiena fino
sopra i molli risvolti
delle dita… Ma poi
solo Mantegna può spiegarla, se
voluttuosamente (conscia o meno)
schiacciata come da una gravità, ma eretta ai gomiti,
tutta un'orografia la marca: le
natiche dune, elmi esattamente
segati uguali alla base; e, appena
due centimetri sopra, quella sua
ossea svasatura: fiore, foce,
area franca indifesa
in apparenza e, invece, svincolo,
cellula della sua potenza, più
struggente quanto più
silenziosa lei, o altera.
Poi, è ancora
l'argento che si fa
sogno nella parola, immaginato
consenso a me, incredulo
che, così inafferrabile,
inspiegabile anzi, lei pure
abbia le parti molli, e che le esponga,
delle dita dei piedi.
.
Da Avviso - Stiamo lavorando per voi
Francesco Piemonte
Ci plastifichiamo, a poco a poco,
con nuove protesi per esperire l'esterno,
saggiare con altri tentacoli il fuori,
senza contatto corporeo
Mediamo tra noi e la realtà
con strumenti artificiali,
ci neghiamo il tatto, la sensualità delle mani
Finché a poco a poco muterà la vista,
cambieranno gli odori
Così sempre più in noi, negati i sensi, quasi androidi in serie
il mondo esterno apparirà una ceralacca opaca
Da Le ultime lettere di Jacopo Ortis
Ugo Foscolo
Io non so né perché venni al mondo, né come, né cosa sia il mondo, né
cosa io stesso mi sia. E s'io corro ad investigarlo, mi ritorno
confuso d'una ignoranza sempre più spaventosa. Non so cosa sia il mio
corpo, i miei sensi, l'anima mia; e questa stessa parte di me che
pensa ciò ch'io scrivo, e che medita sopra di tutto e sopra sé stessa,
non può conoscersi mai. Invano io tento di misuarare con la mente
questi immensi spazi dell'universo che mi circondano. Mi trovo come
attaccato a un piccolo angolo di uno spazio in comprensibile, senza
sapere perché sono collocato piuttosto qui che altrove; o perché
questo breve tempo della mia esistenza sia assegnato piuttosto a
questo momento dell'eternità, che a tutti quelli che precedevano, e
che seguiranno. Io non vede da tutte le parti altro che infinità le
quali mi assorbono come un atomo.
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IL SATURNISMO Decine
di manifesti e ideari ma ancora nessuno sa cosa sia...
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di BombaCarta |
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4 Teresa
Zuccaro |
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Teresa Zuccaro è nata in Sicilia e
vi ha trascorso i primi 18 anni della sua vita, dopodiché si è
trasferita a Firenze, soggiornandovi per i successivi 15 anni:
non prevede e non desidera, in questo momento, ulteriori
spostamenti logistici.
Attualmente, la sua principale attività è la ri- creazione del
mondo, intervallata da impieghi di tipo amministrativo in uffici
privati. |
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