Viaggio sul Tevere

Inquinamento: La qualità delle acque del Tevere

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Il rapporto tra le popolazioni e il fiume, ha delineato lo sviluppo del territorio fino ai nostri giorni.
La pressione esercitata dalla sovrapposizione dei diversi modelli di civilizzazione nel tempo e nello spazio ha lasciato numerosi segni lungo il percorso fluviale.
 
Da qualche tempo gli ambienti fluviali hanno assunto il ruolo di aree di servizio,destinate all'accoglimento degli scarichi delle attività umane o agli attingimenti ad uso irriguo. Si sono cosi affacciati numerosi problemi per alcuni tratti dell'ambiente fluviale tiberino:
Acque torbide , talvolta maleodoranti sedimenti coperti da residui organici in putrefazione , impoverimento delle popolazioni ittiche e della microfauna, rifiuti abbondanti sulle rive (talvolta in cumuli con tutte le connotazioni discariche abusive), esplosioni di alghe (segno inequivocabile di eutrofizzazione),

 

degradazione della vegetazione di sponda, cementificazione delle rive con effetti sgradevoli per il paesaggio e per i processi di auto depurazione. L'inquinamento,di origine prevalentemente organica,ha infatti seriamente compromesso il delicato equilibrio dell'ecosistema fluviale. Il Tevere viene considerato una risorsa idrica da spremere fino all'ultima goccia.


Le alte concentrazioni di ortofosfati del fiume sono di origine agricola, sono utilizzati come concime chimico e arrivano al fiume con le acque di dilavamento dei terreni.
Gli ortofosfati sono presenti anche nei detersivi (intensioattivi).
La concentrazione di tensioattivi superiore a 1mg/l è indicato come soglia di rischio per la vita acquatica.

La concentrazione colibatteri è un'indice dell'inquinamento batterico e virale delle acque.
Il limite ufficiale di accettabilità per uno scarico fognario è di 12000 coli per 100 ml.
In base a questi vincoli le acque del Tevere sono già microbiologicamente inquinate.
La situazione lungo le coste in prossimità dei 2 fori è più preoccupante, sia per i valori della qualità di coli oscillanti tra il 250000 e 1 milione, sia perché più direttamente collegata ai problemi della bilocazione. 
Nel primo tratto, fino a metà della sua lunghezza, il bacino conserva la propria spiccata personalità e riesce a resistere al degrado grazie alla grossa portata e alla sua capacità auto depurativa,conservando una buona qualità delle acque. Il 75% della popolazione residente nel bacino del Tevere, ricade nella provincia di Roma, mentre il territorio occupato è solo il 17% della superficie totale.
Anche per le attività industriali la provincia di Roma presenta i valori più elevati, sebbene e si rappresentino solo il 50% del totale.
Il quadro diventa critico soprattutto se considerato dal punto di vista dell'efficienza del sistema depurativo esistente,ancora,fortemente inadeguato e insufficiente.
La grossa rete delle fogne di Roma fa capo a due collettori, paralleli alla sponda del Tevere, destra e sinistra.
Essi saranno collegati al depuratore di Roma sud.
I depuratori attualmente in funzione a Roma sono soltanto al livello primario o secondario.
Il trattamento terziario servirebbe ad una depurazione avanzata con l'estrazione dei nitrati e fosfati.

 

I risultati delle analisi

Stazione di prelievo Stato ecologico
Pieve S. Stefano - A monte abitato Classe II
Pieve S. Stefano - A valle abitato Classe II
San Sepolcro Classe II
S. Lucia Classe II
Umbertide Classe II
Ponte Felcino Classe II
Ponte S. Giovanni - A valle depuratore Classe IV
Torgiano Classe II
Ponte Nuovo Classe II
Pontecuti Classe II
Alviano Classe II
Attigliano Classe II
Otricoli Classe III
Orte Classe II
Magliano Sabina Classe IV
Stimigliano Classe II
Torrita Tiberina Classe II
Nazzano P.N.R. Classe II
Castel Giubileo Classe IV
Capo Prati Classe IV
Isola Tiberina Classe IV
Ponte Marconi Classe IV
GRA sull'Ostiense - A valle depuratore Roma Sud Classe IV
Fiumicino - Ramo destro foce Tevere Classe IV
Fiumicino - Fiumara Grande Classe IV
Lunghezza Classe IV
Ponte Mammolo Classe IV
Parco Aniene Classe IV
Ponte Lucano Classe IV

Legenda

Classe I Ambiente non inquinato o comunque non alterato in modo sensibile
Classe II Ambiente con moderati sintomi di inquinamento o alterazione
Classe III Ambiente inquinato o comunque alterato
Classe IV Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato
Classe V Ambiente fortemente inquinato e fortemente alterato

Riferimento normativo: Dlgs 11 Maggio 1999 n. 152