Viaggio sul Tevere

 

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Il dio Tevere e le feste a lui dedicate

Come tutti i fiumi, secondo gli antichi anche nel Tevere risiedeva un dio, che ne era l'anima. Nei riti il Tevere era invocato col nome Tiberinus o fater Tiberinus. Il suo culto non era molto diffuso, sappiamo che nell'isola Tiberina gli era dedicato un santuario la cui festa inaugurale cadeva l' 8 Dicembre, e che a Giugno le corporazioni dei pescatori celebravano feste in suo onore. Ogni 17 Agosto, a Roma e ad Ostia, nelle zone portuali, si svolgevano le Tiberinalia, dette anche Portualia, che erano organizzate da coloro che lavoravano sul fiume. In età imperiale poi c'era la passione di Roma per i giochi come le Naumachie, vere e proprie simulazioni di battaglie navali. 

La prima  naumachia risale ai tempi del primo imperatore Cesare Augusto e si disputò su un lago artificiale scavato tra il Tevere e il circo Massimo. 
Un altro lago famoso per le naumachie fu quello fatto costruire dall'imperatore Domiziano nella zona dove attualmente è situata Piazza Navona. 
Questi bacini artificiali provvisori venivano costruiti nelle vicinanze del Tevere per poter facilmente convogliarvi l'acqua del fiume.


La leggenda di Romolo e Remo.

Il re della città di Albalonga, Amulio, nell'antico Lazio, aveva una nipote: la sacerdotessa Rea Silvia. Rea Silvia ebbe due gemelli e lo zio, che era il re della città, per timore che i due bambini potessero prendere il suo posto, ordinò di uccidere la donna e i due bambini.
Le guardie del re Amulio, però, non ebbero il coraggio di uccidere i due bambini e così li misero in un cesto e li abbandonarono sulle rive del Tevere.
Un giorno dai monti scese una lupa per bere al fiume. La lupa sentì il pianto dei due gemelli e si avvicinò al cesto, leccò le guance dei bambini come volesse baciarli, li scaldò e dette a loro il suo latte.
Il pastore Faustolo trovò Romolo e Remo vicino al fiume, li prese e li portò a casa sua dove li allevò insieme a sua moglie.
Divenuti grandi, i due gemelli conobbero la loro storia e così tornarono ad Albalonga per scacciare Re Amulio, colui che cercò di ucciderli quand'erano ancora in fasce.
In seguito Romolo, dopo aver ucciso Remo, fondò una città proprio sul colle dove lui e suo fratello erano stati salvati dalla lupa, cioè il colle Palatino. Quella era Roma