Viaggio sul Tevere

L'isola Tiberina

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L' isola Tiberina è congiunta alla terra ferma,da un lato, dall'antico Ponte Fabricio e, dalla parte opposta , dal Ponte Cestio. L'isola appare grossa e allungata, come una grande barca, grazie anche al rivestimento in travertino che in passato le conferì questa forma in ricordo di una leggenda: 

 
quando nel 293 a.C. una mortale epidemia infuriava a Roma, furono consultati libri Sibillini e gli oracoli rivelarono che un'ambasceria romana doveva recarsi ad Epidauro, sede del culto di Asclepio, Dio delle guarigioni, ( salvato infante da un rogo da Apollo, egli era stato infatti da questi affidato al centauro Chirone perché gli insegnasse la medicina ) e riportarne il serpente,simbolo del Dio. L'animale, continua la leggenda, scivolò via dalla nave che, lungo il Tevere, lo portava a Roma, e si rifugiò nell'isola Tiberina. 

Il dio Esculapio

Perciò fu eretto qui, nel 289 a.C., il tempio del dio, su modello di quello di Epidauro: una piccola cella in fondo alla quale c'era la statua di Esculapio ( questo è il nome che il dio greco assunse a Roma ) visibile oggi al Museo Nazionale di Napoli, con un bastone intorno al quale si attorcigliava un serpente; ampi portici laterali dove si trattenevano i malati in attesa della guarigione; un'ora per le offerte e una fonte sacra dove i malati venivano purificati prima di accedere alle visite del dio. Un gallo bianco animale sacro ad Asclepio,veniva usualmente sacrificato in suo onore.
Precedente e meno famosa di questa leggenda è quella che vuole l'isola Tiberina sorta da ingenti quantità di grano gettato nel fiume.
Il prezioso cereale apparteneva a Tarquinio il Superbo. La popolazione, scacciato questo re, aveva gettato le sue scorte alimentari nel Tevere. Ma queste sono leggende. In realtà l'isolotto sul Tevere è sempre esistito ed è fatta di tufo,una pietra lavica.